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RICLASSIFICAZIONE DEI CREDITI SECONDO LA NORMATIVA CIVILISTICA, I PRINCIPI CONTABIL

3.1 L’ANALISI DI BILANCIO

Il bilancio, come già pronunciato nei precedenti capitoli, ha lo scopo di determinare il risultato economico e la situazione patrimoniale dell’impresa a fine esercizio, ovvero di fornire una serie di informazioni ai vari stakeholder interessati all’azienda relativamente allo stato in cui versa ma, non trasmette informazioni sulla situazione reddituale, patrimoniale, finanziaria e monetaria.

Il bilancio così redatto, in base alle regole fornite dalla normativa civilistica, piuttosto che dai principi contabili nazionali e internazionali propone una serie abbastanza contenuta e limitata di informazioni e per individuare alcune particolari tipologie di dati, può risultare utile rielaborare e analizzare quelli di cui si dispone81.

Ecco che, per risolvere questi problemi sopra citati, si può intervenire con l’analisi di bilancio, di cui vediamo ora nel dettaglio qualche definizione.

Secondo Facchinetti, “l’analisi di bilancio può essere definita come un complesso ragionamento, basato su uno o più bilanci, volto all’interpretazione dei dati ricavati da tali bilanci e teso a studiare particolari aspetti della gestione al fine di giungere all’espressione di un giudizio sull’azienda o su particolari aspetti della stessa.

Si tratta di una tecnica di tipo quantitativo.

In sintesi, le analisi di bilancio sono una tecnica di confronto di dati normalmente tratti da più bilanci d’esercizio e comparati nel tempo (con riferimento alla stessa impresa) e/o nello                                                                                                                

81 Pensiero condiviso con TEODORI, il quale in merito al bilancio ha affermato che “per meglio identificare il

potenziale informativo contenuto e formulare articolati e completi giudizi sul profilo economico indagato, è necessario sottoporre il bilancio ad elaborazione, utilizzando alcune tecniche riconducibili alla generica denominazione di analisi di bilancio” in “L’analisi di bilancio” di Teodori C., Torino, 2008, pag. 4

spazio (con riferimento a imprese diverse) al fine di potere, entro certi limiti, studiare aspetti della gestione aziendale complementari a quelli espressi dalla misura del reddito di esercizio e del connesso capitale di funzionamento.” 82

Teodori, invece, ritiene che “compiere analisi di bilancio significa applicare un metodo di ricerca in cui l’oggetto di indagine è scomposto ed esaminato nelle sue parti elementari, significative per il raggiungimento di definiti obiettivi conoscitivi.”83

L’analisi di bilancio può quindi essere vista come uno strumento attraverso il quale analizzare i dati per conoscere e valutare la realtà di una determinata azienda ma, in seguito all’analisi e alla rielaborazione, anche per evidenziare alcuni particolari aspetti della gestione e poter poi trarre delle conclusioni e prendere decisioni sulla base delle valutazioni e dei risultati ottenuti; quindi come sostenuto da Gigli e Tieghi, “la comprensione delle dinamiche gestionali sottostanti ai valori riportati nei bilanci di esercizio è agevolata dall’utilizzo di opportune rielaborazioni – comunemente indicate con l’espressione «analisi di bilancio» - che sono da tempo utilizzate nella prassi per approfondire le conoscenze connesse con gli andamenti economico-finanziari e con le modificazioni della struttura del capitale di funzionamento dell’impresa.

In particolare, tali analisi sono finalizzate a investigare come l’impresa si sia rapportata e si stia rapportando al rispetto delle condizioni di equilibrio dinamico che la connotano.”84

Come già ampiamente detto in precedenza, data la funzione informativa ricoperta dal bilancio di esercizio, esso si rivolge ad una pluralità di utenti i quali sono interessati alle informazioni che possono trasmettere i documenti id bilancio.

