rivolto ai Datori di lavoro
8. Altre Informazioni
Le ultime due domande hanno permesso ai Datori di lavoro di for-nire ulteriori osservazioni, commenti e critiche. Preliminarmente, però, si è chiesto come si sia intervenuti in relazione ai casi di contagio 20. Dalle risposte ottenute si comprende come siano state, per lo più, seguite delle
“prassi virtuose” (si considerino le risposte evidenziate in giallo).
● no
● tre contagiati su 12, isolamento domiciliare
● 2 contagi su 45 lavoratori in media. Abbiamo seguito le indicazioni dell’autorità sanita-ria e il protocollo interno.
● 4 impiegati in due sedi territoriali per le quali è stato deciso di adottare per tutti i restanti operatori lo smart working per almeno due settimane e tamponi periodici
● contagiati n. 2 su un complessivo di n. 22 dipendenti
● NESSUN CASO, SIAMO 2 TITOLARI E NESSUN DIPENDENTE
● no
● NON SI SONO VERIFICATI
● NESSUN CASO DI CONTAGIO
● Non si sono verifi cati contagi presso il mio Ambulatorio
● Nel corso del 2020/2021 si sono verifi cati 4 casi COVID (su una popolazione azienda-le di circa 15 persone) ma senza contagio tra colazienda-leghi (grazie alazienda-le misure di distanzia-mento e protezione adottate). Il personale a contatto con colleghi, anche se non stretto, sono stati precauzionalmente messi in smart-working, in attesa di valutazione da parte dei medici (sentito il medico del lavoro e i medici di base).
20 Invero, il protocollo del 06.04.2021 prevede dei chiarimenti in ordine alla
“riammissione al lavoro dopo l’infezione da virus SARS-CoV-2/COVID-19” per cui si dispo-ne che questa “avverrà secondo le modalità previste dalla normativa vigente (circolare del ministero della salute del 12 ottobre 2020 ed eventuali istruzioni successive). I lavorato-ri positivi oltre il ventunesimo giorno saranno lavorato-riammessi al lavoro solo dopo la negativiz-zazione del tampone molecolare o antigenico eff ettuato in struttura accreditata o autoriz-zata dal servizio sanitario”.
● 1 solo caso di contagio non ha determinato la diffusione. Il numero dei lavoratori è pari a 67
● NESSUN CASO DI CONTAGIO, NUMERO TOTALI DI LAVORATORI IN AZIENDA 6
● chiusura aziendale a seguito di contagio di 25 bambini circa e di 5 membri dello staff.
Chiusura fino a negativizzazione dello staff.
● 6 colf + 24 dipendenti: solo 1 caso di Covid contratto in ambiente familiare. Siamo inter-venuti seguendo le disposizioni indicate dal DVR e dal medico del lavoro.
● chiusura e quarantena della sezione interessata a seguito di disposizione ausl
● 2 sono stati in quarantena, numero complessivo 10
● non ci sono stati di contagio in azienda
● nessuno
● Tre unità, regolarmente rientrati dopo la guarigione o quarantena. Il numero comples-sivo dei dipendenti è par a 19 unità, di cui n. 12 unità presso la sede di Modena e n. 7 presso l’unità di Ferrara
● non si sono verificati
● Non si sono verificati casi di contagio
● No, mai
● 01
● NESSUN CASO DI CONTAGIO N. DIPENDENTI IN AZIENDA 14
● NESSUN CONTAGIATO
● NESSUN CONTAGIATO AZIENDALE E NUMERO DI DIPENDENTI 11
● nessun caso
● 1
● LAVORATORI CONTAGIATI 4; NUMERO ADDETTI 8
● NESSUN CASO
● C’è stato un caso in rientro da Paese estero su un totale di 45 dipendenti
● NON CI SONO STATI CONTAGI
● 15 contagiati da inizio pandemia su 100 dipendenti
● 3 CONTAGIATI SU 7 LAVORATORI
● non vi sono stati contagi all’interno della nostra azienda
● 6 contagiati 16 addetti tutti contagi presi in famiglia
● nel 2020 1 caso di contagio in famiglia, isolato immediatamente su 6 dipendenti com-plessivi. Siamo intervenuti effettuando uno screening con tamponi rapidi antigenici e sanificazione straordinaria degli ambienti di lavoro
● 1 SU 13
● non si sono verificati casi di contagio
● 5 su 10
● Non vi sono stati contagi in azienda. Solo positivi da contatti stretti familiari.
