• Non ci sono risultati.

Alternative tipologiche: alcuni casi studio

Nella parte che segue sono riportate alcune soluzioni rivolte all’ambiente cucina, ritenute di particolare interesse e sviluppate in un arco temporale che va dagli anni sessanta ad oggi. Si tratta di progetti, poi prototipati o entrati in produzione, che propongono una variante tipologica alla cucina componibile, inseguendo una signifi- cativa ricodificazione dell’ambiente in termini spaziali e funzionali e svincolando questo spazio dalle rigide con- figurazioni planimetriche caratteristiche del sistema componibile.

Alcuni dei progetti approfonditi di seguito presentano tratti comuni, condividono un medesimo obiettivo o comunque un certo approccio progettuale. Ciò ha permesso di raggrupparli, così d a poter individuare una serie di tematiche, le quali hanno attirato l’attenzione progettuale di alcune aziende cuciniere o progettisti avvicinatisi a questo ambito.

La centralizzazione delle funzioni

Questi progetti condividono l’elaborazione di soluzioni monoblocco, compatte e autosufficienti, ribaltando la prospettiva offerta dalla cucina componibile tradizionale che rivolge l’utente verso la parete.

Figura 51

La cucina monoblocco progettata da Joe Colombo

Tutte le attrezzature, compreso il frigorifero, sono raggruppate centralmente

Il prototipo di questa cucina nacque nell’ambito di un progetto di ricerca della rivista Domus in collaborazione con l’azienda Boffi e con il produttore di laminati plastici Abet, venne poi presentato alla fiera

Eurodomus presso la triennale di Milano.

Il progetto riunisce in un unico volume il frigorifero, i fornelli, il grill, il lavello e la lavastoviglie, introducendo un concetto di cucina com- pletamente nuovo per l’epoca. L’idea era quella di sostituire il tradizionale spazio chiuso con un blocco libero che rendesse il cucin- are un’attività sociale e tenesse conto di nuovi schemi di comporta- mento familiare. La parte sospesa ospita vari armadietti, la cappa per l’aspirazione, lo scolapiatti e i pannelli per l’illuminazione. In un’area di 1,60 x 1,40 metri Colombo riunisce una cucina che, sistemata in modo tradizionale, si svilupperebbe lungo la parete per 4,5 metri. Questo prodotto fu inoltre l’occasione per sperimentare l’utilizzo di nuovi materiali di rivestimento prodotti dalla Abet Laminati, dotati di finitura antiriflesso e particolare resistenza all’usura (Rhein, 2005).

Joe Colombo intuì come la collocazione delle funzioni al centro del locale consentisse un risparmio in termini di spazio accompagnata ad una maggiore praticità d’uso.

CUCINA A BLOCCO CENTRALE

La centralizzazione di tutte le funzioni

Azienda: Boffi | Abet Laminati Anno: 1966

EROICA

La cucina come opera d’arte Azienda: Boffi Anno: 1990 Progettisti: A. Rizzi, R. Didaglio

Si tratta di una cucina concepita come forma scultorea, alla stregua di un’opera d’arte. Eroica è composta da due parti fondamentali: la parte inferiore di forma semisferica ospita le attrezzature di lavoro, la parte conica superiore integra la cappa e l’illuminazione. La colonna centrale sostiene il piano di lavoro mentre il sollevamento del cono superiore è affidato a un sistema elettrico interno. Il vertice del cono ospita una fonte luminosa per l’ambiente circostante mentre una serie di lampade collocata all’interno provvede all’illuminazione del piano di lavoro. Il piano di lavoro è realizzato con un materiale sintetico altamente sofisticato e resistente, la colonna centrale è in acciaio e le piastre elettrice sono rivestite in vetroceramica (Mello, 2008).

E’ un prodotto che presuppone una collocazione in ambiente aperto con cucina a vista, ma non si tratta di un vero e proprio monoblocco come quello progettato da Joe Colombo, infatti l’isola è sprovvista di frigorifero e contenitori per le stoviglie, i quali dovranno essere collo- cati nelle adiacenze, con il rischio di definire due ambienti poco omo- genei tra loro.

La cucina Sheer, come l’Eroica, può assumere due configurazioni: in posizione di riposo è una sfera in fibra di carbonio del diametro di 148 cm; in posizione di utilizzo la semisfera superiore, azionata da un motore elettrico e un telecomando, si posiziona sul soffitto liberando la semisfera inferiore che ospita un piano di lavoro circolare, il piano cottura, tre portabottiglie refrigeranti, e un tavolo estraibile. La semis- fera superiore assolve invece alle funzioni di cappa aspirante e lampada.

