La prima dichiarazione specifica di nazionalità transalpina in territorio bergamasco è della fine del terzo decennio del secolo IX. Nell’829 un Alamanno, Biricone, ex genere Alemannorum (442), che mostra ancora di sentire vivamente il sentimento di apparte- nenza ad un gruppo ‘etnico’ che ha la sua sede in territori lontani, se ritiene opportuno, subito dopo aver dichiarato la sua nazionalità, sottolineare un trasferimento recente nel territorio bergamasco – «Manifestus sum ego Biricho, qui sum ex genere Alamannorum, filius bone memorie Arnidi, sed modo habitare videor in finibus Bergomate » –, riceve dal vescovo, in usufrutto, per il censo di due soldi, a lui e ai suoi figli maschi, una curtis nel vicus di Hebrego, località non identificata (443), nel territorio, iudicaria, di Bergamo, curtis, tuttavia, che prima gli apparteneva e che egli aveva donato per l’anima del padre suo alla chiesa vescovile. Fra gli otto sottoscrittori dell’atto cinque sono Alamanni, così definiti con il solo aggettivo, due connotati anche dalla località di prove- nienza, Verdello, a sud di Bergamo, e Torre, presso Trescore Balneario, ad oriente, segno, probabilmente, di un’immigrazione meno recente. Anche quella di Biricone, pur non giungendo al livello dei conti, è una presenza qualificata, mostrando la sua fami-
(442) Le pergamene cit., n. 11, 829 marzo. (443) Mazzi, Corografia cit., p. 272.
glia di potere disporre di grosse proprietà e di avere contratto rap- porti con la chiesa vescovile.
La dichiarazione di nazionalità è suggerita non tanto da una necessità formale, poiché non si tratta di un atto relativo ad una alienazione di beni, ma da una opportunità sostanziale, dal momen- to che Biricone fa riferimento immediato alla donazione dei beni da lui effettuata in precedenza per rispettare la volontà del padre.
Un Alamannus l’anno seguente (444) sottoscrive la promessa di certa Aucunda, di famiglia probabilmente longobarda (445), al vescovo di non contrastare l’esecuzione del testamento del padre suo, il quale aveva lasciato beni numerosi e consistenti alla chiesa, fra cui possessi in Turre e una curtis di Turre Vicate, località pres- so Trescore Balneario, nella stessa zona donde proveniva uno degli
(444) Le pergamene cit., n. 12, 830 agosto 1.
(445) Non conosciamo un’eventuale dichiarazione di nazionalità di Aucunda e del marito Gausperto, che dà il suo consenso, forse per le lacune della parte superiore della pergamena. D’altronde la natura del documento, non impli- cando un atto di alienazione quale la vendita o la donazione, non necessita della dichiarazione di nazionalità o di professione di legge, tantomeno dell’impiego dei formulari etnico-giuridici che sanciscono la dismissione e la trasmissione del bene. Nell’atto viene fatto riferimento per la cessione specifica di alcuni beni in
Turre effettuata dal padre Stabile, al consenso delle due figlie, Aucunda e la sorel-
la Stadiverga, e a quello dei due loro mundoaldi – Gausperto, che conosciamo quale marito di Aucunda, e Ariolfo, forse marito di Stradiverga –, consenso dei mundoaldi richiesto dal diritto longobardo (cfr. sopra, nota 260); manca il riferi- mento a un altro istituto tipico longobardo, quello della notitia parentum (cfr. sopra, t. c. nota 261), eventualmente sostituita dal consenso all’alienazione dei beni da parte della donna, priva di parenti, concesso da un ufficiale pubblico, una mancanza che può essere giustificata dal fatto di trattarsi di un riferimento ad un atto precedente. Per il resto, mentre alcuni elementi confermano l’impiego di un formulario di tradizione longobardo-italica, non compaiono elementi o indizi positivi che richiamino le formule giuridiche e simboliche delle tradizioni ‘nazio- nali’ transalpine.
Alamanni sottoscrittori del precedente documento (446).
Franchi, pochi, appaiono alla metà del secolo. Nell’847 una permuta viene effettuata fra il vescovo e Giselardo, ex genere Francorum, abitante in Bergamo (447), atto al quale interviene il vassallo imperiale Benedetto, ma dei sottoscrittori non è indicata la nazionalità. Un decennio dopo, nella donazione di un prete alla chiesa di S. Alessandro (448), il donatore specifica che i beni nel villaggio di Cambronias (449) erano stati a lui venduti da un abi- tante del villaggio, Rideberto ex genere Francorum. Nello stesso anno un Franco assiste ad un atto di precaria in Bergamo (450).
Non abbiamo rinvenuto per l’età carolingia altre indicazioni della presenza di immigrati nella documentazione bergamasca, non esigua (451), diversamente da quanto avviene in altri territori, nei quali dalla metà del secolo IX la loro presenza si infittisce (452). Anche i formulari propri delle tradizioni giuridiche delle nationes transalpine compaiono in tre documenti dell’inizio del secolo X, concernenti alcuni Franchi (453).
(446) Per l’ubicazione delle località designate Turre si veda Mazzi,
Corografia cit., pp. 438-439.
(447) Le pergamene cit., n. 15, 847 luglio. Si noti che la nazionalità è indi- cata in un atto di permuta, aspetto in sé non frequente, ma che appare anche in seguito nel territorio bergamasco.
(448) Le pergamene cit., n. 17, 856 giugno 16, Bergamo.
(449) La località non è stata identificata da Mazzi, Corografia cit, p. 133. (450) Le pergamene cit., n. 18, 856 luglio.
(451) Nell’edizione Le pergamene cit., i documenti per l’età carolingia sono una trentina, ai quali vanno aggiunti pochi altri, editi da CDLang, documenti che sono segnalati da Jarnut, Bergamo cit., pp. 296-297.
(452) Si veda Castagnetti, Immigrati nordici cit., per quanto concerne, ad esempio, i territori di Milano, Piacenza, Verona.
(453) Le pergamene cit., n. 49, 910 ottobre: n. 50, 910 novembre; n. 51, 911 maggio. In altri territori il formulario giuridico-simbolico delle tradizioni franca e alamanna appare nel secolo IX: ad esempio, in quello milanese già nel terzo decennio del secolo (cfr. sotto, nota 554-555).
Le considerazioni svolte si inseriscono agevolmente nella più generale impressione di conservativismo ‘longobardo’ che econo- mia e società presentano e sembrano continuare a mantenere in età carolingia e postcarolingia, come abbiamo osservato in un contri- buto precedente (454).
18. Il territorio bergamasco verso Rezia Curiense e Alamannia