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La comparazione dei punteggi ottenuti nel test effettuato a Febbraio e nel retest ripro- posto ad Ottobre consente di effettuare alcune riflessioni finali (Figure 11, 12, 13).

Dal confronto fra i due profili personali, si rilevano ancora alcune fragilità rispetto al dominio 3 (Incompetenza comunicativa) e al dominio 4 (Incompetenza sociale) ma, in termini generali, viene messa in evidenza una situazione di miglioramento. Nell’arco temporale di 6 mesi, si è infatti registrata la variazione da un punteggio di gravità molto elevato ad un punteggio di media gravità. Rimane invece invariato il punteggio relativo alla quantità di impegno professionale individuale richiesto per la gestione del bambino (punteggio dell’insegnante: elevato).

Febbraio - TEST Ottobre - RETEST

Figura 11. Test e Retest a confronto 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 01 - Atteggiamenti OPPOSITIVI (ao) 02 - Incapacità di AUTOREGOLAZIONE (ca) 03 - Incompetenza COMUNICATIVA (cg-c) 04 - Incompetenza SOCIALE (cs) 05 - Disattenzione, IPERATTIVITÀ, impulsività (di) 06 - Disregolazione EMOTIVA (em) Profilo personale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 01 -Atteggiamenti OPPOSITIVI (ao) 02 -Incapacità di AUTOREGOLAZIONE (ca) 03 - Incompetenza COMUNICATIVA (cg-c) 04 -Incompetenza SOCIALE (cs) 05 -Disattenzione, IPERATTIVITÀ, impulsività (di) 06 -Disregolazione EMOTIVA (em) Profilo personale

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Figura 12a. TeST e ReTeST a confronto

Figura 12b. TeST e ReTeST a confronto

Figura 13. TeST e ReTeST a confronto

Febbraio – TEST

Ottobre – RETEST

Febbraio – TEST

Ottobre - RETEST

01 - Attegiamenti OPPOSITIVI 02 - Incapacità di AUTOREGOLAZIONE 03 - Incompetenza - COMUNICATIVA

01 - Attegiamenti OPPOSITIVI 02 - Incapacità di AUTOREGOLAZIONE 03 - Incompetenza - COMUNICATIVA

Febbraio - TEST 04 - Incompetenza Sociale 05 - Disattenzione IPERATTIVITà impulsività 06 - Disregolazione EMOTIVA

Ottobre - RETEST 04 - Incompetenza SOCIALE 05 - Disattenzione IPERATTIVITà impulsività 06 - Disregolazione EMOTIVA

Febbraio - TEST

Ottobre - RETEST

punteggio di gravità MOLTO ELEVATO punteggio dell'Insegnante ELEVATO Si considerino le seguenti fasce di punteggi complessivi

Fino a 45,0 punti è punteggio basso Da 45,5 a 75,0 punti è punteggio medio Da 75,5 a 135,0 punti è punteggio elevato Oltre i 135,0 punti è punteggio molto elevato

punteggio di gravità MEDIO punteggio dell'Insegnante ELEVATO Si considerino le seguenti fasce di punteggi complessivi

Fino a 45,0 punti è punteggio basso Da 45,5 a 75,0 punti è punteggio medio Da 75,5 a 135,0 punti è punteggio elevato Oltre i 135,0 punti è punteggio molto elevato

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I punteggi ottenuti registrano un cambiamento in termini positivi, non solo in riferimento al Profilo personale dell’alunno, ma anche rispetto alla qualità, la significatività del percorso educativo-didattico progettato a più teste e più mani (scuola e famiglia insieme) per Rocco. Indi- cano che la strada intrapresa, per quanto impervia e non esente da imprevisti, ad oggi si presenta come una risposta efficace ai bisogni speciali e specifici del bambino, una sfida da cogliere. La scelta del team docenti di avvalersi di uno strumento di osservazione ha consentito, inoltre, di progettare e agire nel contesto di insegnamento-apprendimento con maggiore consapevolezza, predisponendo per ogni dominio del profilo personale almeno un obiettivo da sviluppare e/o consolidare nel corso dell’anno scolastico. L'inclusione è un processo complesso che esige rifles- sione ed operatività da parte di tutti coloro che, con ruoli differenti, condividono una responsabi- lità educativa in uno specifico ambiente. La prospettiva inclusiva è profondamente legata all'idea di eguaglianza nella diversità, cioè alla convinzione che, per assicurare significative situazioni di apprendimento, è indispensabile garantire a tutti gli alunni uguali possibilità di ricevere un trattamento diverso. Nella Storia di Rocco questo si è concretizzato con l’azione attenta, sensibile, congiunta e coordinata delle diverse figure professionali, al fine di:

– garantire un contesto di apprendimento pensato per tutti (accessibilità) ed acco- gliente (benessere);

– offrire risposte speciali e specifiche anche agli alunni in difficoltà e con disabilità senza tuttavia creare delle situazioni di dipendenza, di assistenzialismo e di isolamento.

