-
vivela
sua sessualità secondo una visione evangelica di castità, chelo
stimolaa
comportamentidi
delicatezza ead una
vita
celibeo
matrimonialeintega,
gioiosa,cen-trata s Jltamore;
- in un
mondo efficientista, aggressivoe
diviso,testimo-nia il
pdmato dello spiritoe
crede nella fecondità della sofferenzalè
convinto chela
non-violenzaè lievito
di pacee
cheil
perdono costruisce ftatemità.1 Cf Vat. tr, GS 72.
2 Cf RDB VItr, 1.
Descritto
in
termini essenziali come uno può essere apo-stolo salesiano oggiin
famiglia, nel lavoroe
nella realtàso-ciale,
il
Regolamento concentra l'attenzione sullo << stiledi vi-ta
personale del Cooperatore »>in
quantoè
<< improntato allo spirito delle Beatitudini».
Sitatta di
alcuni atteggiamenti e comportamenti che investonoper
interola
vrta del cristiano e, quindi, del Cooperatoree
della Cooperatrice.tn
linguag-gio
attuale, 1o spirito delle Beatitudini indica una qualità divita,
individualee
collettiva, connotatadal
Vangelo come144
<< beata », perché generatrice
di
profonda serenità edi
genui-na gioia.12.1.
Valori
evangelici propostia tutti i
discepolidel
Signore GesùLa Lunen Gentiun ha dichiarato solennemente che, nella Chiesa,
tutti i
fedeli sono chiamati alla santitàed
alla carità perfetta, benché per vie diverse edin
formedi
vita differen-ti 1,e
chea tutti i
discepolidi
Cristo sono srati propostii
cosiddetd 'consigli evangelici', anche se
la loro
praticàassu-me espressioni diverse rispondenti alla vocazione specifica di ognuno 2.
È in
questo (e soloin
questo) senso cheil
presente arti-colo parla delle Beatitudinie
deivari
consigli evangelici, in quanto, cioè, possono essere vissuti effettivamente datutti i
fedeli laici, ma tenuto conto delle loro capacità, distinte vo-caziori
e
differenti condizionidi
vita: celibato per amore del Regno, fidanzamento, maffimonio, vedovanza.In
breve, fo-galizza comei
valori evangelici espressi dalle Beatitudini pos-sono essere vissuti concretamenteda
apostoli << secolari ».È
forse opportuno aggiungere una precisazione:il
mododi
esprimersidi don
Bosco quando diceva chela vita
deiCooperatori
si
doveva «in
qualche modo assimilarea
quelladi
chi vivein
comunità religiosa» è
srato superato dall inse-gnamentodel
Concilio. Tuttaviai
suggerimentipratici
che egli dava, mantengonotutti il
loro valorel.E il
Regolamento vuole esservi fedele, ancorchéli
integrie li
presentiin
una visuale conciliare.D'alra parte lo
stesso Concilio afferma chei
religiosi << testimonianoin
modo splendido e singolare »>lo
spirito delle Beatitudini che deve essere comunea
ruffi 4.1 Cf LG 40s.
2 Cf LG 4ts.
I
Cf Drsnauarn Francis, Da Associati alla Congregazione salesiana del 187i a Cooperatoi Sales.iani dcl 1876, in DBsneueurF.-MoauM. (a cua),Il
Cooperatore nella società contemporanea (Elle Di Ci, Torino 1975) 23-50.4 Cf LG
'tb.
t45
12.2. <<Stile
di vita
personale improntatoallo spirito
delle Beatitudini »u
È di
grande imponanza-
dichiarala
Gaudiun et sp-esin un
testo-a cuifa
esplicito riferimentoil
Regolamento -c}reti laicil (...)
mentre wolgonole
attività terrestri, conservinoil
retto ordine, rimanendo fedeli a Cristo ed al Vangelo, co-sicchétutta la loro
vita, individualee
sociale, sia compene-trata dallo spirito delle Beatitudini, specialmente dallo spiritodi
povertà»'.Ma è
possibile raggiungere questo ideale? Certamente!Ma
non fidandosi unicamente delle proprie forze, bensì fa-cendo affidamento sull'aiutodi Dio.
<<Lacaità di Dio -
as-serisceil
decreto conciliare Apostoliram actotositatem-
rende capacii
laicidi
esprimere nella loro vitalo
spirito delle Bea-titudini » 6.Il
Regolamento recepisce queste autorevoli dichiarazioni del VaticanoII
con l'affermazione: <<Lo
stiledi vita
perso-nale del Cooperatoreè
improntato allo spirito delle Beatitu-dini ».12.r. <<Evangelizzare
la
culturae la vita
sociale »>con
Iospirito
delle BeatitudiniIl
Conciliofa un
ulteriore passo avantie
invitatutti i
fedeli laici non soloa
farc propriolo
spirito delleBeatitudi-ni,
mostrandosidocili
all'azione meravigliosadello
Spirito Santo, ma anche a irradiarlo negli ambientih
cui vivono, a beneficiodi tutti.
