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Altri programmi e politiche UE coerenti con la Strategia S3

1. Dalle sfide globali alla regione del futuro

1.3 Le sfide globali della nuova programmazione europea

1.3.4 Altri programmi e politiche UE coerenti con la Strategia S3

Con la comunicazione 640(2019) dell’11/12/2019 la Commissione Europea ha presentato il GREEN DEAL per l’Unione Europea, il piano che ha come obiettivo principale il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. È una strategia di crescita di ampio respiro e di lungo periodo, presenta una visione olistica e trasversale, coinvolgendo tutti i settori economici e sociali al fine di trasformare l’economia dell’UE per un futuro sostenibile. La Commissione sottolinea come tutte le azioni e le politiche dell'UE dovranno contribuire agli obiettivi del Green Deal europeo.

Principali settori coinvolti da questo cambiamento di prospettiva:

● Energia - La priorità principale della strategia riguarda l'efficienza energetica. Il settore energetico, infatti, dovrà essere basato principalmente su fonti rinnovabili, dovrà essere sicuro e disponibile a prezzi accessibili. Per fare ciò, il mercato europeo dell’energia dovrà essere pienamente integrato, interconnesso e digitalizzato, nel rispetto della neutralità tecnologica. La commissione individua come elementi chiave: le fonti di energia rinnovabili e l’aumento della produzione eolica offshore;

l’integrazione intelligente delle energie rinnovabili e l’efficienza energetica al fine di conseguire la decarbonizzazione del gas; le infrastrutture intelligenti.

● Industria sostenibile - Per conseguire gli obiettivi di un'economia circolare e a impatto climatico zero è necessaria la piena mobilitazione dell'industria. La Commissione sostiene, inoltre, come la decarbonizzazione e la modernizzazione delle industrie ad alta intensità energetica, come quelle dell'acciaio, dei prodotti chimici e del cemento, siano essenziali. Verrà presentata anche una politica per i “prodotti sostenibili” al fine di sostenere la progettazione circolare di tutti i prodotti sulla base di una metodologia e di principi comuni, dando priorità alla riduzione e al riutilizzo dei materiali prima del loro riciclaggio. Il piano d'azione comprenderà inoltre misure volte a incoraggiare le imprese a offrire e a consentire ai consumatori di scegliere prodotti riutilizzabili, durevoli e riparabili.

● Costruzioni e ristrutturazioni - La Commissione sostiene che per far fronte alla duplice sfida dell'efficienza energetica e dell'accessibilità economica dell'energia, attraverso le ristrutturazioni sarà possibile ridurre l'importo delle bollette energetiche contrastando così la povertà energetica e dando impulso al settore dell'edilizia, costituendo in questo modo un'occasione per sostenere le PMI e i posti di lavoro a livello locale. La Commissione propone di collaborare con i portatori di interessi a una nuova iniziativa in materia di ristrutturazione nel 2020. Si presterà particolare attenzione alla ristrutturazione dell'edilizia sociale, per aiutare le famiglie in difficoltà, senza dimenticare anche scuole e ospedali.

● Mobilità sostenibile - Per conseguire la neutralità climatica sarà necessario ridurre del 90% le emissioni prodotte dai trasporti. Per raggiungere questo obiettivo dovranno essere coinvolte tutte le tipologie di trasporti e sarà necessario fornire agli utenti delle alternative più economiche, accessibili, sane e pulite rispetto alle loro attuali abitudini in materia di mobilità.

● Sistema alimentare - La strategia "Dal produttore al consumatore" contribuirà a realizzare un'economia circolare e perseguirà l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale dei settori della trasformazione alimentare e del commercio al dettaglio intervenendo sui trasporti, lo stoccaggio, l'imballaggio e i rifiuti alimentari.

● Ecosistemi e biodiversità - La strategia prevede obiettivi globali di tutela della biodiversità oltre a impegni per affrontare le principali cause della sua erosione nell'Unione, sostenuti da traguardi misurabili.

● Inquinamento e sostanze tossiche - la Commissione adotterà nel 2021 un piano d'azione per l'inquinamento zero di aria, acqua e suolo. Per garantire un ambiente privo di sostanze tossiche, la Commissione presenterà una strategia in materia di sostanze chimiche per la sostenibilità. In questo

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modo si contribuirà a proteggere meglio dalle sostanze chimiche pericolose sia i cittadini che l'ambiente e si favorirà l'innovazione per lo sviluppo di alternative sicure e sostenibili.

