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METODOLOGIE DIDATTICHE A CONFRONTO

4.1 Presentazione del progetto: fare “esperienza” del testo

4.1.1 Analisi del testo narrativo

Nel campo d’indagine che ci interessa, il panorama italiano è dominato dalla figura e dagli studi di Cesare Segre per il quale l’analisi del testo narrativo deve mirare alla distinzione del livello del discorso (linguistico e stilistico) dal livello narrativo propriamente detto (gli elementi della storia e lo svolgimento dell’azione, le scansioni del tempo e il loro rapporto con lo spazio, la tipologia, i pensieri e il linguaggio dei personaggi, il punto di vista dello scrittore e la conseguente focalizzazione).133

Il livello narrativo propriamente detto comprende, in primo luogo, l’esame degli elementi della storia, ossia l’individuazione delle sequenze narrative, dell’intreccio e della fabula nonché lo scomposizione di quest’ultima nelle sotto-fasi di situazione iniziale, esordio, Spannung, e scioglimento134.

In secondo luogo l’analisi del testo narrativo passa attraverso l’individuazione del tempo e dello spazio, in cui il testo si svolge. Tali elementi,

131 Cfr. V. J. Propp, Morfologia della fiaba, Einaudi, Torino 1966 132 Cfr. G. Genette, Figure III, Einaudi, Torino 1972

133 Cfr. C. Segre, Avviamento all’analisi del testo letterario,

cit.

134 Per la schematizzazione degli elementi fondamentali per

l’analisi del testo si è preso a riferimento il modello proposto da P. Dania Campagnoli, Spazio lettura. Vol. b - Racconto – Romanzo, Il Capitello, Torino 2003

sinteticamente definiti da M. Bachtin, cronotopo,

risultano strettamente intrecciati in letteratura. Così lo definisce il filologo russo:

l’interconnessione sostanziale dei rapporti temporali e spaziali dei quali la letteratura si è impadronita artisticamente.135

In terzo luogo, la narratologia dà grande risalto all’osservazione e alla caratterizzazione dei personaggi, visti non solo nel loro statuto di ruoli, ma anche nella unicità e irripetibilità di pensiero ed esperienza che essi incarnano. In questo contesto è fondamentale la sottolineatura delle modalità narrative e semantico-lessicali con cui l’autore presenta i propri personaggi.

In quarto luogo, infine, occorre prendere in considerazione l’autore, che, all’interno dell’opera, condivide la parte da protagonista con quella del narratore presente sulla scena della storia. Alla pluridimensionalità della voce narrante si collega il punto di vista o focalizzazione (interna ed esterna) della narrazione: cioè la prospettiva del narratore nei confronti dei fatti narrati.136

L’altro livello preso in considerazione da Segre è quello del discorso, ossia tutto ciò che pertiene all’analisi formale del testo narrativo, tutto ciò che riguarda, non tanto e non solo il significato, ma soprattutto il significante; se così non fosse e l’analisi del testo mirasse solo alla ricostruzione del puro livello denotativo, tralasciando completamente l’aspetto connotativo, la letteratura

135 M. Bachtin, Estetica e romanzo, Einaudi, Torino 1979, p. 49 136 Si veda P. Vecchi Galli, Sussidiario di letteratura italiana,

finirebbe per ridursi a bieco ideologia e trito moralismo.

Quindi, riassumendo, il primo passo per la comprensione del testo è teso ad accertarne il livello letterale.

Ogni termine verbale deve essere compreso nella sua esattezza semantica e sintagmatica, ogni elemento riportato ad una dimensione per così dire “denotativa”, di chiara referenzialità. Seguono l’analisi e la descrizione dei livelli formali e tipologici del testo.137

Dopo aver decifrato il significato e averlo messo in relazione al piano stilistico, sarà possibile esplorare il piano concettuale-argomentativo, ossia il piano che prende in esame il significato annotando come esso si invera nel rispettivo significante, creando un insieme inscindibile, tale per cui minuscoli spostamenti formali provocano altrettante differenze nel significato. Questa unità viene definita dalla linguista Paola Vecchi Galli con il termine contenuto di cui dà la seguente definizione:

Con contenuto intendiamo la somma di temi, miti, simboli che il testo letterario pone in essere sul piano discorsivo. Si potrà in taluni casi parlare di ideologemi (termine coniato da M. Bachtin), ossia delle “marche stilistiche” che rinviano a rappresentazioni e concezioni del mondo espresse dall’opera. Il passaggio è cruciale e insieme delicato perché tocca le istanze più profonde di un testo letterario, quelle che, consapevolmente o inconsapevolmente, l’autore ha tratto da un nucleo psicologico, simbolico, culturale che è intimamente suo. […] In questa fase dell’interpretazione si andrà quindi alla ricerca di parole e sintagmi che rappresentano la

chiave per accedere al livello (ai livelli) del contenuto del testo: i vettori stilistici portatori dei nuclei semantici e dianoetici. E dalle parole-chiave si passerà in tal modo alle idee-chiave: appunto concetti, ideologemi o temi ricorrenti del testo.138

L’analisi del testo narrativo deve quindi portare l’allievo alla comprensione letterale del brano, senza accontentarsi di questo primo livello, ma spronandolo ad arrivare all’individuazione dei livelli del testo prima identificati e della sintesi tra significato e significante, in particolare per i personaggi e la visione del mondo che essi incarnano, arrivando anche ad una interpretazione. Tale interpretazione corrisponde ad una personalizzazione delle conoscenze che deve necessariamente tenere conto del livello letterale, ma che può sottolineare maggiormente un aspetto della trama rispetto ad un altro, privilegiare in una parola una sfumatura piuttosto che un’altra, concentrarsi su un personaggio che si sente più vicino alla propria esperienza piuttosto che su uno avvertito come più lontano.

Lo scopo è quello che gli allievi, senza tradire palesemente il testo violentandolo e arrivando a fargli dire ciò che esso non dice, imparino a fissare con continuità l’attenzione sull’oggetto-testo per dialogare con lui, a comprenderlo nelle pieghe e nelle sfumature meno direttamente individuabili, a chiedere al testo ragione di ciò che dice, laddove è possibile. Lo scopo è di riuscire ad aprire paragoni tra l’umanità in crescita dell’allievo e l’alterità esperienziale rappresentata dal testo stesso.

4.1.2

Analisi

del

testo

narrativo

alla

scuola