(*) Ente Parco della Murgia Materana, Via Sette Dolori, 10. 75100 Matera e-mail: [email protected]; [email protected]
Introduzione
Il Parco della Murgia Materana comprende un territorio di circa 8000 ettari, gran parte dei quali sono inclusi nel sito IT9220135 “Gravine di Matera”. Nel corso degli ultimi anni l’Ente Parco ha promosso iniziative di tutela degli habitat e delle specie faunistiche, che ben si coniugano con gli obiettivi della Rete Natura 2000, e che in effetti risultano vere e proprie attività di gestione naturalistica delle aree SIC-ZPS istituite dalla Commissione Europea.
Tra le iniziative è in corso di svolgimento il Progetto LIFE+ 08 NAT/IT/000372 “ARUPA”, acronimo di “Azioni urgenti di salvaguardia di anfibi e rettili della Gravina di Matera”.
Il Progetto ha previsto l’attuazione di numerose Azioni concrete di conservazione per le specie e gli habitat presenti nell’area del SIC/ZPS “Gravine di Matera”, oltre ad una consistente campagna di rilievo in campo condotta durante il primo anno di progetto.
Gli studi preliminari relativi agli habitat idonei alle specie obiettivo, sono stati condotti attraverso la definizione di: status di conservazione, minacce attuali e potenziali, estensione attuale e potenziale, evoluzione in corso ed è stata realizzata, inoltre, un’ampia cartografia tematica.
Il progetto si sviluppa in uno dei più importanti key site italiani per le seguenti specie Zamenis situla,
Triturus italicus, Bombina pachypus. Tale sito risulta di elevata importanza per queste specie anche a
livello europeo, visto che le popolazioni di queste specie sono principalmente concentrate in Italia meridionale. A livello delle regione Basilicata, il sito rappresenta un’area strategica per la conservazione dell’Elaphe quatuorlineata.
Le attività del progetto permetteranno di ripristinare, dal punto di vista vegetazionale, circa 20 ha di territorio nell’ambito della Gravina di Matera, attraverso interventi finalizzati al potenziamento della funzionalità degli habitat (cod. habitat 92A0), di creare 2 ha di zone umide minori, di ripristinare due cisterne adeguandole alle esigenze riproduttive delle specie anfibie, di ricreare 8.000 m lineari di siepi e ripristinare 2.000 m lineari di muretti a secco.
Il progetto prevede anche di realizzare un vivaio per la produzione di 100.000 piantine di ecotipi locali (Populus alba, Salix alba, Ulmus minor, Pyrus amygdaliformis, ecc.) finalizzati alla realizzazione degli interventi di ripristino vegetazionale.
Per favorire l’incremento della popolazione di alcune specie di anfibi e rettili si prevede di realizzare un centro di allevamento, che nel corso dei 4 anni di progetto permetterà di effettuare attività di restocking per le specie obiettivo, come di seguito descritto in relazione alle specie e alla quantità di individui che si prevede di rilasciare nei siti idonei:
Bombina pachypus 2.000 larve
Triturus carnifex 1.500 larve
Triturus italicus 1.500 larve
3.5
Realizzazione di un itinerario “geomultimediale” tra geositi dell’alta Val d’Agri
Mario BENTIVENGA, Emiliano FINIZIO, Sergio LONGHITANO, & Salvatore OLIVETODipartimento di Scienze, Tel. 0971205834, e-mail: [email protected]
Università degli Studi della Basilicata, Campus Macchia Romana - 85100 Potenza, I
In Basilicata le aree SIC e ZPS incluse all’interno del Progetto Rete Natura 2000, sono ben rappresentative di gran parte degli ambienti geologici presenti nel territorio regionale. Si va infatti, dalle aree vulcaniche del Vulture a nord, ai paesaggi calanchivi della Fossa Bradanica e del Bacino di Sant’Arcangelo, fino ad arrivare alla costa ionica con i SIC delle foci dei principali fiumi lucani. Inoltre, sono presenti estese aree montane come quelle dell'alta Val d'Agri, del massiccio del Sirino, di quello del Pollino e del Monte Alpi. Da ricordare poi le Dolomiti lucane con le loro morfologie che richiamano i più noti monti alpini.
In regione diverse sono le aree con laghi naturali (Laghi di Monticchi, Lago Sirino, Lago Laudemio, ecc.) e artificiali (Diga di San Giuliano, Diga di Pietra del Pertusillo, ecc.). Il tratto di costa lucana del litorale tirrenico è caratterizzato da suggestivi rilievi carbonatici.
In questo contesto l'individuazione e lo studio di Geositi, al fine di creare percorsi geologici, anche virtuali, che si integrino con le ricchezze storiche e culturali del posto, non può che essere una risorsa per il territorio (Wimbledon et al., 2000).
L'alta val d'Agri è caratterizzata dalla presenza di diverse Aree SIC e ZPS, tra cui le aree SIC di Serra di Calvello, del Monte Volturino e del Monte di Viggiano. Il dominio geologico, in cui ricadono le 3 aree, è quello della Catena appenninica meridionale. In tutti e tre i SIC possono essere individuati siti dove è possibile comprendere con chiarezza processi geologici e geomorfologici, i cui record necessitano di un piano di conservazione che ne preservi l’integrità e l’eventuale esposizione.
Lo studio vuole creare un itinerario geologico, d’interesse scientifico e didattico, che si snodi tra le 3 aree SIC dell’alta Val d’Agri, da inserire tra le proposte del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese.
Il lavoro si propone di creare percorsi virtuali, utilizzando le moderne tecnologie, per dare la possibilità al visitatore di immergersi nella realtà paleogeografica e geologica dell'area ed osservarne l'evoluzione ricostruita realisticamente al computer.
Si tratta di un intervento innovativo nel suo genere che potrebbe rappresentare una risorsa turistica per l'area ed essere proposto successivamente per tutte le aree di Rete Natura 2000 della regione Basilicata.
Bibliografia
Wimbledon W.A.P., Andersen S., Cleal C.J., Cowie J.W., Erikstad L., Gonggrijp G.P., Johansson C.E., Karis L.O., Suominen V. (2000), Geological World Heritage: geosites – a global comparative site inventory to enable prioritisation for conservation. In: Gisotti G., Zarlenga F. (a cura di). Mem Descr. Della Carta Geol. d’It, LIV, 45- 60.
3.6