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L’andamento della stagione turistica: prime valutazioni

Nel documento Rapporto 2009 (.pdf 2.5mb) (pagine 118-121)

2.8. Commercio estero

2.9.1. L’andamento della stagione turistica: prime valutazioni

Premessa. L’analisi dell’andamento turistico si basa prevalentemente sui dati raccolti ed elaborati dalle Amministrazioni provinciali. Sette province su nove sono state in grado di fornire la documentazione statistica aggiornata fino ad agosto. Nelle quattro province costiere e a Bologna, sono disponibili i dati fino a settembre. Per completare l’analisi della stagione turistica si è fatto ricorso inoltre al contributo di alcune indagini campionarie condotte da Centro Studi Turistici e da Trademark per conto dell’Osservatorio turistico dell’Emilia-Romagna, gestito in collaborazione dall’Assessorato regionale competente e dall’Unioncamere.

Al di là della parzialità e provvisorietà dei dati, le statistiche fornite dalle Amministrazioni provinciali, che vengono raccolte nella totalità degli esercizi, consentono di ricavare una linea di tendenza abbastanza attendibile, come dimostrato dalle esperienze passate.

Il quadro generale. Le prime risultanze hanno descritto una stagione turistica che si è attestata su livelli di sostanziale tenuta rispetto a quelli della passata stagione, resi possibili dalla ripresa, come vedremo diffusamente in seguito, che ha caratterizzato il trimestre luglio-settembre, che nel 2008 ha rappresentato circa il 57 per cento dei pernottamenti annuali. Si tratta di un andamento che si può giudicare positivamente, soprattutto se si considera che è maturato in uno dei momenti più critici dell’economia sia nazionale che internazionale. L’impatto della crisi, innescata dall’insolvenza dei mutui ad alto rischio statunitensi, sulle attività turistiche ricettive dell’Emilia-Romagna è apparso meno forte di quanto ci si potesse attendere, quanto meno in termini di flussi di arrivi e presenze.

Fig. 2.9.1.

0 100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000 700.000 800.000 900.000 1.000.000

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Migliaia di euro

Fonte: elaborazione Centro studi e monitoraggio dell’economia Unioncamere Emilia-Romagna su dati Banca d’Italia.

Secondo i dati raccolti ed elaborati da sette Amministrazioni provinciali (le relative presenze hanno rappresentato il 95,5 per cento del totale 2008), nei primi otto mesi del 2009 è emerso in Emilia-Romagna un andamento sostanzialmente stabile. Arrivi e presenze sono rimasti sugli stessi livelli dell’analogo periodo del 2008 pari. Questo andamento si è distinto dalla tendenza emersa nel Paese, i cui arrivi e

Viaggi internazionali. Spesa dei turisti stranieri in Emilia-Romagna. Periodo gennaio-luglio.

presenze, relativamente, in questo caso, ai primi sei mesi del 2009, sono diminuiti rispettivamente del 4,7 e 4,3 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

La stabilità dei pernottamenti, che sono l’importante elemento nella determinazione del reddito del settore turistico, è stata determinata dalla clientela italiana (+1,0 per cento), a fronte della diminuzione del 3,6 per cento evidenziata dagli stranieri. Il decremento delle presenze straniere è andato un po’ a detrimento dei relativi proventi. Secondo l’indagine della Banca d’Italia, nei primi sette mesi del 2009 i ricavi dovuti ai viaggi internazionali degli stranieri in Emilia-Romagna sono diminuiti del 4,1 per cento rispetto all’analogo periodo del 2008 (-8,8 per cento in Italia), intaccando tuttavia solo parzialmente la forte crescita del 17,2 per cento rilevata un anno prima. Giova sottolineare che le difficoltà economiche hanno avuto qualche effetto sulle spese degli emiliano-romagnoli per i viaggi all’estero, che nei primi sette mesi del 2009 sono diminuite del 9,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Anche in questo caso è tuttavia emersa una parziale compensazione della sensibile crescita rilevata un anno prima (+26,9 per cento).

