RICLASSIFICAZIONE DEI CREDITI SECONDO LA NORMATIVA CIVILISTICA, I PRINCIPI CONTABIL
ATTIVO PASSIVO
3.5 PROBLEMI E LIMITI CHE POSSONO INFLUIRE SULL’ANALISI DI BILANCIO
Come già per certi aspetti visto nei passaggi precedenti, possono essere numerosi i problemi e i limiti che si possono riscontrare durante l’attività di analisi di bilancio.
Il primo limite può essere rappresentato dalla leggibilità, ovverosia dal fatto che dai bilanci redatti in base alle leggi attualmente vigenti, spesso, non si riescono a reperire tutte le informazioni necessarie per lo svolgimento di tale attività. Per questo motivo, infatti, tali documenti richiedono di essere sottoposti a riclassificazione, per cercare di riorganizzare le voci e riuscire ad ottenere ulteriori informazioni.
“Il bilancio ufficiale possiede, tuttavia, dei limiti e presenta delle difficoltà di interpretazione alle quali si va incontro. Ciò accade perché una lettura più significativa delle potenzialità dell’impresa oggetto dell’analisi sarebbe possibile qualora si disponesse di bilanci compilati per scopi informativi interni – alla cui valutazioni si perviene senza vincoli di natura civilistica e fiscale – e finalizzati ad ottenere l’immagine più realistica possibile dell’andamento economico e finanziario dell’impresa stessa.
Attingere queste informazioni all’esterno dell’impresa è difficile per cui non rimane altro che utilizzare al meglio ciò che la legge permette di elaborare143.”
Un secondo problema che si pone, riguarda una caratteristica delle informazioni che vengono considerate storiche, essendo i dati desunti dal bilancio di tipo consuntivo.
“L’osservazione «storica» degli andamenti aziendali può si fornire numerosi e importanti elementi di riflessione, ma senza che da ciò possa scaturire un approccio di tipo «meccanicistico» nel prefigurare le tendenze evolutive a futuro. Per quanto ovvio, le aziende sono organismi dinamici e attivi, la cui evoluzione nel tempo dipende da una pluralità di fattori, non ultime le decisioni assunte dagli amministratori. E dunque un’impresa che si è dimostrata in buona salute potrebbe entrare in crisi, ad esempio, a fronte di modificazioni intervenute nel suo contesto «ambientale» di riferimento oppure per l’incapacità di saper sostenere le condizioni da cui dipende il suo vantaggio competitivo.
All’opposto un’impresa in difficoltà potrebbe ancora trovare la via del risanamento.
Per cui tecniche che cerchino di estrapolare da serie storiche di dati consuntivi valori da proiettare a futuro vanno guardate con diffidenza, in quanto implicano una sorta di «inerzialità/immutabilità» nelle condizioni interne ed esterne all’azienda che non sono accettabili e nemmeno compatibili con le qualificazioni di sistema finalizzato, dinamico e aperto che connotano la stessa definizione di azienda.”144
Risulta quindi difficile, se non impossibile, cercare di individuare un modello unico di analisi bilancio che possa essere applicato alle varie realtà aziendali esistenti perché dipende dal modo in cui il bilancio viene redatto, dalle informazioni che gli analisti stanno cercando, dal tipo di impresa, dal settore in cui essa opera e da tutta una serie di altri fattori che la caratterizzano.
Quindi i vari modelli e le varie teorie presenti, possono fornire un supporto, una linea guida generale che va poi adattata alla situazione nella quale ci si trova e sta nella bravura dell’analista, sia esso interno ovvero esterno, sfruttare al meglio le informazioni di cui dispone così da non rischiare di utilizzare dati inquinati che possono comportare valutazioni errate.
“La prassi e la teoria economico-aziendale evidenziano una progressiva diffusione degli strumenti e delle tecniche di analisi di bilancio: allo stato attuale non è però possibile individuare un’impostazione comune e generalmente condivisa. Le proposte esistenti sono molteplici ognuna connotata da distinte indicazioni più o meno originali, non poche delle
144 GIGLI, TIEGHI, in “Gli strumenti per le analisi del bilancio di esercizio” di Gigli S. e Tieghi M., Bologna,
quali però caratterizzate da eccessiva genericità e non sufficientemente incentrate su un approccio sistemico.” 145
In merito alla riclassificazione, è opportuno sottolineare che questa fase non va assolutamente né trascurata né trattata con superficialità, in quanto se non si è prestata particolare attenzione alla fase di lettura e controllo dei dati, che verranno poi sottoposti a riclassificazione, questo può comportare il rischio di scontrarsi con informazioni che non rappresentano la realtà ma anzi, generano errori durante la rilevazione degli indici e nella fase successiva e conclusiva con la quale si traggono le valutazioni.
“Delegare a soggetti inesperti questa delicata fase può, pertanto, provocare gravi conseguenze sul processo decisionale aziendale.
Se infatti, come dovrebbe essere, le decisioni manageriali vengono assunte in base ai risultati forniti dall’analisi consuntiva e dalla programmazione svolta e, tali dati contengono errori intrinseci di determinazione, è evidente come le decisioni assunte non potranno massimizzare efficienza ed efficacia.
Ciò non per mancanza di capacità del management ma solo in quanto, i dati in base ai quali vengono assunte le decisioni sono errati e, di conseguenza, non riflettono la realtà che, al contrario dovrebbero sintetizzare”.146
Un ultimo aspetto molto importante, affrontato da Avi, ma del quale non ho trovato ulteriori riscontri in altri autori presi in considerazione in questa sede riguarda la possibile presenza di interferenze fiscali.
Come noto, in seguito all’introduzione della riforma societaria del 2003, non sono più ammesse le interferenze fiscali.
“In teoria quindi, a differenza di quanto accadeva nel periodo ante 31 dicembre 2003 – quando era civilisticamente legittimo inserire valori fiscali nel bilancio civile – il bilancio di esercizio nel suo complesso e, anche, singolarmente, in tutte le sue componenti, deve – o meglio dovrebbe – essere contraddistinto dai postulati di chiarezza correttezza e veridicità.”147
145 TEODORI, in “ L’analisi di bilancio” Teodori C., Torino, 2008, pag. 66 e ss. 146 AVI, in “Financial Analysis”, Avi M. S., 2011 pag. 28
147 AVI, in “Financial Analysis”, Avi M. S., 2011 pag. 19
In merito Avi ha precisato che in varie recenti ricerche, nella maggior parte dei casi, sui bilanci odierni non risultano differenze tra i valori fiscalmente deducibili e gli importi scritti nel conto economico e questo, Le fa pensare che attualmente in bilancio sia ancora forte la presenza di elementi fiscali. Tesi questa assolutamente condivisibile.