L'affemrazioneè
della Lamen Gentium:i laici
«tuni
insieme,e
ognunoper la
sua parte, devono ali-mentareil
mondo coni frutti
spirituali (Gal 5,22), ein
essodiffondere
lo
spiritodi cui
sono animati quei poveri,miti
e-paeifici,che
il- Signorenel
Vangelo ptoclamò"beati"
(cfMt
5,3-9) »>7.Questo rovesciamento
di
valori può essere capito solofa-5 6 7
GS 72a.
AA 4f.
LG ]8.
r46
cendo riferimento
a
Cristo;le
Beatitudini sono nulla senzadi Lui,
perchéLui
solodà loro un
senso avendole vissute perfettamente: << imparate da me che sono miteed
umile dicuore, e
trovereteristoro e pace nella vostra
vita »(Mt 11,29).In
effetti,le
Beatitudini poste all'iniziodel
discorso inauguraledi
Gesù offrono, secondoMt 5)-12, il
progran-ma della feliAta cristiana.
Inserire
nel mondo
attualelo spirito
delle Beatitudininon può awenire
senza un'anangeliuazione delle culture edella vita sociale.
E
ciò comporta un vero rinnovamentodel-l'umanità attuale
in tutti i
suoi strati.Lo ha
sottolineato con una pagina memorabile l'esorta-zione apostolicadi
PaoloM
intitolata Euangelii nuntiand.i.Merita
di
essere trascritta, perché ad essa si ispirail
Regola-mento quando dichiara
che lo stile di vita
personale del Cooperatore, improntatoallo spirito delle
Beatfuudini, <( èptrre
un
impegnoad
anangelszzarc la culturae
lavita
socia-le r>.
«Evangelizzare, per
la
Chiesa,-
recitala
citata esortazio-ne apostolica- è
portarela
Buona Novellain tutti gli
strati dell'umanitàe, col
suo influsso, trasformaredal di
denuo, rendere nuova l'umanità stessa: " eccoio
faccio nuove tuttele
cose".Ma
non c'è nuova umanità, se prima nonci
sono uomini nuovi, della novità del battesimoe
della vita secondoil
Vangelo.Lo
scopo dell'evangelizzazioneè
appunto questo cambiamento interioree,
se occotre tradudoin
una parola,più
giusto sarebbe dire chela
Chiesa anangehzza allorquan-do,in virtù
della sola presenza divina del Messaggio chees-sa proclama, cerca
di
convertirela
coscienza personalee
in-siemecolletiva
degli uomini,fattività
nella quale essi sono impegnati,la vita e
l'ambiente concretoloro
propri.<< Per la Chiesa non si
ratta
soltantodi
predicareil
Van-gelo
in
fasce geografiche semprepiù
vaste eda
popolazioru semprepiù
estese, ma anchedi
trggrrtgeree
quasi sconvol-gere mediantela
forza del Vangeloi
criteridi
giudizio,i
va-lori
determinanti,i punti di
interesse, le lineedi
pensiero, lefonti
ispiratrici edi
modellidi
vita dell'umanità, che sono int47
contrasto
con la
Paroladi Dio e col
disegno della salvez-za » 8. Questo richiede conoscenzee
sapere capacidi far
in-carnareil
Vangelo nelle culture.12.4.
Beadttdini del
Cooperatore d'oggrSecondo
il
discorsodella
montagna,due
Beatitudini principali comprendonotutte le
altre:la
povertà conil
cor-teo delle operedi
giusrzia,di
umiltà,di
mitezza,di
purez-za,di
misericordia,di
impegno perla
pace;e poi la
perse-cuzioneper
amoredi
Cristo.Il sì
delle Beatitudini implicail no agli
atteggiamenti ecomportamenti opposti:
l'odio, la
sufficienza, l'orgogLio, la dwezza,l'intigo, la
volontàdi
dominio, Ia violenza,la
lus-suria, l'accidia...
Nel
tradure
peril
Cooperatore ela
Cooperatrice d'oggiil
messaggio evangelico delle Beatitudini,il
Regolamento ha presentetutto
questo,ma fa direno
riferimentoad
alcuni dinamismi fondamentali della persona urnana (uso della li-bertà, amministrazionedei
beni,vita
sessuale)e ad
alcunesituazioni sociali contemporanee variamente diffuse (efficien-tismo, aggressività, divisioni, violer:za, sofferenza).
