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Capitolo Terzo

Grafico 28: Capacità tecniche e di servizi in dotazione alle unità da pesca, per marinerie di appartenenza

3.10 Lo studio del caso I principi progettuali come criteri di analis

3.10.1 Il primo principio progettuale applicato allo stakeholder: pescatore

Il primo principio progettuale, chiara definizione dei confini, prescrive che i singoli soggetti o le famiglie che hanno diritto di prelevare unità di risorse dai sistemi di risorse collettive devono essere chiaramente individuati, così come devono esserlo i confini del sistema d’uso stesso.

Contestualizzando tale principio alla categoria ed all’area marina protetta di riferimento, i confini assumono una caratterizzazione concettuale differente, che risponde alle esigenze classificate di seguito:

1. Organizzare l’azione collettiva;

2. Conoscere chi la usa, come e/o per conto di chi ...;

3. Costruire il quadro degli appropriatori/utilizzatori interni (locali autorizzati);

4. Definire gli appropriatori/utilizzatori terzi;

5. Caratterizzare la forma istituzionale: da risorsa ad accesso aperto a risorsa comune;

6. Preparare l’impianto regolatorio.

Il principio e la sua caratterizzazione seguono, dunque, il punto di vista del pescatore. In altre parole, i punti corrispondono agli elementi strutturali di cui si compone il concetto generale, i confini, per la categoria in esame.

Di fatto, in base al diritto di prelevare risorse è necessario per chi pescatore lo detiene che conosca variabili intervenienti endogene, come la quantità e la qualità da pescare, o, esogene, come il numero e/o la qualità degli appropriatori esterni.

Allo scopo di sapere il quanto ed il quale, l’ambito passa da una risorsa ad accesso aperto priva cioè di regole e regolamenti ad una risorsa più propriamente comune aprendo così la via alla costruzione dell’impianto regolatorio, generale.

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In questo momento di analisi si passa alla costruzione descrittiva del quadro logico la cui rappresentazione grafica viene riportata in appendice AA.

Il primo passo riguarda l’architettura del diagramma dei problemi. A riguardo, va precisato che la costruzione segue un percorso inverso, ovvero, si parte dalla determinazione delle cause67 per, poi, passare alla ridefinizione del problema, ovvero, all’effetto.

Ancor prima di passare alla spiegazione delle cause è, importante, conoscere l’obiettivo generale del diagramma degli obiettivi. Ciò, perché, solo dopo aver stabilito l’obiettivo generale per mezzo del senso di significazione inverso si definiscono le cause e, quindi, l’effetto (per ulteriori approfondimenti, si veda l’appendice AA).

In altre parole, se l’obiettivo generale è la chiara definizione dei confini significa che nel contesto oggetto di indagine l’obiettivo, sebbene perseguito, non è stato raggiunto. Allora viene spontaneo chiedersi: perché? Perché si deve raggiungere una chiara definizione dei confini probabilmente poiché non esiste una definizione fisica e tecnica dell’area e non esiste un quadro definito di appropriatori/utilizzatori (limitatamente al senso di significazione del contesto conoscitivo della categoria dei pescatori).

Del resto nell’ottica dei pescatori, il confine, non ha solo il significato fisico e/o geografico ma sicuramente anche quello della numerosità degli appropriatori/utilizzatori esterni concorrenti sulla stessa risorsa.

Gli obiettivi specifici discendono, poi, da quello generale e possono essere vari e diversi ma sempre correlati al concetto base. In questo caso specifico, il concetto, confini, rimane comune a tutti e quattro gli obiettivi specifici pur differenziandosi come naturale e strategico nella natura specifica: fisica, tecnica, di numerosità interna ed esterna.

A questo punto, la metodologia scelta rappresentata graficamente in appendice AA, riporta il percorso di costruzione operativo degli indicatori nei suoi quattro

67 In questo lavoro di ricerca ci si è soffermati sulle cause di I livello, perché, ritenute

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pilastri costitutivi, quali: la logica di intervento, gli indicatori, i risultati attesi e le fonti di verifica68.

La logica di intervento, relativa alla definizione fisica dei confini poggia su di un chiaro indicatore, ovvero, sulla estensione marittima totale che corrisponde a 11.256 ettari ed interessa ben 52.386 metri di costa.

A seguire i confini tecnici, risultano fare perno almeno su tre indicatori, quali: i mestieri consentiti per stagione di pesca, la tipologia di prelievo per stagione di pesca, nonché, per i mestieri consentiti.

La tabella che segue racchiude i contenuti informativi relativi ai tre indicatori su elencati.

Tab.19: Caratterizzazione delle varietà di specie, per mestieri di pesca Mestieri di pesca Varietà di specie G F M A M169 G170 L A171 S O N D Attrezzi da posta Triglie si si si si si si si si si si si si Lucerne si si si si si si si si si si si si Scorfani si si si si si si si si si si si si Seppie si si si si si si si si si si si si Misto per zuppa si si si si si si si si si si si si Piccola circuizione no no no no no no no no no no no no Nasse Polpi no no no no no no no no no no no no Parangali (coffe) Pesce bianco si si si si si si si si si si si si Spigole si si si si si si si si si si si si Orate si si si si si si si si si si si si Occhiate si si si si si si si si si si si si Saraghi si si si si si si si si si si si si Ferrettara Palamito si si si si si si si si si si si si Sgombro si si si si si si si si si si si si 68

Per problemi di sintesi, le fonti di verifica verranno riportate in appendice AA.

