Metodologia tradizionale
Interesse
La partecipazione dell’allievo che interpretato il ruolo del regista è composta, ordinata e attiva. È interessato, alza la mano per cercare di rapportarsi alle richieste dell’insegnante. Annota sul quaderno quanto viene suggerito nella discussione comune. E’ attento e fornisce diversi spunti di riflessione alla
classe. Per esempio è quello che trova il maggior numero di citazioni ed episodi che rimandino al metodo investigativo di Poirot.
Coinvolgimento personale
È attivo, anche se contenuto. Ha letto nel dettaglio il testo di riferimento e accoglie le proposte dell’insegnante, cercando di confrontare quanto vi dice con ciò che è stata la sua personale esperienza di lettura. La motivazione a mettersi in gioco è sostenuta dall’interesse personale che mostra di avere nei confronti del genere narrativo giallo. Indaga e si confronta col compagno di banco per accertarsi di aver capito bene, non vuole deviare rispetto alla linea proposta dall’insegnante.
Testo prodotto
Protocollo 1a
Descrivi la figura dell’investigatore Hercule Poirot illustrandone le specificità fisiche e caratteriali, spiegandone, con opportuni riferimenti al testo, il metodo investigativo. Puoi usare anche un tipo di scrittura originale, immedesimandoti nel personaggio o altro…
Poirot l’investigatore belga protagonista di “Assassinio sull’Orient Express”, è subito presentato come “un ometto buffo, imbacuccato fino alle orecchie
e del quale erano visibili solo il naso arrossato e le punte di un paio di baffi all’insù”. Per di più aveva
una buffa testa calva a forma d’uovo. Insomma Poirot non è un personaggio fiero, che incute timore, ma un ometto un po’ impacciato e, a prima vista, ingenuo.
Il metodo investigativo adottato da Poirot non si basa sulla nuda osservazione degli indizi, ma sulla psicologia, sul modo di ragionare e comportarsi delle persone. Poirot infatti cura molto attentamente il rapporto con le persone che interroga, cambiando le domande e il metodo a seconda del carattere di chi gli si presenta davanti. Per esempio, con la signorina Debenham, “il metodo che l’ispettore usò fu in
completo contrasto con quello di cui si era
precedentemente servito…”.
Molto spesso Poirot architetta trappole agli indiziati nel tentativo di farli tradire e di dimostrare la loro colpevolezza. Come si vede con la contessa Dragomiroff, a cui non chiede esplicitamente la proprietà del fazzoletto altrimenti avrebbe potuto mentire, ma preferisce trarla in un inganno: “Attenzione signora, le è caduto il fazzoletto” – “Grazie, ma non è mio”.
Poirot, inoltre è molto ordinato e metodico: cataloga minuziosamente tutti i particolari e gli indizi perché sa che potrebbero avere grande importanza. Mi ha colpito il fatto che alla fine del libro Poirot non comunica subito la soluzione del caso, ma prima dimostra che l’uomo visto dai passeggeri è solo un’invenzione, poi espone la verità, facendo percepire però al lettore una partecipazione al dolore degli assassini e in un qualche modo assolvendoli.
Facendo riferimento ai criteri forniti per la valutazione di elaborati testuali prodotti in prima persona dall’ allievo, dal testo proposto, emerge, come dato rilevante, la correttezza della scrittura, fluida e sorvegliata sintatticamente ed ortograficamente, e la proprietà lessicale. È senz’altro attestabile una buona competenza testuale
dal momento che il testo è pertinente alla traccia proposta e correttamente indagato a partire dal brano di riferimento. Per quel che riguarda l’ideazione, lo scritto non è originale, presenta una stesura esecutiva che si attiene a modalità ordinate e convenzionali di un testo argomentativo.
Metodologia innovativa
Interesse
Si mostra attirato dalla novità dell’esperienza, anche se inizialmente è restio ad accettare il ruolo del giornalista. Poi accetta, più per il rispetto nei confronti del docente che per una reale spinta personale.
Coinvolgimento personale
Una volta accettato il compito dell’interpretazione del ruolo del giornalista, si mostra scrupoloso nonostante sia l’unico a non avere esperienza diretta di drammatizzazione. È comunque imbarazzato, non alza mai lo sguardo, durante la recitazione sui suoi compagni. Non gesticola, non usa la mimica facciale, ma scrive puntigliosamente tutte le domande che ha pensato di rivolgere a Sherlock Holmes.
Testo prodotto
Protocollo 1b
Descrivi la figura dell’investigatore Sherlock Holmes illustrandone le specificità fisiche e caratteriali, spiegandone, con opportuni riferimenti al testo, il
metodo investigativo. Puoi usare anche un tipo di scrittura originale, immedesimandoti nel personaggio o altro…
La sala d’aspetto del commissariato di Bologna è una stanza piccola e senza finestre, illuminata da un vecchio neon che funziona ad intermittenza. Nelle poche sedie sono sedute tre persone : un piccolo prete dall’aspetto buffo e un po’ ingenuo163, un ometto dalla testa calva e tonda ed un terzo uomo alto che se ne sta in disparte, nella penombra. L’ometto calvo si contraddistingue per i due baffetti all’insù che gli donano un aspetto lezioso. Quest’ultimo e il prete discutono animatamente, mentre il terzo uomo è seduto lontano da loro. Improvvisamente si alza ed inizia a percorrere la stanza a grandi passi chiaramente intento a capire qualcosa di molto complesso. Sembra quasi di poter udire la sua mente mentre estrapola pensieri e vi lavora sopra. Cigolando, la porta della stanza si apre ed entra il capo della polizia bolognese: il signor Basettoni. Egli espone rapidamente il caso ai tre investigatori, i quali sono stati assoldati per risolverlo.
