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B) se è esterna ad aree naturali protette si prosegue nell’iter decisionale.

1.15 Lo stato della tutela della biodiversità in Italia

Manca tutt’ora la realizzazione del cuore della Convenzione sulla biodiversità, ovvero, la definizione della strategia nazionale per la Biodiversità che in attuazione della Legge n. 124 del 14 febbraio 1994, con cui il Parlamento italiano ha ratificato la Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica. Essa avrebbe dovuto fotografare lo stato di salute della biodiversità nel nostro Paese ed individuare le azioni necessarie per la conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica quale contributo concreto del nostro Paese ai traguardi del Countdown 2010, nonché, all’attuazione della Strategia per la conservazione della biodiversità e del paesaggio dell’Unione Europea.

Inoltre, mentre da un lato, sulla Carta Rete Natura 2000 in Italia e gli impegni presi a livello europeo presentano ottime prospettive in direzione di reali interventi di tutela delle aree protette coniugate a processi di sviluppo sostenibile per i territori in esse ricadenti; dall’altro, non si può negare, come sottolinea il WWF Italia, che vi sono degli elementi a tutt’oggi negativi e/o insufficienti, quali:

1. La burocratizzazione del processo di implementazione di Rete Natura 2000; […]

2. Il ritardo tecnico/culturale dell’Amministrazione pubblica in merito alla gestione e tutela dei siti della Rete Natura 2000;

3. L’omissione dell’obiettivo della conservazione della biodiversità a favore degli interessi dei settori produttivi (come l’agricoltura, la pesca, il turismo); […]

4. La mancanza decisionale a livello centrale in merito a chi deve gestire i siti Natura 2000 marini (Regioni? Stato?); […]

5. La non ancora attuata verifica che Rete Natura 2000 sia funzionale alla conservazione (E’una rete ecologica? Ha un approccio eco/sistemico valido? A quando le prime verifiche degli effetti sulla conservazione su specie e habitat e come valutarli?); […]

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6. La necessità di rimarcare l’obiettivo principale dell’istituzione della Rete Natura 2000, ovvero, la conservazione della biodiversità […] Al contrario, a fronte dell’ambizioso progetto intrinseco di Rete Natura 2000, la gestione è demandata al presente ed a strumenti pianificatori ancora troppo grezzi, quali i Piani di Gestione per mezzo dei quali si richiede alle Autorità locali il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat, delle specie vegetali ed animali d’interesse comunitario senza, tuttavia, avere a riferimento un Piano d’Azione (Regionale e/o Nazionale) di salvaguardia della biodiversità e Leggi adeguate al caso; […]

7. Nonostante la pubblicazione delle Linee Guida, i Regolamenti e le azioni che dovrebbero insistere e realizzarsi puntualmente sui singoli siti stentano ad essere approvati e finanziati ed ancora mancano di una visione d’insieme su scala, almeno, regionale al punto da chiedersi se i piani (ma anche l’individuazione dei siti) siano funzionali alla conservazione degli habitat e delle specie individuate; […]

8. La realizzazione di Natura 2000 è passata attraverso l’individuazione delle aree che presentano, sul proprio perimetro, esclusivamente habitat e specie, elencate nelle Direttive Europee; […]

9. La non applicazione della Valutazione d’Incidenza; […]

10.I Fondi Comunitari per il 2007/13 non sono in grado di fornire un adeguato supporto finanziario per la conservazione e l’implementazione di Rete Natura 2000. Ancor più preoccupante, il finanziamento per le aree marine facenti parti della Rete Natura 2000 è stato eliminato anche dai nuovi Regolamenti comunitari. Se la UE non porrà rimedio alla mancanza di finanziamenti, Rete Natura 2000 stenterà a decollare e metterà a rischio il conseguimento degli obiettivi che i singoli Stai membri si sono posti nell’ambito della biodiversità e dello sviluppo sostenibile;

Per garantire la massima coerenza e il pieno sviluppo della Rete Europea Natura 2000, a livello nazionale sono stati presentati:

- il Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 5 luglio 2007 (Elenco delle zone di protezione speciale (ZPS) classificate ai sensi

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della direttiva 79/409/CEE- Supplemento ordinario n. 167 alla Gazzetta Ufficiale n. 170 del 24 luglio 2007);

- il DPR 357/97 nel tempo è stato aggiornato e coordinato nei suoi elenchi da nuovi indirizzi normativi quali:

1. Il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 11 giugno 2007 (Modificazioni agli allegati A, B, D ed E del Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357);

2. Il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 17 ottobre 2007 (Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS);

3. Il Decreto 26 marzo 2008 (primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE);

4. Il Decreto 26 marzo 2008 (primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografia continentale in Italia, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE);

5. Il Decreto 3 luglio 2008 (primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografia mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE);

6. Il supporto limitato per azioni quali la creazione di network e di una coscienza ambientale è compreso nel nuovo Strumento Finanziario per l’Ambiente, LIFE+. Ciò rappresenterà effettivamente l’unico fondo per la biodiversità dell’UE a partire dal 2007. Si ritengono gravi i tagli dei finanziamenti per la rete Natura 2000 i cui effetti saranno evidenti a meno che non sia istituito un fondo centrale UE espressamente destinato a finanziare Natura 2000;

7. La perdita di un fondo specifico come il LIFE Natura per Natura 2000 minaccerà il conseguimento degli obiettivi legati alla conservazione della biodiversità entro il 2010”.

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Di recente, è stata approvata la Direttiva n. 56/2008 del Parlamento europeo e Consiglio, del 17 giugno 2008, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino (direttiva Quadro sulla strategia per l’ambiente marino) segue la Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, del 24 ottobre 2005, strategia tematica per la protezione e la conservazione dell’ambiente marino.

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