Se approfondiamo l’andamento della clientela straniera per nazionalità, utilizzando in questo caso i dati delle quattro province costiere oltre a Bologna relativi al periodo gennaio-settembre 2009, emerge una linea di tendenza che conferma quanto emerso nei primi otto mesi in sette delle nove province emiliano-romagnole. Nel complesso degli esercizi, alla diminuzione degli arrivi (-4,4 per cento) si è associato il decremento delle presenze (-3,3 per cento). Sono in sostanza emerse delle variazioni, che al di là della provvisorietà dei dati, potrebbero preludere ad un andamento annuale dello stesso segno, dato il forte peso delle province in analisi sul totale del turismo emiliano-romagnolo.

In ambito europeo, relativamente ai dati di alcuni paesi tra i più importanti, come consistenza dei flussi, è da sottolineare la ripresa, avvenuta in un quadro complessivamente negativo, della clientela di lingua tedesca. Austriaci e tedeschi hanno evidenziato aumenti sia negli arrivi che nelle presenze, queste ultime cresciute rispettivamente del 4,9 e 3,8 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2008. Alla buona intonazione della clientela tedesca, che ha interrotto una tendenza negativa di lunga data, hanno contribuito le politiche promozionali messe in atto dall’APT servizi, struttura specializzata partecipata dalla Regione e dal sistema camerale.

La Germania continua ad essere il paese più rappresentato, con circa un quarto dei pernottamenti stranieri, ma al di là della ripresa rilevata nei primi nove mesi del 2009, siamo di fronte a incidenze più contenute rispetto al passato. Tra il 2000 e il 2008 le presenze tedesche, rilevate in otto province su nove, sono scese da 3.418.923 a 1.858.588, con una riduzione del relativo peso sul totale delle presenzei straniere dal 37,6 al 21,0 per cento.

Altri aumenti degni di nota hanno riguardato la seconda clientela per importanza, vale a dire la Svizzera assieme al Liechtenstein, i cui arrivi e pernottamenti sono aumentati rispettivamente del 6,3 e 5,5 per cento. La Francia si è confermata il terzo cliente, ma in questo caso è stata registrata una leggera diminuzione degli arrivi (-0,7 per cento), tuttavia corroborata dall’apprezzabile crescita delle presenze (+2,5 per cento). I decrementi sono risultati piuttosto diffusi nei paesi scandinavi e dell’Est europeo, con questi ultimi che di fatto rappresentano una nuova frontiera per il turismo regionale. Più segnatamente, sono da sottolineare i larghi vuoti nelle presenze che hanno caratterizzato russi (-25,4 per cento), polacchi (-13,1 per cento), cechi (-7,4 per cento) e sloveni (-4,7 per cento). Nel complesso dei paesi del Benelux, che hanno rappresentato circa l’11 per cento dei pernottamenti stranieri, all’aumento degli arrivi del 3,6 per cento si è associata la sostanziale stabilità delle presenze. In ambito extra-europeo è da segnalare la flessione del 13,6 per cento registrata nelle presenze statunitensi. Il perdurare della crisi economica, unitamente alla debolezza del dollaro nei confronti dell’euro, sono tra le principali cause di questa defaillance. Il turismo cinese è apparso anch’esso diminuzione, sia in termini di arrivi (-11,0 per cento) che di presenze (-5,6 per cento), dopo il buon andamento del 2008. I numeri assoluti sono obiettivamente contenuti (nel 2008 sono state conteggiate in otto province poco più di 77.000 presenze su un totale di 8.862.100), soprattutto se si tiene conto delle enormi potenzialità di un mercato costituito da circa 1,3 miliardi di persone, di cui oltre 150 milioni ha uno stile di vita a livello occidentale.

Sotto l’aspetto delle strutture ricettive – siamo tornati ad analizzare i dati di sette province - nei primi otto mesi del 2009 sono state quelle extra-alberghiere a mostrare l’andamento meglio intonato, beneficiando di un incremento delle presenze pari al 2,4 per cento rispetto all’analogo periodo del 2008, a fronte della diminuzione dello 0,9 per cento accusata dal settore alberghiero. L’indisponibilità di dati più disaggregati non consente di approfondire l’analisi per tipologia, tuttavia sembrerebbe che la crisi abbia reso più appetibili le strutture ricettive relativamente meno costose, senza per altro incidere significativamente sul periodo medio di soggiorno, che è rimasto sostanzialmente invariato, attorno ai cinque giorni, rispetto ai primi otto mesi del 2008.