“Il bilancio di esercizio soggetto a pubblicazione è finalizzato, oltre a rispettare un obbligo di legge, a soddisfare il fabbisogno informativo di una molteplicità di interlocutori, prevalentemente esterni all’azienda. Genericamente essi si identificano con i conferenti di capitale-risparmio, i manager ed i dipendenti, l’amministrazione finanziaria, i clienti, i fornitori, i conferenti di capitale di prestito, i concorrenti, gli investitori istituzionali, i revisori, le agenzie di rating, i ricercatori, gli organi giudiziari, gli utilizzatori “intermedi” od a fini statistici, la stampa economica: non per tutti questi interlocutori risulta sufficiente il bilancio di esercizio, che deve essere opportunamente integrato da altre informazioni quali-                                                                                                                

82 FACCHINETTI, in “Analisi di bilancio” di Facchinetti I., Milano, 2008, pag. 3 e ss. 83 TEODORI, in “L’analisi di bilancio” di Teodori C., Torino, 2008, pag. 4

84 GIGLI, TIEGHI, in “Gli strumenti per le analisi del bilancio di esercizio” di Gigli S. e Tieghi M., Bologna,

quantitative. Tale molteplicità di soggetti, con caratteristiche ed interessi anche divergenti, è causa della necessità di adeguamento della metodologia generale di analisi agli scopi conoscitivi perseguiti.”85

I soggetti coinvolti nell’analisi di bilancio possono essere di due tipi, interni o esterni all’azienda86; l’analista esterno ha a disposizione esclusivamente i dati inseriti dagli amministratori durante la redazione del bilancio, nello stato patrimoniale, nel conto economico, nella nota integrativa ed eventualmente nella relazione sulla gestione o su altre relazioni o documenti che possono integrare i documenti obbligatori del bilancio ma, com’è facile intuire, spesso queste informazioni possono risultare insufficienti.

L’altra figura, ovverosia quella dell’analista interno, al contrario, risulta molto più agevolata in quanto oltre ai documenti a disposizione dell’analista esterno, può godere anche di tutta una serie di informazioni che permettono di trarre conclusioni, giudizi e valutazioni molto più attendibili. Come indicato da Facchinetti, infatti, “l’analista interno ha accesso ai dati sulla struttura organizzativa, ai dati della contabilità analitica, a quelli della programmazione aziendale (piani a medio-lungo periodo e budget di periodo e sue articolazioni per                                                                                                                

85 TEODORI, in “L’analisi di bilancio” di Teodori C., Torino, 2008, pag. 28

86 In proposito Antonelli e D’Alessio: “In base alla posizione che assume l’analista, si possono quindi

distinguere le analisi interne da quelle esterne. Le analisi interne:

- sono condotte dalla direzione amministrativa o finanziaria (o da un consulente pienamente addentro alle vicende aziendali);

- trovano fondamento in dati provenienti da numerose fonti quali la contabilità analitica, il budget, il piano, l’organigramma aziendale, i contratti in corso;

- sono precedute da una interpretazione a scopo revisionale, volta ad accertare l’attendibilità dei valori e a sterilizzare gli effetti delle politiche di bilancio;

- sono condotte in forma libera;

- hanno prevalentemente scopi di autodiagnosi o di pianificazione finanziaria; - sono destinate al vertice aziendale.

Le analisi esterne:

- sono condotte da un professionista esterno oda uno stakeholder dell’azienda esaminata (banca, fornitori, clienti, ecc.)

- trovano il loro unico supporto informativo nei bilanci, negli altri documenti destinati a pubblicazione e nelle notizie provenienti da fonti diverse circa l’azienda, il settore di appartenenza, le società controllate e collegate e così via;

- devono fare affidamento sui dati ufficiali; - sono condotte secondo schemi semi-rigidi;

- hanno prevalentemente scopi di valutazione dei profili di affidabilità, di rischio, di continuità operativa dell’azienda esaminata,

- sono destinati a un soggetto esterno all’azienda.”

