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Capitolo secondo

Matrice 4: Regards croisés sur les aires protégées marines et terrestres

2.4 Altri riferimenti scientifici: gli approcci ICAM ed ICARM

In questo paragrafo, allo scopo di offrire una migliore e maggiore completezza di riferimenti scientifici, saranno riportati gli orientamenti metodologici seguiti (seppure a grandi linee) ed il senso di abduzione conseguente.

Già nel 1994 le Nazioni Unite, hanno dettato le linee guida per lo sviluppo sostenibile per le diverse aree del mondo con particolare focus alle coste e alle aree marine. Da qui i due approcci metodologici: ICAM e ICARM (United Nations Environment Programme, 1994 e 1999).

Partiamo dall’approccio metodologico: ICAM (Integrated Coastal And marine area Management Priority Action Programme Regional Activity Centre [PAP/RAC] of the Mediterranean Action Plan) UNEP): trattasi di un processo continuo, attivo ed adattabile della gestione delle risorse per lo sviluppo sostenibile delle aree costiere.

Di essa, il turismo rappresenta l’aspetto centrale. Di fatto, il Protocollo ICAM rappresenta lo strumento per implementare la strategia del turismo sostenibile a livello locale. L’inclusione del turismo sostenibile nel Protocollo si basa sull’esito della Conferenza Euro-Mediterranea svoltasi ad Helsinki nel 1997, in cui una delle azioni prioritarie per la gestione integrale delle zone costiere era la promozione del turismo sostenibile.

La metodologia ICAM, con l’introduzione del livello locale, offre un valore aggiunto alle strategie nazionali esistenti, come la Gestione Integrata delle Zone Costiere (Coastal Integrate Zone Management- ICZM) protocollo firmato a Madrid il 21 gennaio 2008 che rappresenta il settimo strumento attuativo della convenzione di Barcellona ed attivato dalla Commissione Europea per unire le diverse politiche locali, regionali, nazionali ed europee e gli attori coinvolti nella vita quotidiana delle zone costiere.

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Poiché, le aree costiere della EU affrontano situazioni di sfide, complesse e composite, provenienti da diverse fonti, la Commissione Europea ha valutato il bisogno di una politica costiera coordinata.

Accanto al bisogno di proteggere il funzionamento di ecosistemi naturali, scopo centrale della strategia, quindi, l’ICAM cerca al contempo di migliorare il benessere economico e sociale delle zone costiere supportandole nello sviluppo del loro pieno potenziale come comunità moderne e vivaci. Pertanto, si è giunti alla matura consapevolezza che nelle zone costiere le finalità ambientali e socioeconomiche siano intrinsecamente interconnesse.

Vicino, più ampio ed articolato al protocollo ICAM risulta l’approccio ICARM Integrated Coastal Area e River Management che fornisce una chiave manageriale per lo sviluppo integrato di ambienti naturali, economici e culturali in bacini fluviali e zone costiere.

Esso nasce per rispondere alle esigenze di guida e di controllo della varietà fisica, biologica, ed ecologica delle risorse ambientali per le quali gli obiettivi di gestioni attuali ed unilaterali non sono più sufficienti. A monte di questo ragionamento, vi è stata la necessità di sviluppare un nuovo approccio di gestione ambientale che tenga conto del legame funzionale tra la costa e il bacino fluviale.

La gestione attiva delle coste e dei bacini idrografici si è resa necessaria per risolvere conflitti di attribuzione degli spazi e dell’uso delle risorse necessari ad una popolazione in rapida crescita. In effetti, la zona costiera è sempre stata una zona di intensa attività umana e, quindi, di interessi molteplici. I problemi riguardano soprattutto la disponibilità di terreni per l’urbanizzazione, il turismo, lo sviluppo industriale e portuale, la qualità delle risorse marine ad esempio la pesca, l’acquacoltura, il turismo ed altro. Questi ingredienti espandono il dominio di gestione ed evidenziano la necessità di una visione olistica nel rispetto ad un quadro di attività multisettoriale.

In altri termini, lo strumento ICARM fornisce il contesto in tutti i suoi aspetti fisici, biologici, ecologici ma anche socio/economici. Tutto ciò ha richiesto un maggior e migliore coordinamento di policy-making e di azioni.

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Quindi, l’approccio di gestione integrato (ICARM) consente di ottimizzare gli interventi di politica nello spazio e nel tempo, per ridurre i potenziali conflitti ed ottimizzare le sovrapposizioni. Tale obiettivo può essere raggiunto solo per mezzo del riconoscimento di legami fondamentali tra zona costiera e bacino tra processi naturali e tra attività umane.

Ma allora quali insegnamenti? Quali direttrici? Un attento processo di abduzione delle metodologie suindicate è risultato utile ai fini della presente indagine. Gli approcci settoriali, sebbene coordinati, risultano poco efficaci. I sistemi complessi vanno trattati e, pertanto, analizzati con concettualizzazioni47 interdipendenti nel rispetto di un quadro sociale ed economico il più possibile aderente agli scopi, agli obiettivi ed, eventualmente, ai sub obiettivi preposti. In particolare, va evidenziato anche che i processi sono dinamici sia negli ambienti terrestri e sia in quelli marini, con un approccio multidisciplinare capace di agevolare più che un dialogo orizzontale e/o verticale una connessione di tipo reticolare. Ciò perché la complessità dei problemi suggerisce una serie di alternative di obiettivi combinati con le opzioni politiche.

Di qui, la consapevolezza che le azioni e le reazioni devono formare una catena nella quale la posizione di ogni anello deve essere complementare, piuttosto, che concorrenziale. In aggiunta, le strategie di gestione possono essere proattive o reattive.

Quindi, in una sola battuta i concetti guida possono identificarsi in:

1. Contesto;

2. Focus di analisi;

3. Caratterizzazione dei problemi;

4. Modelli di interazione riflettenti la struttura e la dinamica delle relazioni nei loro elementi salienti di:

a. Comunità [locale]; b. Informazione [trasmissione]; c. Consultazione; 47 Si veda il capitolo IV

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d. Quesiti e discussione;

e. Proposta;

f. Decisioni;

g. Responsabilità di pianificazione e di processo decisionale.

Il processo di analisi scientifica, dunque, non può che essere di tipo olistico per mezzo della partecipazione di tutte le parti coinvolte, compreso il settore privato e pubblico.

Trattasi di un processo integrato ed inclusivo che ha per oggetto uno spazio di interscambio tra forze fisiche, biologiche, sociali, culturali ed economiche.

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