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POSSIBILITA’, VINCOLO O SCELTA PROGETTUALE

La cucina: il progetto

POSSIBILITA’, VINCOLO O SCELTA PROGETTUALE

Centralizzazione di alcune delle funzioni principali e in particolare di quelle legate alle attività più adatte ad essere svolte anche conversando. Centralizzazione degli oggetti utilizzati molto frequentemente, in genere almeno tre volte al giorno, quali piatti, bicchieri, posate, ecc. Possibilità per l’arredo di inserirsi in spazi aperti e liberamente configurabili, sia da un punto di vista estetetico, che da un punto di vista funzionale. Possibilità, per il prodotto, di offrire una discreta varietà formale al cliente.

Individuazione di schemi spaziali non ottenibili con il sistema componibile, purchè funzional- mente soddisfacenti.

Impiego delle lavorazioni e delle tecnologie supportate dal sistema produttivo.

Orientamento del progetto alle aziende che si rivolgono alla fascia medio alta del mercato. Integrazione, in un unico prodotto, delle aree funzionali destinate al cucinare e dell’area deputata al consumo dei pasti.

Prodotto flessibile, in grado di adattarsi ad esigenze mutevoli.

Vincoli dimensionali.

Disposizione delle varie aree funzionali in maniera coerente rispetto allo svolgersi della sequenza di lavoro.

Possibilità di cucinare, per due persone, senza che ciò comporti l’intersezione tra i percorsi fondamentali.

Possibilità di disporre di un tavolo di dimensioni abbondanti, in grado di accogliere questa molteplicità di situazioni.

Tabella 6

Traduzione degli aspetti emersi dalla ricerca in indicazioni metaprogettuali

sizione lineare è stata però preferita una disposizione di tipo radiale, la quale permette un efficace e comodo utilizzo simultaneo dei punti cottura da parte di più persone, rendendone l’utilizzo ancor più con- viviale. In figura 84 è riportata una rappresentazione schematica del concept mediante la visualizzazione delle principali aree funzionali.

Figura 84

Rappresentazione schematica del concept di progetto

Scala 1:20

Ampio piano di lavoro con punti cottura configurabili liberamente

Lavello

Elemento centrale rotante

ospita gli oggeti utilizzati con maggior frequenza, c osì accessibili da ogni lato

Piano di lavoro ad altezza prossima a quella di un tavolo

Lavello ad un’altezza ergonomicamente corretta

PREPARAZIONE

CONSUMO

Figura 85

Viste ortogonali del concept Scala 1:25

Il concept

vista superiore

vista laterale vista frontale

Il concept consiste in un oggetto monomaterico, dalle forme essen- ziali e pulite: la superficie del piano è interrotta solamente dal lavello e dal rubinetto, che “fuoriescono” in maniera organica dal piano, e dal coperchio della lavastoviglie centrale, collocata nella porzione di sfera sottostante al piano, la quale si congiunge alla base cilindrica con con- tinuità.

Gli utensili e gli oggetti interessati da un utilizzo quotidiano molto frequente, sono stati collocati centralmente, così da permetterne l’accesso a tutti i commensali in maniera semplice, comoda e rapida. Sono stati analizzati numerosi concept che ipotizzano lavastoviglie piccole e silenziose, ma che si avvalgono di tecnologie futuribili e verosimili, come la combinazione di vapore e alta pressione, o l’utilizzo di onde ultrasoniche per la pulizia delle stoviglie, con conseg- uente limitazione del consumo di acqua e eliminazione dei detersivi.

Figura 86

Rappresentazione del concept Render

Ciò ha permesso di ipotizzare la presenza di una lavastoviglie centrale, che svolga la funzione di contenitore – espositore nel momento in cui è aperta, e lasci libera la superficie del tavolo quando viene chiusa dallo scorrimento di un piano circolare. Lo scenario che questo tipo di impostazione propone vede i commensali servirsi all’occorrenza di piatti, posate e bicchieri puliti direttamente seduti al tavolo e durante il pasto, per poi riporveli a pasto concluso. A questo punto l’elettrodomestico può essere chiuso ed avviato, per essere poi riaperto in occasione del successivo pasto.

