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7. Allegati

7.16. Allegato 16: intervista docente C.9

1. A me risulta che il/la bambino/a …. è stato/a definito/a come bambino/a ad alto potenziale intellettivo. Lei è d’accordo?

Sì, senz’altro. D’altra parte il suo alto potenziale è stato confermato dai test fatti dalla capo équipe del sostegno pedagogico.

2. Prima di avere questo/a bambino/a aveva ricevuto alcune informazioni da qualcuno? Da chi?

Avevo ricevuto delle informazioni dal docente della scuola d’infanzia. Al momento di formare le classi prendiamo contatto con i docenti della scuola dell’infanzia per il passaggio delle informazioni riguardo gli allievi che iniziano la prima elementare e il docente mi aveva segnalato che la bambina in questione aveva un diverso grado d’apprendimento.

3. Quali sono, secondo lei, le caratteristiche principali di un bambino superdotato?

Le caratteristiche possono variare, perché i bambini particolarmente dotati non costituicono un gruppo omogeneo. Sono comunque bambini che hanno un diverso ritmo di sviluppo, un diverso potenziale d’apprendimento e una varietà di interessi e di motivazioni. Sono bambini che possono ottenere ottimi risultati sul piano cognitivo, ma che possono avere delle difficoltà sul piano socio-affettivo. Sono bambini che anche se plusdotati possono incontrare problemi nell’apprendimento scolastico (a causa di ansia, bassa autostima, bassa tolleranza alla frustrazione, eccesso di astrazione, distacco dalla realtà, eccessiva ricchezza di interessi,…). La bambina che ho io in classe è molto brava in italiano e matematica, ma ha delle difficoltà nell’aspetto relazionale, nella gestione delle proprie emozioni e della frustrazione e quindi bisogna lavorare parecchio su questo.

4. Ho letto molti libri e articoli in cui si sostiene che i bambini ad alto potenziale intellettivo hanno anche dei problemi di socializzazione con i coetanei. Hai riscontrato nel bambino dei problemi (o difficoltà) relazionali?

Sì, come ho detto prima la bambina, ha alcune difficoltà nel relazionarsi con i compagni e nel gestire le proprie emozioni e i sentimenti.

5. L’allievo superdotato ha avuto anche dei “problemi” comportamentali? Cioè eseguiva delle azioni non molto consuete in un bambino della sua età?

Certo, perché è abituata a ricevere sempre degli ottimi risultati e quando si scontra con qualcosa che non riesce a fare o che le viene rimproverato, ha delle reazioni a livello comportamentale che non sono adeguate. A ginnastica, ad esempio, ogni volta che in un gioco di squadra perde, lei piange. Se viene criticata o i compagni non sono d’accordo con lei fa l’offesa, perché è piuttosto permalosa.

6. Quale approccio didattico utilizza per aiutare il bambino a non annoiarsi in classe?

Essendo già in grado di leggere e scrivere, mentre i compagni si esercitavano nell’apprendimento delle prime paroline, a lei davo dei testi da leggere, delle storie da scrivere, degli esercizi insomma diversi. Ma lei non era tanto contenta perché voleva essere inserita nel gruppo classe e mi ha fatto capire chiaramente che preferiva portare un po’ di pazienza e aiutare i compagni piuttosto che lavorare da sola. Insomma, in quel primo periodo, è diventata un po’ la mia assistente. Così lei si sentiva gratificata e non si annoiava.

7. Spesso quando si parla di scuola si pensa solamente ai bambini che hanno delle difficoltà, tralasciando gli allievi “bravi”. Come ha fatto a far sentire a proprio agio l’allievo? Come ha sfruttato questa “dotazione”?

Vedi risposta domanda 6.

8. Quali difficoltà avete dovuto affrontare nel avere un “superdotato” in classe?

Di difficoltà non ne ha create molte perché non è una bambina difficile, è che a volte non era facile riuscire a capire le sue modalità d’apprendimento: lei faceva già i calcoli di seconda, ma non aveva le strategie e non sapeva spiegare come aveva ottenuto i risultati. In più con 26 allievi non sempre avevo il tempo per gestire efficacemente la compresenza di livelli di abilità molto diversi nella stessa classe. Quando tutti hanno imparato a leggere e a scrivere le cose sono andate molto meglio, perché la classe si è rivelata molto brillante e il livello si è omogeneizzato.

Un’ altra difficoltà di avere un’allieva superdotata in classe è la relazione con la famiglia: non è sempre facile gestire l’eccesso di aspettative (nel mio caso del padre e della nonna paterna, con cui peraltro non ho mai avuto il piacere di parlare) e la continua pressione a

cui la bambina è sottoposta. Ci sono tante parole non dette, tra cui la questione di fondo: “E se si annoia? Ma non sarebbe meglio farle saltare una classe?”. Di conseguenza bisogna valutare bene la scelta delle parole con cui portare avanti i colloqui e con cui redarre il giudizio di Natale, per far capire che la scuola non deve solo promuovere i risultati di tipo cognitivo, ma anche quelli sul piano socio-affettivo.

9. Quali sono invece i lati positivi della sua presenza?

Una bambina così è senz’altro un valore aggiunto per la classe, perché porta degli stimoli in più, ma come ho detto sopra, il livello della mia classe in generale è risultato molto alto, per cui le differenze non sono sempre evidenti e gli stimoli arrivano da più bambini. Forse perché sono tanti! I compagni comunque sanno che se hanno bisogno di aiuto possono chiedere a lei e questo la gratifica. Anche per me è un aiuto perché è sempre molto disponibile alla collaborazione e molto servizievole.

10. A quali strutture (o persone) ci si può rivolgere in caso di bisogno?

Io quando ho dei dubbi discuto molto con la docente di sostegno. La bambina va molto volentieri da lei, perché sa che per quell’ora ha la docente tutta per sé. Durante quest’ora fa delle attività un po’ particolari che poi presenta ai compagni. L’obiettivo principale è quello di darle degli stimoli individualizzati, ma anche di tenere sotto controllo il suo sviluppo socio-emotivo, in modo da evitarle dei disagi. Altre strutture non ce ne sono, a livello scolastico non è che abbiamo molte risorse o persone competenti a cui far riferimento. E questo è un handicap, perché va bene potenziare il sostegno per gli allievi, ma con i tempi che corrono non sarebbbe male anche una struttura di pronto intervento per docenti in difficolà.

Ma questo è un altro discorso.

11. I compagni di classe come si relazionano con lui? Durante le lezioni? Durante i lavori a gruppi? Durante i momenti di ricreazione?

I compagni giocano con lei, lavorano con lei. Se c’è da stare assieme stanno assieme, nessuno si lamenta. Non è particolarmente ricercata ma neanche esclusa. Come ho detto prima in classe ci sono diversi bambini brillanti con cui lei si trova bene. Non essendo la bambina che emerge a ogni istante, non si è nemmeno creata una situazione di rancore, di invidia o di rivalità. Io la vedo bene e ben inserita.