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METODOLOGIE DIDATTICHE A CONFRONTO

DESCRIZIONE DEL ROLE PLAYING

a) Warming up

Conduttore151: Per quale motivo ha scelto di intervistare questo famoso investigatore ed il suo collaboratore?

Giornalista: Innanzitutto tengo a precisare che non si tratta di un investigatore, ma di un consulente investigativo e che il suo collaboratore è in realtà il suo coinquilino, o meglio forse l’unico – diciamocelo francamente – che riesce a sopportarlo. Le chiacchiere dicono che il nostro amico abbia un carattere un tantino difficile. Inoltre ho bisogno di fare un buon lavoro, voglio quella promozione, darò il massimo.

Conduttore: Come ha selezionato le domande?

Giornalista: Ho pensato a quello che sapevo di lui e ai miei lettori. Perché Sherlock Holmes riesce a risolvere i suoi casi, sempre? Come fa?. Ho pensato anche che mi incuriosiva la vita privata di un uomo che risulta sempre impassibile e sicuro di sé e dei suoi mezzi.

Conduttore: Qual è il Suo stato d’animo alla vigilia di questo incontro?

Giornalista: Sono imbarazzato. Non voglio fare brutta figura davanti ad un uomo così intelligente e schivo, come dicono. Spero di non contraddirlo o dire qualcosa che lo dispiaccia.

Conduttore (rivolto a Sherlock Holmes): E lei, Sig. Sherlock Holmes, a dire il vero non mi aspettavo

151 Con il termine conduttore si indicherà sempre l’insegnante che,

nel role playing di ambito scolastico, ricopre sempre il ruolo del conduttore.

accettasse questo invito… Insomma, la facevo più riservato.

Sherlock Holmes: bè certo… ho riflettuto molto prima di accettare. È vero non amo la compagnia, Watson qui presente è l’unico essere umano di cui sopporto la presenza, ( gesticola molto mentre parla e guarda

Watson che fa un’espressione di intesa. La classe

accenna qualche risata) meglio una bella suonatina di

violino152…però sono anche molto fiero della mia bravura nel risolvere i casi per cui mi pagano.

Conduttore: Watson …lei che dice?

Watson: dico che Sherlock Holmes fa il superiore, ma ha bisogno di me, anche solo per qualcuno che lo ascolti ragionare…

Sherlock Holmes: tu dimentichi che quando voglio ragionare mi isolo sulla poltrona del divano153. ( La classe mormora)

Watson: sì, ma Le sono comunque utile…come quella volta che Le ho sorvegliato la situazione al maniero dei Baskerville…e non Si dimentichi che Lei ha molte lacune, anzi, tranne che in chimica, ci sono molte cose in cui è un vero dilettante…

b) Seduta di gioco vera e propria

Giornalista: visto che è stato nominato il caso dei Baskerville, partiamo da lì… Come ha fatto, in quella occasione, a risolvere il caso con così pochi dettagli?

Sherlock Holmes: non erano esattamente pochi…erano meno nel caso del cavallo Barbaglio d’argento154

152 A. Conan Doyle, Uno studio in rosso, Mondadori, Milano 1958, p.

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comunque, come molti sanno, il mio segreto sta tutto nell’osservazione accurata degli indizi “il mondo è pieno di tanti piccoli indizi che la gente mai si cura

di osservare”155 ( l’allievo-attore cita direttamente

dal testo e si alza per andare a prendere qualcosa che

tiene sul banco, nell’astuccio. Estrae delle forbici

dal cui occhiello guarda come fossero lenti) . E’

quest’oggetto la chiave di tutto e la mia mente ( si

tocca la tempia per indicare il cervello).

Giornalista: forse allora potrebbe riassumerci velocemente il suo metodo…

Sherlock Holmes : certamente. Io osservo attentamente la scena del delitto raccogliendo con cura tutte quelle tracce che sfuggono ad un occhio troppo frettoloso. Grazie alle mie conoscenze e alla mia incredibile capacità di deduzione, elaboro delle ipotesi che poi verifico. Molti dicono che sono un po’ sprezzante, ma mi va quasi sempre bene, tranne il caso in cui tutti mi credevano morto, ma poi sono tornato…156.

Giornalista: è vero Watson?

Watson: è vero! Pensi che quando ci siamo conosciuti, con una veloce occhiata è riuscito a capire che ero un medico che ritornava in Inghilterra dopo essere stato ferito durante la guerra….(l’allievo che interpreta

Watson fatica nel reperimento della battuta) .. in

Afghanistan.

154 A. Conan Doyle, Barbaglio d’Argento, il testo non è stato letto

dalla classe. l’allievo che interpretava Sherlock Holmes lo cita, traendolo da una sua lettura personale.