La stagione estiva. Se focalizziamo l’analisi dei flussi turistici sul quadrimestre giugno-settembre, che costituisce il cuore della stagione turistica (nel 2008 ha rappresentato circa il 73 per cento del totale annuale dei pernottamenti) possiamo notare che nel complesso delle quattro province costiere oltre a Bologna è emerso un andamento che possiamo definire di buona tenuta. Alla crescita dell’1,3 per cento degli arrivi si è associato l’aumento dell’1,6 per cento delle presenze. Questo andamento è stato determinato soprattutto dalla buona intonazione osservata nel trimestre luglio-settembre (+3,2 per cento gli arrivi; +2,7 per cento le presenze), dopo i deludenti risultati conseguiti in giugno, caratterizzato da un calo delle presenze pari al 2,4 per cento. Il sostegno alla crescita della stagione estiva è venuto dalla clientela italiana (+2,0 per cento sia per gli arrivi che le presenze), mentre gli stranieri hanno evidenziato una diminuzione degli arrivi (-1,4 per cento) e una sostanziale stabilità dei pernottamenti (+0,2 per cento).

Dal lato della tipologia degli esercizi, sono state le presenze extra-alberghiere a crescere significativamente (+3,5 per cento), a fronte del moderato aumento rilevato negli alberghi (+0,8 per cento), da ascrivere esclusivamente alla clientela italiana (+1,1 per cento), a fronte del leggero calo degli stranieri (-0,8 per cento). Il periodo medio di soggiorno si è attestato poco oltre i sei giorni e mezzo, senza variazioni significative nei confronti dell’anno precedente.

L’indagine effettuata dal Centro Studi Turistici per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia-Romagna su un campione di 742 operatori del settore turistico-ricettivo dell’intera regione, relativa all’andamento del trimestre giugno-agosto, ha evidenziato una situazione di segno moderatamente negativo. Anche in questo caso emerge una complessiva tenuta del sistema turistico dell’Emilia-Romagna, che si può giudicare positivamente alla luce della gravità della crisi economica che ha ridotto la capacità di spesa dei turisti. Il primo consuntivo della stagione 2009 ha evidenziato una lieve diminuzione del movimento turistico rispetto all’analogo periodo del 2008 (-1 per cento), mentre si sono confermati sugli stessi livelli dell’anno scorso i flussi della Riviera Adriatica dell’Emilia-Romagna, che ha rappresentato su base annua circa l’80 per cento del totale dei pernottamenti.

Meno roseo il dato sul fatturato, la cui flessione media di circa il 9 per cento è stata giudicata sintomatica di una competizione sul prezzo sempre più forte, di una capacità di spesa più ridotta da parte dei turisti e di uno sfasamento più accentuato tra costi di gestione e fatturati.

Il mese di giugno ha registrato un andamento negativo, in parte dovuto alle condizioni meteo sfavorevoli, che si è protratto anche nella prima metà di luglio. Nella seconda parte del mese c’è stato un graduale aumento delle prenotazioni e delle presenze, che ha interrotto la fase negativa. In agosto c’è

Vacanzieri e non…

Nel 2008 sono stati circa due milioni e 616 mila gli emiliano-romagnoli che si sono recati in vacanza negli ultimi dodici mesi, equivalenti al 61,7 per cento della popolazione. Se confrontiamo questa percentuale con quella media dei cinque anni precedenti emerge una crescita prossima al punto percentuale, che testimonia di come il bene vacanza faccia parte delle abitudini consolidate della popolazione. Tuttavia qualche cambiamento è emerso, nel senso che è aumentata la percentuale di persone andate in vacanza per un solo periodo, mentre è contestualmente diminuita la quota di chi vi si è recato per almeno due periodi.

In ambito regionale i più vacanzieri sono gli abitanti della Lombardia, con una percentuale sulla popolazione pari al 68,8 per cento, davanti a Trentino-Alto Adige (62,3 per cento), Veneto (61,9 per cento), Emilia-Romagna (61,7 per cento), Piemonte (61,5 per cento) e Valle d’Aosta (60,0 per cento). Nelle rimanenti regioni la percentuale scende sotto la soglia del 60 per cento, in un arco compreso tra il 57,2 per cento del Lazio e il 22,7 per cento della Calabria. Man mano che si scende la penisola la percentuale di vacanzieri sulla popolazione tende a decrescere, quasi a ricalcare i diversi livelli di reddito delle varie regioni.