Nella Comunicazione “Piano di investimenti del Green Deal europeo” (COM 21(2020) del 14/01/2020) la Commissione ha illustrato il Piano Finanziario che sosterrà il Green Deal. La Commissione sostiene che nel prossimo decennio il piano di investimenti per un'Europa sostenibile permetterà di mobilitare, attraverso il bilancio dell'UE e gli strumenti associati, investimenti sostenibili privati e pubblici per almeno 1000 miliardi di euro.

Meccanismo per una transizione giusta

Nell’annunciare il Green Deal europeo, la Commissione evidenzia di essere consapevole di come i gruppi più vulnerabili siano maggiormente esposti agli effetti nocivi dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale.

Per questo motivo ha proposto un Meccanismo e un Fondo per una transizione giusta, volti a non lasciare indietro nessuno. Le profonde modifiche strutturali avranno, infatti, ripercussioni differenziate a livello sociale e territoriale sui cittadini e sui lavoratori. Il meccanismo per una transizione giusta si concentrerà sulle regioni e sui settori maggiormente colpiti dalla transizione a causa della loro dipendenza dai combustibili fossili o da processi industriali ad alta intensità di gas a effetto serra. Tre pilastri:

1) il Fondo per una transizione giusta (JTF), attuato in regime di gestione concorrente, servirà per concedere principalmente sovvenzioni. Si concentrerà sulla diversificazione economica dei territori maggiormente colpiti dalla transizione climatica nonché sulla riqualificazione professionale e sull'inclusione attiva dei loro lavoratori e delle persone in cerca di lavoro.

2) un regime specifico per le regioni interessate dalla transizione giusta (InvestEU) che attirerà investimenti privati. Il regime specifico nell'ambito di InvestEU riguarderà progetti relativi alle infrastrutture dell'energia e dei trasporti, comprese le infrastrutture del gas e il teleriscaldamento, come pure progetti di decarbonizzazione.

3) uno strumento di prestito per il settore pubblico attuato con il gruppo BEI al fine di mobilitare investimenti pubblici a favore delle regioni interessate. I prestiti metterebbero a disposizione degli enti pubblici risorse utili per attuare misure che agevolino la transizione verso la neutralità climatica. Gli investimenti finanziati spazieranno dalle infrastrutture energetiche e di trasporto alle reti di teleriscaldamento, passando per le misure di efficienza energetica – compresa la ristrutturazione edilizia – e l'infrastruttura sociale, ma possono Attrae investimenti privati riguardare anche altri settori.

Piano d’azione per l’economia circolare

La comunicazione della Commissione “Un nuovo piano d'azione per l'economia circolare. Per un'Europa più pulita e più competitiva” dell’11 marzo 2020 si inserisce all’interno della strategia del “Green Deal”. Il piano presenta una serie di iniziative interconnesse tra loro che istituiscono un quadro strategico per i prodotti che verrà attuato progressivamente e porrà l’accento sulle catene di valore dei prodotti chiave. All’interno del piano i prodotti, i servizi e i modelli imprenditoriali sostenibili diventeranno la norma e a trasformare i modelli di consumo per evitare soprattutto la produzione di rifiuti. Il piano ambisce anche a garantire che l’economia circolare vada a beneficio delle persone e dei territori, contribuendo alla neutralità climatica e sfruttando il potenziale di ricerca, innovazione e digitalizzazione.

Digital Europe

Compreso nella proposta sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027, è il primo programma Europeo dedicato al digitale. La proposta della Commissione europea di istituire il programma

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Digital Europe nasce dalla consapevolezza che per garantire una profonda trasformazione digitale siano necessari investimenti nelle infrastrutture digitali strategiche, nel miglioramento delle competenze avanzate e nella modernizzazione dell'interazione tra i governi e i cittadini. La Commissione ritiene indispensabile un sostegno destinato a quegli upstream input (“contributi a monte”) in settori tecnologici in rapida evoluzione quali il calcolo avanzato e la gestione dei dati, la cybersicurezza e l'intelligenza artificiale, anche per rispondere alla sfida che l'Europa sta affrontando in un contesto di crescente concorrenza globale. Gli investimenti finalizzati all'acquisizione delle capacità più avanzate in questi settori, la garanzia del loro impiego ottimale in modo interoperabile a livello dell'UE e l'acquisizione delle competenze necessarie per svilupparle e utilizzarle apporteranno un fondamentale stimolo alla trasformazione digitale dell’economia e della società. Particolare attenzione spetterà ai settori in cui la spesa pubblica produce il massimo effetto, come la sanità, la giustizia, la protezione dei consumatori e le pubbliche amministrazioni, senza dimenticare il sostegno alle PMI per adeguarsi al cambiamento digitale.