Figura 52

La cucina Eroica di Boffi con il cono superiore sollevato

Figura 53

La cucina Sheer

SHEER

La cucina sferica Azienda: Gatto cucine Anno: 2002 Progettisti: Dragdesign Studio

OSA (Open System Ariston)

Il massimo della componibilità Azienda: Ariston-Merloni Anno: 1976

Progettista: Makio Hasuike

OSA è un sistema molto flessibile di arredo per cucina composto da una vasta gamma di elettrodomestici e contenitori base coordinati sotto il profilo estetico e modulare, accostabili e sovrapponibili nelle tre dimensioni. Si tratta di un progetto che porta al limite la modularità insita nella cucina componibile.

L’isola è completata funzionalmente da due carrelli su rotelle che le ruotano attorno, i quali assolvono la raccolta differenziata dei rifiuti e offrono ulteriori piani di appoggio e contenitori. Il piano di lavoro è realizzato in Corian della Dupont, sul doppio lavello si appoggiano due accessori: un elemento scolapiatti in acciaio inox con portaposate e un tagliere in Corian. Il sistema Sheer è completato da un mobile a parete che ospita quattro sedie in pelle, anche quest’ultimo viene schermato completamente quando la cucina non è utilizzata.

Nonostante il progetto proponga un’interessante soluzione al prob- lema funzionale della cucina, l’utilizzo di complessi cinematismi, mate- riali costosi ed elettrodomestici di alta gamma collocano questo prodotto nella fascia alta del mercato. Il prodotto e la sua comunicazi- one puntano prevalentemente sulla soluzione a scomparsa (addirittura le sedie sono nascoste) che consente alla cucina di presentarsi in diversa maniera secondo l’occasione, una macchina per cucinare attrezzata ed efficiente quando è in uso, e un elemento d’arredo, quasi una scultura, quando è chiusa.

Figura 55

OSA, componibilità degli elementi

Figura 54

Cucina Sheer, il piano attrezzato della semisfera inferiore

Questi progetti derivano da una riflessione sulla componibilità e sulla modularità dei vari elementi e delle varie funzioni.

LIBERI IN CUCINA

I blocchi funzionali Azienda: Alpes - Inox Anno: 2010 Progettista: Domenico Moretto

Le composizioni ottenibili sono moltissime, a isola, a penisola, ad angolo, a parete, adattabili a piccoli e grandi ambienti. Il modulo rientra negli standard europei per i mobili per cucina: (60 x 60 cm) ed ha un’altezza di 82 cm (90 se si considera l’altezza totale inclusiva del piano di lavoro). I materiali impiegati sia per i mobili sia per gli elettro- domestici sono acciaio, alluminio e plastiche rigide espanse, il piano di lavoro è invece in vetroresina (Zurlo, 2003).

Il progetto, premiato con il Compasso d’Oro nel 1979, esplora il conc- etto di libera installazione delle varie parti raggiungendo un livello di componibilità e unificazione estetica tra basi ed elettrodomestici che tutt’oggi non è mai stata eguagliata. Nonostante la flessibilità del sistema sia lodevole, un punto debole può essere identificato nella rigidità dell’aspetto finale, in contrasto con la tendenza dominante che vede la cucina come spazio vivibile e accogliente.

Liberi in cucina è un progetto che concepisce la cucina come un insieme di blocchi ad installazione libera, accostabili o da utilizzarsi ad isola e configurabili in base al proprio spazio e alle proprie esigenze. I moduli hanno dimensioni che vanno dai 70 ai 280 cm di larghezza e possono essere attrezzati con contenitori, lavelli di varie dimensioni e tipologie, affiancabili a piani cottura ribaltabili, da appoggio o da incasso; nella parte frontale trovano posto forni, cantinette frigo o il pannello lavastoviglie.

Figura 56

OSA, composizione ad isola Essendo rifiniti anche nella parte

posteriore, gli elementi consen- tono soluzioni in vano chiuso o in

forma aperta a giorno

Figura 57

Esempio di blocco con lavello e doppio piano cottura I blocchi di Liberi in cucina,

SOLARIS

La cucina come una scrivania per l’ufficio

Azienda: Ernestomeda Anno: 2003

Progettista: Pietro Arosio

Quest’approccio, condiviso con altre aziende del settore, supera la linearità imposta dalla cucina componibile di derivazione americana e ritorna a una cucina composta da blocchi funzionali disposti libera- mente nello spazio, uniformandoli però dal punto di vista estetico e materico. La cucina può così modificare il proprio assetto nel tempo, completando progressivamente le proprie dotazioni o mutando la propria configurazione con il variare delle esigenze e dei bisogni degli utenti.

I materiali utilizzati sono principalmente l’acciao inox, il Corian e il legno; nel complesso il progetto intende la cucina come uno strumento di lavoro e si concentra sull’aspetto funzionale.