Tabella 8. Presentazione sintetica Piano Didattico Personalizzato (PDP) per alunni con Bisogni educativi Speciali (BeS)

La storia di Luca

Includere alunni con difficoltà di autoregolazione comportamentale. Strategie e strumenti per l’identificazione e l’intervento precoce

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP) PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES) Che cos’è?

Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) per alunni con bisogni educativi speciali (BES) è uno strumento di proget- tazione didattico-educativa realizzato sulla base della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 e delle indicazioni operative contenute nella Circolare Ministeriale n.8 del 6 marzo 2013. È applicabile a tutte quelle condizioni di criticità non rientranti né all’interno della certificazione ai sensi della L.104/92, né riconducibili alla L.170/2010 sui DSA. Tale strumento di lavoro pone l’attenzione sulle seguenti aree di problematicità:

– il Disturbo da Deficit d’Attenzione/Iperattività (DDA-I) e tutte le situazioni che, pur non raggiungendo un livello di gravità tale da prevedere una diagnosi di ADHD4, sono caratterizzate da problemi di attenzione, di autoregola-

zione, di impulsività ed irrequietezza;

– il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) ed altre condizioni comprendenti condotte sfidanti ed aggressive; – i deficit di linguaggio, nelle loro diverse articolazioni;

– i deficit relativi ad abilità non verbali, alla coordinazione motoria, alle prassie, ecc.; – i casi di funzionamento intellettivo limite (70>QI<85);

– i disturbi aspecifici di apprendimento o le condizioni di DSA in attesa di diagnosi; – le condizioni di forte problematicità relazionale;

– le condizioni di svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.

Come si presenta lo strumento?

Il PDP BES si articola in nove sezioni. Nello specifico: 1. Sezione anagrafica

2. Elaborazione del PDP alunno con BES 3. Strumenti valutativi impiegati dalla scuola

4. Descrizione sintetica delle abilità possedute e delle aree di miglioramento 5. Aree funzionali e obiettivi educativo-didattici

6. Strategie inclusive adottate per la classe 7. Didattica disciplinare personalizzata 8. Impegni con la famiglia

9. Componenti gruppo di redazione del PDP

4 ADHD: Attention Deficit Hyperactivity Disorder. È la sigla inglese per definire il Disturbo da Deficit di Attenzio-

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Breve presentazione della situazione iniziale

Luca è un ragazzo di 11 anni che frequenta la classe prima della Secondaria di primo grado. In tutto sono 22 alunni, fra questi è presente un alunno in possesso della certifica- zione ai sensi della L. 104/’92. Il Consiglio di Classe (CdC) è caratterizzato da un nutrito numero di professori, fra questi è presente anche un docente specializzato per l’attività di sostegno che lavora nella classe di Luca per 9 ore la settimana.

La parola ai compagni

“Non è facile essere in classe con Luca e noi compagni abbiamo cominciato ad avere paura di lui perché molti suoi atteggiamenti ci spaventano. A volte si arrabbia senza un motivo, altre volte è simpatico e divertente, ma gli insegnanti spesso lo rimproverano perché non rispetta le regole e, a volte, devono fermare le attività per rincorrerlo.”

“Talvolta si rifiuta di fare quello che gli dicono gli insegnanti, come ad esempio quando non vuole salire le scale dopo l’intervallo, oppure capita che non voglia entrare o uscire dalla classe quando dobbiamo spostarci. Spesso esce dall’aula senza chiedere il permesso, stando fuori in corridoio anche per 20 minuti.”

“Non scrive quasi mai i compiti sul diario. Non ha quasi mai i quaderni, perciò spesso ci chiede un foglio per scrivere.”

“Luca è simpatico e intelligente e a volte risponde in classe in modo da sorprendere gli insegnanti: soprattutto in matematica, ad esempio, è bravissimo e velocissimo a fare i calcoli a mente.”

“È disponibile a parlare da solo con gli insegnanti, vediamo che così riesce a tranquil- lizzarsi.”

“A volte, però, è così arrabbiato che prende per il collo uno di noi, minaccia con i pu- gni, ci rincorre, anche se spesso non capiamo cosa gli passa per la testa, dice che si sente preso in giro. (…) Una volta mi ha confidato che pensa di essere “cattivo”.”

“Ci siamo accorti però che quando gli regaliamo qualcosa è molto felice e ricambia offrendoci la sua merenda.”

“Abbiamo anche notato che a Luca piace: stare in coppia con un compagno a sua scel- ta, giocare a carte o con giochi in scatola, scrivere e giocare al computer, guardare film, ascoltare musica.”

La parola agli insegnanti

“Noi insegnanti siamo in difficoltà con Luca, non riusciamo a farci ascoltare da lui e ci sentiamo continuamente messi alla prova.”

“Spesso entriamo in classe con ansia perché non sappiamo cosa aspettarci.”

“Siamo preoccupati per lui e anche per i compagni, perché ci sentiamo responsabili del loro benessere”.

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