● non ci sono stati
● Non si sono verificati casi all’interno dell’azienda ma, ad ogni segnalazione di un caso positivo, i colleghi venivano inviati ad effettuare un tampone molecolare a carico dell’a-zienda
● È stato contagiato 1 lavoratore su 23 complessivi presenti nelle sedi della provincia di Modena. Non è stato necessario prevedere misure particolari perché i lavoratori conta-giati non avevano frequentato gli uffici nei 4 giorni precedenti il contagio. In ogni caso su consenso del lavoratore è stata data informazione al personale che aveva incontrato circa una settimana prima il lavoratore contagiato.
● 5 CONTAGIATI SU 60
● sì, un Socio è risultato positivo e ha fatto la quarantena, nessun altro di 10 persone che abitualmente circolano in Azienda; tutti abbiamo poi fatto tamponi di controllo.
● Nel corso del tempo diversi lavoratori (siamo 550) si sono contagiati, in contesti diversi, su servizi diversi, spesso contagiati dai familiari. È difficile fare una panoramica gene-rale, ma un paio di mesi fa una collega di un ufficio è risultata positiva (contagiata dal marito), è stato il primo caso in sede: abbiamo effettuato il tracciamento, sanificato l’am-biente. Nonostante non risultassero contatti stretti secondo le definizioni ausl, i lavora-tori tracciati sono stati subito mandati a casa, sollecitando isolamento e autoprotezione dei familiari, e dopo alcuni giorni in smart-working (tempo definito dal medico del lavoro) sono stati inviati a tampone, con costi a carico dell’azienda, per poi rientrare al lavoro dopo l’esito negativo. Ma per fortuna nessuno era stato contagiato.
● Positivi in isolamento, nessun contagio in ditta per fortuna
● Sì, 1 ha contagiato 1 altro (o 2 di cui 1 asintomatico, non ricordo con precisione), ci siamo messi tutti in quarantena. Totale laboratori in ditta 11 compresi due titolari. Poi abbiamo proseguito con lo Smart working.
● nessun contagio sul lavoro ma qualcuno ha avuto il covid e si è assentato, spesso era-vamo chiusi per colpa delle chiusure obbligate
● mascherine e alcol
● un lavoratore positivo e abbiamo sanificato subito
● abbiamo sanificato e siamo stati attenti a tenere gruppi distinti per limitare i contagi
● sì, vari lavoratori e siamo rimasti subito tutti a casa potenziando lo smart working
● isolati i contagi e fatta sanificazione, la maggior parte delle persone risultate positive si sono contagiate senz’altro fuori dal lavoro e infatti restavano a casa senza contagi-are altri
● no
● No
● non è stata convertita
● NO
● una stanza è stata adibita alle visite di probabili infetti
● Sospese soltanto le attività di alfabetizzazione nelle scuole durante il primo lockdown, tutti gli altri servizi sono rimasti attivi.
● RICEVIMENTO DEI CLIENTI SOLO PER APPUNTAMENTO
● NO NON È STATA CONVERTITA
● Non è stata convertita l’attività, sono state convertite le modalità operative e gestionali
● L’attività non si è mai interrotta del tutto. Parte dell’attività si è svolta a distanza anche durante il lockdown
● nessuna conversione avvenuta
● attività svolta in smart-working fra marzo e maggio 2020 poi a seconda delle necessi-tà e su richiesta dei singoli i lavoratori possono chiedere di lavorare o un giorno o qual-che ora da remoto.
● non applicabile
● sono state implementati dei servizi online; sono stati divisi i bambini delle sezioni in bol-le più rigide ove possibibol-le
● CHIUSURA DI 2 MESI
● Non è stato convertito nulla
● nessuna variazione
● Alcuna modifi ca, se non lo svolgimento della attività lavorativa parzialmente nella moda-lità agile.