ANTONELLI, D’ALESSIO, in “Analisi di bilancio”, Antonelli V., D’Alessio R., Santarcangelo di Romagna (RN), 2012, pag. 68

sottoperiodi). Inoltre l’analista interno può conoscere altre informazioni particolarmente utili per certe indagini, quali il portafoglio ordini dell’azienda, e, soprattutto, i dati sulla dinamica delle operazioni aziendali (dinamica delle vendite e degli acquisti, dinamica degli incassi e dei pagamenti, dati sulle insolvenze ecc.).

Gli analisti interni sono di norma i funzionari dell’azienda.

Si considerano analisti interni anche coloro che, pur estranei all’azienda, hanno accesso alle stesse informazioni fuori bilancio che sono disponibili per gli analisti interni. Si tratta di consulenti, di banche o di fornitori che hanno la capacità contrattuale di imporre la messa a disposizione di tutti i dati necessari per l’analisi e dell’amministrazione fiscale che può accedervi in via coattiva.”87

Normalmente, gli analisti tendono a fare queste analisi per catturare una serie di informazioni utili in futuro, per cercare di prevedere quali e come potranno essere gli andamenti dei prossimi mesi, fare delle previsioni, prendere decisioni e fare anche delle programmazioni, ma, all’opposto, può essere utilizzato anche per analisi storiche con le quali si cerca di individuare quali possono essere state le cause che hanno determinato il realizzarsi di certi eventi o per quale motivo si è manifestato un determinato fenomeno piuttosto che un altro. È opportuno però tenere conto che essendo dati consuntivi e di conseguenza storici possono, come vedremo in seguito, rappresentare un limite.

Le analisi, possono avere obiettivi diversi e andare a indagare aspetti differenti della gestione, ma comunque tra loro collegati; ecco che possiamo avere analisi reddituali, piuttosto che patrimoniali, ovvero finanziarie.

“Gli strumenti attraverso i quali si esplica l’analisi dei bilanci delle aziende sono conseguentemente volti a indagare le condizioni che caratterizzano la gestione in relazione:

- alla dimensione economico-reddituale, al fine di verificare la capacità/incapacità dell’impresa di saper operare nel rispetto di adeguate e durevoli condizioni di equilibrio economico;

- alla dimensione finanziario-monetaria, al fine di verificare quale sia l’attitudine dell’impresa di saper operare in costanti e convenienti condizioni di solvibilità;

                                                                                                               

- alla dimensione patrimoniale, al fine di verificare gli equilibri/squilibri indotti nel tempo dalle dinamiche finanziario-monetaria ed economica sulla struttura dei finanziamenti e degli investimenti aziendali.”88

“I tre aspetti della realtà aziendale sono concatenati e non del tutto scindibili, e, pertanto, anche i tre tipi di analisi sono non sempre facilmente distinguibili.

Gestione economica, gestione patrimoniale e gestione finanziaria sono tre aspetti inscindibili dell’unica realtà d’impresa, nella quale le disponibilità finanziarie che provengono dalle fonti di finanziamento sono investite in attività patrimoniali (capitale fisso e capitale circolante) necessarie per sviluppare il processo produttivo e distributivo dei prodotti al fine di pervenire, attraverso la contrapposizione dei ricavi e dei costi, al conseguimento del profitto.

Difficoltà di ordine finanziario riducono la possibilità di effettuare investimenti e quindi le stesse prospettive reddituali dell’azienda. Difficoltà di ordine economico possono portare a difficoltà di ordine finanziario e ad alterare gli equilibri patrimoniali. Una buona redditività consente una politica di sviluppo senza alterare la situazione finanziaria.”89

Gli strumenti a disposizione degli analisti per svolgere queste attività, sono essenzialmente di tre tipi:

- la riclassificazione dello stato patrimoniale e del conto economico; - gli indici di bilancio;

- i flussi monetari e finanziari.

• “La riclassificazione dei documenti contabili di sintesi presenta una doppia valenza, in quanto:

- da un lato, essa consente un’immediata lettura e comprensione di informazioni economiche e patrimoniali, normalmente desumibili con la stessa immediatezza dai documenti ufficiali;

- dall’altro costituisce un adempimento necessario per la costruzione degli indici (o quozienti) di bilancio;

• la predisposizione e l’interpretazione degli indici, soprattutto se condotta attraverso serie storiche, offre:

                                                                                                               

88 GIGLI, TIEGHI, in “Gli strumenti per le analisi del bilancio di esercizio” di Gigli S. e Tieghi M., Bologna,

2009, pag. 21 e ss.

