• Non ci sono risultati.

4.5 : Sportello Famiglia

In questo quadro l’informazione corretta e trasparente diviene un elemento essenziale per la tutela del consumatore e non la si può scindere dall’educazione ad un impegno responsabile del denaro:

• un’educazione verso i giovani nelle scuole;

• un’informazione più trasparente sui costi più o meno occulti del ricorso al credito;

• nuovi strumenti di tutela, quali l’azione collettiva per contrastare in modo efficace pratiche commerciali scorrette e/o costi non trasparenti e occulti, quali l’azione collettiva.

Per fronteggiare il crescente disagio delle famiglie, Adiconsum oggi si batte per l’approvazione di un provvedimento organico sul sovraindebitamento, che consente un concordato con i creditori anche per le persone fisiche, così come avviene per le imprese che possono disporre di una procedura di concordato con i creditori.

Nel frattempo, Adiconsum ha istituito lo Sportello Famiglia, che fornisce consulenza e supporto psicologico gratuito, per un massimo di 10 incontri, alle famiglie indebitate che presentano domanda di accesso al fondo prevenzione usura gestito da Adiconsum. Per le famiglie o gli utenti fuori sede, lo sportello provvede, oltre che all’accoglimento e alla ridefinizione della richiesta d’aiuto, anche all’accompagnamento e all’invio delle stesse presso strutture pubbliche del territorio di residenza, in particolar modo presso specialisti o strutture che possano adeguatamente rispondere alle particolari esigenze dell’utente.

4.6 : Calabria

Come secondo caso studio analizziamo una regione meridionale,una scelta atta proprio a evidenziare i differenti aspetti e approcci che di uno stesso fenomeno ci possono essere.

I fenomeni analizzati trovano campo fertile in questa area territoriale connotata da una elevata condizione di degrado e disagio sociale, qui si sono sviluppate una serie di assuefazioni al modus vivendi criminale che hanno dato vita ad una radicata omertà. È indubbio che un efficace azione di contrasto e prevenzione non può essere delegata unicamente alla sola attività di controllo del territorio da parte delle Forze di Polizia, ma necessità dell’indispensabile collaborazione delle vittime, al fine di scalfire il muro omertoso che è fortemente diffuso tra gli operatori commerciali della provincia.

Tabella 4.13: Estorsione in Calabria

4.6.1 : Cantanzaro

Le problematiche del racket e dell’usura sono diffuse in quasi tutta la provincia, all’interno della quale la criminalità organizzata esercita in genere un penetrante controllo. In particolare, il fenomeno presenta maggiore criticità nell’area di Lamezia Terme, dove nella maggiorparte dei casi si manifesta in richieste illecite di denaro a carico di imprenditori ed operatori economici preceduti quasi sempre da atti di intimidazione (attentati incendi e/o dinamitardi, ritrovamento di buste contenuti bossoli, ecc.). Nel capoluogo il fenomeno si manifesta attraverso furti di auto ad opera di nomadi che richiedono somme di denaro per la restituzione del mezzo ( cosiddetto fenomeno del “cavallo di ritorno”). Altra modalità della pratica estorsiva consiste nell’imposizione della “guardiania”, tipica della zona lungo il litorale jonico al confine tra le province di Catanzaro e Crotone, per il compimento di tale attività, la criminalità organizzata si avvale anche di giovani che per il loro stato di disoccupazione non manifestano remore ad inserirsi nel circuito dell’illegalità.

Pertanto il racket viene sentito dagli operatori economici e dagli imprenditori come un “costo aggiuntivo” e per il recupero delle somme destinate a tal fine si incorre in forme di evasione fiscale e/o inosservanza delle leggi che regolano il mondo del lavoro, con gravissimo pregiudizio delle più elementari norme a garanzia del lavoratore. Gli operatori economici vessati non collaborano per timore di ritorsioni.