● Azienda sospesa per tutto il periodo di pandemia, anche in zona gialla
● non è stata prevista alcuna conversione
● Con la chiusura dell’attività in zono rossa, abbiamo attivato le consegne a domicilio e incrementato le vendite on line tramite il sito E-commerce
● Convertita con webinar e web
● Video incontri inverno primavera. Attività all’aperto estivi
● l’attività aziendale non è stata convertita
● nessuna
● le attività di consulenza sono state erogate a distanza e successivamente alla riapertu-ra è stata data la possibilità di scelta triapertu-ra distanza e presenza. Le attività di formazione dopo un mese di sospensione sono state riconvertite on line. Tutti i servizi di promozio-ne rivolti al mondo delle scuole, dopo qualche settimana di sospensiopromozio-ne anch’ essi son stati convertiti on line, poi ripresi in presenza con il nuovo anno scolastico, per quanto possibile, o continuati on line, con gradimento molto elevato di insegnanti e studenti. Nel primo lockdown si è operato a sostegno dei Comuni e della Protezione civile per coor-dinare gli aiuti a cura delle associazioni dei territori e garantire i servizi di consegna ali-menti e farmaci alle persone fragili o contagiate.
● noi trattiamo DPI in modo professionale, ma la pandemia ci ha costretto a considerare DPI anti COVID, guanti monouso e gel igienizzanti che prima vendevamo in modo mar-ginale. sono state le mascherine chirurgiche, le ffp2 e gli igienizzanti a prendere, nel pri-mo periodo, il sopravvento commerciale … di gran lunga.
● nessuna variazione sostanziale, lavoro diminuito o aumentato a seconda dei settori
● No, abbiamo lavorato meno
In ultimo, si è posta una domanda specifi ca sui protocolli. Si è, in particolare, tentato di capire se i soggetti tenuti ad “applicarli” ed even-tualmente a “calibrarli” in base alle specifi che esigenze aziendali (ad es.
numero di lavoratori, ambiente lavorativo, tipo di attività svolta ecc.) avrebbero modifi cato il contenuto di quanto proposto dagli enti centrali.
Anche in questo caso si evidenziano le risposte (tutte molto coerenti tra di loro) che si ritengono maggiormente rilevanti e da cui, in ogni caso, emerge la confusione, diffi coltà e drammaticità della “situazione pande-mico-aziendale”.
● A mio avvio sono mancate, quanto meno nel primo anno di pandemia, indicazioni chia-re sui protocolli e sulla rilevanza del loro rispetto
● non saprei
● Penso che tutto sia stato fatto nel modo corretto ma le decisioni in alcuni casi sono sta-te prese troppo in ritardo.
● Maggiore vigilanza
● li abbiamo modificati
● sì, avrei lasciato la possibilità d’acquistare su appuntamento anche in zona rossa
● In diverse circostanze non è stato semplice interpretare quanto previsto dai D.P.C.M.
per gli Enti di Terzo settore e conseguentemente tradurre in protocolli. In linea genera-le non avrei modificato i contenuti, ma avrei previsto anche modalità semplificate per gli ETS spesso formate da soli volontari.
● Più spazio a RSPP, meno uso di guanti che in alcuni protocolli regionali erano un errore
● non sono in grado di rispondere per mancanza di informazioni che mancavano in parte o in toto in quel periodo; visti i risultati a lungo termine rispetto agli altri paesi della comu-nità Europea, diciamo che ci siamo comportati benino.
● Le misure incomplete, che lasciano spazi all’interpretazione dei singoli sono davvero difficili da gestire. Anche i decreti che vanno a variare di qualche (sostanziale) parola decreti precedenti, ma non vengono riscritti in toto sono di difficile leggibilità per chi non ha competenze specifiche in materia legislativa.