In
concre-to,
elencale
seguenti Beatitudini: l'uso della libertàin
obbe-dienzaal
pianodi Dio;
l'amministarei beni in spirito
di povertà evangelica;il
viverela
sessualità secondo una visione evangelicadi
castità;il
primato dato ai valori dello spirito; la fecondità apostolica della sofferenza, della non-violenzae
del perdono.L'ordine nell'elenco delle prime
tre
è quello adottatodal-le
Costituzioni salesiane, chesi
attengono alla sequenza pro-posta da don Bosco.Il
motivodi
fondoè il
distinto legame che obbedienza, povertàe
castità hanno conla
missione sa-lesiana.Prese
nel loro
insieme, queste Beatitudini costituisconoun
progettodi vita
evangelicae
salesiana veramente capacet48
8 EN 18-20,
di
evangelizzarcin
profonditàla
realtà familiaree
sociale incui
vivonoe
operanoil
Cooperatoree la
Cooperauice.12.5. Obb€dienza secolare
In
questo articolo sono presentatiin
modo particolare gli aspetti 'secolari' dell'obbedienza cristiana. Soloin un
secon-do
momento (all'articolo 18),e
non certamente perchéla
siritenga secondaria,
si
parla dell'obbedienza 'eccleside' fattadi
attentae
matura docilità versoi
legittimi Pastori.In
che cosa consiste questa obbedienza secolare?Seguen-do le
indicazioni autorevoli del VaticanoII, il
Regolamentola
riconduce all'<< obbedienzaal
pianodi Dio
sulla creazio-ne »,A
questo riguardoè
particolarmente pertinenteun
testo del decreto sull'apostolato dei laici: << Tuttele
realtà che co-stituiscono l'ordine temporale, cioèi
beni dellavita,
della fa-miglia,la
cultura, l'economia,le arti
ele
professioni,le isti-tuzioni
della comunità politica,[e
relazioni intemazionali e così via, come pureil
loro evolversi e progredire nonsoltan-to
sono mezzi concui
l'uomopuò
raggiungereil
suo fine ultimo, ma hannoun
" valore"
proprio, ripostoin
esse daDio,
sia consideratein
se stesse, sia considerate come partidi tutto
l'ordine temporale: "E Iddio
videtutte le
cose che aveva fatto, ed erano assaibuone"
(Gen 1,3 1). Questa loro bontà naturale riceve una speciale dignitàdal
rappono che esse hanno con la persona umana a servizio della quale sono state create.Infine
piacquea Dio
unificarein
Cristo Gesùtutte le
cose, naturalie
soprarìnatglali, " affinchéEgli
abbiail
primato su tutte le cose" (Col 1,18). Questa destinazione, tuttavia, non solo non priva l'ordine temporale della sua au-tonomia,dei
suoipropri fini,
delle sueproprie
leggi, dei suoipropri
mezzi, della sua importanzaper il
bene dell'uo-mo,ma
anzilo
perfeziona nella sua consistenzae
nella pro-pria eccellenzae
nello stesso tempolo
adegua alla vocazione integrale dell'uomo sulla terra >> e.e AA 7b.
t49
Riconoscere
ed
obbedirea
questo progettodivino
sulla creazione implicaun
primo atteggiamento umanoe
cristiano espressamente proposto al Cooperatore dal suo Regolamentodi vita
apostolica: «l'apprezzareil
valoree
I'autonomiapro-pri
delle reakà secolari».Ciò
compona l'acquisire una corretta mmtalità laicale ecioè, una mentalità che presenta queste caratteristiche: s'inte-ressa del valore oggettivo delle realtà secolari: salute
e
vita fisica, famiglia, lavoro, professioni, cultura, scienze,econo-mia, indusria,
commercio, politica, relazionitra i
popoli,giustizia sociale, pace;
si
dedica ad esse con costanza anche se sono complesse ed esigono studio, pazienza, scienza,tec-nica
e
sperimentazione;si
dimostra attentae
rispettosa difronte a
quanto emerge dallo studio seriodel
reale;ha
un alto senso della professionalità;è
consapevole dell'utilità e fi-nalitàdi ogni
mestieree
delle esigenze, spesso onerose, ad esso inerenti; nutreun
sano realismo nell'affrontare l'esisten-za,è
seia nel programmare obiettivi da raggiungere, coltivala
collaboruzionee
apprczza l'organizzazione.Tutte
questequalità
non si
incontrano facilmentein chi
crededi
poterprescindere
dai
valori cosiddetti 'laicali'.Riconoscere
e
obbedireal
pianodivino
sulla creazionevuol dire,
nell'atrtrale situazione, anitaredi farci
plagiare da moheplici forme conternporaneedi
secolarismo, laicisrno e mate-ialismo ateo. Esse assolutizzanola
natura ele
realtà secolari sganciandole daDio o,
nell'ipotesi atea, liberandole dal suodominio, dimostrando una grave incapacità
di
comprendereil
senso della creazione e l'unione traDio
ele
realtà da Lui createe
affidate alla responsabilità umana.In
quest'ordinedi
ideevi è un
secondo passoimportan-te
del decreto conciliare citato: <<Nel
corso della storia-
es-so recita