La disposizione dei punti cottura è stata concepita come completa- mente libera, anche questo tipo di soluzione implica l’adozione di tecnologiche futuribili, come la presenza di un conduttore sotto- stante all’intera superficie del piano di lavoro, che sia in grado di con- centrare l’energia elettrica in un punto determinato e scaldare la pentola mediante l’induzione elettromagnetica. Questo tipo di processo non si discosta molto da quello comune ai più sofisticati piani cottura a induzione attualmente in commercio, in grado di ricon

Figura 88

I punti cottura liberamente posizionabili sulla superficie della cucina

Figura 87

Utilizzo della cucina I commensali possono servirsi dell’occorrente per apparecchiare la tavola, quando il pasto si è concluso tutto viene riposto nella lavastoviglie centrale, la quale viene chiusa per lasciare spazio ad altre attività

oscere la posizione della pentola e attivare i campi elettromagnetici solo in corrispondenza della sua superficie; infatti in questo caso i limiti si riferiscono prevalentemente a questioni di costo. L’interfaccia dei punti cottura può essere visualizzata sulla superficie del piano di lavoro mediante l’impiego di un display a pellicola trasparente, così come l’interfaccia per la gestione della lavastoviglie, e dialogare con l’utente fornendogli informazioni sul procedimento di cottura e rilevando le sue impostazioni.

La cucina si rivolge quindi a persone che condividono l’abitazione in gruppi di almeno tre o quattro individui, che si tratti del medesimo nucleo famigliare o di coabitazione. Può anche essere adatta per chi ama invitare gli amici a cena e coinvolgerli nei procedimenti di preparazione e cottura.

Il progetto propone una rilettura della tipologia della cucina ad isola e sottintende un ambiente cucina pensato tenendo presente la necessità della vita di relazione: dove chi è ai fornelli o al lavello possa sentirsi integrato nel soggiorno. La cucina si apre e si diluisce all’interno di uno spazio più ampio e da queste considerazioni deriva l’intenzione di ridurre la volumetria dell’isola, e di conseguenza il suo peso visivo, avvicinandone il profilo a quello di un tavolo: oggetto che comunemente trova una collocazione centrale in soggiorno. Le tecnologie ipotizzate per il concept sono verosimili e ipotizzabili per un futuro non molto lontano, il ricorso alla tecnologia non è però fine a se stesso, ma inteso come mero strumento per la sperimentazione di nuove pratiche e riti domestici, in grado di liberare gli utenti dai compiti più noiosi e di garantire un approccio più flessibile nell’utilizzo quotidiano della cucina.

Dunque il concept veicola un’idea di cucina che in fase di utilizzo culinario consenta alle persone di cucinare e pasteggiare insieme in un ambiente conviviale, configurando a piacimento la propria postazione di lavoro, ma che negli altri momenti della giornata svolga la funzione di un normale tavolo, accogliendo le attività tipicamente associate a questo oggetto, e che si inserisca al centro dell’ambiente con leggerezza formale e volumetrica. Il progetto compromette definitivamente i due ambienti fondamentali, quello destinato alla preparazione dei cibi, e quello deputato al loro consumo, fondendoli in un unico oggetto che ha come archetipo di riferimento la grande e spaziosa tavola circolare o l’antico focolare costruito al centro del locale.

Il prodotto

Alla luce delle considerazioni fatte relativamente alla produzione dei mobili per cucina, il concept iniziale è stato rielaborato tenendo in considerazione i vincoli tecnologico – produttivi propri dell’industria del mobile. La flessi- bilità produttiva tipica dei costruttori di mobili per cucina, l’importanza dell’integrazione degli elettrodomestici e dei componenti reperibili dai fornitori, nonchè i materiali e le lavorazioni impiegate comunemente nel settore: sono stati riferimenti importanti nella definizione della soluzione formale finale. Quest’ultima è stata elaborata mediante la realizzazione di una serie di modelli virtuali, disegni del prodotto e delle sue parti, poi confrontati con i requisiti di progetto e progressivamente rielaborati al fine di ottenere un risultato che rispecchiasse ed esprimesse l’essenza del concept, ma che allo stesso tempo rispondesse a esigenze produttive, economiche e di usabilità.

A tutto tondo

Figura 89

Viste ortogonali e quote di massima del prodotto

Scala 1:20 quote in cm vista superiore vista laterale 80 89 182

La cucina “a tutto tondo” mantiene le dimensioni di massima e la forma complessiva definite per il concept, ma ad un solido mono - materico e dalle forme essenziali si sostituisce un oggetto più articolato, che tuttavia mira alla semplicità e alla pulizia formale.

