Laboratorio di Ingegneria dei Sistemi Urbani e Territoriali (LISUT), Università degli Studi della Basilicata
Il Laboratorio di Ingegneria dei Sistemi Urbani e Territoriali dell’UNIBAS ha contribuito, alla predisposizione dei Piani di Gestione con la partecipazione alla Cabina di Regia sulla base di una Convenzione di ricerca, nell’ambito del Programma Rete Natura 2000.
Il gruppo di lavoro del LISUT composto dai Proff. Giusepp Las Casas, Piergiuseppe Pontrandolfi e Beniamino Murgante, oltre a indirizzare e coordinare l’attività dei consulenti ad hoc dalla Regione ha seguito direttamente la predisposizione di un PdG al fine di costruire e validare uno strumento prototipale che potesse rappresentare un riferimento anche per la predisposizione degli altri piani. Il contributo del LISUT si è caratterizzato con riferimento alla costruzione di quadri conoscitivi dei principali elementi del Sistema Insediativo e relazionale presenti nelle aree interessate dai PdG, e comprendenti sia le gli ambiti delle aree protette che le zone insediate limitrofe, fino a considerare una ambiti di pianificazione integrati, entro i quali sviluppare la propria proposta rivolta alla promozione di una cultura della pianificazione che coniugasse i principi della conservazione con quelli dello sviluppo.
In particolare, in stretta coerenza con il contributo metodologico, dovuto al pregevole lavoro svolto nella Cabina di Regia dal dott. Guarino, abbiamo inteso legare le proposte di piano alle specifiche risorse presenti, intese ora come bene da tutelare e valorizzare, ora come occasione di sviluppo. Per questo fine, è stata sviluppata una ampia ricognizione critica dello stato di fatto nel quadro pianificatorio e programmatorio, finalizzato alla valutazione delle tendenze in atto con riferimento degli aspetti socio-economici e del patrimonio culturale presente, alla efficacia del quadro dei vincoli alla definizione di obiettivi essenziali per costruire strategie di valorizzazione e fruizione degli ambiti territoriali interessati compatibili con le finalità specifiche dei PdG.
È stata dunque pienamente condivisa la impostazione dei PdG della Basilicata tendente a superare una logica meramente vincolistica per le aree protette e, per questo, sia i quadri conoscitivi che le linee strategiche di intervento, alle aree SIC e ZPS, di estensione territoriale spesso limitata, per gli aspetti legati alle politiche di valorizzazione, sono state riferite a territori più ampi, in particolare ai cosiddetti Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) definiti dalla Regione di concerto con la CdR.
Nell’ottica di una cultura di piano che mira non solo a promuovere la partecipazione, ma a ricercare il coinvolgimento dei soggetti sui quali la decisione di piano estende il proprio effetto, oltre alla restituzione dei principali elementi di conoscenza disponibili, con la partecipazione di un folto gruppo di consulenti della Regione, 1 sono state condotte indagini di campo ed interviste mirate a soggetti tecnico-amministrativi rilevanti, presenti sul territorio.
La stretta e frequente interazione con le molteplici competenze presenti nella CdR, in un’ottica di integrazione interdisciplinare, ha rappresentato per noi –e per l’Amministrazione- un indubbio valore aggiunto all’esperienza condotta, favorendo la elaborazione di un quadro di strategie preconizzate carattererizzate da un molteplicità di punti di vista.
Questo elemento di arricchimento del processo ha trovato riscontro nell’approccio metodologico alla impostazione dei PdG che, a partire da un approfondito quadro di conoscenza, ha definito criticità e conflitti nello stato della conservazione e delle forme di protezione, attuali e tendenziali delle risorse, ha definito in stretta coerenza gli obiettivi da conseguire con il PdG da e, conseguentemente, strategie ed interventi specifici in un quadro di norme indicative, di indirizzo e prescrittive.
