Ogni
cattolico sadi
essere tenutoa
seguirele
direttivepa-storali del proprio
vescovoe della
Conferenza episcopale della propria regioneo
nazione anchein
questo settore.Awà
anche presente quanto dichiara ancorala
Gaudiun et spes: <<Dai
sacerdotii
laicisi
aspettino lucee
forza spiri-tuale.Non
pensinoperò che i loro
pastori siano sempre esperti atal
punto c}re ogni nuovo problema che sorge,an-dre a
quelli gravi, essi possano avere pronta una soluzione concretao
cheproprio a
questoli
chiamila loro
missione:assumano, invece essi, piuttosto, la propria responsabilità,
al-la
luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispetto-sa alla dottrina del Magistero. Perlo più
sarà la stessa visio-ne cristiana della realtà cheIi
orienterà,in
certe circostanze,ad una determinata soluzione. Tuttavia
alui
fedeli dtrettanto sinceramente potranno esprimereun giudizio
diverso sulla medesima questione, ciò che succede abbastanza spesso e le-gittimamente. Che sele
soluzioni proposte da un latoe
dal-l'altro anche oltre
le
intenzioni delle parti, vengonofacilmen-te
damolti
collegate conil
messaggio evangelico,in tali
casi ricordino essi chea
nessunoè
lecito rivendicare esdusiva-mentein
favore della propria opinione l'autorità dellaChie-sa.
lnvece cerchino sempredi
illuminarsi vicendevolmente attraversoil
dialogo sincero, mantenendo semprela
mutua caritàe
avendo curain primo
luogo del bene comune »> 6.5 Basti qui ricordare le encicliche: Rmtm nouarum (15 magglo l89L) di Leone
ffi;
Q,ud.ragesimo anno()l
maggro 1911) di Pio)il;
Mater et Magistra (15 maggio 1961) e Pacem in teffis(ll
aprile 1963) di GiovanniW;
Populoram progressio (25 marzo 1967)e
Oaogesima aàoeniens(maggio l97l) & Paolo VI; Laboren exerce?ts (14 settembre l98L) e
blli-cituda rei socialis
00
dicembre 1987) di Giovanni Paolo tr.6 GS 4lbc, 75e.
t34
11.5. Impegni del
Coopratore
singolo(art.
11§
1)ll.5.l.
.,Sr ronu.a, UNA coscrENZA RETrA», (anr. 11§
1)Un primo
impegno{el
Cooperatore singoloin riferime-nto al
suo apostolato nella realtà sociale riguardala
sua for-mazione: <rIl
Cooperatore-
recitail §
1 dell'articolo-
si for-ma una coscienza retta della propria responsabilità e parteci-pazione oJla vrta sociale negli ambiti della cultura, dell'econo-mia, della politica ».Anche se
in
un recente passato si sono compiuti lodevolisforzi al
riguardo,purroppo a tutt'oggi tale
fotmazione èpiuttosto carente
in
larghi stratidi
cosiddetti « cattolici prati-canti». D'altra
parte,non è
concepibile volere wolgere un servizio salesiano valido, particolarmentein
questo campo, sicuramentenon
facile, senza unaprwia
adeguata prepara-zione:si
sarebbe facilmente manipolatie
strumentalizzati da personeo
gruppipiù
preparati,più
agguerritiin
campopo-litico,
economicoe
sociologico;ci si
esporrebbeal fallimen-to,
come l'esperienza incautadi
numerosi gruppi ha già am-piamente dimostrato.Il
Vaticanotr
ha rimarcato la necessitàdi
un'educazionecivile e politica
specialmentedei
giovariTe, per
fortuna,non
sonopochi oggi i
lCooperatorie le
Cooperatrici che sentono l'urgenzadi
una tale formazione.I
contenutidi
tale formazione sono sostrutzialmentei
se-guenti: la
conoscenzadel
messaggio sociale presente nel Vangeloe
delladotrina
della Chiesain fatto di
giustizia edi
liberazione;la
conoscenza aggiomata delle responsabilitàdei
cristianilaici in
campo socialee
delle varie forme concui
possono parteciparvi;la
preparuzionea
responsabilitàci-vili,
sociali, politiche; la conoscenza della realtà socialein
cuisi vive
(sistemi economici, socialie
culturali, esigenze, mali sociali, ideologie, forze operative...)e la
sua valutazione allaluce del Vangelo.
GE obiettiui
di
tale formazione sononon
semplicemente avere un'informazione aggiomata, certamenteda non
sotto-valumre, mapiù
specificamente acquisire una << coscienzaret-7 Cf GS 7rf.