La cucina presenta un piano di lavoro continuo, realizzato in CORIAN, che risolve lo scarto di 9 cm tra la parte di piano destinata alla cottura e quella adibita al consumo con una doppia curvatura del piano, che lo rende continuo, come fosse un telo poggiato su un dislivello. La parte destinata alla preparazione e alla cottura ha un’altezza di 89 cm ed è

Figura 90

A tutto tondo, vista frontale Render

oscere la posizione della pentola e attivare i campi elettromagnetici solo in corrispondenza della sua superficie; infatti in questo caso i limiti si riferiscono prevalentemente a questioni di costo. L’interfaccia dei punti cottura può essere visualizzata sulla superficie del piano di lavoro mediante l’impiego di un display a pellicola trasparente, così come l’interfaccia per la gestione della lavastoviglie, e dialogare con l’utente fornendogli informazioni sul procedimento di cottura e rilevando le sue impostazioni.

La cucina si rivolge quindi a persone che condividono l’abitazione in gruppi di almeno tre o quattro individui, che si tratti del medesimo nucleo famigliare o di coabitazione. Può anche essere adatta per chi ama invitare gli amici a cena e coinvolgerli nei procedimenti di preparazione e cottura.

sottesa a un angolo di circa 140°, la restante porzione di piano è com- pletamente libera e posta a un’altezza di 80 cm, tale misura ne con- sente un utilizzo ibrido: sia come piano di lavoro, che come zona pranzo. La libertà di collocare i punti cottura sul piano della cucina espressa con il concept è riproposta nel prodotto entro i limiti che la tecnologia degli elettrodomestici impone. Così il ripiano sottostante al tavolo ospita dei piani cottura singoli e portatili (vedere p. 132), alimentati dal collegamento tramite cavo alle prese elettriche poste al di sotto del piano di lavoro. La scelta di dotare comunque la cucina di un piano cottura fisso a due fuochi deriva dal fatto che l’obiettivo ultimo consiste nella separazione relativa tra i vari punti cottura, in modo tale da facilitare l’utilizzo della cucina da parte di più persone contemporaneamente. Così come il piano, anche la parte sottostante è suddivisa in due parti, una è rivestita da pannelli curvi, mentre la parte sottostante al tavolo è libera, anche se suddivisa da una serie di

Figura 91

A tutto tondo, vista laterale Render

compartimenti. Questa scelta è stata spinta dalla ricerca di una pratic- ità d’uso immediata e spontanea per l’estrazione delle piastre a induzi- one, o per riporre al di sotto del piano del tavolo il giornale, il com- puter, o qualsivoglia oggetto si stia utilizzando, nel momento in cui “è pronto a tavola”. L’elemento centrale può essere ruotato dagli utenti per avvicinare a se l’occorrente, ospita ed espone piatti, posate e bicchieri ed è egualmente raggiungibile da ogni punto della circonfer- enza. Si delinea dunque un collegamento tra il lavello e il tavolo, mediato dallo scolapiatti, che raccoglie i piatti appena lavati, e li “offre” a chi è seduto al tavolo per apparecchiare, o a chi sta cucinando. Il disegno complessivo della cucina è stato elaborato integrando nella forma definitiva anche gli oggetti che questa contiene, coerente- mente con la tendenza produttiva che vede i contenitori divenire anche espositori. I piatti in particolare hanno rappresentato un elemento determinante nella definizione dell’estetica complessiva. Per quel che concerne la struttura portante, è stata scelta la via della discontinuità tra parti portate e parti portanti. La struttura metallica su cui “poggia” la cucina si pone in una relazione di contrasto materico e formale con il resto di “a tutto tondo”, l’utilizzo dell’acciaio scatolare per la base ha consentito l’alleggerimento visivo dell’isola auspicato nel concept.

