8.6. I
giovani << chesi
awianoal
mondodel
lavoro »(art.
11§
1)Un'altra
categoriadi
giovania cui i
Cooperatori pre-stano un'attenzione privilegiata, seguendo anchein
questo le Costituzionidei
SDB che rispondonoa
precise indicazionidi
don Bosco, sonoi
giovani « chesi
awiano al mondo dellavoro »r.
Al
riguardo così recitail
corrispettivo articolo delle Co-stituzioni salesiane: «I
giovani degli ambienti popolari che si awiano al lavoro ei
giovani lavoratori spesso incontrano dif-ficohàe
sono facilmente espostia
ingiustizie. Imitando lat62
u
ACGS 48; MBX\II
272' 207sollecitudine
di
don Boscoci
rivolgiamo ad essi per renderli idoneiad
occuparecon
dignitàil loro ruolo in
vista della trasformazione cristiana dellavita
sociale »> D.1r.7. I
giovani .,che danno segnidi
una vocazioneaposto-lica
speciftca (laicale, consacrata, sacetdotale) r,(art. 1, §
1)Don
Bosco s'è sempre molto preoccupatodi quei
gio-vani, poverio riccli,
che manifestavano disposizionio
anchesolo
indizi di
vocazione sacerdotaleo
religiosa.I
suoiobiet-tivi
concreti erano quellidi
fare maturaretafi
vocazioni in ambienti organazaia
questo scopo.Attomo a lui, e per
il suovivo e
costante interessamento, fiorirono vocazioni perle
sue opere,per le
diocesie per
altre Congregazioni.Nel
suo Regolamento ha assegnato questi destinatari allemolte possibili iniziative
dei
Cooperatori ra.Questa
loro
ca-ratteristica
dwe,
evidentemente, rimanere. Oggi, anzi, dopoi
richiami del Vaticanotr
riguardanti I'wgenzadi
questo im-pegno 15in
considerazione della crisidi
vocazioni che questo periodo postconciliare atEaversa, essaè
quanto mai atnrale:sono
in
giuocola
vrta e la missione del popolodi Dio
degli anni 2000.È
doveroso precisare che l'evoluzione della Chiesaconci-liare
versoun
diversificazione delle vocazioni,in
coererìza con la promozione del laicato, e la fedeltà a17a traduionesa-lesiana esigono che
i
Cooperatori indirizzinole loro
attività anche versoquei
giovani capacidi
divenire apostoli laici.Questo obiettivo
va
petseguito specialmente negli ambientidi
lavoro, nella scuola, trai
lavoratori cometra gli
studentie, in
particolare,ua gli
universitari, destinatia
divenirei
leaders cristiani
del
domani.Con riferimento
ad un
orientamento del Capitologene-D Cosr SDB
l9M
art. 27.14 Cf RDB IV, 2.
u
Cf ad es., PO 11; OT 2; CD l5c; PC 24.L6)
rale speciale
e
dei successivi Capitoli te,il
Regolamentoallar-ga l'oizzonte
dell'impegno vocazionaledei
Cooperatori ed enurneratutte le
vocazioni specificheoggi
possibili: quelle laicali; quelle consacrate mediantela
professione pubblica (convoti
ed almi impegni stabili) dei consigli evangelici,tan-to
nelle diverse formedi
vita religiosa che nei differentiIsti-tuti
secolari; quelleal
ministero del presbiterato.Non
sarà superfluo, ancora, segnalare chein
questiulti-mi
anni nonpocli
episcopatisi
sono intensamentepreoccu-pati di
questo settore nevralgico della pastorale ecclesiale.I
loro documenti e le loro direttive troveranno particolarmente disponibili
i
Cooperatori.Di
questo stesso argomentosi
so-no occupati ripetutamente
i
recenti Capitoli generali salesiani aggiornando orientamenti dottrinalie
operativi cheinteressa-no
direttamente anche l'Associazionedei
Cooperatori 17.1r.8.
<(Si
dedicano, inoltre,a
promuovenela
famigilia »(art. ll §
2)Don
Boscosi è
interessatoin
modo diretto anche degli adulti. Questa sua missione appare soprattutto come un'inte-grazioneed uno wiluppo del
suo apostolato giovanile.<<
In molti
casi-
annotail
Capitolo generale speciale-l'educazione
dei
giovaniè
tanto legata alle condizioni con-crete dell'ambiente familiare, sociale, anche politico, che non si può fare qualche cosadi
utile perloro
senza lavorare an-cheper il
progresso collettivodi
questo ambiente,e
quindi degli adulti » 18.Il
Regolamento indica questo legamedi tipo
integrativotra
missione giovanilee
missione popolare con l'espressione:<<si dedicano, inolffe... ».
Elencando
poi i
destinatari adulti, poneal primo
postola
« famiglia». A
differenza del Regolamentodi don
Bosco che non include esplicitamente questo settore tra le forme dit6 Cf ACGS 736, 50; ACG21 106-119; Cosr SDB 1984 artt. 6, 28,
)7,58.
