• Non ci sono risultati.

Analisi sulla trattazione del tema dei rifiuti nel PSC e nel RUE di alcuni comuni della provincia di Bologna

I RIFIUTI A LIVELLO DI PIANIFICAZIONE COMUNALE

3.2 Analisi sulla trattazione del tema dei rifiuti nel PSC e nel RUE di alcuni comuni della provincia di Bologna

Prendiamo come caso di studio i PSC e RUE dei comuni facenti parte della Provincia di Bologna. Si cerca di eseguire un’analisi critica relativa al caso specifico del tema dei rifiuti in relazione all’approccio tematico della pianificazione e all’assorbimento del PTCP e del PPGR. Si vuole spiegare il passaggio da PTCP o PPGR a PSC e RUE (nonché lacune programmatiche e pianificatorie dell’uno o dell’altro) per il caso dei rifiuti in relazione al recepimento della normativa sovra-ordinata, che è la stessa che regola il Comune di Bologna, in modo da evidenziare approcci significativi adattabili alla situazione bolognese. Per una

valutazione di questo tipo si sceglie di considerare il PSC ed il RUE, escludendo di fatto il POC, per la natura stessa degli strumenti. Come visto il POC si occupa prevalentemente degli ambiti di nuova urbanizzazione e nuovi insediamenti e del territorio rurale al fine della sua valorizzazione attraverso la tutela ed il recupero ed è vincolato al PSC.

Da un primo approccio è emerso che non ancora tutti i Comuni hanno assimilato la legge 20 ed approvato un PSC e RUE, anche se in molti casi sono in corso le fasi per l’approvazione. Durante la ricerca dei piani adottati dai comuni presenti nella Provincia, si nota che molti non presentano una pianificazione indipendente, ma spesso i documenti a disposizione provengono da scenari di governance in cui si evidenzia una partecipazione intercomunale tra più comuni che si uniscono per la formazione di apposite associazioni, legati da interesse comuni di natura morfologica o sociale, o semplicemente uniti da vicinanza territoriale. Tra le varie associazioni presenti vediamo l’Associazione intercomunale “Terre d’Acqua”, l’A.I. “Terre di Pianura”, l’”Unione Reno Galliera”, l’A.I. “Valle dell’Idice”, Unione dei comuni della “Valle del Samoggia”, Valle del Salterno, l’A.I. “Cinque Castelli”, così come mostrato nella figura 3.2. I Comuni non associati sono, invece, Bologna, Imola, Casalecchio, Zola Predosa.

La formulazione dei vari PSC è fondata sugli obiettivi formulati dalla legge regionale che a livello generale sono destinati a promuovere un ordinato sviluppo del territorio, dei tessuti urbani e del sistema produttivo, assicurare che i processi di trasformazione siano compatibili con la sicurezza e la tutela dell’integrità fisica e con l’identità culturale del territorio legato a un miglioramento delle condizioni di vita e alla salubrità dei luoghi abitati e degli insediamenti urbani in generale, con la conseguente riduzione delle pressioni antropiche sull’ambiente e sui sistemi naturali. I vari PSC tengono conto delle diverse realtà presenti e delle esigenze dei vari comuni. In tabella 3.1 si riporta la scomposizione delle associazioni nei vari comuni.

La qualità della vita e la salubrità degli insediamenti urbani sono al centro della sostenibilità per cui si cerca di agire sulla mitigazione degli impatti promuovendo allo stesso tempo la qualità ambientale, architettonica e sociale del territorio urbano, attraverso interventi di riqualificazione del tessuto esistente.

Molti comuni individuano i propri obiettivi generali, specifici e le politiche-azioni, con riferimento alle diverse componenti del territorio, privilegiando il sistema insediativo ed insediativo storico, la mobilità, il suolo – sottosuolo- acqua, il rumore e la qualità dell’aria, il sistema rurale (agricoltura, paesaggio, ecosistemi). Per la trattazione si veda ad esempio l’”Associazione Terre d’Acqua”.

È stato sviluppato un approccio fondato su una struttura ad albero in cui gli obiettivi specifici sono una declinazione di quelli generali, adoperando lo stesso metodo per le politiche e le azioni da adottare. In questo contesto il RUE interagisce con il PSC stabilendo in particolare:

a) la disciplina generale delle trasformazione e degli usi dei suoli, regolando le modalità d’intervento e le definizioni dei parametri e degli indici urbanistici ed edilizi;

b) le norme procedurali che attengono al rilascio dei titoli abilitativi degli interventi edilizi, ai controlli in corso d’opera e a conclusione dei lavori;

c) i requisiti delle opere edilizie, ivi comprese le norme igieniche di interesse edilizio; d) la disciplina generale sulle modalità di realizzazione delle dotazioni territoriali e delle modalità di concorso dei privati nella realizzazione degli stessi, ivi compresa la

disciplina del contributo di costruzione;

e) la disciplina della realizzazione e gestione degli elementi architettonici e urbanistici e degli spazi verdi e degli altri elementi che caratterizzano l’ambiente urbano.

