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L’esperienza di Natura 2000 Basilicata nel quadro delle attività di ricerca dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero – CNR

Crescenzo VIOLANTE (*), Eliana ESPOSITO (*), Salvatore MAZZOLA (*),Sabina PORFIDO(*) (*) Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC), Calata Porta di Massa, 80133, Napoli, [email protected].

I sistemi costieri sono aree di notevole interesse turistico e ambientale la cui gestione richiede competenze diversificate per lo sviluppo di strategie sostenibili in grado di coniugare attività antropiche e tutela delle risorse naturali. L’evoluzione delle coste è regolata sia da processi oceanografici sia terrestri, che agiscono su una fascia di territorio al contatto tra terra e mare la cui estensione dipende dalla tipologia costiera e dal regime climatico. Per queste ragioni lo studio di tali sistemi è necessariamente interdisciplinare e include sia settori emersi sia sommersi.

Il programma Rete Natura 2000 Basilicata, con la redazione di Piani di Gestione dei siti di interesse comunitario presenti sul territorio in oggetto, soddisfa tali esigenze attraverso il supporto di istituzioni di ricerca in grado di considerare i molteplici aspetti correlati allo studio del territorio. In particolare la decisione assunta dalla Regione Basilicata con D.G.R. 1961/09, di estendere in ambito marino i piani di gestione relativi alle aree territoriali omogenee 7 e 8, permette di integrare l’ambiente sommerso nel processo gestionale.

In tale contesto l’Istituto per Ambiente Marino Costiero (IAMC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) svolge attività di ricerca in grado di fornire un supporto concreto allo sviluppo sostenibile delle aree costiere. L’IAMC_CNR, costituito da sei sezioni e da un laboratorio di biologia marina, tradizionalmente si occupa di tematiche inerenti le Scienze del Mare segnatamente ad aspetti di geologia, biologia, chimica, fisica, e studi mirati alle risorse rinnovabili (pesca ed acquacoltura) ed alle tecnologie marine. Tra le linee di ricerca più rappresentative delle attività svolte all’interno delle sezioni dell’IAMC, si segnalano la geologia e la geofisica marina, la climatologia delle coste e delle dinamiche del trasporto solido litoraneo, la caratterizzazione e mappatura degli habitat marini, l’ecologia e la biodiversità degli ecosistemi marini, la tolleranza del sistema marino alle perturbazioni naturali e antropiche, le risorse della pesca e dell'acquacoltura, i rischi ambientali ed il paleoclima. Tali ricerche risultano supportate dai numerosi laboratori, dalla strumentazione avanzata per la ricerca a mare e dalla disponibilità di grandi attrezzature marine incluso tre imbarcazioni per ricerche oceanografiche.

Risultati ottenuti in Natura 2000 Basilicata

Le attività di ricerca svolte da IAMC_CNR nell’ambito della Cabina di Regia di Rete Natura 2000 hanno consentito di caratterizzare in modo dettagliato gli habitat marini delle coste di Basilicata evidenziando una diversità ambientale che spazia da piane sabbiose, presenti sul versante ionico, a morfologie articolate e rocciose presenti lungo il versante tirrenico. Le tipologie di substrato e dei caratteri morfo-batimetrici si riflettono direttamente sullo sviluppo e la distribuzione delle popolazioni biologiche presenti a fondo mare, dimostrando il forte legame esistente tra geodiversità e biodiversità.

L’ecosistema marino a largo delle coste della Regione Basilicata presenta aree con scarso impatto antropico soprattutto lungo il versante tirrenico, mentre nel versante ionico la costruzione di due importanti opere portuali ha recentemente aumentato la pressione legata ad attività umane. I dati raccolti durante campagne oceanografiche effettuate da IAMC_CNR confermano l’interesse naturalistico delle aree marine di Basilicata con il ritrovamento di coperture algali riconducibili a

praterie di Posidonia oceanica (fig. 1A) e ambienti di grotta sommersa e semisommersa. Entrambi gli habitat caratterizzano le aree marine e costiere del versante tirrenico (costa di Maratea) e sono considerati prioritari dalla Comunità Europea.

Figura 1. Vegetazione di fondo presente a largo delle coste della Basilicata. (A) Versante tirrenico - Prateria di Posidonia oceanica in corrispondenza dell’Isola di S. Janni. (B) Versante ionico - Prato a Cymodocea nodosa a largo del fiume Agri.

