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Orientalisti italiani in Egitto

Nel documento L ITALIANO IN EGITTO E ITALIANI D EGITTO (pagine 101-106)

II. L'italiano in Egitto nel Novecento

2. Orientalisti italiani in Egitto

Tra i membri del Comitato direttivo e il Consiglio dell'Università nascente, c'erano solamente due europei: Gaston Maspero, il famoso egittologo francese, e l'avvocato italiano Ugo Lusena Bey221. Sul suo ruolo, Vittorio Briani scrive:

Tale università era sorta nel 1908 per volontà entusiasta dell'allora principe [Fuad], la cui felice natura aveva attinto dall'Italia un culto profondo per l'arte e la scienza, e che pertanto si avvalse largamente del consiglio e della collaborazione di studiosi italiani, ed in particolare dell'attività organizzativa dell'avvocato Ugo Lusena Bey222.

Il ruolo degli italiani nella nascita e realizzazione di questo progetto ambizioso è notevole. Molti professori italiani davano il loro contributo sia nella facoltà di lettere, come era il caso di illustri orientalisti italiani di chiara fama, tra cui C.A. Nallino, Gerardo Meloni e Santillana, sia nella

220 Ibidem

221 Cfr. Vincenzo Fago, L'Università egiziana di Cairo, cit., p. 92

222 Cfr. Briani V., Italiani in Egitto, cit., p. 57

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facoltà di Giurisprudenza, come C. Breciani Turroni, M. Sciotto Pintor, U.

Ricci, V. Arangio Ruiz e - il già ricordato - Ugo Lusena Bey223.

Basti sapere, ad esempio, che il primo corso di storia e di letteratura araba è stato insegnato, a studenti arabi, in arabo da un italiano, l'orientalista Ignazio Guidi dell'università di Roma, segretario della Reale Accademia dei Lincei224, e non era un caso unico.

Alcuni di questi professori vengono ricordati dal celebre scrittore e politico egiziano Ahmad Amin, dallo scrittore arabo di fama mondiale Taha Hussein, da Zaki Mubarak: ed è inutile dire che tale insegnamento non fu fine a se stesso ma formò tutta una classe di studiosi arabi225.

Sembra strano a dirlo, ma è già rinonosciuto ormai fin dagli specialisti arabi: grazie agli sforzi - anche - di vari orientalisti italiani, che molti studenti e studiosi arabi sono riusciti a scoprire delle meraviglie e dei tesori, prima nascosti, del patrimonio culturale arabo.

In questa sede, il nostro discorso sarà dedicato esclusivamente a quelli che hanno collaborato alla nascita dell'Università Egiziana. Come già detto è stato Ignazio Guidi (1844-1935) ad avviare l'insegnamento della storia e alla letteratura araba fin dai primi giorni dall'apertura dell'università.

Conosceva molto bene la lingua araba, oltre all'ebraico e altre lingue semitiche. Le sue lezioni accademiche all'università egiziana sono state raccolte e pubblicate nella «Rivista dell'Università Egiziana» nel 1909.

223 Ibidem

224 Cfr. Vincenzo Fago, L'Università egiziana di Cairo, cit., p. 92

225 Cfr. Andrea Borruso, L'Italianistica nei Paesi Arabi, relazione in Atti del 1Convegno su La presenza culturale italiana nei paesi arabi: storia e prospettive, Napoli 28-30 maggio 1980, Roma, Istituto per l'Oriente, 1982, p. 146

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Tra i suoi allievi fu il grande intellettuale egiziano Taha Hussein226 che lo ricorderà e lo citerà nei primi capitoli del suo importante studio Sulla Letteratura Preislamica "Jahilita" (Il Cairo, 1927)227.

Anche Michelangelo Guidi (1886-1946), il figlio di Ignazio, appassionato come suo padre degli studi orientali, insegnerà nell'Università Egiziana, tra il 1926-1929. A tal periodo l'allievo di suo padre, Taha Hussein, è divenuto docente nel dipartimento di letteratura araba. Hussein, nel suo famoso libro, appena citato, teorizzava l'esistenza di origini greche della poesia e della letteratura araba, un giudizio estremo ed esagerato secondo Michelangelo Guidi228.

Sempre nell' Università Egiziana, e tra il 1910 e il 1911, David Santillana (1855-1931), uno dei massimi studiosi di diritto islamico, teneva corsi in lingua araba di diritto islamico, specialmente di orientamento malikita e sciafeita, nonché di storia della filosofia.

Tra tutti questi orientalisti, fu certamente Carlo Alfonso Nallino (1872-1938), negli anni dal 1909 al 1912, a lasciare un segno così forte sulla figura e sull'opera di Taha Hussein, e certamente su molti altri studenti.

