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METODOLOGIE DIDATTICHE A CONFRONTO

Allievo 13: comunque, prof, in un altro punto il testo dice anche “strano”.

Conduttore: va bene, allora indica a tutti la pagina..

La classe prende nota delle pagine a cui si

riferiscono i diversi aggettivi

Conduttore: riprendiamo il discorso. Stavamo dicendo, come facciamo a verificare se l’utilizzo dell’aggettivo strano riferito a Sherlock Holmes è corretto?

La classe tace

Conduttore: dovremmo verificare il testo originale e controllare lo specchio semantico della parola.

La classe si accorda per consultare su internet la versione inglese del testo per cercare la parola utilizzata.

Conclusione del debriefing

Sul quaderno vengono appuntati dei punti sintetici emersi dal debriefing sulla descrizione del personaggio e sul rapporto tra Holmes e Watson, in

particolare si riprende la dissertazione semantica sorta dalla discussione.

4.5 STUDI DI CASO

Il progetto nasce all’interno di un’esperienza didattica vissuta personalmente, in qualità di docente, dall’estensore della ricerca. L’idea prende le mosse dal contesto di una classe terza della scuola secondaria di primo grado, un contesto, quindi, non pensato, non creato ad hoc per la ricerca. Il gruppo classe vedeva al suo interno la presenza di due allievi che frequentavano nel pomeriggio un corso di teatro. Il tentativo era quello di verificare come una variazione di metodologia nella didattica del testo letterario a partire da attitudini presenti in due studenti potesse essere un’occasione di miglioramento non solo per i soggetti direttamente coinvolti, ma anche per il gruppo classe nella sua totalità.

In sintesi, l’idea del progetto nasce congiuntamente alla presenza di questi due casi, che risultano essere, quindi, già presenti e non costruiti, per usare il lessico utilizzato da A. Calvani160, a proposito dei criteri di selezione dei “casi”.

A questi due, in seguito, conformemente alle modalità che si erano pensate per l’esecuzione del role

playing, è stato aggiunto un terzo, selezionato

secondo criteri di cui si parlerà nel prossimo paragrafo.

Ci è parso che la modalità dello studio di caso, condotto dal docente nella “sua” classe fosse quella più confacente al quadro teorico di riferimento del presente lavoro di tesi, improntato all’attuazione di

metodologie didattiche che mettano in azione i docenti in prima persona, stimandoli nelle loro competenze didattiche e ritenendoli in grado di essere realmente “ricercatori”; infatti, tale progetto voleva proprio basarsi su una metodologia di ricerca adeguata all’ottica di un insegnante che si percepisce come “ricercatore”161, che concepisce la propria aula come un laboratorio e il proprio lavoro quotidiano come il campo d’indagine in cui testare le proprie capacità di professionista riflessivo, per usare una famosa espressione di D. Schoen162. Abbiamo scelto questo indirizzo perché ci interessava proporre il punto di vista di un docente sul e nel flusso degli eventi che lo vedono in azione.

4.5.1

Criteri per la scelta dei casi

Innanzitutto è necessario precisare che i casi esaminati sono stati tre, come i ruoli previsti per l’esecuzione del role playing.

In secondo luogo, la scelta di due dei tre allievi è strettamente legata, come detto, all’ideazione del progetto. Vista la natura eminentemente drammatica del

role playing si voleva sperimentare l’efficacia di

tale metodologia a partire dal coinvolgimento di questi allievi. In particolare, ci sembrava interessante verificare la diversa ricaduta delle due metodologie, in termini di efficacia e motivazione, su uno dei due allievi in questione; infatti durante un gioco didattico effettuato nella gita scolastica sopra menzionata, avevamo avuto l’occasione di notare un deciso ed evidente miglioramento nella comunicazione

161 Si veda V. Gherardi, Professionalità nell’insegnamento in M.

Manini, Didattica generale, cit., pp. 21-26

della propria comprensione a paragone con gli esiti solitamente negativi o deludenti presentati nel lavoro in classe, sia nella modalità orale sia nella modalità scritta, in particolar modo se riferiti alle attività di lettura.

Il secondo allievo presentava anch’esso una buona propensione alla drammatizzazione e alla mimicry, ma diversamente dal primo caso, presentava una discreta situazione scolastica che diventava decisamente buona nelle materie di indirizzo umanistico-letterario, seppur talora condizionato da un’incostante applicazione domestica e da una motivazione molto discontinua.

L’abbinamento del ruolo di Sherlock Holmes e John Watson ai due allievi è stato deciso dagli stessi due alunni.

Il terzo caso, a cui è stato affidato, come si vedrà, il ruolo di giornalista con l’incarico di intervistare il famoso detective inglese e il suo aiutante, è stato selezionato sulla base dell’ottima propensione alla lettura e capacità di analisi del testo e dei personaggi letterari emersa nel corso del triennio. Inoltre, tale scelta poteva risultare adeguata per l’attitudine alla scrittura dimostrata da tale allievo, una scrittura fluida, sintatticamente pulita e lessicalmente appropriata. Questo era importante perché ci interessava particolarmente paragonare le due metodologie tenendo come termine di confronto i prodotti di scrittura elaborati alla fine delle due attività proposte, pur sapendo che l’alunno sarebbe dovuto essere leggermente forzato, dal punto di vista del coinvolgimento emozionale, visto il carattere timido e non troppo estroverso. Alla prova dei fatti si è mostrato però disponibile e del tutto soddisfatto rispetto al risultato fornito.

Il primo studio di caso che tratteremo sarà proprio quello dell’allievo che ha interpretato il ruolo del giornalista.

4.5.2

Criteri

per

il

confronto

tra

le

metodologie

I criteri secondo cui è stata considerata e valutata l’efficacia dell’esperienza di apprendimento dei tre casi esaminati sono i seguenti:

- Partecipazione e interesse mostrati alla realizzazione delle fasi delle due procedure didattiche

- Grado di attivazione e coinvolgimento personale mostrati nello svolgimento dei due percorsi didattici

- Qualità dell’elaborato contenente l’analisi di un testo letterario a conclusione dei due differenti itinerari didattici.