I cinque obiettivi specifici del programma sono i seguenti:

● Calcolo ad alte prestazioni;

● Intelligenza artificiale;

● Cybersicurezza e fiducia;

● Competenze digitali avanzate;

● Implementazione, impiego ottimale della capacità digitale e interoperabilità.

Il programma Digital Europe integra e affianca una serie di altri strumenti proposti nel quadro finanziario pluriennale post 2020, tra cui Horizon Europe, il Meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility - CEF), il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e InvestEU.

Nel primo anno di attuazione di Digital Europe (2021) verrà istituita una rete dei poli dell'innovazione digitale (Digital Innovation Hub - DIH) , che sarà determinante per il trasferimento dei risultati delle attività di ricerca ed innovazione dalle università alle imprese, prevedendo un forte coinvolgimento delle micro e piccole imprese. Nel dettaglio, i fondi UE previsti da Digital Europe saranno investiti per rafforzare le capacità dei poli e delle competenze digitali delle aziende e delle amministrazioni pubbliche, collaborando con i Competence Center europei e gli Stati membri.

Agenda Europea della Competenze 2020-2025

L’Agenda introduce un nuovo approccio dell’UE in materia di competenze che si concentra sulla necessità di consentire alle persone lo sviluppo di competenze nel corso di tutta la vita, garantendo che il diritto alla formazione e all'apprendimento permanente, sancito dal Pilastro europeo dei diritti sociali, diventi una realtà in tutta l’Unione europea, e sulla necessità di "competenze per l'occupazione", ovvero competenze che permettano alle persone di trovare un posto di lavoro, sulla base di un'analisi solida del fabbisogno di skills e di un’offerta formativa moderna e dinamica che si collega direttamente alle esigenze del mercato del lavoro.

L’Agenda delinea quindi una strategia di intervento articolata in 12 azioni riguardanti:

1. Un Patto per le competenze

2. Miglioramento dell'analisi del fabbisogno di competenze

3. Sostegno dell'UE agli interventi strategici nazionali in materia di sviluppo delle competenze

4. Proposta di raccomandazione del Consiglio relativa all'istruzione e formazione professionale per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza

5. Attuazione dell'iniziativa delle università europee e sviluppo delle competenze degli scienziati 6. Competenze a sostegno delle transizioni verde e digitale

7. Aumento dei laureati in discipline STEM e promozione delle competenze imprenditoriali e trasversali

8. Competenze per la vita

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9. Iniziativa per i conti individuali di apprendimento 10. Un approccio europeo alle micro-credenziali 11. La piattaforma Europass

12. Miglioramento del quadro di sostegno per sbloccare gli investimenti privati e degli Stati membri nelle competenze

Per lo sviluppo delle competenze e la riqualificazione sarà possibile contare su diversi strumenti di finanziamento UE, come il Fondo sociale europeo Plus che, con una dotazione proposta di 86 miliardi di €, continuerà ad essere un'importante fonte di finanziamento per le attività nazionali di sviluppo delle competenze e di riqualificazione; il nuovo programma Erasmus+ che, con un budget proposto di oltre 24 miliardi di €, potrà contribuire allo sviluppo di competenze e finanziare alcune delle azioni previste dall’Agenda, come ad esempio le università europee; il programma Europa digitale che, con una dotazione proposta di 9,2 miliardi di euro, investirà invece nello sviluppo dell'offerta accademica nel settore digitale e in opportunità di formazione specializzata in settori quali i Dati e l’Intelligenza Artificiale, per sopperire alle attuali carenze di competenze e professionalità; nel quadro di Next Generation EU, il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, con una dotazione pari a 560 miliardi di € in sovvenzioni e prestiti, offrirà inoltre agli Stati membri ampie opportunità di finanziare iniziative di sviluppo delle competenze e di riqualificazione, adottando le opportune riforme.

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