D5
ta »: quindi essere abilitati
ad
analizzare e criticare situazioni ingiuste esistenti nella societàed
a ricercare nuove forme di vita collettivapiù
rispondenti alla dignità della persona uma-na; favorirela
liberazione da molteplici situazionidi
oppres-sione, emarginazionee
violenza,di cui
sono vittima special-mentei più
indifesie
bisoghosi; divenire padroni dellepro-prie
scelte superando l'ignorarza, l'ineruia,la
pa'wainfonda-ta e
acquistando fiduciae
coraggio.Benché prioritaria
e
indispensabile,la
formazione non ètutto e
deve essere fysliz.zata all'azione.Gli alri
impegnidel
Cooperatore elencatidù
Regolamento riguardano futtiun
suo interventodi tipo
operativo.L1.5.2. <<RrrurA cIÒ cIIE pRovocA E AUMENTA L'rNGruSTZrA»>
(anr.
1l §
1)In ogni
ambienteci
sonopurroppo
fenomenidi
in-giustizia, oppressione, emarginazione
e
violenza. Assumono formeed
espressioni spesso assai differentida
continente a continentee da
luogoa
luogo.Il
progresso tecnologicoso-vente ne crea delle nuove, forse meno appariscenti, ma non
per
questo meno realie
dolorose.Di fronte a tali
fenomeni l'impegnodel
Cooperatore si esprime attraversoil ifiuto
serio, motiaato e coragioso;un ri-fiuto
che sa ricorrere, secondoi
casi, ai modi, mezzie
cana-li più
opportuni ed efficaci chela
situazione locale offre. È questala
formapiù
elementaredi
testimonianza evangelicain
vista della creazionedi
una societàpiù
giustae
fraterna.Si terrà presente che non
di
radoil
coprire conil
'silen-zio'
situazionidi
ingiustizia, oppressione, ematginazione eviolenza, appellandosi
a
necessarie esigenzedi
prudenza(spesso troppo umane!) o, peggio, per paufa, è già essere in qualche modo conniventi con coloro che provocano
tali
si-tuazioni disumane.II.5.3.
<<Acrscr, coRArcrosAMENTE pER ruuÙovnnxp LEcAU-sE» (ARr. 11
§
1)Il rifiuto
attuato secondo l'esempiodi Cristo (i
famosi"guai
avoi" di cui in
Mt23,15-29)è
giàun
passo impor-tante ed a volte una misura sufficiente per correggere deter-B6minate situazioni inaccettabili
dal punto di
vista umano ecristiano. Tuttavia,
in
molti casi esso non basta e richiede diessefe accompagnato da vrr'azione efficace, diretta a << rimuo-vere
le
cause )>di tali
situazioni ingiuste, come dichiara te-stualmenteil
Regolamento.Tale azione può assumere le forme
più
diverse epiù
op-portune,da
valutaresul
posto, casoper
caso.A titolo
di esempiosi
possono ipotizzarc:la
pressione sulle autorità re-sponsabilio
comunque interessate;la
sensibilizzazione del-I'ambientein
cui si operao
dellapiù
vasta opinione pubbli-ca tramitegli
strumenti della comunicazione sociale;il
porre gesticonceti di
solidarietà che manifestinoil
proprioimpe-gno cristiano
a
favore degli oppressi8.11.5.4. <<Sr rupr,cNa A RISANARE E RTNNovARE LE ÀIENTALITA ED r cosrum, LE LErcr E LE srRr.l'muRE
»
(anr. 11§
1)La
Gaudiurnet
spesha
segnalato alcuni grossi fenomeni contemporaneic}e si
ripercuotono, qualipiù e
quali meno, nell'ambientepiù
piccoloe
forsepiù
modestoin cui
opera-no oggi molti Cooperatori e Cooperatici: I'accelerazione della storia coni
rapidi e profondi mutamenti che essa provoca inrmti i
seffori dell'agire umano,ivi
incluso quello religioso ed ecclesiale;la
socializzazione che moltiplicai
vincolie le
rela-zioni umanedi
ogni genere;la
secolaizzazione ela
connessa coscienza che l'uomoha
del suo dominio sulla natura, del-I'autonomiadei valori
terrestrie
della loro ,distinzione dai valori religiosi; la personaliuazione, cioè,la nuova consapevo-lezza che l'uomo moderno hadi
essere al centro della storiae di
essere protagonista del suo wiluppoin
senso positivo o negativo.Questi complessi fenomeni fanno percepire aspetti
relati vi e
mutevolidi
mentalità, leggi, istituzioni e valori ereditati dal passato; mettonoa
nudo situazionidi
anettatezzae
di inadeguatezza, spessodi
ingiustizia; creano situazionipiù
o meno diffusedi
squilibrio,di
contrastoe di
conflitto e.l4a, l8d; GS 7r.
4-8; inoltre Atnonr Va.m,