● Sì, burocrazia, bastavano le regole che il consulente ci ha dato (noi siamo agricoli, la burocrazia non fa per noi)
● Sì, il problema dei 21 gg Lond Covid dove il protocollo impone tampone negativo per rientrare ma per Asl si è liberi di tornare alle normali attività
● Boh
● Forse
● Forse. Sentire nostro consulente Rspp
● Non lo so
● sì, troppa confusione e troppe chiusure che ci hanno messo in difficoltà
● sì, serviva piu’ chiarezza e meno cambiamenti continui… ok il distanziamento possibile ai tavoli e non certo tra noi, ma siamo stati attenti, però a un certo punto le varie regole continue ci hanno portato alla follia
● non saprei, perché il nostro RSPP è stato preciso come sempre dall’inizio e fatto il pro-tocollo non abbiamo poi dovuto modificarlo in base alle novità del governo, siamo anda-ti avananda-ti e lui è venuto anche a controllare che fosse tutto ok
● non saprei ma fatto il protocollo abbiamo proseguito con le misure concordate con il consulente e in linea con quelle uffi ciali
● no, ma la questione del green pass è assurda
● forse sì, troppe modiche e confusione e anche il nostro rspp ha fatto fatica mentre abbiamo consultato Studio Lodi che ha fornito alcuni chiarimenti sul rischio biologico e poi dopo abbiamo seguito insieme al rspp un loro webinar sul green pass dove non ci stavamo piu’ capendo nulla
● no
● NESSUNO
● ritengo che le indicazioni siano state troppo spesso adattare alle esigenze. anche poli-tiche, del momento
● Avrei reso la vaccinazione obbligatoria ex lege per tutta la popolazione.
● nessuna osservazione in merito alle misure, ma occorreva maggiore attenzione alle tempistiche di emanazione ed effi cacia dei decreti
● poca chiarezza da parte delle istituzioni, e continui cambi decisionali
● l’effetto infl azionistico sui prezzi di materiale di consumo quali gel, mascherina, dispen-ser, paratie in plexiglass e attrezzature varie andava e va gestito diversamente con interventi a livello governativo.
● In base alla tipologia dell’attività svolta l’applicazione delle normative Covid è stata più semplice o complessa. Nel mondo della scuola è risultata molto complessa e ha deter-minato aumenti di orari di lavoro e l’assunzione di una nuova inserviente per fare fron-te a tutti i processi di sanifi cazione da applicare. Nella casa per ferie abbiamo dovuto ridurre i posti letto per assicurare le distanze e l’igiene degli ospiti e limitare l’accesso ad alcuni spazi. È stato molto importante per noi formare non solo i dipendenti, ma anche gli utenti delle nostre strutture, in particolare le studenti del convitto, affi nché assumes-sero comportamenti corretti per il rispetto di tutti dentro e fuori la struttura.
● Tutto sommato non abbiamo avuto disagi nelle attività lavorative; anche perchè la ns.
realtà di composta di 6 persone in spazi grandi
● No
● Uso tassativo delle mascherine chi ha contatto con il pubblico
● Alcuna osservazione
● non condivido il controllare quotidianamente il green pass a seguito di ciclo vaccinale completato visto che i dipendenti sono sempre quelli ed i fornitori che accedono anche.
Solo una perdita di tempo prezioso
● Abbiamo diversi operatori, tra i quali vaccinati e non. La diversità di trattamento da parte delle istituzioni delle persone ci rende totalmente insicuri in caso di contagio asintoma-tico su persone con GreenPass. in un’ottica di sicurezza aziendale avrei imposto il tam-pone rapido a tutti gli operatori, anche quelli vaccinati.
● eccessivi i controlli quotidiani dei green pass per piccole attività con 1/2 dipendenti
● il nostro RSPP Lodi è stato bravissimo, ha chiarito tutto immediatamente, ci ha detto subito cosa fare e ci ha fatto anche dei webinar per spiegarci il COVID e come compor-tarci, la contaminazione crociata, l’importanza di aumentare le pulizie anche nei bagni che noi non avevamo capito, l’attenzione all’uso corretto delle mascherine e l’areazio-ne. interessante il materiale che ci ha illustrato
● Abbiamo adottato tutte le precauzioni in relazione all’ambiente di lavoro ed al tipo di mansione dei dipendenti
● I fazzoletti di stoffa non sono di buon senso e bisogna mantenere alta l’attenzione sul-le procedure, la sicurezza igienica non è scontata e può dipendere dai comportamen-ti personali
●
no-● nessuna
● non saprei
● Segnalo che le associazioni si sono trovate in grande difficoltà a operare nella prima fase della pandemia a causa di difficoltà nel reperimento dei DPI e difficoltà ad avere l’assicurazione per malattie da contagio. Il CSV si è fatto tramite per tutto il mondo del volontariato e ha presentato queste difficoltà alle Fondazioni del territorio. Per prima Fondazione di Modena si è resa disponibile a un progetto e ha coinvolto le altre fonda-zioni per reperire DPI e assicurare centinaia di volontari impegnati nei servizi. Il CSV a fronte di una donazione di 47.000€ delle Fondazioni di Modena, Carpi, Vignola, Miran-dola, Cento ha acquistato dispositivi, gel per la disinfezione delle mani e ha stipulato una nuova polizza per centinaia di associazioni. Con Fondazione Modena e Banca eti-ca si è dato vita a un progetto per il credito agevolato alle associazioni.
