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AMBITO E OBIETTIVI DELL’INDAGINE

Nel documento Le variabili sul mercato del lavoro (pagine 39-42)

QUALE APPROCCIO E QUALI STRUMENTI PER QUALI POLITICHE

1.4 AMBITO E OBIETTIVI DELL’INDAGINE

Tenendo presenti anche i precedenti lavori, possiamo appunto considerare il V.I.S.P.O. come un quadro di riferimento semantico e concettuale all’interno del quale collocare le diverse fasi della programmazione e della valutazione delle politiche improntate alle pari opportunità tra donne e uomini.

A seconda che il riferimento sia quello della valutazione ex ante, quello della valu- tazione in itinere, quello della valutazione ex post, è possibile, attraverso il con- tenitore di significati a cui il modello rimanda, individuare gli indicatori più oppor- tuni per misurare ed analizzare l’applicazione di tale politica.

In questo caso l’ambito di applicazione a cui ci riferiamo è quello delle politiche di pari opportunità promosse all’interno del FSE per il 2000-2006 e quindi di quell’insieme di politiche che in senso più generale hanno agito sussidiariamen- te nel territorio nazionale a favore, in particolare, dei piani di azione dell’occupa- zione attraverso le seguenti priorità strategiche:

• lo sviluppo e la promozione di politiche attive del mercato del lavoro per com- battere e prevenire la disoccupazione;

• l’integrazione nel mercato del lavoro delle persone a rischio di esclusione sociale;

• la promozione e il miglioramento dei sistemi di formazione professionale e di istruzione nell’ambito di una politica di apprendimento lungo tutto l’arco della vita;

• il sostegno alle politiche di flessibilizzazione del mercato del lavoro e di promo- zione dell’imprenditorialità;

• il miglioramento dell’accesso, della partecipazione e della posizione delle donne nel mercato del lavoro.

Tre sono state le tipologie di azioni attraverso le quali tali strategie hanno trova- to attuazione:

• le Azioni rivolte alle persone, che rappresentano la principale tipologia di azio- ne cofinanziata dal FSE e che sono finalizzate allo sviluppo delle risorse umane. Si tratta delle tradizionali azioni finanziate dal FSE, tra cui: istruzione e formazione ai diversi livelli, aiuti all’occupazione anche in forma autonoma, svi- luppo di nuove forme di occupazione;

• le Azioni rivolte a strutture e sistemi, che hanno la finalità di qualificare il sistema istituzionale di governo delle politiche di riferimento del FSE e dei sistemi deputati alla loro attuazione. Fanno parte di queste azioni gli inter- venti rivolti al sistema dei servizi per l’impiego, ai sistemi della formazione e dell’istruzione, al sistema di governo e all’integrazione tra questi stessi sistemi;

• le Azioni rivolte all’accompagnamento, finalizzate a favorire la diffusione delle informazioni e a garantire forme di sostegno per agevolare l’ingresso e/o la permanenza nel mercato del lavoro.

Con riferimento alla ricerca qui proposta l’ambito di analisi è rappresentato, da un lato, da quelle che sono tradizionalmente le azioni cofinanziate dal FSE, le

Azioni rivolte alle persone e, dall’altro, dalle Azioni rivolte all’accompagnamento,

le quali interessano direttamente e indirettamente i destinatari degli interventi e sono finalizzate ad agevolarli nel raggiungimento dei risultati previsti dagli obiet- tivi globali e specifici della programmazione, eliminando i possibili ostacoli esi- stenti, siano questi di natura spaziale, infrastrutturale, organizzativa. Dalla descri- zione appare chiaro come siano azioni strettamente legate alle azioni rivolte alle persone, e come ciò che le caratterizza sia il rivolgersi a target specifici con l’intento di agevolarne la partecipazione alle azioni cofinanziate e l’inserimento/reinserimento nel mercato del lavoro e nei canali formativi.

La scelta di delimitare l’analisi a due tipologie di azione, escludendo la tipologia delle azioni rivolte alle strutture e ai sistemi, è stata dettata da diverse motivazioni: • in particolare le azioni rivolte alle persone sono le azioni tradizionalmente cofi- nanziate dal FSE e, conseguentemente, su questa tipologia di azione, esiste un maggior background da parte di chi è chiamato a programmare ed attuare interventi cofinanziati dal FSE;

• le azioni rivolte all’accompagnamento hanno comunque un legame molto forte con le azioni rivolte alle persone, in quanto sostengono il raggiungimento dei loro obiettivi;

• l’analisi orientata alla metodologia del gender budgeting è finalizzata ad ana- lizzare principalmente l’impatto delle decisioni di spesa sulle persone, nelle due componenti maschile e femminile;

• è sembrato pertanto più semplice, dato anche il carattere di sperimentalità di questo tipo di analisi applicata alle politiche cofinanziate dal FSE, concentrar- si su queste tipologie di azione rimandando a momenti di ricerca successivi l’analisi dell’impatto su uomini e donne delle decisioni di spesa legate all’attua- zione di azioni che non hanno ricadute dirette sulle persone.