Nei fondali marini della costa di Maratea prevalgono le biocenosi di substrato duro a luoghi caratterizzate da presenza di organismi incostanti (coralligeno in enclave e pre-coralligeno), mentre la frangia infralitorale presenta una cintura pressoché continua di Cystoseira cfr. amentacea, specie molto sensibile alla pressione antropica (Ballesteros et al., 2007), a testimonianza dell’elevata qualità delle acque costiere in quest’area. In particolare le coperture a Posidonia rappresentano il terzo ecosistema più importante a livello globale per la funzione svolta relativamente al riciclo di nutrienti e alla fornitura di prodotti di base. In Basilicata crescono e si riproducono interamente in ambiente subtidale fino a profondità di 35 m su una superficie totale di 3 Kmq, colonizzando sia fondali molli sia rocciosi. La loro presenza riduce i processi erosivi, attraverso la stabilizzazione dei sedimenti marini, costituisce aree di riparo, riproduzione e approvvigionamento di cibo per molti organismi di importanza commerciale, di sequestro del carbonio e di produzione di ossigeno, e di intrappolamento e riciclo di nutrienti.

Per contro il versante ionico di Basilicata è caratterizzato da coste basse e sabbiose e da uno sviluppato sistema dunale variamente condizionato da attività antropica. In quest’area confluiscono i principali corsi d’acqua lucani (Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni) che drenano nel complesso 8160 Kmq di territorio, il cui tratto terminale crea habitat estuariali che si raccordano verso mare a aree di prodelta.

L’habitat più significativo presente lungo la costa metapontina è rappresentato da praterie a

Cymodocea nodosa (fig. 1B), sviluppato esclusivamente su fondi molli a profondità comprese tra -5 e

-15 m. Così come per il versante tirrenico, l’elevata risoluzione dei rilievi ha consentito di individuare e mappare nel dettaglio le aree di fondo coperte da tale fanerogama marina che cresce in forma di prato continuo per 14.3 Kmq, e in modo discontinuo per 6.1 Kmq, per un totale di 20.4 kmq. Pur non essendo esplicitamente inclusa nella Direttiva Habitat, dove rientra come specie vegetale dell’habitat 1110 (banchi sabbiosi sommersi), la Cymodocea nodosa svolge un ruolo importante nella stabilizzazione e l’accumulo di sedimenti e costituisce un habitat preferenziale per lo sviluppo di

cavallucci marini e altre specie di pesci e invertebrati.

Diversamente dal versante tirrenico, il litorale ionico soffre di fenomeni di arretramento che in alcuni tratti hanno provocato la scomparsa di interi settori di spiaggia, fino a interessare il sistema dunale. Fenomeni di erosione sono particolarmente evidenti anche a fondo mare in un area posta a largo della foce del fiume Sinni. Indagini esplorative hanno evidenziato franamenti superficiali a partire da una profondità di circa 60 m che richiamano verso largo significative quantità di sedimenti sottraendoli dal bilancio costiero. Infine forme riconducibili ad attività di pesca a strascico sono presenti in settori di piattaforma compresi tra -10 e -35 m. Si tratta di abrasioni lineari del fondo, senza una direzione di allineamento preferenziale, dovute a traino di reti da pesca. Il rilevamento e la mappatura di tali forme consente di quantificare l’impatto della pesca a strascico sugli habitat marini e di predisporre eventuali misure dissuasive.

Futuri sviluppi

Il monitoraggio dello stato di conservazione degli habitat marini di interesse comunitario individuati e descritti sia lungo il versante tirrenico sia ionico della Basilicata costituisce il naturale sviluppo del lavoro svolto dall’IAMC_CNR nell’ambito della cabina di regia. Tale attività è peraltro espressamente raccomandata dall’art.11 della Direttiva Habitat che prevede controlli con cadenza sessennale. L’utilizzo delle tecniche geofisiche rappresenta, infatti, un mezzo efficace per valutare nel dettaglio le variazioni areali degli habitat e l’eventuale presenza di perturbazioni naturali o antropiche.

Un importante elemento emerso dalle indagini marine brevemente descritte nel paragrafo precedente è rappresentato dalla presenza di una specie di alga superficiale segnalata nella fascia intertidale del versante tirrenico. Si tratta di Cystoseira spp., un buon indicatore di qualità delle acque, la cui mappatura potrebbe essere utilizzata per caratterizzare lo stato di salute delle acque costiere, e rappresentare uno strumento di gestione in vista della candidatura della costa di Maratea ad Area Marina Protetta.

Infine resta ancora da valutare l’impatto derivante dalla realizzazione, in tempi recenti, di opere portuali sulla dinamica del trasporto solido litoraneo e sulla stabilità della linea di costa lungo il versante ionico. In questo contesto risulta di particolare interesse la ricostruzione del bilancio sedimentario su scala regionale attraverso serie storiche e individuando e quantificando gli apporti solidi naturali ed artificiali e i fattori che contribuiscono alla perdita di sedimenti.

L'allevamento nei siti di Rete Natura 2000 della Basilicata

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