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M1:identificativo mese di maggio

70 G1: identificativo mese di giugno 71

176 Tonno (7/8 Kg.) si si si si si si si si si si si si Lenze a traino Ricciola no no no no no no no no si no no no Dentice no no no no no no no no si no no no Spigola no no no no no no no no si no no no Pesce bianco no no no no no no no no si no no no Lenze (Bolentino) Loveri si si si si si si si si si si si si Mafroni si si si si si si si si si si si si Mennelle si si si si si si si si si si si si Raccolta in immersion e Ricci no no no no no no no no no no no no Reti da posta Triglie si si si si si si si si si si si si Lucerne si si si si si si si si si si si si Scorfani si si si si si si si si si si si si Seppie si si si si si si si si si si si si Misto per zuppa si si si si si si si si si si si si Strascico no no no no no no no no no no no no

Altro Non rilevato

Fonte: mia elaborazione sul campo

I mestieri di pesca praticati sono quelli consentiti dal Regolamento AMP, in vigore. Essi sono gli attrezzi da posta, i parangali, la ferrettara, il bolentino e le reti da posta.

Il loro utilizzo è direttamente funzionale al prelievo per specie e non per stagione di pesca. Di fatto, come risulta evidente dalla tab. 19, gli attrezzi da posta, i parangali, la ferrettara, il bolentino e le reti da posta si utilizzano tutto l’anno. Per converso, l’utilizzo della piccola circuizione, delle lenze a traino, della raccolta in immersione e dello strascico è vietato.

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Altrettanto interessante risulta, invece, la varietà del prelievo relativa all’intero arco temporale di riferimento per mestiere di pesca. Con la tipologia attrezzi da posta, la varietà del prelievo sull’anno si arricchisce almeno di 5 specie se il misto per zuppa viene considerato in termini di specie singola. Lo stesso accade per l’uso dei parangali che permette il prelievo del pesce bianco, delle spigole, delle orate, delle occhiate e dei saraghi.

A seguire, vi sono le reti da posta, le ferrettare ed il bolentino.

Inoltre, il quadro degli appropriatori/utilizzatori interni, si costruisce sul numero di autorizzazioni rilasciate per tipologie di mestieri di pesca. I grafici che seguono evidenziano il relativo quadro per ciascuna marineria di appartenenza. Nella marineria di Ischia gli attrezzi da posta praticati sono 17 su di un totale di 27.

In termini di numerosità seguono le reti da posta pari a 10 e la pratica dei parangali (coffe) che corrisponde a 8 unità.

Inoltre, da evidenziare il dato relativo alle nasse che esprime la quantità maggiore sull’intera isola d’Ischia.

Infine, non risulta l’utilizzo dello strascico.

[Rif. Grafico 29]

A Casamicciola Terme, invece, su di un totale esiguo pari a 4 unità da pesca, tre praticano pesca con gli attrezzi da posta, mentre, un solo pescatore pratica le nasse, i parangali, le lenze e le reti da posta.

Non risulta la pratica con lo strascico.

[Rif. Grafico 30]

A Lacco ameno si registra una convergenza pari al totale a favore dell’utilizzo degli attrezzi da posta.

Non risulta la pratica con lo strascico.

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A Forio su 22 pescatori ben 19 utilizzano gli attrezzi da posta, 15 i parangali (coffe) e 7 le ferrettare.

Da evidenziare il dato relativo alla pratica delle nasse a 4. Non risulta la pratica con lo strascico.

[Rif. Grafico 32]

Anche a Serrara Fontana si registra una convergenza sull’utilizzo degli attrezzi da posta.

Inoltre, la metà dei pescatori pratica pesca con la ferrettara. Non risulta la pratica con lo strascico.

[Rif. Grafico 33]

A Barano d’Ischia, invece, i pescatori sono solo 3 dei quali 2 praticano gli attrezzi da posta e 1 utilizza le nasse.

Non risulta la pratica con lo strascico.

[Rif. Grafico 34]

A Procida su di un totale di 18 pescatori ben 14 praticano attrezzi da posta, 13 reti da posta e 8 parangali.

Il numero dei pescatori che, invece, pratica pesca con le nasse risulta pari a 7. Non risulta la pratica con lo strascico.

Infine, il quadro degli appropriatori/utilizzatori esterni che si basa sul numero di autorizzazione esistenti, sul numero di sanzioni applicate e sulla tipologia dell’infrazione commessa.

Il grafico che segue evidenzia per l’appunto la caratterizzazione della flotta degli appropriatori/utilizzatori la cui sede legale è all’esterno dell’AMP, Regno di Nettuno.

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