155 Cfr. A. Conan Doyle, Il mastino dei Baskerville, Newton, Roma

1991

156 L’allievo fa riferimento ad un dettaglio biografico su Conan

Doyle letto in classe, per cui l’autore scozzese tentò, ad un certo punto della sua carriera, di liberarsi della presenza divenuta troppo ingombrante del personaggio creato facendolo morire, ma fu costretto, per le proteste dei lettori, a fingere falsa l’avvenuta morte e a farlo riapparire in un’ulteriore avventura.

Sherlock Holmes: oppure quella volta in cui ho dedotto la professione di J. Mortimer, sempre per il caso dei Baskerville, dal suo bastone dimenticato, qui a Londra, nel nostro salotto di Baker Street.

Giornalista: mi scusi se sono indiscreto, ma, quindi, che cosa dobbiamo pensare riguardo alle lacune di cui parlava prima Watson?

Sherlock Holmes (guarda indispettito Watson e la

classe ride): sì in effetti, ho delle lacune. Ritengo

che il cervello umano non possa contenere tutto e devo decidere cosa farci entrare e cosa no. Solamente le cose utili al mio lavoro devono rimanermi in testa, altrimenti si finisce per dimenticare tutto anche quello che serve per le indagini.

Giornalista: mi perdoni ancora, ma i nostri lettori sono molto interessati al gossip ( la classe abbozza qualche commento). Lei è mai stato innamorato?

Watson: ride a scena aperta ( la classe ride)

Sherlock Holmes: Watson, mi sembra che il signore abbia rivolto a me la domanda. Comunque, no! Queste cose non mi interessano, il mio stile di vita è positivista, la mia ragione controlla tutto. L’amore sarebbe un’inutile perdita di tempo e di ragione, appunto…

Watson: non ci avevo mai pensato .. se Holmes avesse una fidanzata, io che fine farei ? (la classe ride) Giornalista: Positivista ha detto… Che significa?

Sherlock Holmes: che solo ciò che è logico deve essere esaminato. Ciò che sfugge alla ragione logica non deve essere considerato. Prendiamo il caso del famoso cane dei Baskerville. Tutti, anche il dottor J. Mortimer, lo ritenevano una creatura soprannaturale e parevano credere alla leggenda nera che aveva colpito la famiglia Baskerville, a partire dalle malefatte dall’antenato Sir Hugo Baskerville. In realtà, io ho

risolto il caso, partendo dal presupposto che questo non potesse essere ammesso. Infatti il cane non era un prodigio, ma solo un grosso mastino colorato di fosforo così da avere gli occhi fosforescenti.157

Watson: confesserò che anch’io per un attimo c’avevo creduto…

Giornalista: Watson, lei come descriverebbe il carattere e la personalità del suo coinquilino?

Watson: ( guarda il compagno ridendo) oramai c’ho fatto l’abitudine, ma ad una prima vista mi è sembrato molto strano… con quelle mani sporche di roba chimica, per un attimo ho pensato anche che facesse uso di stupefacenti. Poi l’ho visto molto tranquillo.

Il ragazzo che interpreta Holmes alza all’improvviso

lo sguardo…

Il ragazzo che interpreta Watson esce improvvisamente

dal ruolo e dice che sul testo c’è scritto proprio che

Watson pensava che Sherlock Holmes, per alcune

stranezze del suo carattere e per i repentini sbalzi

d’umore, assumesse droghe.

La classe manifesta impazienza e l’insegnante-

conduttore invita l’allievo che interpreta Watson a

riprendere il proprio personaggio.

Giornalista: stava dicendo…

Watson: è molto deciso ed è un grande osservatore, non c’è dettaglio anche piccolo che gli sfugge. Lui dice che “l’osservazione è una sua seconda natura”. Osserva tutto con rapide occhiate. Per esempio mi stupisco che

non Le abbia misurato il cranio158( la classe fa segni

di approvazione, quasi avvertisse una prestazione

superiore, rispetto al solito, da parte del ragazzo

che interpreta Watson ). Inoltre è anche molto

egocentrico, risolve i casi, per farsi ammirare. Mi ricordo la prima volta in cui ci siamo incontrati, stava cercando di fare una reazione chimica che avrebbe chiamato con il suo nome “Reazione Sherlock Holmes”. Quando gli è riuscita era molto compiaciuto e gli brillavano gli occhi, e aveva fatto un inchino ad un pubblico immaginario.

Giornalista: che sentimenti ha nei confronti delle vittime e dei colpevoli che incontra?