- precisi elementi per la comprensione della dinamica economico-reddituale e dell’evoluzione della struttura patrimoniale;

- alcuni elementi utili per l’esame della dinamica finanziaria;

• l’analisi dei flussi finanziari e la predisposizione e interpretazione dei correlativi rendiconti consente il formarsi di un giudizio circa:

- le modalità aziendali di reperimento e di impiego delle risorse finanziarie; - la capacità di saper correttamente fronteggiare il vincolo di solvibilità.”90

Ogni tecnica di analisi, fornisce specifiche informazioni che è utile considerare congiuntamente, integrandole tra loro per ottenere una visione d’insieme e poter costruire un giudizio complessivo sullo stato economico, finanziario e patrimoniale in cui versa l’impresa.

Individuati gli strumenti da adottare per poter svolgere l’analisi di bilancio, vediamo ora quali sono i passaggi da effettuare grazie all’uso di questi mezzi; la prima cosa da fare, per procedere con l’analisi riguarda la lettura dei documenti di bilancio, fase molto importante che non deve essere sottovalutata. “L’analisi di un qualsiasi bilancio non può e non deve essere considerata una meccanica applicazione di strumenti attraverso i quali arrivare alla costruzione di indici. Molte delle informazioni utili per realizzare un completo esame si ottengono attraverso la preliminare lettura di tutti i documenti che lo compongono e, in particolare, della nota integrativa e della relazione sulla gestione. La lettura rappresenta, quindi, un momento insostituibile e la necessaria premessa alla concreta analisi.”91

Facchinetti ha individuato quattro step che devono essere rispettati per realizzare una corretta analisi di bilancio.

La prima fase, da lui definita di analisi formale, consiste nel valutare l’attendibilità dei valori rappresentati nel bilancio nel rispetto delle norme di legge e dei principi contabili. Se tutto ciò risulta corretto e idoneo, allora è possibile procedere con la fase successiva che consiste nella riclassificazione di bilancio nella quale i valori esposti nello stato patrimoniale e nel conto economico vengono riorganizzati in base alle esigenze degli analisti, allo scopo di individuare le informazioni che stanno cercando.

                                                                                                               

90 GIGLI, TIEGHI, in “Gli strumenti per le analisi del bilancio di esercizio” di Gigli S. e Tieghi M., Bologna,

2009, pag. 29

Una volta completata la riclassificazione, la fase successiva consiste nella scelta delle tecniche di analisi da adottare, ovverosia quella per margini, piuttosto che quella per indici o infine quella per flussi.

La quarta e ultima fase, consiste infine nella formulazione di un giudizio sullo stato dell’azienda, attraverso l’uso dei risultati appena ottenuti.92

Com’è facile notare, la prima fase individuata da Facchinetti, è paragonabile a quella sopra citata di Teodori concernente la lettura del bilancio.

Dopo aver completato questo processo di analisi con il quale si ottengono importanti e numerose informazioni, i risultati ottenuti, se considerati in termini assoluti, non forniscono una visione esaustiva. Tale obiettivo è raggiungibile confrontando i dati conseguiti con quelli di esercizi precedenti, mettendoli quindi in relazione con la dimensione temporale, ovvero attraverso la dimensione spaziale, relazionando le informazioni con quelle di aziende analoghe o con valori medi di aziende appartenenti allo stesso settore.93

“È ben chiaro che studiare un sistema dinamico, complesso e aperto, che deve ricercare e mantenere attraverso una costante interazione dinamica le proprie condizioni di equilibrio nel tempo – quale è un’impresa – attraverso elaborazioni che abbiano per oggetto un unico bilancio di esercizio non può certo dirsi soddisfacente, anche se si fosse certi della buona qualità dei dati in esso esposti.