Illustrazione complessiva delle varie parti

In un’ottica di fattibilità pratica, la progettazione del prodotto ha richiesto uno studio relativo alla configurazione delle varie parti che lo compongono e alla disposizione degli impianti necessari al funziona- mento del lavello, del piano cottura e delle prese di corrente. Lo studio di questi aspetti pratici, legati fondamentalmente agli ingombri delle varie parti, è stato sviluppato parallelamente alla soluzione formale complessiva, orientata a soddisfare i requisiti funzionali e a rispecchiare l’espressività del concept. Il prodotto si articola in quattro parti fondamentali: la struttura portante è realizzata in metallo, una “fascia” intermedia è ottenuta dall’assemblaggio di vari pannelli, il piano di lavoro è in CORIAN mentre lo scolapiatti centrale è in legno e met- allo. Al di sopra di ognuno delle quattro “gambe” della base è collocato un pannello verticale che consente di scaricare il peso del piano sulla struttura metallica. Lo scolapiatti poggia invece direttamente su quest’ultima ed è ad essa connesso mediante un perno con cusci

Figura 92

Spaccato della cucina: struttura interna del prodotto Esploso assonometrico, scala 1:20 Sono rappresentate le volumetrie

delle tubazioni di scarico e di ingresso dell’acqua, i cavi elettrici o i condotti del gas per il cablaggio delle prese elettriche e dei piani cottura

Specifiche funzionali, formali e tecnico - costruttive delle varie parti

IL PIANO DI LAVORO

Nella parte che segue vengono approfonditi gli aspetti tecnico - cos- truttivi, l’assemblaggio e le motivazioni che hanno portato alla scelta dei materiali impiegati e della forma delle varie parti che compongono “a tutto tondo”. Gli aspetti formali e dimensionali sono dunque posti in relazione alle funzioni assolte da ogni specifica parte della cucina e dal prodotto nel suo complesso.

netto a sfera al fine di renderne la rotazione fluida e stabile. Gli impianti contenuti nella colonna centrale si diramano passando attraverso opportune cavità ricavate nella parte superiore della struttura metal- lica e si distendono sulla superficie del pannello raggiungendo le rispettive attrezzature. L’aspetto più critico a tal proposito è stato rappresentato dalla gestione del consistente ingombro delle tubature di scarico e del sifone: le pilette compatte, di altezza pari a 87 cm, e il sifone compatto ispezionabile, rappresentati in figura 92, sono prodotti dall’azienda LIRA e per la realizzazione del modello sono state utilizzate le dimensioni indicate dal costruttore.

Un altro accorgimento riguardante il cablaggio si riferisce all’eventualità di un intervento di manutenzione, quindi la colonna centrale in acciaio è composta da due parti asportabili, rendendo accessibili i cavi, le tubature e il sifone, inoltre la parte di pannello sottostante al lavello è removibile (vedere figura 98), ciò rende facil- mente ispezionabili anche le pilette.

Il piano della cucina è da realizzarsi in CORIAN, o un analogo materiale composito solid surface appartenente alla medesima tipologia; sono

infatti presenti sul mercato diversi materiali simili impiegati nella realiz- zazione di piani di lavoro. Il CORIAN è un materiale composito formato da 2/3 di idrossido di alluminio e 1/3 di resina acrilica con aggiunta eventuale di pigmenti colorati, è molto adatto ad essere utilizzato per i piani di lavoro per via delle sue caratteristiche tecniche. Le lavorazioni si effettuano a partire da lastre con dimensioni di 370 per 76 cm e con uno spessore di 12 mm. Il materiale può essere sottoposto a taglio, fresatura e termoformatura, può essere incollato senza che siano visibili giunzioni ed è disponibile in una vasta gamma di colori (Du Pont, 2008).

La scelta del CORIAN ha due motivazioni fondamentali: in primo luogo si tratta dell’unica tipologia di materiale che consente di realizzare

anche il lavello della cucina, senza dover ricorrere all’acquisto di lavelli standard che, anche se curvi, mal si sarebbero integrati con la forma circolare della cucina e il suo diametro. Il suo utilizzo ha permesso di sfruttare al meglio la superficie disponibile ottenendo un lavello con dimensioni funzionalmente adeguate e che si inserisse con discrezi- one sulla superficie del piano da un punto di vista estetico. In secondo luogo la possibilità di termoformare il materiale consente di risolvere con un profilo continuo e ininterrotto lo scarto di quota di 9 cm presente tra la superficie della cucina e quella del tavolo, coerente- mente con i propositi del concept relativi alla compromissione delle aree destinate alla cottura e al consumo. Inoltre questa soluzione facilita la pulizia del piano.

