• Non ci sono risultati.

L’andamento settoriale nel 2009

Nel documento Rapporto 2009 (.pdf 2.5mb) (pagine 97-100)

2.5. Industria in senso stretto

2.5.3. L’andamento settoriale nel 2009

L’indagine congiuntuale trimestrale condotta dal sistema camerale permette di considerare anche l’andamento della congiuntura per alcuni dei principali settori dell’industria regionale.

L’industria alimentare e delle bevande (Fig. 2.5.3 e Tab. 2.5.1.) ha confermato il suo carattere di tipico settore anticiclico, anche se, in questa fase di forte recessione, ha risentito della pressione negativa sui consumi delle famiglie e della ricomposizione della spesa alimentare a favore di prodotti di fascia bassa. I risultati conseguiti sono stati comunque meno pesanti rispetto a quelli dell’insieme dell’industria in senso stretto. Il fatturato si è ridotto dell’1,4 per cento, mentre il risultato conseguito sui mercati esteri è stato solo lievemente negativo, -0,3 per cento. I dati del commercio estero di fonte Istat, in valore e riferiti ai primi sei mesi dell’anno, il periodo di recessione più severa, forniscono un indicazione negativa più marcata, registrando una riduzione del valore delle esportazioni del 4,9 per cento (Fig. 3.5.2). Detto del fatturato, l’andamento della produzione è risultato pressoché analogo, con una diminuzione dell’1,3 per cento, ma, nonostante il settore si caratterizzi per limitate oscillazioni cicliche, nel secondo trimestre dell’anno gli interventi messi in atto dalle imprese per fronteggiare la crisi hanno spinto la quota delle

imprese con scorte ritenute scarse a superare di ben 9,9 punti percentuali quella delle imprese che le considerano esuberanti. Assolutamente in linea con le altre variabili, la riduzione degli ordini è risultata dell’1,3 per cento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

so o risultati inferiori del 13,3 per cento rispetto a quelli acquisiti nell’analogo periodo dello scorso anno.

si sia determinata una diminuzione del 13,5 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.

udizi opposti sulle scorte è ritornata leggermente positiva nel corso del terzo trimestre (+4,8 per cento).

L’andamento congiunturale dell’industria del settore moda - tessile, abbigliamento, cuoio e calzature – è risultato leggermente meno negativo di quello del complesso dell’industria regionale (Fig. 2.5.3 e Tab.

2.5.1). Il settore ha accusato risultati particolarmente pesanti nel corso del secondo trimestre, ma, nell’insieme, da gennaio a settembre, il fatturato si è ridotto del 12,6 per cento, mentre quello all’esportazione ha mostrato una migliore tenuta, limitando la diminuzione al 6,7 per cento. Secondo Istat (Fig. 2.5.2), il valore delle esportazioni è sceso del 9,3 per cento nei primi sei mesi dell’anno, rispetto all’analogo periodo del 2008. L’andamento della produzione ha messo in luce oscillazioni cicliche più marcate rispetto a quelle riferite al fatturato e ha risentito di un secondo trimestre piuttosto difficile. Nel complesso dei primi nove mesi dell’anno l’indagine congiunturale Unioncamere rileva una diminuzione della produzione del settore del 12,2 per cento. Il ciclo delle scorte ha mostrato una sensibile ampiezza, tanto che, a seguito dei tagli ai costi e della riduzione dell’attività, la quota delle imprese che giudica le scorte scarse ha superato quella delle imprese che le considera esuberanti di ben 12 punti percentuali nel corso del secondo trimestre dell’anno. Come per il complesso dell’industria regionale, le prospettive del settore restano negative e non trovano conforto nel dato degli ordinativi, che da gennaio a settembre

n

Anche l’industria del legno e del mobile ha attraversato per tutto l’anno una fase congiunturale avversa, facendo registrare variazioni tendenziali negative in linea con quelle riferite alla media dell’industria regionale per tutte le principali variabili e durante tutti i trimestri (Fig. 2.5.4 e Tab. 2.5.1). Nei primi nove mesi dell’anno il fatturato si è ridotto dell’14,2 per cento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’andamento delle esportazioni ha messo in luce un profilo temporale diverso da quello del complesso del fatturato, con risultati negativi più ampi nel primo e terzo trimestre. Tra gennaio e settembre le vendite sui mercati esteri si sono comunque ridotte del 12,0 per cento. Secondo Istat (Fig.

