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L'Alessandria di Marinetti

Nel documento L ITALIANO IN EGITTO E ITALIANI D EGITTO (pagine 73-78)

5. Scrittori italiani d'Egitto nel Novecento

5.3. Il fascino dell'Egitto secondo Filippo T. Marinetti

5.3.1. L'Alessandria di Marinetti

« Ebbi una vita tumultuosa, stramba, colorata.

Cominciai in rosa e nero; pupo fiorente e sano fra le braccia e le mammelle color carbone coke della mia nutrice sudanese. Ciò spiega forse la mia concezione un po’ negra dell’amore e la mia franca antipatia per le politiche e le diplomazie al lattemiele. »145

Filippo Tommaso Marinetti nasce il 22 dicembre 1876 «in una casa sul mare di Alessandria d’Egitto», secondogenito di Enrico Marinetti, avvocato di Voghera, e di Amalia Grolli, milanese, figlia di un professore di lettere146.

Amalia era già sposata con un altro uomo. E così con Enrico decidono di scappare e di trasferirsi nel 1873 ad Alessandria d’Egitto per convivere more uxorio.

Due anni dopo nasce il primo figlio Leone, ancora un anno ed è la volta di Emilio Angelo Carlo: a causa della condizione coniugale di Amalia, che non può riconoscere i figli, entrambi risulteranno nei documenti ufficiali di

“madre ignota”147.

145 Luciano De Maria (a cura di), “Marinetti e il Futurismo ” (1929) in Opere di F.T.Marinetti, Teoria e invenzione futurista, Milano, Mondadori, 1968 P. 503

146 Il suo nome di battesimo è in realtà Emilio Angelo Carlo. Cfr. Igor Principe, Volevano uccidere la luna, su http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/marinet2.htm

147 Cfr. ad esempio Luca Somigli, Legitimizing the artist: manifesto writing and European modernism. 1885-1915, Toronto, University of Toronto Press, 2003 p. 97

Ciò nonostante, Il padre era uno degli avvocati più stimati e rispettati per la sua grande professionalità ad Alessandria d’Egitto e altrove.

Inizialmente è stato impiegato presso gli uffici commerciali della Società del Canale di Suez.

In poco tempo riesce ad avere tre uffici commercialisti ad Alessandria (quartiere Ramleh), Cairo e Khartum (capitale del Sudan, allora parte della grande Valle del Nilo) e con una grande e potente clientela di ricchi arabi e turchi: era il legale personale del chedivè Muhammad Tawfiq pascià; la sua frenetica operosità e l'abilità professionale gli permettono di accumulare un cospicuo patrimonio, «Soprannominato «felfel» cioè pepe per la sua bravura e la sua forza dinamica»148.

La madre, come ricorderà dopo tanti anni lo stesso Marinetti: « non africanizzata conservava della casa di suo padre professore di letteratura sui bastioni di Porta Monforte una sensibilità tale da bene educare me e mio fratello Leone alle delicatezze astratte della più alta perfezione originale artistica»149.

Una madre colta e amante della letteratura. Accanto al francese, lingua più diffusa ad Alessandria tra le comunità europee, usa avvicinare il figlio alla letteratura italiana:

Mia madre fiore di tenerezza e di luminosa spiritualità letteraria poetica ha tale indulgente simpatia per il mio veemente carattere […] Forse intuisce la spiritualità delle mie violenze e sentendomi ultrasensibile e poliedrico colora la mia intelligenza con la regolare lettura della Divina Commedia150.

148 F. T. Marinetti, Una sensibilità italiana nata in Egitto, a cura di Luciano De Maria, Milano, Mondadori, 1969 p. 201

149 Ibidem (come nell’originale, senza punteggiatura)

150 Ivi, pp. 205-206

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I primi anni di vita di Marinetti non hanno una precisa documentazione in quanto le rievocazioni autobiografiche (Scatole d’amore in conserva, Roma 1927; La grande Milano tradizionale e futurista - Una sensibilità italiana nata in Egitto, a cura di G. Ferrata, Milano 1969 – da lui scritti negli ultimi anni) si presentano in un’aura di suggestiva mitizzazione.

Nel 1888, cominciano i suoi studi secondari nel collegio gesuitico francese di Saint Francois Xavier. Nei parchi di questo collegio, giocando con i ragazzi, a 12 anni, come racconterà dopo nelle sue memorie in fin di vita151: « Si sdoppiava sistematicamente il mio carattere lirico impetuoso tra […] le battaglie fra scolari organizzate e aizzate dal Collegio Saint François Xavier d’Alessandria d’Egitto»152.

Era un collegio cattolico, con più di 300 scolari italiani, greci, inglesi, francesi e pochissimi arabi. Legato nella memoria del vecchio Marinetti con le battaglie delle crociate: « […] 300 incensieri manovrati da giovinetti vestiti di rosso bianco pizzo e corone di rose intenti ad onorare con nuvolette candide l’altare della Madonna piantato nel fianco grasso di un baobab armati di corazza di lamiera per spaccarsi la faccia con palle d’un indurito cotone del Nilo»153.

