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Analisi del fenomeno usura e del racket sul territorio nazionale.

Quando parliamo d’usura è difficile quantificare il fenomeno, di solito, prima che una persona faccia o eccezionalmente dichiari apertamente di essere usurato, bisogna averne conquistato la fiducia attraverso più colloqui. Stando alle dichiarazioni delle Fondazioni e dei centri d’ascolto che si occupano del fenomeno, anche dopo queste ammissioni, difficilmente si riesce a convincere le persone a far seguire una denuncia o, nel caso degli imprenditori, a rivolgersi alla Prefettura per dar vita ad un’indagine ancora più puntuale. Il fenomeno pertanto, prescinde dal numero delle denunce presentate e non è a mio avviso quantificabile, questo per i noti motivi di sudditanza e/o di paura verso l’usuraio e per il diffuso convincimento che la complessa istruttoria ed il lungo iter dei processi per usura possano ridurre se non addirittura vanificare i benefici.

La scarsità delle denunce per usura è un dato preoccupante, perché è sintomo della scarsa fiducia che parte della comunità locale nutre nei confronti delle istituzioni, e la cosa fa sì che quei pochi che denunciano questi fatti si sentano ancora più soli. A volte si mette in luce la condizione psicologica nei confronti dell’autore del reato, il rapporto usuraio, che normalmente si protrae nel tempo, impedisce di considerarlo come “un accidente”, ma bensì come una presenza costante, talvolta benevola, più spesso oscura ed oppressiva, che gravita nella propria vita quotidiana.

Rifacendomi al “Centro Ascolto prevenzione Usura” che ha la sua sede principale a Firenze, si può affermare che nel 2006, grazie alle 900 persone, alcune delle quali titolari d’imprese, che si sono rivolte al centro, ci si è trovati di fronte ad una decina di soggetti incappati nell’usura, ma comunque non vittime di organizzazioni malavitose. La conoscenza della realtà territoriale ove il fenomeno del racket e dell’usura si manifestano è presupposto imprescindibile per l’individuazione d’azioni di prevenzione e di contrasto che possono risultare efficaci, infatti, un’approfondita e preventiva cognizione del tessuto sociale e delle dinamiche economico-imprenditoriali locali, è condizione necessaria per comprendere le cause a monte.

L’usura tende a manifestarsi dove il tessuto sociale è meno robusto, e si accresce nelle fasi di andamento congiunturale sfavorevoli.

Sul versante della domanda, risultano maggiormente esposte le fasce più deboli della popolazione, le famiglie monoreddito ed i piccoli imprenditori commerciali.

In questo ordine di idee, le condizioni più difficili sono sicuramente registrate nel meridione d’Italia, ma bisogna però essere consapevoli che, nell’attuale congiuntura,

tale situazione rappresenta il riflesso delle più ampie connotazioni dell’accesso al credito nel nostro Paese, laddove si consideri il dilagante processo di finanziarizzazione dell’economia che ha reso virtuale l’intero sistema ed ha dilatato a dismisura gli utenti del credito.

Le cause che portano all’usura sono oltre al racket; il sovraindebitamento per necessità, quelli in altre parole determinati da perdite del posto di lavoro, da gravi malattie, dalla morte di un congiunto, ecc. a cui negli ultimi anni si sono aggiunte le vicende di quelle famiglie che avevano assunto impegni dilazionati nel tempo in linea con i loro redditi, ma che a causa della perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni e/o per l’aumento dei tassi d’interesse non sono più in grado di sostenerli: i cosiddetti nuovi poveri.

Inoltre, un altro aspetto che si è andato con il tempo ad aggiungere e che intrappola le famiglie nel tunnel dell’usura, è il sovraindebitamento per beni di non necessità. Una riflessione su questo tema la impone la società civile sempre più assillata, nella sua fragilità quotidiana, da inquietudini e preoccupazioni di carattere marcatamente economico. Il sovraindebitamento sta, ad ogni modo, diventando un problema sociale causato dall’uso inconsapevole del denaro, si ricorre al credito79 per soddisfare bisogni non primari o per mantenere un tenore di vita superiore alle proprie possibilità ( oggi è troppo facile ottenere finanziamenti per acquistare a rate l’ultimo tipo di televisore, l’autovettura di una certa cilindrata o la vacanza all’estero), ingannati da campagne promozionali di vendita con pagamenti dilazionati a tasso zero, le offerte di facili finanziamenti ( il cui tasso però è sempre a due cifre percentuali fino a raggiungere vette

