• Non ci sono risultati.

La riclassificazione delle voci di bilancio

Nel documento Le variabili sul mercato del lavoro (pagine 54-58)

QUALE APPROCCIO E QUALI STRUMENTI PER QUALI POLITICHE

Tavola 1 Assi e Misure

1.5 L’APPROCCIO ADOTTATO: IL BILANCIO DI GENERE

1.5.3 La riclassificazione delle voci di bilancio

Accanto alla specificazione dei documenti di carattere maggiormente program- matico, il Testo Unico sugli Enti Locali detta indicazioni stringenti per la redazio- ne dei bilanci veri e propri.

In particolare, la classificazione di bilancio adottata per legge tiene conto della necessità di distinguere le poste in entrata e in uscita secondo la natura con- tabile della voce: la correlazione tra entrate e spese permette di rilevare l’equilibrio economico finanziario tra voci correnti, in conto capitale e in conto terzi.

La struttura tipica del bilancio di un Ente locale è rappresentata nella tavola seguente.

1.5 L’approccio adottato: il bilancio di genere

È del tutto evidente la difficoltà di analizzare un tale schema dal punto di vista di genere.

Tuttavia, oltre alla classificazione di tipo economico, è possibile una classificazio- ne per funzioni che mette in correlazione con le varie funzioni assegnate agli Assessorati le spese di pertinenza: amministrazione e controllo, giustizia, polizia locale, istruzione pubblica, cultura e beni culturali, viabilità e trasporti, sviluppo economico, etc.

Inoltre, come richiamato in precedenza, le Amministrazioni sono tenute ad espli- citare, in particolare nella Relazione Previsionale e Programmatica, le finalità del- l’azione pubblica, legate alla realizzazione di determinati programmi, il cui rag- giungimento è oggetto di specifica relazione, allegata al conto del bilancio e al conto del patrimonio.

In altri termini, grazie alla lettura in parallelo dei diversi documenti che compon- gono il sistema, è possibile disaggregare le voci dello schema contabile in modo tale da poter poi riaggregarle intorno a tematiche ed interventi più leggibili dal punto di vista della loro rilevanza per le persone, ed in particolare della loro signi- ficatività di genere.

La scelta della forma di riaggregazione non è univoca e dipende dall’istituzione coinvolta, dall’approccio concettuale prescelto, nonché dall’applicabilità di

Tavola 3

Struttura dei bilanci degli Enti locali

ENTRATE USCITE

Tributarie Personale

Acquisto di beni e servizi

Trasferimenti Ammortamenti

Trasferimenti

Extratributarie

Interessi passivi e oneri finanziari diversi

Altre spese correnti

Totale Entrate Correnti Totale Uscite Correnti

Alienazione di beni patrimoniali Investimenti in opere Mobili, attrezzature, etc. Trasferimenti Trasferimenti in capitale

Partecipazioni e conferimenti Riscossione di crediti Altre spese in c/capitale

Totale entrate in c/capitale Totale uscite c/capitale

Accensione di prestiti Rimborso di prestiti

Da servizi per c/terzi Per servizi in c/terzi

determinate tecniche analitiche21. Storicamente, la prima proposta ad ampia dif-

fusione e recepita da molte linee guida internazionali, indicava una classificazio- ne relativa alle spese del tipo seguente:

 destinate direttamente alle donne (programmi anti-violenza, sostegno a donne con minori a carico, …)

 per iniziative di pari opportunità rivolte a personale interno all’amministrazione (congedi parentali, formazione specifica, …)

 senza diretto riferimento al genere.

Oggi, e con specifico riferimento alle sperimentazioni iniziate in Italia, si vanno diffondendo schemi più articolati. In particolare, il modello pionieristicamente elaborato in diverse realtà territoriali liguri e accolto anche in altri progetti in corso22, suggerisce una classificazione basata su quattro aree:

 Aree direttamente inerenti il genere,  Aree indirettamente inerenti il genere,  Aree di genere “ambientali”,

 Aree neutre per il genere.

La classificazione proposta è di tipo gerarchico: al livello più alto si pongono le iniziative direttamente inerenti il genere, ad esempio incentivi per il reddito, per la disoccupazione, azioni mirate all’ingresso nel mercato del lavoro, etc.

Allo stadio successivo si pone l’area degli interventi indirettamente inerente al genere: comprende tutte le azioni mirate al sostegno del lavoro di cura, azioni potenzialmente in grado di incidere sulle disparità di genere legate al diverso ruolo delle donne all’interno della famiglia.

Le aree cosiddette “ambientali” sono quelle che incidono su aspetti del territorio particolarmente sensibili agli aspetti di genere. Ad esempio, la criminalità limita maggiormente le donne nella propria indipendenza e mobilità sul territorio; la via- bilità e i trasporti influenzano le varie attività di una famiglia; la cura e la qualità dell’ambiente circostante rendono più agevole il lavoro di cura per bambini e anziani all’interno della famiglia.