In questi anni comincia a manifestare la sua esplosiva vitalità nell'atmosfera particolare della città cosmopolita di Alessandria d'Egitto.

In cui, oltre alla lettura - suggerita dalla madre - della Commedia di Dante, sono cominciate le sue prime letture su Zola, Rousseau e Baudelaire, in lingua originale.

151 La scrittura del testo di Una sensibilità italiana nata in Egitto viene in risposta all’invito di Giovanni Acquaviva, autore di “L’essenza del Futurismo”. Cfr. F. T. Marinetti, Una sensibilità italiana nata in Egitto, cit., p. 202

152 Ibidem

153 Ivi, p. 203

Sono importanti per la sua struttura psicologica e per la sua formazione letteraria le letture del Giovanni Episcopo di G. D’Annunzio, e di Il Re dei re, rifacimento dell'Ildebrando di F. Petruccelli della Gattina154.

Letture che accendono in lui amore per la letteratura in generale e gli aprono, nello specifico, la possibilità di scoperte personali nell'ambito della letteratura francese, come, per esempio, la scoperta di Gustave Flaubert, con il suo romanzo storico Salammbò155.

Inoltre, in questi anni dà una prima dimostrazione della sua abilità di organizzatore culturale fondando, con lo pseudonimo di Hespérus, una rivistina letteraria, «Le Papyrus», in cui scrive ad esempio su Pierre Loti, che era un punto di riferimento molto preciso per l'esotismo dell'epoca e introduce in collegio i romanzi di Zola, autore all'Indice, che gli causano probabilmente l’espulsione.

Dopo ben diciassette anni in Egitto, nel 1893 si trasferisce a Parigi, dove consegue il baccalauréat ès lettres. Poco dopo, il padre decide di lasciare l’Egitto, e si trasferisce con la famiglia a Milano.

Marinetti tornerà dopo parecchi anni a visitare la sua terra natia scrivendo una serie di articoli usciti a puntate sulle pagine del giornale torinese «Gazzetta del Popolo» (tra 1930 e 1931) e poi raccolti nel libretto di viaggio-memorie Il fascino dell'Egitto (1933)156.

Il periodo egiziano è stato molto importante per la formazione di Marinetti. Ancora nel 1905, viene definito da un giornalista cairota come

«Un Egyptien de grand talent e de grand avenir»157.

154 Cfr. Dizionario Biografico degli Italiani della Treccani, volume 70, 2007

(http://www.treccani.it/enciclopedia/filippo-tommaso-marinetti_(Dizionario-Biografico)/)

155 Cfr. Giusi Baldissone, Filippo Tommaso Marinetti, Milano, Mursia, 1986 pp. 21-22

156 F. T. Marinetti, Il fascino dell’Egitto, Milano, Mondadori, 1933

157 Cfr. “Poesia”, I, 5-6, guiugno-luglio 1905, p. 33. Lo ricorda P.A. Jannini nella sua Introduzione a F.T. Marinetti, Scritti francesi, Milano, Mondadori, 1983 p. 11

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In quasi tutta l'opera di Marinetti, non mancano mai dei legami tra le sue opere e la sua parabola esistenziale, a conferma di quella contaminazione tra arte e vita che sarà una delle costanti della teoria futurista.

I tratti e i connotati psicologico-esistenziali della vita di Marinetti, la vibrante disponibilità alla lotta e alla guerra, il nazionalismo esasperato e l'individualismo presuntuoso, il gusto della mitizzazione erotica, della teatralità, della retorica sono elementi tutti in fieri nella formazione egiziana di Marinetti e ne accompagneranno i caratteri salienti della sua vulcanica operatività158.

A dirla con Giordano Bruno Guerri, uno come Marinetti non poteva nascere in un luogo ordinario, bensì ad una città speciale come Alessandria d'Egitto:

Alessandria d'Egitto era davvero un serbatoio di traffici, storie e uomini: un caleidoscopio di razze, odori e colori fatto apposta per eccitare la fantasia febbrile di un adolescente dall'immaginazione onirica e visionaria già accesa.

[...] Vicoli, piazze, mercati e un groviglio di contraddizioni: mescolanza di ricchi e poveri, stamberghe e residenze di lusso, venditori di ciarpame e gioielli favolosi159.

158 Cfr. Ugo Rufino Zarlenga, Filippo Tommaso Marinetti. Como se seduce a Las Mujeres: un ejemplo de prosa futurista, Tesi di dottorato discussa all'università di Madrid, 2009 p. 69

159 Giordano Bruno Guerri, Vita di Filippo Tommaso Marinetti, in Antonio Gasbarrini e Novella Novelli (a cura di), Luci e ombre del Futurismo, l'Aquila, Angelus Novus Edizioni, 2010, p. 219

Nel documento L ITALIANO IN EGITTO E ITALIANI D EGITTO (pagine 73-78)