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Il credito alle famiglie sta assorbendo un terzo degli impegni bancari. In questo ambito si assiste al fenomeno strutturale dello sviluppo del credito al consumo, con il 75% dei volumi erogati attraverso società dedicate di emanazione bancaria che si stanno sempre di più radicando sul territorio a mezzo di reti di filiali, grazie alla redditività di questa area di business. Gli analisti del settore segnalano alcuni fattori di traino di tale crescita sul piano sociologico ( venir meno delle famiglie come essenziale agenzia di sostegno finanziario) e demografico per l’importanza del segmento immigrati tra i richiedenti prestiti personali. A ciò si aggiunge la crescita ancora non esaurita della grande distribuzione del credito al consumo. I dati dell’osservatorio Assofin aggiornati a fine 2006 registrano flussi di credito al consumo erogate dalle Associate pari a 52.847 milioni di euro con un aumento complessivo dell’11.9% rispetto all’esercizio precedente. Il buon andamento del comparto è dovuto principalmente all’andamento dei finanziamenti diretti , di quelli erogati tramite credito revolving e dei prestiti contro cessioni del quinto dello stipendio, categorie queste che crescono a tassi ben superiori alla media. Il crescente ricorso al credito è legato essenzialmente a fattori strutturali quali mutamenti di tipo socio-demografico (mobilità sul territorio, frammentazione nucleai familiari) con una predispostone maggiore delle famiglie italiane verso l’uso degli strumenti finanzieri. A questi si sommano le strategie commerciali delle grandi banche

del 25%) spingono ad un uso non razionale della carta di credito, in particolare quella di tipo revolving80.

La vulnerabilità di alcune categorie sociali attrae il mercato del credito illegale e dove c’è emarginazione ed isolamento, e quindi esclusione dai normali circuiti creditizi, è più facile che trovino spazio usurai e strozzini.

Non vanno inoltre sottovalutati i riflessi che le difficoltà finanziarie creano all’interno della famiglia, nei rapporti fra i suoi componenti, le reciproche accuse di responsabilità possono creare gravi tensioni che minano la stabilità della famiglia stessa, con conseguenze negative sul lavoro e sull’esistenza dei singoli.

Le indagini in materia sono molto difficili, il codice penale infatti, prevede il reato di usura ancorandolo al concetto di interesse usuraio, che spesso è difficile da accertare perché la vittima dell’usura non sempre è in grado di documentare che quello che sta pagando corrisponde ad un interesse usuraio

Le rilevazioni e le analisi statistiche rappresentano un elemento essenziale per lo studio del fenomeno, ma costituiscono solo un punto di partenza, indispensabile ma non esaustivo, per giungere ad una valutazione quanto più corretta possibile della valutazione criminale.

Oltre al fisiologico scarto di precisione dei dati raccolti, occorre tener conto delle circostanze, nonostante la tutela prevista della normativa vigente nei confronti delle vittime di reato d’estorsione ed usura e le campagne d’informazione e sensibilizzazione, questi reati non hanno perso la loro caratteristica di “opacità” nelle rilevazioni

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Carta revolving: è la vera carta di credito, infatti oltre alla funzionalità di tutte le normali carte di saldo, ha un “prestito” incorporato, il quale può essere utilizzato sia per il ritiro di contanti che per il pagamento di beni e servizi.

Con le carte di credito revolving è possibile rimborsare a rate il saldo di fine mese. Al pagamento delle rate si ricostituisce una disponibilità di spese e pari all’importo saldato.

Con la carta revolving non si è obbligati a pagare ogni mese una rata fissa per rimborsare il saldo di fine mese, come nel caso del prestito personale o delle carte di credito classiche, infatti è possibile fare acquisti lasciando però la libertà le spese un po’ per volta scegliendo l’importo della rata da rimborsare. La carta revolving ha le caratteristiche di “contenere” un affidamento, cioè un prestito a priori. In altre parole, questa carta offre la possibilità di spendere del denaro indipendentemente dai fondi disponibili sul conto corrente e di ripagare ratealmente il proprio debito. La flessibilità della carta revolving permette al cliente di scegliere la rata di rimborso che preferisce pagare nel corso del mese, purché superiore ad una rata minima, normalmente intorno al 5%-10% dell’esposizione debitoria.