Il fenomeno dell’usura, pur con incidenza e pericolosità differenziata, interessa la quasi totalità del territorio della provincia catanzarese e coinvolge, in particolar modo, quelle persone che non sono in grado di assicurare le normali garanzie ( personali e reali e/o con esposizioni debitorie consolidate e troppe elevate)richieste dagli istituti bancari o dalle società finanziarie abilitate allo scopo. Peraltro, l’organismo bancario non sembra aver posto in essere azioni efficaci per agevolare l’accesso al sistema creditizio di quei soggetti che non sono in possesso di consistenti garanzie patrimoniali. Nonostante l’intesa attività infoinvestigativa delle Forze dell’Ordine, l’individuazione dei responsabili dei reati di usura risulta particolarmente difficile, non solo perché la criminalità organizzata sia avvale di insospettabili cittadini, ma anche perché le operazioni di prestito hanno per oggetto somme di denaro non eccessivamente

consistenti, per cui le organizzazioni malavitose si garantiscono alti profitti a fronte di rischi minimi.

4.6.2 : Cosenza

L’esazione del “pizzo” rappresenta uno degli strumenti prescelti dalla malavita cosentina, attraverso questa pratica le organizzazioni impongono la loro forza intimidatoria e ricavano i proventi da investire in altre attività illecite, quali il traffico di sostanze stupefacenti, il riciclaggio ed altri gravi reati. La prefettura avverte la necessità di un rinnovato rapporto sinergico tra le diverse componenti istituzionali e sociali impegnate nella lotta al fenomeno estorsivo, con il primario obiettivo di giungere alla costituzione di un’associazione antiracket, di cui la provincia è al momento priva. La stessa prefettura ha in varie occasioni avviato specifiche iniziative con lo scopo di contrastare detti fenomeni, largamente diffusi e considerati tra le attività più redditizie dei sodalizi criminali, esercitando nei confronti dei rappresentanti del settore economico e sociale- con risultati rivelatisi non soddisfacenti- un’azione di sensibilizzazione volta a promuovere forme di associazionismo e di solidarietà che potrebbero costituire un efficace argine all’azione di infiltrazione e di accaparramento delle aziende da parte della malavita organizzata.

Tale esigenza è ancora di più avvertita negli ultimi tempi, in cui si sta registrando, soprattutto nelle aree della provincia maggiormente interessate da uno sviluppo industriale e commerciale, una recrudescenza di attività illecite riconducibili all’estorsione, come dimostrano i danneggiamenti e gli avvertimenti rivolti agli imprenditori locali.

Inoltre, la marcata tendenza omertosa della popolazione e degli operatori economici rende del tutto inattendibili i dati desumibili dalle denunce delle vittime. Sul fronte usura, i rappresentanti delle categorie produttive hanno evidenziato alcune problematiche che si riflettono negativamente sull’attività dei singoli operatori economici, costringendoli a ricorrere al credito illegale. In primo luogo, facendo riferimento al mercato dell’edilizia, la minaccia più elevata per la sopravvivenza delle imprese sane e rispettose della legalità, è rappresentata dai numerosi lavori pubblici appaltati a prezzi non congrui e “ fuori mercato” già nella fase dell’individuazione dell’importo a base d’asta. Gare d’appalto così concepite, nonostante un prezzario

regionale approvato e redatto secondo rigorose analisi di mercato, rischiano di pregiudicare la corretta concorrenzialità, favorendo i soggetti imprenditoriali propensi a sacrificare l’applicazione delle norme di sicurezza ed i contratti di lavoro.

I rappresentanti delle piccole imprese e degli artigiani inoltre, hanno evidenziato il grave danno arrecato a tali settori, finanziariamente più deboli, dal notevole ritardo con cui vengono compensate le opere, i servizi e le forniture da parte degli enti appaltanti sia locali che regionali, che così facendo espongono gli stessi a rilevanti crisi di liquidità e, quindi, al cedimento alle profferte usuraie.