Non solo per la sua eccezionale conoscenza in vari campi particolari come la storia dell'astronomia araba, la geografia e la filologia della lingua

226Taha Hussein, (1889-1973) uno dei principali scrittori e intellettuali egiziani del

Novecento. Studiò prima all'Università islamica di al-Azhar, poi a quella statale fondata nel 1908, dove aveva tra i suoi professori anche alcuni dei più insigni orientalisti italiani, come Carlo Alfonso Nallino, Ignazio Guidi e Santillana. Trasferito in Francia per proseguire gli studi in diverse università fino a conseguire un dottorato. Nel 1950 diventò ministro dell'Istruzione ed ebbe un interesse particolare per l'istruzione delle ragazze. Fra le sue opere più

importanti, ricordiamo L'avvenire della cultura in Egitto, I giorni, Nella poesia pre-islamica. E' stato anche narratore, traduttore e giornalista. Per maggiori informazioni vedi Francesco Gabrieli, Testimonianze arabe ed europee, Bari, Dedalo, 1976, pp. 49-52 e Taha Husein:

omaggio degli arabisti italiani a Taha Husein in occasione del settantacinquesimo compleanno, Napoli, Istituto universitario orientale, 1964

227 Cfr. Abd el-Rahman Badawi, Ma'usu'at al-Mustashriqi'n (Enciclopedia degli Orientalisti), Beirut, Dar al-'Ilm lil-malay'yn, 1984, pp. 133-138 (in arabo)

228 Cfr. Abd el-Rahman Badawi, Enciclopedia degli Orientalisti, cit., p. 141

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araba229; ma anzitutto per la sua metodologia scientifica nell'approccio allo studio letterario. Le sue lezioni sulla letteratura araba erano da grande stimolo per il giovane Hussein a scrivere uno dei testi più importanti nella storia della cultura araba.

Nel 19 febbraio 1938, Hussein, divenuto notissimo critico e letterato egiziano, già Rettore dell'Università di Alessandria tenne una conferenza sugli Orientalisti italiani in Egitto, in cui c'è il suo ricordo di Guidi, Santillana, Meloni e il suo riconoscimento speciale per la novità di Nallino:

Taha Hussein confessa che tutti gli allievi andarono dapprima alle nuove lezioni di Nallino con molto sospetto; ma ben presto si resero conto che i loro sospetti erano errati: Nallino si rivelava competentissimo nella sua materia. Da lui e da quella data si inizia il vero studio della letteratura araba. È Nallino, dichiara Taha Hussein, che ha insegnato che cosa sia la storia della letteratura, come si apprezzi uno stile, come si classifichi una scuola, un autore ecc. È Nallino che ha insegnato come è nata la letteratura araba, come si è sviluppata, quali siano stati sin dai primi secoli i rapporti tra la letteratura e la politica, la letteratura e l'ambiente. E alle lezioni di Nallino apparve ai giovani tutta una nuova visione della civiltà araba, che era per loro una vera nuova rivelazione. E proprio per questo i corsi di Nallino ebbero un'influenza straordinaria e decisiva nella storia dell'Egitto moderno230.

Dal 1927 al 1931, C. A. Nallino torna di nuovo al Cairo per riprendere i suoi corsi di lingue semitiche che tiene ogni anno per quattro mesi. Nel 1933 è nominato, con l'appoggio di re Fuad, membro effettivo dell'Accademia Reale di Lingua Araba del Cairo.

229 Nel 1933 fu nominato membro dell'Accademia Reale di Lingua Araba del Cairo mentre in Italia fu socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei e quidi dell'Accademia d'Italia.

230 P. Giulio Basetti Sani, Una conferenza di Taha Husein su I. Guidi, C. A. Nallino, D. Santillana e altri orientalisti italiani che insegnarono in Egitto, in «Oriente Moderno», anno 28, n. 4/6 (Aprile-Giugno 1948), pp. 105-106

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Nelle sue visite continue in Egitto, Nallino ebbe anche la padronanza dei vari dialetti delle diverse città egiziane. Uno dei suoi testi importanti è L'Arabo parlato in Egitto: un volume di circa 400 pagine, di grammatica, dialoghi e raccolta di circa 6000 vocaboli231.

A questo riguardo, molto interessante sapere che ci sono vari termini che gli egiziani ancora oggi usano derivano dall'italiano. Un segno della convivenza con gli italiani d'Egitto a cavallo dell'800 e il 900.

231 Carlo Alfonso Nallino, L'Arabo parlato in Egitto, Milano, Hoepli, 1900

Nel documento L ITALIANO IN EGITTO E ITALIANI D EGITTO (pagine 101-106)