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Il territorio bergamasco verso Rezia Curiense e Alamannia I primi immigrati transalpini nel territorio bergamasco, dei qual

conosciamo con sicurezza la nazionalità, sono alamanni (455), il che trova una prima spiegazione nella posizione della zona nella parte settentrionale della Langobardia, orientata verso la Rezia Curiense e, attraverso questa, verso le regioni dell’Alamannia.

Il territorio bergamasco nell’alto medioevo si spingeva a nord- ovest fino al massiccio alpino del Legnone, che sovrasta la Valtellina e la punta settentrionale del lago di Como (456), attra- verso le quali zone passavano le vie di transito verso la Rezia Curiense, itinerari che venivano utilizzati ampiamente, come sotto annotiamo, da Alamanni ed anche da Franchi.

La Rezia Curiense aveva subito la pressione degli Alamanni, che premevano verso sud (457); pur sotto l’influenza franca, si era retta in modo autonomo dal secolo VII all’VIII, per poi rica- dere sotto il controllo franco, fino a che non fu incorporata in età carolingia (458), mantenendo all’inizio la propria connotazione (454) A. Castagnetti, In margine all’edizione delle pergamene bergamasche.

Economia e società, in Bergamo e il suo territorio nei documenti altomedievali,

Bergamo, 1991, pp. 42-43.

(455) Cfr. sopra, t. c. note 442 ss. (456) Jarnut, Bergamo cit., p. 19. (457) Fried, Alemannien cit., p. 350.

tradizionale, poiché Carlo Magno aveva assegnato il reggimento della regione al vescovo di Coira, ponendolo quale rector del ter- riturium Raetiarum, che avrebbe governato unitamente al popu- lus (459).

Nel primo decennio del secolo IX la Rezia divenne una provincia dell’Impero carolingio, amministrata da un conte: la crisi iniziò dall’806 in poi, con i progetti di spartizione dell’Impero e l’unione dapprima della Rezia con l’Italia, l’Alamannia inferiore e orientale e la Baviera (460); nello stes- so anno avvenne per disposizione di Carlo Magno la «divisio inter episcopatum et comitatum» di Coira (461); l’anno

Verfassungsgeschichtliche Studie, Zürich, 1948, pp. 22 ss.; Büttner, Frühmittelalterliches Christentum cit., pp. 51-52; Clavadetscher, Churrätien cit.,

pp. 169-170.

(459) DD Caroli Magni, n. 78, anni 772-774 = Meyer-Marthaler, Perret,

Bündner Urkundebuch cit., n. 19. Cfr. Meyer-Marthaler, Rätien cit., pp. 56 ss.;

Büttner, Frühmittelalterliches Christentum cit., p. 52; Wolfram, Die Geburt cit., p. 173.

(460) Capitularia cit., I, n. 45, «Divisio regnorum», 806 febbraio 6, p. 128, cap. 2. Cfr. Meyer-Marthaler, Rätien cit., pp. 69-70; Büttner, Frühmittelalterliches

Christentum cit., p. 53; Clavadetscher, Churrätien cit., p. 170; Wolfram, Die Geburt

cit., p. 174. Per la continuità dall’età tardo antica all’alto medioevo degli aspetti giu- ridici, etnici e linguistici, da accettare con le opportune differenziazioni, si vedano le osservazioni conclusive di Clavadetscher, Churrätien cit., p. 178; cfr. anche K. Finsterwalder, Romanische Vulgärsprache in Rätien und Norikum von der

römischen Kaiserzeit bis zur Karolingerepoche, I ed. 1966, poi in K.

Finsterwalder, Tiroler Ortsnamenkunde. Gesammelte Aufsätze und Arbeiten. I.

Gesamttirol oder Landesteile betreffende Arbeiten, Innsbruck, 1990, pp. 387-

418; Meyer-Marthaler, Rätien cit., pp. 38 ss.; M. Pfister, Origine, estensione e

caratteristiche del neolatino nella zona alpina centrale e orientale prima del sec. XII, «Studi medievali», ser. III, 23 (1982), pp. 605-610, che parla di “iso-

lamento linguistico”.

(461) Meyer-Marthaler, Perret, Bündner Urkundebuch cit., n. 46, 823 giug- no; cfr. Meyer-Marthaler, Rätien cit., p. 66; Wolfram, Die Geburt cit., p. 176.

seguente è attestato in Rezia un conte alamanno (462).