Ulteriori stimolanti riflessioni sono state proposte23per riaggregare le voci relati- ve alle funzioni di un’amministrazione locale intorno a temi di grande suggestio- 1.5 L’approccio

adottato: il bilancio di genere

21 Isfol - Unità Pari Opportunità, op. cit., Temi & Strumenti - Studi e Ricerche 14, Roma 2007. 22 Cfr. Provincia di Genova, Servizio politiche del lavoro Ufficio pari opportunità, op. cit., Gennaio-

Dicembre 2002; Regione Autonoma Valle d’Aosta, op. cit., Settembre 2004; Provincia di Genova, op.

cit., Marzo 2005.

23 Regione Emilia Romagna, op. cit., in Quaderni di pari opportunità, n. 1, 2005; Regione Emilia Roma- gna, Report conclusivo del progetto Implementazione degli strumenti di Gender Auditing già progetta-

ti nella programmazione finanziaria e di bilancio della Regione Emilia Romagna, finalizzata all’integra- zione dell’analisi e della programmazione di genere nei processi più generali di miglioramento dell’ef- ficienza e dell’efficacia delle politiche; Regione Emilia Romagna, Studio di fattibilità per la costituzio- ne del bilancio delle amministrazioni pubbliche secondo un’ottica di genere, progetto cofinanziato dal-

l’Unione Europea, Report finale, Gennaio 2003; Provincia di Modena, Bilancio di genere, atti del con- vegno Il Bilancio di genere della Provincia di Modena, Modena, 30 giugno 2005.

ne e di grande rilevanza per la cittadinanza femminile, quali la capacità di vivere in condizioni di sicurezza, di accedere all’istruzione e alla formazione, etc. Si tratta di spunti di grande interesse che testimoniano di come, una volta accet- tata la sfida di superare il dato meramente contabile, e anzi di utilizzarlo per la comprensione del significato più profondo e più complesso delle scelte di politi- ca finanziaria, molte siano le opportunità di approfondimento e comprensione. Il lavoro qui presentato non necessita di ulteriore approfondimento di questo punto, pur non potendone ignorare l’importanza, in quanto le scelte fatte a monte (esposte nel Paragrafo 1.4) ne impongono la focalizzazione su due tema- tiche ben precise: lavoro e formazione, coerentemente con le finalità del Fondo Sociale Europeo, che divengono per ciò stesso categorie di riaggregazione. In altri termini, non essendo oggetto di questa ricerca l’analisi dell’intero bilancio delle amministrazioni partecipanti, si è adattato l’approccio a quella parte - peral- tro consistente - di attività riconducibili alla formazione e al lavoro, e in analogia con alcune delle esperienze citate in precedenza, al loro interno si è scelto di approfondire due categorie precipue di intervento:

 quella delle “azioni dirette al genere”;

 quella delle “azioni indirette/trasversali rispetto al genere”.

Si tratta di una scelta coerente con le motivazioni di fondo di quello che è stato definito dual approach alla presa in conto del principio di parità e pari opportu- nità nelle politiche pubbliche, ovvero con la convinzione che tale principio, per la sua affermazione, richieda azioni specifiche rivolte alle donne, in speciale stato di disparità, come avviene per il 2000-2006 nel caso dell’Asse E del FSE, unite alla piena assunzione della dimensione di genere in tutte le politiche, nel main-

stream, ovvero negli Assi A, B, C e D.

L’auspicio è che l’approccio che verrà illustrato per il caso specifico possa sti- molare la riflessione su altri temi e venire facilmente trasferito.

Si osservi, infine, che seppur implicitamente, malgrado il bilancio sia composto di entrate ed uscite, venga in qualche modo spontaneo ragionare principalmen- te di spese.

Anche in questo caso, per la specifica sperimentazione di cui qui si dà conto, si tratta di una scelta pressoché obbligata: le risorse di cui si va ad analizzare l’impatto sulle donne sono di fonte certa, definita (in quanto determinata nel suo ammontare per l’intero periodo di programmazione) e “neutrale” - il Fondo Socia- le Europeo.

Non è così se si considera una manovra complessiva di bilancio24. Le risorse

pubbliche locali derivano da meccanismi complessi di trasferimenti e di imposi- zione locale che cominciano solo recentemente ad essere oggetto di analisi di genere. Sia questo un ulteriore spunto di successivi approfondimenti.

1.5 L’approccio adottato: il bilancio di genere

24 E forse non sarebbe così neppure se si volesse analizzare nel profondo l’origine delle risorse che co- finanziano gli interventi FSE.

Nel documento Le variabili sul mercato del lavoro (pagine 54-58)