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4.3 : Incidenza dei reati di estorsione ed usura rispetto alla popolazione delle provincie

Nelle tabelle 4.7 e 4.8 si possono mettere confronto i dati relativi ai delitti di estorsione ed usura, commessi in ciascuna provincia italiana nell’anno 2006, con i dati della popolazione residenti in ciascuna delle pronunzie dell’anno 2006.

L’indagine ha evidenziato che i confini tra i due reati vanno diventando sempre più labili, soprattutto laddove questi non sono più legati alla microcriminalità, ma rientrano in una più

vasta strategia messa in atto dalla criminalità organizzata, finalizzata alla penetrazione nel tessuto economico e sociale, in particolare nelle regioni meridionali.

Nell’ambito delle numerose attività criminali gestite dalle molteplici organizzazioni malavitose, l’estorsione e l’usura continuano ad assumere caratteristiche di rilevante importanza, in quanto costituiscono lo strumento principale per il prelievo forzoso delle risorse necessarie per autofinanziarsi, nonché il mezzo attraverso cui reinvestire i proventi illeciti di altri delitti.

Rappresentano un introito sicuro e senza costi e contestualmente un valido dispositivo di controllo delle attività commerciali e del territorio.

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Rileva i delitti in funzione del luogo, data e ora in cui si è consumato il delitto, non tenendo conto dell’Ufficio di Polizia ove è stata presentata la denuncia.

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Rileva la somma dei delitti commessi con presunti autori noti riferiti al periodo in esame e dai periodici precedenti ( Si considererà come “ delitto con autore noto relativo a periodi precedenti” un delitto denunciato nei mesi precedenti ad X il cui autore è stato individuato nel mese X)

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4.4 : Toscana

Dopo aver analizzato l’estorsione e l’usura a livello nazionale, vorrei soffermarmi sulla regione Toscana e vedere come è cresciuto negli anni questo fenomeno, soprattutto è importante capire perché, in una regione come la Toscana, è riuscito ad avere la sua fetta di importanza.

Quello che caratterizza la regione non è la presenza di criminalità organizzata dedita all’estorsione e al riciclaggio, ma il livello di indebitamento delle persone e delle famiglie, che sta diventando sempre più alto. Non è tanto la pratica classica dell’usura ad avere subito una impennata vorticosa, quanto il ricorso a quelle forme legali di prestito che spesso, in base anche ad un alto tasso di interesse mascherato da quello applicato da molte società finanziarie, espongono in breve tempo le famiglie a una situazione di sovraindebitamento ingestibile.

Sulla base di questa premessa si è creato un Tavolo attorno al quale si sono sedute anche nuove realtà associative, arrivando a comprendere una ventina tra associazioni, enti e banche.

Dopo la costituzione di gruppi di lavoro che hanno lavorato sul sistema bancario, sulla consulenza e l’informazione dei cittadini, si è dato vita al Convegno sul “Disagio Economico e l’uso Coretto del Denaro”, tenutosi in data 5 novembre 2007.

Il convegno sembra abbia avuto notevole riscontro partecipativo e ha suscitato molto interesse a livello cittadino. Sono stati evidenziati temi come:

1. situazioni del mercato del credito; 2. ricorso al mercato illegale del credito; 3. sensori privilegiati del disagio economico;

4. educazione all’uso corretto del denaro ed assistenza ai soggetti deboli; 5. iniziative governative per la rinegoziazione dei mutui;

6. iniziative governative a sostegno delle vittime dell’usura e campagna di prevenzione;

7. collaborazione del settore bancario nel contrasto del racket e dell’usura.

In parallelo con la realizzazione del convegno, numerose sono state le iniziative per avvicinare i cittadini alle tematiche del sovraindebitamento e del rapporto banche-

Tutte le iniziative hanno evidenziato come sul territorio Toscano il fenomeno usura sia nascosto e molto poco visibile, ma in ogni modo esistente.

Dal contatto con i cittadini emerge principalmente:

A. che esistono situazioni per le quali il gioco d’azzardo porta al sovraindebitamento;

B. che i rapporti con le banche sbilanciano le condizioni contrattuali a loro favore, penalizzando i consumatori;

4.4.1 : Firenze

L’incidenza dei due fenomeni, nella provincia fiorentina è alquanto contenuta. Per quanto attiene all’estorsione, nella quasi totalità dei casi si tratta di reati perpetrati da soggetti svincolati da sodalizi criminosi, la cui condotta è determinata dal semplice fine di un immediato guadagno o da contrasti di natura personale, riconducibili alla vita privata e professionale della vittima.

Con riferimento ad una operazione di polizia condotta nel 2005, è emerso che alcuni gestori di pubblici esercizi avevano segnalato la presenza di individui provenienti da fuori provincia che avevano cercato di imporre il posizionamento di videogiochi non autorizzati all’interno dei loro locali e che alcuni casi di usura erano collegati proprio alla gestione di questi videogiochi proibiti, che inducono a volte i giocatori che perdono a ricorrere a forme di finanziamento illegale.

Altro elemento degno di nota è il verificarsi, all’interno delle comunità cinesi residenti nella provincia, di reati d’usura ed estorsione, spesso a danno di piccoli imprenditori e di piccole attività commerciali. I gruppi che agiscono in tal senso sono abbastanza organizzati, ma certo non strutturati e spesso l’estorsione è effettuata ai danni di pregiudicati.

Per quanto attiene l’andamento negativo e l’eziologia delle denunce per usura, le cause del fenomeno sono da rinviarsi ad una pluralità di fattori, quali:

¾ la diminuzione del numero di denunce per “usura bancaria” a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale del 18/12/2005, che ha di fatto cancellato la potestà del Prefetto di sospendere le procedure esecutive in atto nei confronti dei beni immobili delle vittime ( o sospettatati tali);

¾ la scarsa praticabilità del giudizio penale per giungere alla condanna dell’autore del reato, considerate le difficoltà di ricostruzione dei rapporti fra le vittime e l’usuraio;

¾ la situazione economica delle piccole e medie imprese fiorentine, che negli ultimi due anni non è ulteriormente peggiorata.