Sherlock Holmes: prima di rispondere vorrei dire al mio compagno, amico?!?... diciamo coinquilino … che non mi piacciono i crani. Semplicemente li trovo indicativi della persona.

Quanto alla Sua domanda, non mi sono mai posto il problema. Penso che i sentimenti siano banali e inutili, sprecano parte della mente umana. Il lavoro fa dell’uomo una persona rispettabile. Ma…

Giornalista: ho capito, lei ama se stesso. Quindi….

L’allievo a cui è affidato il compito di fermare il cronometro della seduta di gioco annuncia che il tempo è scaduto. Gli “attori” si bloccano e si rilassano, la classe si rianima e applaude. Gli allievi che interpretano Sherlock Holmes e Watson sono evidentemente compiaciuti. Il clima è positivo.

158 L’”attore” si riferisce alla passione di Holmes per

l’antropologia fisica, caratteristica branca di interesse per il periodo positivista.

c) Cooling off

Conduttore: come ti sei sentito nel ruolo del giornalista ? A partire dal canovaccio che avevi, come hai deciso di muoverti nel tuo personaggio?

Giornalista: la difficoltà maggiore è stata quella rispettare la consegna del far capire le ragioni della popolarità di Sherlock Holmes. Mi sembra che Sherlock Holmes piaccia perché fa sembrare tutte le cose molto semplici nella risoluzione dei casi, sembra che veramente grazie all’osservazione e alla ragione riesca a tenere presenti tutti i particolari. Volevo anche sottolineare la sua antipatia

Conduttore: non ti era piaciuta la lettura di Sherlock Holmes?

Giornalista : sì, molto, ma è anche abbastanza antipatico, non mi piace come tratta Watson.

Conduttore: e tu, quali difficoltà hai avuto ad interpretare Sherlock Homes?

Sherlock Holmes: forse avrei avuto bisogno di conoscere ancor meglio il personaggio, per certe domande non potevo dire cose che avevo letto di lui, dovevo, come dire, ricavarle da delle deduzioni, che però non sapevo se erano giuste o possibili., per esempio, la domanda sull’amore…

Conduttore: e come hai fatto?

Sherlock Holmes: ho provato a ricordarmi certe cose che diceva o faceva, in particolare verso Watson, che è l’unico personaggio con cui non è freddo.

Conduttore: è difficile fare questo tipo di esercizio? Sherlock Holmes: sì, è imbarazzante, soprattutto è difficile concentrarsi e seguire le parole, i gesti e anche quello che dicono gli altri, perché non sei da solo sulla scena.

Watson: Watson è il più difficile da fare, prof., perché ci sono meno dettagli su di lui. Sherlock Holmes è descritto con più dettagli.

Conduttore: qual è stata la difficoltà maggiore?

Watson: forse quando mi sono dovuto concentrare per cercare di capire meglio qual è il rapporto tra Watson e Sherlock Holmes, cosa c’entra nel romanzo questo personaggio.

e) Debriefing

La fase di debriefing consiste, come detto,

nell’analisi di quanto accaduto durante la seduta di gioco. L’indagine, in forma di dialogo ordinato, è condotta dal docente con gli studenti a partire dalle osservazioni svolte dalle diverse “squadre”. L’esercizio di osservazione è svolto attraverso la strutturazione di una scheda che comprende i seguenti punti di osservazione:

 Tenuta del ruolo e dell’immedesimazione: l’interpretazione ha aderito alla descrizione del personaggio?

 Interazione con i personaggi in “scena”: l’”attore” ha saputo rapportarsi con gli altri e cogliere le provocazioni o i suggerimenti che gli venivano lanciati dai colleghi?

 Lessico utilizzato: è aderente al personaggio, è adeguato alla scena? Perché?

 Gestualità e mimica: l’”attore” è stato in grado di accompagnare la propria rappresentazione con mimica adeguata?

 Hai riscontrato palesi divergenze tra quanto espresso dall’”attore” e quanto espresso dal testo di riferimento?

 Cosa avresti aggiunto o tolto all’interpretazione del personaggio?

Tale griglia di riferimento è stata consegnata agli allievi per guidare, ordinare e quindi facilitare il compito dell’osservatore. Quello che segue è il verbale del debriefing effettuato dopo la seduta di gioco.

Squadra di osservazione 1 - Il ruolo del giornalista

Insegnante: bene… Partiamo dalla squadra di osservazione che doveva seguire il giornalista. Che cosa possiamo dire? Quali osservazioni avete prodotto? Allievo 1 – E’ stata brava, soprattutto perchè non ha fatto domande sciocche.

Conduttore: cosa intendi con domande sciocche?

Allievo 1 - mah, per esempio, “che lavoro fai” o “dove