L’ambito temporale in cui ricade l’analisi presentata è quello riferito agli anni 2001-2002. La scelta è dettata dalla opportunità di considerare azioni concluse per le quali è possibile ricostruire l’intero ciclo di vita che va dalla programmazio- ne, alla attuazione e all’implementazione, alla rendicontazione, anche finanziaria. L’ambito territoriale è rappresentato da 3 province del territorio nazionale Obiet- tivo 3: Genova, Modena, Siena. Tra questi territori, il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità e l’Isfol è stato siglato un protocollo d’intesa in data 9 settem- bre 2004 in cui ciascun firmatario ha assunto dei compiti e delle responsabilità al fine di portare a conclusione il lavoro qui presentato.

La scelta di questi tre territori è motivata da tre ragioni sostanziali:

• si tratta di territori già sensibili a questo tipo di analisi e di approccio che nel tempo hanno già attivato iniziative di gender budgeting;

• hanno dato la disponibilità ad estendere e condividere il loro know how alla analisi dei capitoli di bilancio riferiti alle politiche della formazione e del lavoro; 1.4 Ambito e

obiettivi dell’indagine

• gestiscono, grazie al processo di decentramento dal livello regionale al livello provinciale, autonomamente una quota della risorse di FSE a favore dei poten- ziali destinatari di tali politiche presenti nei rispettivi territori11.

Infine, con riferimento esplicito alla promozione delle pari opportunità tra donne e uomini, la programmazione del FSE per il 2000-2006 ha previsto, come è ormai noto a tutti gli addetti ai lavori, un duplice binario d’intervento: da un lato la pre- senza di un canale dedicato all’attuazione di progetti di pari opportunità per il quale in Obiettivo 3 è stato riservato il 10% delle risorse complessive, dall’altro la raccomandazione che in tutti i progetti promossi col FSE venisse rispettata la priorità del mainstreaming di genere12.

Come Gruppo di Lavoro abbiamo scelto di considerare sia gli interventi dedi- cati alle pari opportunità tra donne e uomini, ai quali è riservata la percentuale di spesa fissata a monte della stessa programmazione, in modo da vedere in quale direzione si è mossa la linea di finanziamento esplicitamente dedicata, sia tutti quegli interventi “apparentemente neutri” dal punto di vista del genere e finanziati a valere sulle linee di finanziamento non dedicate, in modo da veri- ficare invece quali ricadute questi abbiano avuto, anche in termini finanziari, sui due generi.

Definite, pertanto, le tipologie di azione considerate, gli anni di riferimento assunti, i territori all’interno dei quali trova concretezza la sperimentazione, i canali di intervento interessati, e cioè sia quello dedicato che quelli in cui dovrebbe manifestarsi il mainstreaming di genere, sintetizziamo con la tavola seguente gli Assi, ovvero le priorità strategiche che si dà il Fondo Sociale Euro- peo, e le Misure, ovvero gli strumenti tramite i quali gli Assi trovano attuazione su un arco di tempo pluriennale e che consentono il finanziamento delle singo- le azioni.

Assi e Misure riferiti alla programmazione di FSE attuata nel 2000-2006 nei tre territori dell’Obiettivo 3 considerati e che delineano i confini strategici e di inter- vento entro i quali il lavoro proposto in queste pagine si è svolto.

1.4 Ambito e obiettivi dell’indagine

11 Quello del decentramento dalle regioni alle province di una quota di risorse finanziarie a valere sul FSE, che è stato in linea di massima del 75%, è stato un processo frequente nella programmazione 2000-2006 in Obiettivo 3 ed è stato il frutto di un meccanismo di delega attivato principalmente con riferimento alle azioni rivolte alle persone al fine di rispondere meglio ai bisogni provenienti dal territorio. Tale processo di delega è coerente con le linee strategiche disegnate nei POR e con le azio- ni contenute nei CdP regionali.

12 Per approfondimenti sul concetto di mainstreaming di genere e sulla sua rilevanza negli interventi cofinanziati, cfr. Commission des Communautes Europeennes, Integrer l’egalité des chances entre les

femmes et les hommes dans l’ensamble des politiques et actions communautaires, Bruxelles,

21.02.1996, in COM(96) 67 final; Commission Européenne, Intégration de la politique d’égalité des

chances entre les femmes et les hommes dans les programmes et projets des fonds structurels, Mars

Tavola 1

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