● valutazione costi mascherine con ristori mediante procedure snelle ammettendo anche acquisti fuori da fattura purché dimostrabili
● come sempre l’unica critica è che a forza di super esperti a vario titolo che a tutte le ore e con qualunque mezzo sparlavano sui media, l’informazione vera e scientifica è diven-tata una farsa. La mancanza di oggettività e di una voce credibile governativa fatta pas-sare sulla televisione di Stato, ce la portiamo dietro ancora oggi ed è sfociata nei NO VAX, gente che non sa o non conosce i rischi che corre e che fa correre ai propri cari.
● Un servizio centrale (universitario) in grado di rispondere ai dubbi delle aziende sull’in-terpretazione dei decreti potrebbe essere davvero apprezzato. È indiscussa
l’autori-tà decisionale del datori lavoro, rspp e medico, ma una consulenza competente ester-na (anche in forma di portale) credo possa essere di interesse per tantissime aziende.
● Mascherine e gel sarebbe stato opportuno che fossero a carico dello Stato
● Noi giriamo con furgoni presso terzi, ritiriamo merce e facciamo le consegne. Ogni ope-ratore usa un mezzo, da solo e sempre lo stesso. Quindi pulirlo sempre non serve.
Mascherina per entrare poi il gel lo trovano li.
● Troppa fatica nella gestione dei casi positivi e nel contatto con Asl. Ora poi troppe rego-le che cambiano di continuo negli asili
● Siamo impresa familiare, in tre (di cui io e mio marito). Non riceviamo terzi. Quindi sia-mo semplicemente stati attenti, indossando la mascherina. Per il resto ognuno lavora sulla propria macchina.
● In contoterzismo agricolo ognuno esce con un mezzo, organizzandoci che fosse sem-pre quello. Le poche volte in cui si parlava col cliente lo si faceva a distanza e con mascherina. Ora va meglio.
● Sui bagni è stato RSPP a ricordarci che li poteva esserci un rischio, non ci aveva-mo pensato. Per il resto abbiaaveva-mo pulito spesso, areato i locali (sempre consigliati da RSPP), lavorato in smart working con a rotazione la presenza in ufficio.
● lavoriamo in sicurezza, permetteteci di lavorare, basta tutte queste regole
appunto, è ricercabile nei professionisti che hanno assistito le aziende nella stesura e applicazione dei protocolli anti-contagio. In questo senso, si dà atto che le informazioni relative alle “misure di prevenzione e prote-zione” nei luoghi di lavoro sono rientrate automaticamente nel manda-to professionale dei predetti consulenti tecnici; per di più malgrado l’as-senza, in taluni ambienti, del “rischio specifi co” del contagio da SARS-CoV-2. Per contro, non si omette di osservare che la gestione di una par-te dei protocolli è stata rimessa (o si sarebbe dovuta rimetpar-tere) ai medici competenti.
1. Chiarezza e consapevolezza dei protocolli
La prima domanda mira a comprendere quanta chiarezza sia stata raggiunta dal Protocollo d’intesa del Governo con le Parti sociali.
Il paniere di risposte è composto da 62 unità, dove per “unità” si intendono “Consulenti in materia di sicurezza” incaricati presso aziende del territorio modenese, con o senza designazione al ruolo di RSPP in quanto irrilevante ai fi ni della ricerca. L’88,7% (55 risposte su 62 totali) ha risposto favorevolmente, contro solo l’11,3% (7 unità) che ha non ha ritenuto suffi cientemente chiari i protocolli promossi dal Governo.