Il piano è stato suddiviso in quattro parti, il piano del tavolo, il piano della cucina, il quale ospita il foro per il lavello e la sede per l’installazione del piano cottura, entrambi ottenibili mediante fresatura a controllo numerico. Il lavello è composto da tre parti, la base, dotata

Figura 93

Schema di assemblaggio del piano della cucina Esploso assonometrico, scala 1:20

LO SCOLAPIATTI

Figura 95

Componenti e assemblaggio dello scolapiatti

Esploso assonometrico, scala 1:10

Figura 94

Lo scolapiatti vuoto Render

di doppio foro per gli scarichi e ricavabile dallo “scarto” del taglio dell’incavo per il lavello sul piano, il bordo, ricavato dalla termofor- matura di una lastra di materiale, e infine il setto, dello spessore di 24 mm, che divide il lavello in due vasche di diverse dimensioni ed è ottenuto mediante l’incollaggio di due lastre. La vasca centrale che ospita lo scolapiatti è composta da una base circolare dotata di scolo e un bordo, opportunamente fresato al fine di ricavare lo spazio necessario al passaggio delle tubature e dei cavi elettrici dalla colonna centrale alle parti periferiche.

L’elemento centrale è stato disegnato intorno agli oggetti che deve contenere, la sua progettazione si è accompagnata ad una progres- siva semplificazione formale e costruttiva, mirata al contenimento dei costi di investimento per la sua realizzazione, e alla sua relazione con il prodotto sotto il profilo estetico e funzionale. Lo scolapiatti è da realizzarsi a partire da un pannello di legno massello o lamellare, di forma rotonda, che abbia uno spessore di 2 cm e un diametro di 60 cm, opportunamente sottoposto ad operazioni di taglio e fresatura al fine di ricavare le cavità destinate ad ospitare i piatti, i contenitori per le posate e lo spazio destinato ai bicchieri. Al legno si aggiungono quindi alcune componenti molto semplici e realizzabili in acciaio verni

Figura 96

Il contenimento e l’esposizione delle stoviglie utilizzate con maggiore frequenza Lo scolapiatti può contenere 12 piatti fondi o piani, un set di posate o altri piccoli attrezzi da cucina e alcuni bicchieri, tazze, tazzine ecc. Nonostante l’utilizzo della lavastoviglie sia molto diffuso, succede spesso di lavare a mano gli oggetti il cui utilizzo è più frequente; inoltre, avviare la lavastoviglie solo quando questa è completamente colma rappresenta una buona abitudine in un’ottica di rispetto dell’ambiente, il collegamento tra lavello e tavolo tramite lo scolapiatti è dunque pensato per facilitare l’utilizzo quotidiano della cucina

Render

Figura 97

Il contenimento delle piastre a induzione portatili Il ripiano sottostante al piano del tavolo ospita le piastre di cottura portatili quando queste non sono necessarie, nel momento in cui le si voglia utilizzare la loro estrazione risulta comoda, spontanea e rapida

Render

ciato. Una serie di tondini del diametro di 6 mm, curvati e disposti in maniera radiale sulla superficie si abbinano ai tagli sul piano nel confe rire stabilità ai piatti, gli angoli che separano tali elementi sono stati definiti sulla base delle dimensioni standard di piatti fondi e piani. Tre elementi cilindrici dotati di una serie di fori sul fondo accolgono posate e altri piccoli utensili da cucina, quali apribottiglie, apriscatole e quant’altro, mentre una lastra metallica si colloca nell’apposito incavo ricavato nel piano e ospita bicchieri, tazze, ecc. Lo scolapiatti poggia direttamente sulla struttura metallica, sulla quale è scaricato il consist- ente peso degli oggetti contenuti e tra i due elementi è interposto un perno con cuscinetto a sfera. La connessione diretta con la struttura portante in metallo conferisce stabilità allo scolapiatti e al suo movi- mento rotatorio.

LA FASCIA INTERMEDIA

Figura 98

Componenti e assemblaggio della fascia intermedia

Esploso assonometrico, scala 1:20

La parte sottostante al piano è realizzata con una serie di pannelli sottoposti a comuni interventi di taglio, fresatura, foratura e borda- tura, tipici dell’industria del mobile ed effettuabili su pannelli semila- vorati di vari materiali e finiture. Questa parte del prodotto svolge sostanzialmente due funzioni. La prima è di tipo strutturale e consiste nella connessione del piano della cucina alla struttura portante medi- ante una serie di setti disposti in maniera radiale. La seconda è una funzione di contenimento, svolta da due cassetti sottostanti al piano cottura fisso, dalle quattro partizioni sottostanti al piano del tavolo e dai pannelli che nascondono e ospitano i cavi elettrici, i tubi del gas e