4.4.2 : Arezzo

Per quanto concerne la provincia di Arezzo, il fenomeno dell’usura al momento non viene ricollegato ad organizzazioni criminali o mafiose, ma a singoli soggetti che approfittano di un momento difficile e dello stato di bisogno delle persone. In questa area geografica le difficoltà economiche sono legate prevalentemente al settore della commercializzazione e della lavorazione dell’oro ( attualmente molto in crisi) e spesso sono da imputare anche ad alcuni fattori legati alla scarsa capacità imprenditoriale. Anche se c’è da sottolineare che in questa provincia non si ha un stima certa delle vittime di usura, il numero oscuro è particolarmente elevato, nonostante i numerosi interventi statali locali. In Toscana sono state prese iniziative volte a prevenire e/o reprimere questo fenomeno, sono operativi ventiquattro ore su ventiquattro centri d’ascolto, di cui un’esperienza importante vive proprio nell’aretino.

Prima che una vittima ammetta di essere stato usurato bisogna acquistarne la fiducia, altrimenti il percorso giudiziario rischia di fermarsi in assenza di un atto di denuncia che permetta alle forze dell’ordine d’intervenire.

L’usura ha successo se chi la esercita riesce a impaurire e intimidire in modo significativo chi la subisce, facendo emergere in quest’ultimo un atteggiamento “ omertoso”, nella convinzione che il sistema di relazione del territorio sia fragile. Intimidazione, incertezza, omertà, mancanza di solidarietà sono alcune delle parole chiavi per cui un usuraio si sente sicuro e può agire in modo efficace.

Ecco perché per prevenire e/o reprimere fenomeni come l’usura è importante :

1. che il cittadino maturi un atteggiamento differente rispetto alla vittima usurata, non considerandola più portatrice di “vergogna”;

2. sostenere il rispetto delle istituzioni e delle forze dell’ordine, in una logica di “sicurezza partecipata” , come strumento di comunicazione tra i cittadini . Questa è la prospettiva della Provincia d’Arezzo che, con la collaborazione delle forze dell’ordine e dei i ragazzi delle scuole, cerca di promuovere da anni la cultura della legalità e della sicurezza e lavora nel territorio per ridurre l’isolamento delle potenziali vittime di reato.

4.4.3 : Grosseto

Nel corso delle attività investigative svolte dalle Forze di Polizia nell’ambito di questa Provincia, non sono stati rilevati “segnali” concretamente riconducibili ad attività criminali finalizzate ai reati di estorsione o usura.

Gli unici eventi delittuosi registrati lo scorso anno assimilabili al fenomeno delle estorsioni, seppur non riferibili al cosiddetto “racket”, hanno riguardato richieste di denaro individuali legate al campo sentimentale, ovvero a minacce di rivelazione di relazioni extraconiugali.

In merito all’usura, non sono state evidenziate attività correlate al reato, anche se non viene escluso che nel mondo delle scommesse, peraltro particolarmente fiorente in provincia, si possa accedere a prestiti in denaro concessi da non meglio identificati personaggi

ben inseriti nel giro, per la cui restituzione vengono richiesti tassi di interesse usurari. Le fattispecie in esame non destano, allo stato, particolare allarme sociale, rimanendo un fenomeno del tutto marginale e scarsamente incidente. Né i soggetti più facilmente “aggredibili”, quali commercianti ed imprenditori, hanno mai fatto cenno ai problemi di cui si tratta, neppure nell’ambito delle rispettive associazioni di categoria.

4.4.4 : Livorno

Pur nell’ambito di un generale contesto che vede prospettive di sviluppo positive, anche qui si rilevano situazioni di difficoltà economica da parte di operatori di commercio al dettaglio e di piccoli imprenditori che lamentano ostacoli nel reperire finanziamenti dagli istituti bancari.

Nella provincia di Livorno l’estorsione e l’usura risultano di limitata rilevanza e comunque sotto controllo, sia per l’attività di vigilanza e prevenzione svolta dalle Forze di Polizia, sia per il sostanziale rifiuto del tessuto sociale nei confronti di fenomeni di tipo associativo mafioso, estranei alla cultura locale. Particolare attenzione merita la

di Porto Azzurro ed il conseguente possibile inserimento nel tessuto sociale di soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, che al termine della carcerazione possono scegliere di permanere nell’isola e acquisire attività commerciali.

L’analisi complessiva porterebbe comunque ad escludere nel territorio della provincia livornese radicamenti o connessioni di organizzazione criminali fattivamente operanti nell’usura e nell’estorsione che possono dar luogo a particolari emergenze.

4.4.5 : Lucca

La realtà di questa provincia in merito alle fenomenologie ascrivibili alla fattispecie dell’usura e dell’estorsione, pur evidenziando le criticità notoriamente insite nel fenomeno, complessivamente non destano particolari preoccupazioni, sia per la consistenza della manifestazione, sia per le attivazioni attuate sotto i vari profili degli organi di Polizia. A tal proposito non risulta, al momento, che tali attività illecite siano gestite da vere e proprie organizzazioni criminali.

Per quanto attiene al fenomeno estorsivo, si evidenzia un lieve aumento del numero delle persone denunciate, mentre per quanto riguarda gli sporadici fenomeni dell’usura, essi si manifestano specialmente in Versilia e nella Piana di Lucca, zona caratterizzata dalla presenza di numerose e importanti attività industriali e commerciali.