Le cucine che seguono sono accomunate dal fatto di essere proposte che si dissociano dalle configurazioni spaziali e dalle forme tradizionali per rispondere a tendenze e bisogni emergenti.

Solaris è una cucina dalla connotazione spaziale inusuale, pensata per integrarsi in spazi aperti, duttili e declinati a molteplici funzioni. Si tratta di un’isola free standing dalla forma affusolata, dotata di un

piano di lavoro e una sporgenza in rilievo, (la quale offre un ulteriore piano di appoggio e protegge il resto dell’ambiente da eventuali schizzi) entrambi realizzati in Corian. Il piano cottura è in vetroceramica ed è composto da quattro zone di cottura a potenza differenziata.

Figura 59

La cucina Solaris di Pietro Arosio

Figura 58

Esempio di composizione realizzata con i moduli Alpes - Inox

Risposte ad esigenze contemporanee

BOARD

Una risposta alle esigenze contemporanee Azienda: Snaidero Anno: 2012 Progettista: Pietro Arosio

La carenatura sottostante al piano è in acciaio inox, sulle sue facciate sono collocati l’interruttore per la lampada e le prese di corrente per i piccoli elettrodomestici. Le sottili gambe di acciaio alleggeriscono la struttura mentre i tubi del gas, del carico e scarico dell’acqua ed i cavi per l’alimentazione elettrica sono alloggiati e portati a terra all’interno di una struttura modulare e flessibile, una sorta di “vertebra” anch’essa in acciaio inox. Una cassettiera su quattro ruote trova posto sotto il piano di lavoro e offre una limitata capacità di contenimento; il prodotto è infatti pensato per essere abbinato ad un mobile a parete ma, a differenza di alcuni casi di cucina ad isola sopra citati, sembra ben accostarsi anche a mobili con differenti finiture estetiche.

Il prodotto propone una forma molto inusuale per lo spazio cucina e sembra ben collocarsi tra questo ambiente e lo spazio del soggiorno, includendo la possibilità di sfruttare il piano di lavoro come zona pranzo con l’aggiunta di qualche sgabello.

Board è un cucina progettata anche per le esigenze di spazi ridotti, condivisi e liberamente configurabili, cercando di rispondere all’evoluzione dell’edilizia abitativa contemporanea. Il prodotto nasce dalla volontà di ripensare l’area operativa della cucina, che è collocata sulla superficie di un blocco operativo a sbalzo che si protrae dai mobili a parete ed è disponibile con lunghezze di 90 e 120 cm.

Figura 60

Il piano in Corian della cucina Solaris

Figura 61

Il blocco operativo a sbalzo proposto da Snaidero

Il blocco, realizzato in Corian, ospita le aree per la preparazione, la cottura e il lavaggio all’interno di sei vasche operative che possono fungere da lavello o essere attrezzate con porta barattoli, porta detersivi, portaposate o pattumiera a filo piano che consente di elim- inare comodamente l’umido durante la preparazione. All’estremità del blocco sospeso può essere collocato un piano per il consumo di brevi spuntini o colazioni.

Gli aspetti più interessanti del progetto sembrano coincidere con l’alleggerimento formale e strutturale della penisola, che si fa sospesa, ma allo stesso tempo integra in uno spazio molto contenuto tutte le attrezzature necessarie e offre la possibilità di configurare due postazioni operative in grado di lavorare in parallelo. A questo prop- osito è interessante considerare la criticità della collocazione del frigorifero in funzione del Work Triangle, infatti, installando il frigorif-

ero all’interno dei mobili a parete, si interromperanno i percorsi del triangolo funzionale, mentre posizionando quest’ultimo di fronte alla penisola sarà possibile delineare due postazioni di lavoro speculari.

Figura 62

La cucina Board installata in un interno

I casi studio riportati di seguito rispecchiano il tentativo di attribuire alle attrezzature per cucinare una maggior flessibilità e adattabilità a svariate situazioni, inseguendo una più efficace gestione dello spazio disponibile.

Il progetto dei piani cottura ribaltabili, applicato a fornelli a gas e offerto dal marchio Alpes – Inox per poter essere collocato sui bloc- chi funzionali ad installazione libera, valse a Domenico Moretto (ideatore e fondatore dell’azienda) il premio Compasso d’Oro asseg- natogli dall’ADI; la giuria espresse tale motivazione a giustificazione del merito:

“Rappresenta con materiali e tecnologie aggiornate il principio classico che è compito del design facilitare la vita di chi usa gli oggetti: la semplicità della pulizia (anche in lavastoviglie) del complesso griglie-bruciatori e il ribaltamento sul piano di lavoro dell'intero apparecchio realizzano, senza rinunciare a un'impostazione tipica- mente tradizionale, nuove qualità in materia di economia di spazio, igiene domestica e comfort d'uso.”