1 Archh. Rosanna Alagia, Rosaria Pilieri, Linda Tubito, Angela Rosati, Francesco Lauciello ed il dott. Antonello Azzato
Un tale approccio, coerente con il programma scientifico sviluppato dai ricercatori del LISUT negli ultimi anni e sintetizzato in alcuni dei poster presentati al Convegno, oltre a fondare le strategie di intervento su un rigoroso impianto programmatorio, che cerchi di collocare ciascuno degli interventi entro un disegno complessivo, propone lo sviluppo di filiere di azioni secondo una vera e propria “struttura di programma” coerente con le impostazioni e le scelte della prossima programmazione comunitaria in corso di definizione in tutti i settori: dallo sviluppo e la coesione sociale alla tutela e valorizzazione delle risorse naturali, delle specie e degli habitat, di salvaguardia ed incremento dei gradi di biodiversità presenti sul territorio.
Ci si riferisce, in particolare a nostri recenti contributi che collocano l’analisi di contesto entro “La Matrice del quadro logico degli obiettivi” (Logical Framework) 2 che integrano i principi della nuova coesiione sociale di cui al prossimo periodo di programmazione 2014-2020 che, come evidenziato dei documenti disponibili, guardano alla implementazione di strategie “Place Based”, 3rispettose delle capacità endogene e dei caratteri identitari dei luoghi.
La sfida anticipatoria lanciata con la predisposizione dei PdG dovrà allora trovare riscontro nella concreta attuazione dei piani stessi; in tal senso particolare attenzione è stata rivolta alla indicazioni dei soggetti che saranno chiamati alla gestione ed attuazione dei piani ed alla preliminare definizione di attività di controllo e monitoraggio dei PdG.
Tale sfida, trova, a nostro giudizio, un elemento di ulteriore difficoltà nella debolezza di strumenti di pianificazione territoriale complessivi che consentano di inquadrare i PdG in una cornice più ampia di scelte e di strategie coese in materia di governo del territorio; in particolare, tale condizione potrebbe rappresentare un limite ad una efficace ed efficiente attuazione dei PdG in quanto si confronta con potenziali situazioni di conflitto tra la tutela delle aree protette e prospettive di sviluppo che considerino le risorse ambientali come precondizione per lo sviluppo stesso e si ritiene che solo un adeguamento complessivo della disciplina di uso del suolo, alle differenti scale, potrebbe eliminare.
Ci sembra, in conclusione, che l’esperienza dei PdG, per come sono stati impostati, in un quadro spesso carente ed incompleto di strumenti di pianificazione, potrebbe rappresentare un utile riferimento metodologico anche per gli altri strumenti, in particolare di area vasta, da predisporre da parte di Regione e Province soprattutto.
Ad esempio, si veda il caso delle aree SIC della media Val Basento, per le quali è stata avanzata l’ipotesi, in cui le aree protette presenti rappresentano l’eccezione in un’area destinata allo sviluppo industriale ed agricolo, di promuovere la definizione di Contratti di Fiume all’interno dei quali poter approfondire la progettazione di strategie di tutela e valorizzazione delle risorse naturali e delle specie presenti che non possono certamente limitarsi a porzioni ridotte di territorio, soprattutto in quei casi diffusi in cui la presenza del corso d’acqua rappresenta la nota caratteristica dell’area da proteggere. Si tratta, allora, di un approccio alla pianificazione territoriale che, in un ottica di interscalarità, consideri la necessità di scendere alle scale più basse nella descrizione degli interventi ma illustri alle scale più alte come le azioni di tutela non rappresentino un’attenzione episodica o eccezionale, ma siano la struttura di una interpretazione coerente del territorio lucano.
2 Las Casas, G., Scorza, F., (2008): Comprehensive Evaluation and Context Based Approach for the Future of Regional Operative Programming in Europe. In: 48th European Regionaale Science Association Congress _2008 Culture, Competitivness: Regional Perpectives. Liverpool UK.
Las Casas (2008) Una cultura della pianificazione in un approccio rinnovato alla razionalità nel piano. F. Angeli Milano. Pontrandolfi P. 2012 “Strumenti della pianificazione complessa e negoziata” ed. Libria, Melfi, 2012 Collana “Territorio e Cultura di Piano”
3 Fabrizio Barca (2009) “AN AGENDA FOR A REFORMED COHESION POLICY” Independent Report prepared at the request