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Allegato 2: rassegna delle possibili soluzioni didattiche da adottare

7. Allegati

7.2. Allegato 2: rassegna delle possibili soluzioni didattiche da adottare

Come prima cosa è importante partire dall’articolo 29 della Convenzione internazionale dei diritti dei bambini, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989, la quale afferma che bisogna favorire lo sviluppo della personalità, delle facoltà e delle attitudini fisiche e mentali nei bambini. Inoltre viene detto che i bambini devono poter crescere intellettualmente e personalmente rispettando le loro capacità. È dunque fondamentale il ruolo della scuola in quanto deve permettere a tutti (anche ai bambini API) di crescere in maniera armoniosa e prendendo in considerazione le loro esigenze.

Quindi, come sostiene anche la Cairo (2001), “la qualità della scuola significa non lasciar disperdere quel potenziale intellettivo che gli alunni mostrano di possedere, e offrire adeguate opportunità formative” (p. 119). Dunque la scuola deve cercare di coltivare e motivare gli alunni indipendentemente dal loro potenziale intellettivo.

Inoltre il bambino superdotato non deve essere considerato come gli altri, ma come appunto sostiene anche Mormando (2011) egli è “diverso dagli altri, proprio in quelle particolarità che

riguardano l’apprendimento” (p. 55), infatti “comprende più rapidamente, gli vengono in mente più domande cui le spiegazioni dell’insegnate, di solito, non rispondono in modo esauriente o non rispondono affatto, non ha il senso del limite di un argomento” (p. 55). Ed è appunto per queste ragioni che bisogna individuare delle strategie didattiche che permettano al bambino iperdotato di non annoiarsi in classe, di poter apprendere a scuola e di relazionarsi con i propri compagni. Un buon insegnante deve tener conto di queste differenze e deve anche cercare di variare il proprio insegnamento in modo da permettere a ogni bambini di apprendere, indipendentemente dal proprio stile cognitivo (che può essere cinestesico, visivo, uditivo e emotivo).

Attualmente ci sono delle possibili soluzioni didattiche che possono aiutare i bambini “superdotati” a non aver problemi a scuola, e sono: l’accelerazione, il raggruppamento, l’arricchimento e l’approfondimento.

Accelerazione

Questo metodo didattico consiste sostanzialmente nel rispettare il ritmo di sviluppo intellettuale dei bambini, cioè si propone il salto di una o più classi, in modo da essere inseriti in un gruppo avente lo stesso potenziale intellettivo. La Cairo (2001) sostiene che “il curricolo e l’offerta formativa dovrebbero essere commisurate alla prontezza, all’interesse e agli stili di apprendimento del bambino” (p. 100), quindi è opportuno prendere in considerazione come prima cosa l’interesse dell’alunno e il suo stile di apprendimento, in questo modo ci sarà una maggiore motivazione del allievo in quanto si va incontro alle sue esigenze e aspettative nella scuola.

Secondo Chauvin (1977) questo metodo però ha anche un aspetto negativo, infatti sostiene che il bambino superdotato inserito in una classe in cui i bambini hanno una maturazione superiore potrebbe avere dei problemi relazionali “o perché egli non riesce a corrispondere alle aspettative degli altri, […], o perché costoro non lo accolgono di buon grado nel gruppo, essendo egli il più giovane” (p. 12). In questo caso è dunque fondamentale il ruolo del docente che deve permettere al bambino di ambientarsi adeguatamente nella classe in modo da poter relazionarsi con maggior facilità con i compagni.

Come si può leggere nell’opuscolo dell’ASEP (2009), questo metodo in Ticino viene adottato raramente, e viene previsto in caso eccezionale il salto di una sola classe. Negli altri cantoni vi può essere il salto anche di due anni scolastici.

Approfondimento

Questo secondo metodo consente di approfondire un argomento del programma scolastico, cioè si cercherà di conoscerlo maggiormente nei dettagli. Questo metodo è quello visto attualmente con maggior positività, infatti permette al bambino di rimanere con i propri coetanei, nella stessa scuola e allo stesso tempo egli potrà ampliare e approfondire gli argomenti trattati in classe tramite per esempio letture supplementari, ricerche, documentari, ecc.. In questo caso si parla dunque di una differenziazione maggiore, il docente esegue il suo programma normalmente e al bambino API si richiede di approfondire maggiormente alcuni aspetti o concetti trattati. Il docente, a sua volta, deve essere preparato (per aiutare eventuali difficoltà o domande del bambino) e deve mettere a disposizione le risorse necessarie per permettere questa differenziazione.

Arricchimento

Il terzo metodo possibile è l’arricchimento, che permette all’allievo di avere un maggiore accesso alle informazioni tramite libri, cartine, schede, enciclopedie, ecc. Il bambino in questo caso, una volta che termina il proprio esercizio o compito potrà dedicarsi alla lettura di questi materiali in modo da sviluppare nuove conoscenze, ma non necessariamente correlate con quanto fatto dai propri compagni. Come sostiene la Mormando (2011) “è necessario un angolo dedicato a contenere qualche libro e un’enciclopedia, anche multimediale, facilmente consultabile” (p. 69); in questo modo i bambini potranno avere accesso facilmente alle informazioni e sviluppare i propri interessi. Mormando (2011) sostiene che l’arricchimento si sviluppa sostanzialmente in tre fasi: la prima fase consiste nel generare le domande ed è molto importante che il docente aiuti il bambino in questo compito; durante la seconda fase si scelgono una o più domande (tra quelle proposte durante la prima fase) a cui, nella terza fase, si cercherà di dare una risposta.

Infine la Cairo (2001) afferma che vi possono essere tre differenti tipi di arricchimento a dipendenza di ciò che si vuole promuovere nel bambino: il primo è orientato verso il processo e si “tende a promuovere nel bambino dei processi mentali più complessi e migliori espressioni di creatività” (p. 102); il secondo, verso il contesto e in questo caso ci si riferisce sostanzialmente all’approfondimento di una disciplina; e il terzo processo è “orientato al prodotto” (p. 102) e viene “enfatizzato il risultato” (p. 102). Dunque a dipendenza di quale aspetto si vuole sviluppare nei bambini cambierà anche il tipo di arricchimento preso in considerazione.

Per esempio in Svizzera, a Zurigo per la precisione, vi è una scuola, la Universikum, in cui i bambini superdotati si recano per alcune mezze giornate in cui posso eseguire delle attività complesse, come può essere la costruzione di un robot.

Raggruppamento

Il raggruppamento consiste fondamentalmente nel creare delle classi ad hoc per i bambini superdotati, in modo che essi possano apprendere con compagni che abbiano gli stessi interessi intellettivi. Questo metodo è stato adottato anche in Italia, con la scuola di Emilio Trabucchi a Milano che come sostiene Mormando (2011) era una scuola che si basava sul metodo Montessori. Attualmente il raggruppamento è utilizzato solo raramente, in Svizzera per esempio vi è una scuola, Talenta, a Zurigo, che raggruppa tutti i bambini superdotati che seguiranno un programma speciale in base alle loro capacità intellettive.