La cucina flessibile

PIANO COTTURA RIBALTABILE

I punti cottura a scomparsa Azienda: Alpes - Inox Anno: 1998

Figura 63

Il piano cottura ribaltabile installato su un blocco free

standing

Figura 64

Gli Handy Burners della Tile Kitchen proposti da Droog Design

Questo piano cottura può, infatti, essere comodamente ribaltato con un semplice gesto, ad esempio a cottura ultimata o nel caso in cui si stia preparando un piatto freddo, consentendo un miglior sfrutta- mento dello spazio offerto dal piano di lavoro per altri utilizzi, quali la preparazione o il porzionamento del pasto.

La proposta realizzata da Peter van der Jagt, membro del collettivo olandese Droog Design, supera la concezione del piano cottura come oggetto statico, la cui posizione è vincolata da questioni impian- tistiche, riprendendo invece il classico fornello da campeggio, che per definizione è trasportabile. La soluzione studiata per i fornelli era parte di un progetto più ampio che illustrava le potenzialità offerte dall’utilizzo di piastrelle in ceramica non limitatamente al rivestimento della parete, con la progettazione di piastrelle disegnate ad hoc per una certa funzione.

HANDY BURNERS

I punti cottura mobili Fornelli per il progetto Tile

Kitchen Anno: 2001 Progettista: Peter van der Jagt,

Figura 65

Il piano cottura ribaltabile di Alpes - Inox

Grazie alla resistenza alla fiamma e alle alte temperature offerta dal materiale refrattario utilizzato per l’intera cucina, i fornelli possono essere liberamente collocati e utilizzati sulla superficie del piano di lavoro, un tubo flessibile rivestito in acciaio e collegato alla parete ne garantisce l’alimentazione.

La flessibilità offerta all’utente si manifesta su due livelli, in primo luogo vi è la possibilità di scegliere quanti fornelli e di quali dimensioni collegare ai bocchettoni disposti lungo la parete, potendo così riserv- are dello spazio sul piano di lavoro ad altri utilizzi, in secondo luogo vi è la possibilità di posizionare i punti cottura dove si preferisce, con- figurando il proprio piano di lavoro in maniera aderente alle proprie esigenze in ogni occasione.

I progetti descritti sono spesso accompagnati da un’implicita critica concettuale a un’offerta di mercato eccessiva e, allo stesso tempo, carente in termini di contenuti: aprono così il terreno a interrogativi e ripensa- menti in merito all’efficacia della standardizzazione, pongono in crisi le formule precostituite di ambienti risolti e compiuti, alla ricerca di una formulazione di casa che sia anche espressione di scelte individuali e particolari

(Roccabruna, 2003).

Le cucine isolate raccolgono le funzioni, si aprono allo spazio living e si svincolano dai rigidi schemi della cucina componibile, tuttavia, tutte le soluzioni riportate sono state pensate per integrarsi con elementi a parete; solo il modello proposto da Colombo nel 1966 sembra essere completamente autosufficiente, integrando anche frigorifero e dispensa ma ponendo una consistente barriera visiva al centro del locale.

Il lavoro realizzato da Makio Hasuike con Ariston si distingue dalla classica cucina componibile insistendo proprio sulla modularità e sulla componibilità, i moduli da lui concepiti sono prodotti finiti, comprensivi di piano di lavoro (solitamente continuo e realizzato a parte), la libertà con la quale possono essere abbinati richiama i moduli free standing di recente diffusione, il cui vero precursore è forse il Bulthaup System 20, sviluppato

dall’azienda tedesca nel 1988 e definito da molti come “la prima vera innovazione dall’epoca della cucina di Fran- coforte”. La ricerca di flessibilità, questa volta con riferimento ad una funzione particolare, emerge anche nei progetti dei piani cottura, ribaltabili o mobili per un miglior utilizzo dello spazio a disposizione, spesso limitato. Alcuni degli esempi invece rilevano ancora una volta la tendenza più generale ad avvicinare la zona destinata alla preparazione e alla cottura del cibo a quella adibita al consumo del pasto.

I progetti di Pietro Arosio si rivolgono invece ad esigenze e bisogni domestici contemporanei, alleggeriscono visivamente l’isola e la penisola, che così meglio si integrano nello spazio ibrido cucina-soggiorno, e vengono ricondotte rispettivamente ad un “tavolo” rettangolare con gambe sottili o ad un elemento a sbalzo, che prende in considerazione e ottimizza anche l’utilizzo simultaneo della cucina da parte di più persone, mediante lo sdop- piamento delle zone di lavoro.