Emerge quindi sul piano logico l’esigenza di operare dei confronti. … Nell’ambito delle comparazioni nel tempo (o temporali), oggetto di analisi è un’unica azienda i cui andamenti gestionali vengono investigati attraverso l’esame dei suoi bilanci di esercizio riferiti a un arco di tempo ritenuto significativo.

In sostanza i dati emergenti dall’analisi dei bilanci dell’azienda sono composti in serie storiche e studiati in chiave evolutiva, in modo da esaminare e comprendere le ragioni che hanno prodotto tali andamenti e – laddove possibile – da cercare di cogliere indicazioni utili a formulare ipotesi circostanziate circa le più probabili tendenze future.

Considerando l’elevato grado di discrezionalità tecnica implicito nei processi di assestamento del bilancio e nella conseguente quantificazione soggettiva di numerosi e importanti valori, è                                                                                                                

92 Aspetto affrontato da FACCHINETTI, in “Analisi di bilancio” di Facchinetti I., Milano, 2008, pagg. 14 e 15 93 In merito, FAZZINI sostiene che: “L’analisi di bilancio è in grado di assicurare una serie di informazioni

articolate e fra loro complementari sulla situazione patrimoniale, finanziaria ed economica di un’impresa. I risultati elaborati possono fornire un quadro sufficientemente chiaro delle condizioni operative, ma, se presi in termini assoluti, essi non permettono una panoramica completa se non sono posti in relazione con almeno due dimensioni: quella temporale e quella spaziale.”, in “Analisi di bilancio Metodi e strumenti per

importante che l’arco di tempo rispetto al quale si effettua l’«osservazione» dei bilanci sia sufficientemente ampio. … L’altra tipologia di comparazione, quella infra-aziendale (o spaziale), postula un confronto fra i dati di bilancio di più aziende rispetto a un medesimo periodo amministrativo.

Questo tipo di analisi, per quanto seducente, sconta tuttavia forti limiti, stante non solo la diversa «qualità» dei bilanci oggetto di analisi, ma anche l’oggettiva possibilità che medesimi fatti gestionali siano stati riflessi in bilancio utilizzando criteri di valutazione e/o di rappresentazione differenti.”94

Mentre la dimensione temporale richiede un periodo di tempo piuttosto ampio nel quale effettuare le proprie analisi, la dimensione spaziale è molto sensibile al campione di aziende individuato, aspetto che gli analisti devono valutare molto attentamente prima di poterlo utilizzare; problema molto meno rilevante qualora si tratti di un gruppo di imprese le quali sono tutte tenute ad adottare le stesse regole di redazione di bilancio riducendo sensibilmente la possibilità di adottare un’alternativa piuttosto che un’altra.95

È praticamente impossibile individuare un modello universale da poter poi applicare a tutte le realtà aziendali, in quanto quello costituito per un’impresa manifatturiera, quasi sicuramente non sarà direttamente applicabile ad una banca o a un’azienda assicuratrice, in quanto hanno strutture diverse, svolgono funzioni differenti.

Per questo è possibile creare uno schema generico che sarà poi modificato e adattato a quella precisa tipologia di impresa, perché può anche capitare che l’analista non disponga di certi dati ed informazioni e quindi non può di conseguenza utilizzare determinati strumenti e formulare specifici giudizi.

                                                                                                               

94 GIGLI, TIEGHI, in “Gli strumenti per le analisi del bilancio di esercizio” di Gigli S. e Tieghi M., Bologna,

2009, pagg. 25 e ss.

95 L’importanza della dimensione spaziale e temporale, era già stata sollevata da Facchinetti nella definizione

che ha dato di analisi di bilancio nella sua opera FACCHINETTI, in “Analisi di bilancio” d“Analisi di

bilancio Metodi e strumenti per l’interpretazione delle dinamiche aziendali”, 2009, pag.38 e 39i Facchinetti

I., Milano, 2008, pag. 5  

3.2 LA RICLASSIFICAZIONE DEI DOCUMENTI DI BILANCIO: STATO