L’ometto dai baffi all’insù inizia a prendere appunti, mentre gli altri due investigatori trattengono le informazioni ed i dettagli nella loro mente. Il delitto sembra piuttosto semplice: il sindaco della città è stato ucciso nella notte mentre rincasava. Nessuno aveva sentito niente ma vi era un testimone.
163 Si riferisce alla figura di Padre Brown, prete detective
dell’Essex, inventato dalla penna di G. K. Chesterton, la cui lettura era stata assegnata alla classe durante le vacanze estive.
L’uomo alto, che da adesso chiameremo Sherlock Holmes, chiede di andare sulla scena del crimine per cercare eventuali impronte o indizi lasciati dall’assassino. Holmes è un investigatore positivista: egli ritiene che usando la sola ragione e le tecnologie a disposizione si possa risolvere un caso.
Il prete e il signor Poirot fanno uso di un metodo diverso, basato sì sulla ragione, ma esteso anche ad altri aspetti che Holmes non considera, come la psicologia: lo studio del comportamento umano. Infatti essi chiedono di interrogare il testimone, al fine di scoprire eventuali indizi che con l’uso della sola scienza sarebbero rimasti ignoti.
Durante l’interrogatorio i due investigatori mantengono un clima tranquillo dato che l’interrogata, una signora di novant’anni, è molto confusa e timorosa. Gli interrogatori di Poirot sono plastici: cambiano a seconda del tipo di persona. Tramite semplici domande essi ottengono importanti particolari sull’assassino: un uomo biondo, di mezz’età, a bordo di una grossa moto.
La nonna, stupendo i due investigatori, ricorda la targa della moto e, tramite i registri della polizia stradale, padre Brown e Poirot giungono all’assassino. Mentre i due investigatori interrogano la vecchietta, Holmes arriva sulla scena del crimine. Tramite un’accurata analisi della pallottola nel corpo della vittima, egli nota che non ha trapassato l’uomo, ma si è fermata nello stomaco. Questo spiega una potenza di fuoco limitata da un silenziatore. Ecco perché nessuno ha sentito lo sparo! In seguito Holmes scopre anche tracce d’olio provenienti da una macchina o da una moto e deducendo che appartengano al mezzo dell’assassino decide di seguirle. Proprio mentre Holmes arriva alla fine delle macchie d’olio, egli
incontra padre Brown e Poirot che sono in procinto di entrare nella casa dell’assassino. Dunque la pista scientifica e quella psicologica hanno collimato: hanno fornito la medesima risposta. Durante l’interrogatorio l’indiziato nega di essere stato sulla scena del crimine quella notte, ma Poirot con le sue domande apparentemente stupide e insignificanti lo tiene in scacco e alla fine l’indiziato si tradisce. Egli infatti, rivela particolari sull’assassinio che solo una persona presente in quel momento avrebbe potuto sapere. Poi Holmes gli chiede come possa spiegare le macchie d’olio provenienti dalla sua moto; egli non risponde ed i tre investigatori hanno la prova della sua colpevolezza. Il caso è chiuso, Holmes è soddisfatto e torna a casa, ma Padre Brown e Poirot vogliono capire più in profondità le ragioni che hanno spinto quell’uomo ad uccidere il sindaco. Essi hanno instaurato un rapporto umano con l’assassino, a differenza di Holmes, che cerca solo la soluzione al casa e la fama. È per questo motivo che preferisco padre Brown e Poirot, essi sembrano più umani,a volte compiono errori, il caso sembra sfuggirgli dalle mani, rischiano di non riuscire a trovare l’assassino. Holmes, invece, tiene sempre saldamente tra le mani le redini del caso e sembra che sia molto superiore alle persone che lo circondano; egli è insensibile verso gli altri, non gli interessano la vita e le ragioni dell’assassino: non sembra un uomo.
Esaminando il presente testo, la differenza più rilevante che si nota rispetto a quello precedentemente proposto, facendo riferimento ai succitati criteri di valutazione, è quello che riguarda la competenza ideativa o di pianificazione. Al momento della stesura del testo, l’allievo ha chiesto all’insegnante se poteva
elaborare un testo originale in cui parlavano tra di loro i tre investigatori, così come si era verificato nell’esecuzione del role playing del giorno prima.
È interessante verificare come, in questo caso, la metodologia didattica abbia sortito un effetto positivo sulla realizzazione dello scritto. Il testo prodotto presenta un’interessante pianificazione per un testo argomentativo; si noti, infatti, come, in questo caso, la presa in esame del metodo di Holmes avvenga tramite il confronto con gli altri metodi investigativi presi in esame. Il testo, così non mostra una mera trascrizione di quanto appreso, ma presenta un’effettiva rielaborazione personale della materia appresa.
Il role playing ha sortito l’effetto di rendere
tridimensionale una lettura che talora rischia di essere bidimensionale. L’animazione con cui si dà vita ai personaggi sulla scena ha fornito l’idea divergente del colloquio e del confronto “dal vivo” dei tre investigatori. La lettura delle pagine si è animata nella vita.