Pertanto l’unico vincolo nel rimborso è quello di versare ogni mese almeno una rata minima. Man mano che si rimborsano gi importi spesi si ricostituisce la disponibilità per ulteriori spese. Alle somme spese e non interamente rimborsate nel mese successivo viene applicato un tasso d’interesse mensile. Se la carta non viene utilizzata, o viene rimborsati per intero, non si paga alcuno interesse

statistiche, ma piuttosto confermano la loro natura sommersa che non ne consente un preciso accertamento della vera portata.

Nell’ambito delle numerose attività criminali gestite dalle organizzazioni malavitose, l’estorsione e l’usura continuano ad assumere caratteristiche di rilevante importanza, in quanto costituiscono lo strumento principale per il prelievo forzoso delle risorse necessarie ad autofinanziarsi, nonché il mezzo attraverso cui reinvestire i proventi illeciti di altri reati.

Rappresentano un introito sicuro e senza costi e, contestualmente, un valido dispositivo di controllo delle attività commerciali e del territorio.

Le cosche riescono, mediante queste attività, ad incidere pesantemente nei processi di creazione e redistribuzione delle risorse economiche fino a condizionarne le cause, arrivando, talvolta, anche ad espropriare gli imprenditori delle proprie aziende.

Dai dati che seguiranno nelle successive tabelle si capisce paltresì, un nuovo ed ulteriore elemento che è da ritenersi allarmante: la crescita esponenziale del credito al consumo, del sovraindebitamento delle famiglie e del proliferare delle finanziarie illegali.

Si tratta di un fenomeno legato al consumismo avanzato, sorto negli anni più recenti, una spirale che avvolge e fagocita il cittadino e così il rischio usura dilaga ed si ingigantisce su tutto il territorio nazionale.

Come da queste tabelle la crescita dell’indebitamento delle famiglie sta raggiungendo livelli di emergenza sociale tra le quali si evidenziano:

1. una scarsa attitudine al risparmio tra i giovani;

2. l’effettiva perdita del potere d’acquisto nei redditi da lavoro e da pensioni; 3. il diffondersi dei mutui ipotecari con il tasso variabile per l’acquisto della casa; 4. l’espandersi di politiche commerciali sempre più aggressive verso il

consumatore ( interessi zero, acquista ora paghi fra un anno);

5. il ricorso eccessivo, da parte del consumatore, al credito al consumo pubblicizzato sempre di più come un prodotto:

6. l’affermazione del messaggio deresponsabilizzante e spesso ingannevole ( compra oggi paga domani, tasso zero , piccole rate, ecc.) che incita al prestito facile, veloce.

Il ricorso al credito, per le ragioni sopraelencate, diviene sempre di più mezzo per soddisfare bisogni superflui invece che mezzo per dilazionare spese necessarie.

Tabella 4 1: Suddivisione domande per attività intestatari81 (Periodo considerato : 1 gennaio 2006 – 31 dicembre 2006)

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I dati che seguiranno in queste pagine mi sono pervenute dalla “Fondazione Toscana per la Prevenzione dell’usura O.N.L.U.S.” con sede a Siena

Tabella 4.2 : Finanziamenti erogati (Periodo considerato : 12 marzo 1998 – 31 dicembre 2006

Tabella 4.3 : suddivisione domanda per motivo di inchiesta periodo considerato:1 gennaio 2006-31 dicembre 2006

Tabella 4.4 : suddivisione domanda per età dell’intestatario, periodo considerato: 1 gennaio 2006-31 dicembre 2006

4.1 : Estorsione

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Il fenomeno dell’estorsione normalmente e comunemente s’identifica con il racket, che è un’attività criminale volta ad ottenere da un operatore economico il pagamento periodico di una somma di denaro in cambio della protezione da una serie d’intimidazioni e minacce che, in realtà, è lo stesso proponente a mettere in atto.

E’ un fenomeno assai diffuso, generalmente sommerso e per molto tempo sottovalutato; in verità “il pizzo” è la più antica attività della mafia, la base della sua attività criminale, è uno strumento economico per sostentare l’organizzazione e per acquisire capitali da reinvestire in altre attività criminali o nell’economia legale, inoltre risulta un metodo efficace per esercitare il controllo sul territorio.