Sull’argomento, il Prefetto ha rivolto un pressante e formale invito a tutte le pubbliche stazioni appaltanti affinché promuovano mirate iniziative e adottino provvedimenti idonei a rimuovere quanto lamentato dai rappresentanti del settore produttivo provinciale, offrendo un segnale chiaro e deciso dell’indiscussa e primaria necessità dell’economia legale.

Sia i referenti delle cooperative fidi che delle due fondazioni antiusura operanti in provincia, hanno posto in evidenza difficoltà in relazione ai rapporti intercorrenti con gli istituti di credito, nonché il progressivo, notevole ridimensionamento dell’entità dei fondi erogati dal ministero dell’Economia e Finanza, di cui all’art. 15 della legge 108/96, considerati unanimemente un validissimo strumento di prevenzione. Il sistema bancario locale non è disponibile ad operare sul fronte della prevenzione usura, pretendendo la garanzia del 100% e non concedendo alcun moltiplicatore; inoltre, considerato l’elevatissimo numero di domande che pervengono da parte di soggetti a rischio, è stata da più parte sottolineata la necessità di velocizzare i tempi di erogazione dei contributi ministeriali e rendere più consistente l’ammontare dei fondi stessi.

4.6.3 : Crotone

I due fenomeni criminali dell’estorsione e dell’usura sono particolarmente presenti in questa provincia, anche se il numero delle denunce è sempre stato molto esiguo.

Tra le attività criminali di interesse delle cosche, assumono particolare rilevanza le estorsioni a danno di imprenditori ed operatori commerciali. Varie sono le modalità

dell’emissario della cosca( magari mascherato sotto forma di spontanea elargizione per i detenuti e le loro famiglie), all’imposizione di forniture a prezzi maggiorati rispetto a quelli di mercato, con la complicità di compiacenti intermediari disposti a riversare nelle casse della cosca il sovrappiù tra il prezzo equo e quello effettivamente ottenuto in pagamento.

L’attualità del fenomeno estorsivo è testimoniata dal consistente numero di reati comunemente riconosciuti come indicatori, tra i quali danneggiamenti ed incendi. Numerosi casi di questo tipo sono peraltro riconducibili a matrici di tipo diverso da quella estorsiva, tra cui la risoluzione di dissidi di natura personale o di contrasti anche per futili motivi, truffe ai danni delle assicurazioni , come in occasione dell’incendio appiccato il 7 gennaio 2006 a due supermercati di Policastro, il cui mandante è stato individuato nel titolare delle stesse attività commerciali.

Per quello che concerne l’usura, la pessima congiuntura economica che ha colpito le piccole realtà imprenditoriali presenti nella provincia di Crotone -anche in relazione alle politiche creditizie seguite dalle banche che tengono conto dell’affidabilità e degli indici di rischio delle aziende calabresi- ha creato condizioni favorevoli per il sorgere e il consolidarsi di tale fenomenologia criminosa, che può manifestarsi in forma diverse. Il primo tipo, molto diffuso, è praticato da persone vicine alle vittime e comporta una scarsa movimentazione di capitali; il secondo è riconducibile ad ambienti della criminalità organizzata e permette il riciclaggio di denaro sporco; infine vi è il tipo che fa capo a soggetti( imprenditori e non solo) provvisti di risorse economiche, i quali concedono cospicui prestiti lucrando profitti assai maggiori di quelli che otterrebbero investendo i propri capitali nel circuito economico-finanziario legale. Le notizie acquisite dalle Forze di Polizia fanno anche presumere che dietro la non trascurabile percentuale di fallimenti possano celarsi pratiche usurarie attuate e gestite da elementi collegati alla criminalità organizzata. Le indagini su tale fenomeno si rilevano particolarmente complesse, oltre che per la loro natura, anche per l’assenza di collaborazione da parte delle vittime.