Tab. 3.1 – Associazioni tra comuni presenti nella Provincia di Bologna

Le regolamentazioni del RUE possono essere modificate solo in modo esplicito attraverso le variante al RUE stesso o altri regolamenti comunali che sono stati adottati seguendo l’iter classico previsto dalla legge 20. Si osserva che eventuali modifiche al PSC devono essere aggiornate all’interno del RUE. Il PSC infatti è legato al RUE per la sua attuazione diretta, in alternativa all’attuazione assoggettata al POC. Per intervento diretto si intendono tutti gli interventi dichiarati ammissibili dalle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PSC o dal RUE e per le quali le normative non richiedano la preventiva approvazione da parte del POC o del PUA. In questa categoria è possibile trovare le trasformazioni edilizie ammesse nel territorio urbanizzato e nel territorio rurale, l’attività edilizia libera sul patrimonio edilizio

esistente (assoggettati o meno a POC e PUA), interventi di completamento, manutenzione, ed ammodernamento delle urbanizzazioni in genere e degli impianti tecnologici nelle aree urbanizzate esistenti (gli interventi soggetti a POC sono gli interventi volti a dare attuazione, in tutto o in parte, alle previsioni del PSC per i vari ambiti di possibile trasformazione urbana per usi residenziali e/o di servizio (ARS), di riqualificazione urbana per usi residenziali (ARR), ambiti di possibile trasformazione urbana per usi produttivi (APR), ambiti di possibile trasformazione urbana per usi terziario-commerciali (APC), dotazione ecologiche (DOT_E)). Per quanto riguarda i rifiuti, nel PSC dell’Associazione Terre d’Acqua sono presenti alcune considerazioni in materia, in particolare nella sezione riguardante le dotazioni ecologiche e il miglioramento dell’efficienza energetica che in altri PSC revisionati vengono trascurati. Si incentiva la promozione di una gestione più sostenibile dei rifiuti e quindi una riduzione delle emissioni di gas serra, anche se si sottolinea che i rifiuti vengono associati più che altro al recupero energetico, e non vengono trattati come un problema indipendente, lasciando anche in questo caso la gestione alla pianificazione sovra-ordinata.

Le azioni sono volte ad un recupero di energia dai materiali selezionati e dagli scarti proveniente dal settore produttivo, e allo stesso tempo si segue un recupero in termini di risparmio, agendo a monte della produzione con l’adozione di materiali riciclati che necessitano di una minore energia per essere prodotti. Questa politica si ritiene valida, anche in virtù del fatto dell’analisi LCA riportata nel capitolo 2 riportante il confronto nella produzione tra utilizzo di materiali riciclati e materie prime, in cui era rilevante il minor impatto dei materiali riciclati sia in termini di spesa energetica, che intermini di emissioni di CO2.

L’aumento della produzione di rifiuti procapite si ripercuote in senso negativo sui consumi energetici e sulle emissioni di CO2 e tale dato può essere contrastato solo grazie a politiche che modifichino gli stili di vita e che puntino ad un forte incremento dei rifiuti avviati al recupero, attraverso la raccolta differenziata.

Nella “Relazione” del PSC dell’associazione si incentiva la comunità a seguire comportamenti virtuosi anche al di fuori della regolamentazione normativa e forzata, spingendo azioni volontarie e spontanee di sostenibilità collettiva in cui l’individuo stesso è parte fondamentale nella gestione. Si evidenziano strategie volte a :

- incrementare della raccolta differenziata e il riutilizzo dei rifiuti solidi urbani ponendosi come obiettivo il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata all’interno dei comuni dell’Associazione;

- utilizzare nella costruzione degli edifici di materiali ecocompatibili e recuperabili al fine di ridurre ulteriormente il consumo di energia;

- promuovere e diffondere buone pratiche per modificare gli stili di vita, attraverso l’informazione e la formazione;

- implementare il trasporto pubblico e l’adozione di veicoli a basso consumo;

- incrementare di interventi di rinaturalizzazione e rimboschimento per ridurre le emissioni di CO2.”

In tabella 3.2 sono riportate le connessioni tra obiettivi e politiche d’azione.

OBIETTIVI GENERALI