17 Si vedano
i
riferimenti della nota precedente.lE ACGS
,],'.
tu
cooperazione,
il
Regolamento rinnovatolo
nominaespressa-mente, seguendo
in ciò
una precisa indicazione capitolare le.Il testo
regolamentaremotiva tale
scelta riconoscendo nella famiglia una << realtà fondamentale della societàe
dellaChiesa
». [n
effetti,la flmtglrr è la
prima cellula fondamen-tale e insostituibile del tessuto sociale: dalla sua buona salutè dipendein
larga parte quella della società.La
famigliacri
stiana
è una
" chiesa domestica",
che generafigli a[a
più ampia comunità ecdesiale eli
prepara per svolgervi lacoÀu-ne
missione con differenti ministeri.{vendg
un'esperienza vissuta dellavita
coniugalee
dei problemi che pone l'educazione deifigli,
laloro
sòelta voca-zionale, professionale e la loro preparazione al matrimonio, i Cooperatori sposati sonoin
gradodi
offrireun
servizio uni-co e insostituibile nel promuovereil
bene della famiglia. Do-poil
Sinodo dei vescovi sulla famiglia,il
Rettor Ma§giore hafatto
notarela
profonda relazione che esisteta
pastoralegiovanile
e
pastorale familiare20.Lr,9.
<<Si dedicanoa
sostenereed illuminare
evangel.ica-mentei
ceti popolari» (art. 1, §
2)Come per don Bosco, così per la sua Famiglia apostolica
e per
ciascunodei suoi Gruppi
vocazionah, nella propria missione versogli
adulti, la preferenza va a quelli dellè clàssipiù umili
e povere,ai
<< ceti popolari », al pròletariatoe
sot-toproletariato, agli immigrati, agli emarginati perchépiù
in-difesi da un punrodi
vista ideologicoJ più
bisognosidi
.r-sere aiutati
in
vista della loro promozione umana e cristiana.Chi oggi si propone
di
impegnarsiin
questo campo,do-wà
avere innanzitutto una sufficiente conoscenza del nuovo contestoin
cui viveil
'popolo'.Non
èpiù
la gente semplicedei tempi di don
Bosco, che aveva bisogno-di ,rn po'
di cultura,di pn po' di
catechismoe di
esiere avvrataa
pie devozioni.È
o-rmaiuna
categoria socio-economica, .o.^io-politicae
socio-culturale.In
questo sensoil
popolo possiede19 Cf ACGS 7]6.
20 Cf ACS 299 (gennaio-marzo 1981) l-10.
r65
la
'coscienzadi
classe'e
talvoltaè
allettato dalla'lotta
di dasse'; è consapevoledi
essere non semplicementedestinata-rio di
servizi caritativie
sociali, ma anche protagonista della propria culturae
liberazione integrale2l.<< Sostenere
e
illuminare evangelicamentei
ceti popolari »>vuol dire porsi al loro fianco
e
accompagnarli nei loro sforzidi
promozione umanae
cristiana,nel
senso ampiamente spiegato dall'Euangelii nuntiand.idi
PaoloVI e
dai documenti dell'episcopato locale,ad es. di
Pueblaper
l'America lati-naZ.1r.10. La
coopemzione missionaria(art. 1l §
2)Don
Boscocoltivò
l'ideale missionarioe
partecipò inmodo
concreto all'opera missionariadella
Chiesadel
suotempo. Secondo
la
sua volontà esplicita, l'apostolato missio-nafiofa
parte essenziale della naflrrae
delfine
della Società salesianae
dell'Istituto delleFM{ la
cooperuzionemissiona-ria
investel'intero
movimento salesianoe vi
occupaun
po-sto non marginale mavitde. Don
Bosco ne trattaespressa-mente
nel
Regolamentodei
Cooperatoriper
evidenziarne l'importanzae la
necessità21.L'azione missionaria assume oggi una crescente rilevanza per
il
suo stretto legame coni
problemipiù
gravi del nostro tempo: la pace,lo
wiluppo, la concordia e gh scambipositi-vi tra
nazioni, tazzee
religioni differenti.D'altra parte,
i
decisivi orientamentidati
dal VaticanoII in
temadi
missioni hanno aperto un vasto oizzonteall'azio-ne di tutta la
Famiglia salesianae ne
hanno stimolato un profondo rinnovamento, specialmentein
vistadi un
poten-iiamento delle diverse formedi
solidarietà missionariae
di incremento della cooperazionedei
giovanie dei
laici2a.In
piena sintoniacon la
6zdizione salesianae con
le 2t Cf ACGS 54; DP lD4-1,165.22 Cf EN specialmente
i
capp II-IV, VIs; DP Ll34-L1652' Cf RDB tr, 24 CI AG 41,
t66