La regione a sud confinava con il territorio lombardo, con il quale aveva da lungo tempo rapporti anche istituzionali, poiché la diocesi di Coira fino alla metà del secolo IX fu inclusa nella pro- vincia metropolitana milanese (463). In direzione sud-orientale la diocesi si stendeva fino a confinare direttamente, dalla valle Venosta alla vallis Tridentina, con il territorio di Bolzano, quindi con la zona meridionale del ducato bavaro e la zona settentrionale del Regno Italico (464).

I rapporti tra le regioni dei due versanti alpini divennero stret- ti, quando, nel progetto della divisio regnorum dell’806, Carlo Magno assegnò a Pipino la Langobardia, la Baiovaria e una parte dell’Alamannia, con il ducatus Curiensis, dichiarando anche espli- citamente che, per facilitare le comunicazioni e gli aiuti eventuali che i figli potessero recare l’un l’altro, allo stesso Pipino spettava- no le vie di transito attraverso le Alpi Noriche e Coira: «exitum et ingressum per Alpes Noricas atque Curiam» (465). Il che confer- ma il ruolo essenziale assunto dalla Rezia e dalla parte dell’Alamannia con essa confinante per mantenere aperte e sicure

(462) Meyer-Marthaler, Perret, Bündner Urkundebuch cit., n. 35, 807 feb- braio 7; cfr. Wolfram, Die Geburt cit., p. 174.

(463) Cfr. sopra, nota 143. Per i confini meridionali della Rezia Curiense si veda, per l’età medioevale, Heuberger, Rätien cit., p. 85; cfr. anche le cartine sto- rico-geografiche citate sopra, nota 140.

(464) Cfr. sopra, t. c. note 126 ss.

(465) Capitularia cit., I, n. 45, cap. 3 ex.; cfr. Beumann, Unitas ecclesiae cit., p. 538, che sottolinea l’assegnazione al Regno Italico di Pipino della Baviera fino al Donau e alla parte orientale dell’Alamannia. Per le vie di comunicazione cfr. anche Annales Fuldenses cit., p. 82, anno 874: Ludovico il Germanico da Tribur, presso Magonza, scende in Italia «per Alpes Noricas» e si incontra presso Verona con il nipote Ludovico II e il pontefice. Cfr. Wolfram, Ethnogenesen cit., p. 117, nota 99.

le vie di comunicazione fra i regni carolingi, un ruolo, del resto, non nuovo.

Nei secoli precedenti Alamanni e Franchi passavano per la Rezia Curiense nelle loro spedizioni militari verso l’Italia: una via importante era quella che dal passo di Spluga scendeva a Como e a Bergamo per proseguire verso Brescia (466). Attraverso la Rezia, probabilmente, gli Alamanni giunsero, fin dal secolo VI, con le loro incursioni durante il conflitto gotico-bizantino, nell’alta Italia (467), anche nella valle dell’Adige e sul lago di Garda (468), come vi giunsero i Franchi, allora e in seguito, nel primo periodo longo- bardo, mantenendo il controllo della valle superiore dell’Adige, così che il confine delle aree di influenza politica franca e longo- barda fu il territorio intorno a Merano (469), che corrisponde, come abbiamo notato (470), al confine diocesano.

Dopo due secoli, una presenza, ora pacifica, di Alamanni è attestata nella tarda età longobarda a Campione, sul lago di Lugano (471). Si avvia a divenire intensa in età (466) Jarnut, Bergamo cit., p. 23; cfr. anche Pfister, Origine cit., p. 608, che sottolinea soprattuto l’importanza dei passi di Julier e Maloia per il collegamento tra il Surmeir e la Bregaglia e la Valtellina.

(467) L. Barni, Alamanni nel territorio lombardo, «Archivio storico lombar- do», n. ser., 3 (1938), pp. 137-141; H. Wolfram, Forme di organizzazione delle

popolazioni romane e germane nell’arco alpino orientale durante l’alto medioe- vo. Una visione d’insieme, in Romani e Germani nell’arco alpino (secoli VI-VIII),

a cura di V. Bierbrauer, C. G. Mor, Bologna, 1986, p. 19; Fried, Alemannien cit. pp. 350-351.

(468) Büttner, Frühmittelalterliches Christentum cit., p. 120; Clavadetscher,

Churrätien cit., pp. 166-167.

(469) Büttner, Frühmittelalterliches Christentum cit., pp. 120-125; Clavadetscher, Churrätien cit., pp. 167-168.

(470) Cfr. sopra, t. c. nota 140.

(471) Schiaparelli, Codice diplomatico cit., I, n. 81, datato dubitativamente agli anni 721-744. Cfr. Barni, Alamanni cit., pp. 141-145; pp. 145 ss. per gli