Dall’analisi dei dati emersi nella tabella 4.7 del 2006 riferiti al racket, emerge che il fenomeno ha una maggiore concentrazione nel Sud Italia, ove da sempre le criminalità stanziali di tipo mafioso condizionano la vita e la sicurezza dei cittadini, limitando la libertà d’impresa e di sviluppo.

Il controllo sistematico degli appalti pubblici per mezzo della corruzione e dell’intimidazione ha trasformato la mafia contadina in quella imprenditoriale e oggi si conferma pertanto, come l’attività primaria di tutte le mafie.

Come emerge dalla tabella 4.5, nell’anno 2006 i casi di estorsione sono stati 4.939 (dato nazionale); di questi, 3.645 sono stati scoperti e 6.696 sono state le persone denunciate, sia in stato di arresto che a piede libero.

Rispetto agli anni precedenti, si registra una diminuzione dei casi denunciati di estorsione pari al 11,7%.

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Introduco in questo capitolo un nuovo concetto quello dell’estorsione che è molto legato, in particolar modo nel sud d’Italia al concetto d’usura e anche se non mi soffermerò molto mi sembra necessario per meglio comprendere quest’ultimo fenomeno.

Estorsione

2005 2006 % Delitti commessi83 5594 4439 -11,7 Delitti scoperti 84 4080 3645 -10,66 Delitti den.te/arr.te85 6801 6696 -1,54 Tabella 4.5 : Estorsione 83

Rileva i delitti in funzione del luogo, data e ora in cui si è consumato il delitto, non tenendo conto dell’Ufficio di Polizia ove è stata presentata la denuncia.

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Rileva la somma dei delitti commessi con presunti autori noti riferiti al periodo in esame e dai periodici precedenti ( Si considererà come “ delitto con autore noto relativo a periodi precedenti” un delitto denunciato nei mesi precedenti ad X il cui autore è stato individuato nel mese X)

4.2 : Usura

Per quanto riguarda l’usura, bisogna sottolineare che si tratta di un reato atipico, nel quale si crea una particolare relazione fra autore e vittima, e dove si insinua una dipendenza non solo economica ma anche psicologica, con un rapporto che può ricordare la (“Sindrome di Stoccolma”). Questa situazione concorre a spiegare il fatto che, in contrasto con l’ampiezza del fenomeno nel nostro Paese, il numero delle denunce risulta essere addirittura in calo: non vengono presentate per paura, per ritrosia a far conoscere il proprio dissesto finanziario, per l’inefficacia dell’azione penale, per la ritenuta inadeguatezza degli aiuti dello Stato, per mancanza di fiducia nelle Istituzioni. L’aspetto quantitativo delle denunce ufficiali rappresenta però soltanto un punto di partenza per l’analisi del fenomeno, per comprendere il rischio usura in atto, i dati devono essere rapportati alla dimensione territoriale della provincia ( superficie, densità di popolazione, configurazione del territorio attività economiche) ed analizzati congiuntamente ad altri indicatori( volume dei prospetti, dei fallimenti delle sofferenze bancarie).

L’usura è un fenomeno con profonde radici sociali, che coinvolge trasversalmente tutte le classi e le categorie economiche. Nel tempo l’usura ha compiuto un “salto di qualità” ed ha assunto le caratteristiche di uno strumento operativo che viene proficuamente usato per gli scopi della malavita organizzata, pur essendo ancora diffusa come tipica espressione di quella che è stata definita “l’economia del vicolo”, in tal senso l’usura si presenta come un’attività criminale “localizzata”, in quanto gli autori appartengono allo stesso contesto ambientale delle vittime e spesso allo stesso settore imprenditoriale. Da come emerge nell’anno 2006 le denunce per i reati di usura sono state complessivamente 284 ( dati nazionali), rispetto alle 406 registrate nell’anno precedente: si assiste ad una consistente diminuzione dei reati perseguiti/ denunciati, pari al 30,04%; risulta invece , in proporzione, un aumento di quelli scoperti, dato questo, che dà la misura dell’efficacia del contrasto posto in essere in maniera sinergica da Forze dell’ordine, magistratura e associazioni di settore.

Usura

2005 2006 % Delitti commessi86 406 284 -30,04 Delitti scoperti87 480 431 -10,02 Persone den.te/arr.te88 1260 1135 -9,92 Tabella 4.6: Usura

4.3 : Incidenza dei reati di estorsione ed usura rispetto alla