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ma per altri simili a quelle in cui si trova oggi a vivere e

Nel documento VITA DI (pagine 120-124)

operare

il

Cooperatore

e la

Cooperatrice.

Non è

fuggendo

da ta\

<< ordinarie condizioni

di

vita »>, ma restando

in

esse,

che deve fare propri

gli

atteggiamenti e

i

comportamenti del Signore, come dice l'articolo

7

del Regolamento.

7.6.

Salesiano

nel

mondo

Il

Cooperatore << vuole seguire Gesù Cristo, Uomo

pe-rfetto (...).

Per questo tende ad attuare, nelle ordinarie

con-dizioni di vita,

l'ideale evangelico dell'amore

a Dio ed

al prossimo ».

Ma

vuole compiere

ciò non

genericamente, come qual-siasi cristiano secolare, bensl

in

modo specifico, come apo-stolo salesiano nel mondo. Per questo motivo l'articolo preci-sa opportunamente che «

Lo fa

animato dallo spirito

salesia-no e portando ovunque un'attenzione privilegiata alla gioven-tù »>.

In effetti, il

Cooperatore atrua

la

sua peculiare scelta apostolica

pima di tutto

nelle siruazioni concrete

e

ordinare

in

cui

la

sua qualifica secolare

lo

porta ad agire.

In

famiglia, nel lavoro, nelle attività sociali

e

ricreative,

la

sua costanre attenzione sarà

per i

giovani, ma

a

paftlre

da

una speciale sensibilità alle esigenze

di

quanti

lo

circondano

e

dimostran-dosi pronto ad awicinarsi a loro con

lo

stile

di

relazione ti-pico

di

don Bosco

(di cui

all'articolo 31 del Regolamento)8.

8 Cf Atti e Docuraenti dcl 2, C-ongresso nondizle C.ooperatori Sabsinni (Roma 1985) 68.

100

ART. 8

IN

FAMIGLIA

Consapevole dei valori della famiglia, ogni Cooperatore fot-ma con

i ptopti

familiari una <( chiesa domestica » 11 contri-buisce

dla

crescita umana

e

cristiana

dei

suoi membd, fa-votendo

il

dialogo,

il

mutuo affeffo

e la

pteghiera comune;

cura

i

legami

di

parentela con particolare attenzione verso

i più

giovani

e gli

anziani;

è

generoso

e

ospitale, soccorre quanti sono bisognosi

di

aiuto, e

si

apre alla collaborazione con

le

altre famigliez.

I

Vat.

II,

LG 11.

2 Cf RDB Itr.

Il

primo ambiente

in

cui ogni Cooperatore, celibe

o

spo-sato

o

vedovo,

è

chiamato

a

wolgere

il

suo apostolato

è

la propria famiglta. L'articolo

8

offre alcune indicazioni

concre-te

sugli impegni familiari che riguardano

tutti i

Cooperatori

e tutte le

Cooperatrici indistint,rmente. L'articolo

9,

invece,

ratta in

modo particolare delle responsabilità matrimoniali

dei

Cooperatori sposati

e

della preparazione

al

marimonio

da

parte

dei

Cooperatori fidatuati.

8.1. <(Consapevole

dei valori

della famiglia»>

Aggiornando

la

diagnosi della fantigha fatta dal Vaticano

[', il

sinodo dei vescovi del 1980 ha uacciato

sinteticamen-te il

seguente quadro. <<

La

situazione,

in cui

versa

la

fami-glia, presenta aspetti positivi

ed

aspetti negativi; segno, gli

uni,

della salvezza

di

Cristo operante nel mondo; segno, gli

altri,

del

rifiuto

che l'uomo oppone all'amore

di

Dio.

<<

Da

una parte,

infatti, vi è

coscienza

più viva

della

li-1 Cf GS 8c, 47, 5la.

101

bertà personale

e

una maggiore attenzione alla qualità delle relazioni interpersonali nel marimonio, alla promozione della dignità della donna, alla procreazione responsabile, alla edu-cazione dei

figli; vi è

inoltre

la

coscienza della necessità che

si

wiluppino relazioni

tra le

famiglie per

un

reciproco aiuto spirituale

e

materide,

la

riscoperta della missione ecclesiale

propria defla famiglia e della sua responsabilità per la costru-zione

di

una società giusta.

<< D'altra parte, tuttavia, non mancano segni

di

preoccu-pante degradazione

di

alcuni valori fondamentali: una errata concezione teorica e pratica dell'indipendenza dei coniugi fra

di loro; le

gravi ambiguità circa

il

rapporto

di

autorità tra genitori

e figli; le

difficoltà concrete, che

la

faffigha spesso

sperimenta nella trasmissione dei valori;

il

numero crescente

di

divorzi;

la

piaga dell'aborto;

il

ricorso sempre

più

fre-quentemente

alla

s1e-rilizzazione; l'instaumrsi

di una

vera

mentalità contraccettiva.

<<

Nei

paesi del così detto Terzo Mondo, vengono spesso

a

mancare alle famiglie sia

i

fondamenta[ mezzi

per la

so-prawivenza, quali sono

il

cibo,

il

lavoro, l'abitazione,

le

me-dicine, sia

le più

elementari libenà.