3.5.2), il valore delle esportazioni è sceso del 22,2 per cento nei primi sei mesi dell’anno. Nella media dei primi nove mesi dell’anno, la produzione ha registrato una diminuzione del 14,5 per cento. Gli interventi correttivi messi in atto dalle imprese del settore paiono avere rincorso l’andamento della recessione, tanto che durante tutto l’anno la quota delle imprese con scorte ritenute esuberanti è risultata sostanzialmente più elevata di quella delle imprese con scorte valutate scarse, anche se la differenza ha mostrato una costante tendenza alla riduzione, passando da 32,0 punti percentuali nel primo trimestre a 14,8 punti tra luglio e settembre. Questo comportamento può avere una parziale spiegazione nell’andamento degli ordini, che è stato decisamente negativo e ha mostrato segni di peggioramento nel corso del terzo trimestre, nonostante, nella media del periodo da gennaio a settembre,

L’industria del trattamento metalli e minerali metalliferi (Fig. 2.5.4 e Tab. 2.5.1) ha mostrato l’andamento peggiore tra quelli dei settori considerati dall’indagine. Il profilo temporale, pure articolato, non ha mostrato sostanziali differenze nel corso dei primi tre trimestri dell’anno. Il primo trimestre è stato meno negativo rispetto ai successivi, ma nel complesso dei primi nove mesi dell’anno, il fatturato è caduto del 26,1 per cento, nonostante le esportazioni siano scese in misura ampiamente inferiore, -10,5 per cento. L’andamento delle esportazioni ha comunque messo in luce un progressivo peggioramento tra il primo e il terzo trimestre dell’anno. I dati Istat riferiti alla prima metà dell’anno mostrano un crollo del 33,5 per cento del valore delle esportazioni di prodotti della metallurgia e prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature, rispetto allo stesso periodo del 2008 (Fig. 2.5.2). La produzione si è ridotta in misura analoga a quella del fatturato (-25,3 per cento) e il risultato conseguito nel terzo trimestre dell’anno, che fa riferimento allo stesso trimestre del 2008, primo periodo di recessione, non indica una possibile ripresa, ma prospetta al massimo una stabilizzazione dell’attività. L’andamento degli ordini ha rispecchiato quello della produzione, ma la diminuzione registrata nei primi nove mesi dell’anno è stata leggermente più ampia, -26,5 per cento. Il primo trimestre ha visto la quota delle imprese che giudica le scorte in esubero superare di 15,8 punti percentuali quella delle aziende che le ritiene scarse. Gli interventi operati hanno prontamente annullato l’inadeguato peso delle scorte, ma il protrarsi dell’andamento congiunturale negativo ha forse colto di sorpresa le imprese, tanto che la differenza tra le quote delle imprese con gi

Il più ampio e importante raggruppamento di industrie, tra quelli considerati, l’industria meccanica elettrica e dei mezzi di trasporto (Fig. 2.5.4 e Tab. 2.5.1), anche in considerazione delle sue specializzazioni regionali, è stato pienamente investito dagli effetti della crisi internazionale, che ha determinato una forte caduta della spesa in beni d’investimento e di consumo durevole. Il settore trainante dell’industria regionale ha riportato risultati meno pesanti per il fatturato solo nel corso del primo trimestre, così come per le esportazioni, che però non hanno dato alcun segno di avere toccato il fondo nel corso del terzo trimestre. L’andamento della produzione, poi, è stato omogeneamente negativo da gennaio a settembre, tanto da non dare adito nemmeno a prospettive di stabilizzazione, che non troverebbero comunque conforto nel progressivo aggravarsi, nel corso dell’anno, dell’andamento del processo di acquisizione degli ordini. La quota di imprese che ritiene le scorte esuberanti è risultata sostanzialmente superiore a quella delle aziende che le giudica scarse gia dal secondo trimestre 2008, La differenza tra le due quote si è quindi impennata nel primo trimestre dell’anno e le azioni correttive avviate dalle imprese, dapprima non hanno permesso di riequilibrare la situazione nel corso del secondo trimestre, mentre, successivamente, ne hanno addirittura determinato un’inversione del segno del saldo dei giudizi nel corso del terzo trimestre. Questo è l’unico indicatore congiunturale che potrebbe suggerire una possibile minima ripresa dell’attività negli ultimi mesi dell’anno legata al ciclo delle scorte. Nella media dei primi nove mesi dell’anno il fatturato è sceso del 15,9 per cento, nonostante quello realizzato sui mercati esteri si sia ridotto in misura inferiore, -10,6 per cento. I dati sul commercio estero dell’Istat (Fig. 2.5.2), dipingono un quadro piuttosto cupo (Fig. 2.5.2). In particolare, il valore delle vendite all’estero per il sotto settore dell’elettricità ed elettronica è caduto del 31,2 per cento, per il rilevante sotto settore delle macchine e apparecchi meccanici la riduzione è stata del 33,3 per cento e, infine, il crollo delle esportazioni di mezzi di trasporto è stato ancora più ampio, -36,1 per cento. L’attività produttiva, tra gennaio e settembre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si è ridotta del 15,3 per cento e, come anticipato, nello stesso periodo, il processo di acquisizione degli ordini ha registrato un risultato leggermente più negativo, rappresentato da una flessione del 16,5 per cento.

Nel documento Rapporto 2009 (.pdf 2.5mb) (pagine 97-100)