<<

Nei

paesi

più

ricchi, invece, l'eccessivo benessere

e

la

mentalità consumistica, paradossalmente

unita a una

certa angoscia

e

incefiezza

per il

futuro, tolgono agli sposi

la

ge-nerosità

e il

coraggio

di

suscitare nuove

vite

umane: così la vita è spesso percepita non come una benedizione, ma come

un

pericolo

da cui

difendersi. (...)

<< Vivendo

in un

mondo siffatto, sotto

le

pressioni

deri-vanti soprattutto dai rnass-media, non sempre

i

fedeli hanno

saputo

e

sanno mantenersi immuni dall'oscurarsi

dei

valori fondamentali e porsi come coscienza critica

di

questa cultura familiare

e

come soggetti

attivi

della costruzione

di un

au-tentico umanesimo familiare. (...)

« Si pone così a tutta

la

Chiesa

il

compito

di

una rifles-sione

e di un

impegno assai profondi, perché

la

nuova

cul-trra

emergente sia intimamente anangelizzata, siano

ricono-sciuti i veri valori,

siano

difesi i diritti

dell'uomo

e

della

donna

e

sia promossa

la

giustizia nelle strutture stesse della società.

In tal

modo

il

" nuovo umanesimo

"

non distoglierà 102

gli

uomini dal loro rappofto con

Dio,

ma ve

li

condurrà più pienamente. (...)

<<

Si

rende, pertanto, necessario recuperare

da parte

di

tuni la

coscienza del primato

dei

valori morali, che sono

i

valori della persona umana come tale. La ricomprensione del senso

ultimo

della

vita e dei

suoi valori fondamentali

è il

grande compito che si impone oggi per

il

rinnovamento

del-la

società. Solo

la

consapevolezza

dt

questi

valori

consente

un

uso delle immense possibilità, messe nelle mani

dell'uo-mo

dalla scienza, che sia veramente finelizzato alla promo-zione della persona umana nella sua intera verità, nella sua

libertà

e

dignità.

La

scierza è chiamata ad allearsi con la sa-pierza »>2.

Ci si è

dilungati nel copiare questo testo dell'esortazione apostolica

sula

famiglia

di

Giovanni Paolo

II,

perché

è

a

partire

da

questa diagnosi generale, realista ma

non

scorag-giante, che vanno

letti

e compresi

gli

articoli del

Regolamen-to

dedicati all'apostolato

in

famiglia

e

nel matrimonio.

Nella

congiuntura descrina

è

fondamentale

che

ogni Cooperatore, ogni Cooperatrice

si

ponga

tra i

soggetti attivi

di un

"autentico umanesimo

familiare"!

Come?

Acquistan-do

una rinnovata consapevolezza dei valori familiari, special-mente

di

quelli che oggi esigono

di

essere meglio garantiti e

più

efficacemente perseguiti.

fl

Regolamento

li

ptesenta rapi-damente sulla scorta dell'insegnamento

del

Concilio

e

del

successivo magistero pontificio

ed

episcopale'.

8.2. <( Forma con

i propri

familiari

una tt chiesa domestica

"

»>

La

famigha

dre

fiorisce

dal

matrimonio cristiano non rappresenta semplicemente una premessa della Chiesa

o

una

parte di

essa.

Può

essere chiamata

con

ragione << piccola

grandissimo valore che essa assume

nel

piano salvifico in-staurato

dal

Signore Gesù.

Da

san Paolo

ai

grandi Padri dei

primi

secoli 5,

la

fami-glia cristiana è vista appunto come una chiesa

in

piccolo, in cui si realizzano e si manifestano alcuni lineamenti costitutivi della

più

vasta famiglia

di Dio

che è

la

Chiesa:

il

mistero di fede,

di

amore,

di

testimonianza potente del Regno

di

Dio e

di

presenza viva del Signore risorto. << Fate della vosra

ca-sa

una

chiesa >>, predica sovente san Giovanni Crisostomo,

tra le

acclamaziont

di

gioia

del

suo popolo6.

Ma

cosa

fare

perché questo esaltante ideale evangelico

diventi consolante realtà, augurabile

a tutti i

nuclei familiari cristiani?

Il

Regolamento segnala alcune

direttrici di

marcia

allo sforzo concreto

di ogni

Cooperatore

e

Cooperatrice.

8.r.

<< Contribuisce alla crescita umana

e

cdstiana

dei

suoi membri »>

Prima

di tutto

contribuisce a17a crescita unana dei propri familiari promuovendo nella propria famrgla quel complesso

di

relazioni interpersonali (nuzialità, patemità-maternità, filia-zione, fratemità), mediante

le

quali ogni persona

è

introdot-ta

nella « famiglia umana »,

e

nella <<famigha

di

Dio

» dre

è

la

Chiesa. Per offenere questa profonda comunione

di

men-te e di

cuore, favorisce

il

dialogo sincero

e

costante

in

mo-do

da superare

le

possibili tensioni

e

da facilitare l'accordo;

fa in

modo che

il

mutuo affetto cresca

e si

rinsaldi al

di

delle immancabili prove

e

difficoltà inerenti alla vrta famfia-re; contribuisce alla promozione sociale e culturale

di

ciascun membro della famiglia

e allo wiluppo

delle sue capacità e

dei suoi doni

spirituali.

A tale

scopo

don

Bosco

offre i

Nel documento VITA DI (pagine 120-124)