Il rovescio della medaglia è rappresentato da chi non va in vacanza. Nel 2008 sono stati 1.609.000 gli emiliano-romagnoli che non sono andati in vacanza negli ultimi dodici mesi, pari al 37,9 per cento della popolazione, in leggera diminuzione rispetto alla media dei cinque anni precedenti. In Italia sono le regioni del Sud che evidenziano le percentuali più elevate, con Calabria, Puglia e Sicilia oltre la soglia del 70 per cento di persone non andate in vacanza.

Il motivo principale è rappresentato dai motivi economici, dichiarato dal 40,1 per cento di chi in Emilia-Romagna non è andato in vacanza. Nei cinque anni precedenti si aveva una percentuale molto più ridotta, pari al 30,7 per cento. In ambito nazionale sono per lo più le regioni del Meridione che manifestano i maggiori problemi economici, con in testa Puglia (63,9 per cento), Sicilia (59,4 per cento) e Campania (57,9 per cento).

stato un consolidamento della ripresa determinato dalle favorevoli condizioni climatiche e dalla scelta di vacanze last minute.

In estrema sintesi il turismo regionale ha evidenziato un sostanziale mantenimento delle posizioni di mercato, mostrando un andamento decisamente migliore rispetto a quanto avvenuto nel Paese. La sostanziale stabilità della zona costiera ha reso meno amare le flessioni rilevate nelle Città d’arte e affari (-8,9 per cento), nell’Appennino (-3,9 per cento) e nelle Terme (-2,7 per cento).

Il trend della concentrazione dei flussi turistici nei fine settimana si è confermato, sfiorando il 39 per cento dei flussi di tutto il trimestre, con punte decisamente elevate per le zone costiere (41 per cento) e montane (40 per cento). In relazione alle tipologie ricettive, gli alberghi hanno fatto registrare un lieve decremento di presenze (-1,5 per cento), mentre per l’extra-alberghiero è stata stimata una sostanziale conferma dei risultati del 2008 (-0,5 per cento).

Le rilevazioni condotte da Trademark su un panel di operatori della Riviera dell’Emilia-Romagna per conto dell’Osservatorio regionale hanno evidenziato anch’esse una situazione moderatamente negativa, che si è tuttavia largamente distinta dal deludente andamento nazionale. Alla leggera crescita degli arrivi riscontrata tra maggio e settembre 2009 rispetto all’analogo periodo del 2008 (+0,4 per cento), si è contrapposta la diminuzione del 2,7 per cento delle presenze,decisamente meno ampia rispetto al calo rilevato nella totalità delle località balneari italiane (-6,4 per cento). In questo ambito la Riviera dell’Emilia-Romagna ha evidenziato l’andamento meno negativo. Nelle zone della Riviera ligure di Ponente, del mar Ionio, della Sicilia e della Sardegna ci sono state, ad esempio, diminuzioni percentuali dei pernottamenti superiori al 10 per cento, con una punta del 16,2 per cento relativa alla Sicilia.

Per quanto concerne l’origine della clientela, quella italiana ha evidenziato una maggiore tenuta rispetto ai turisti stranieri sia in termini di arrivi (+1,0 per cento contro -1,8 per cento) che di pernottamenti (-2,6 per cento contro -3,2 per cento).

La sostanziale tenuta della stagione estiva è da attribuire anche al favorevole andamento meteorologico, soprattutto da luglio, e agli effetti di una serie di investimenti promocommerciali che hanno aumentato la visibilità della Riviera romagnola sui mezzi di informazione. Non bisogna inoltre dimenticare che nei momenti di crisi la Riviera dell’Emilia-Romagna si fa preferire per la convenienza dell’offerta ricettiva, senza tralasciare altri fattori strutturali quali la prossimità, in quanto può essere facilmente raggiungibile grazie al sistema autostradale, la tradizione (tre generazioni di turisti sono state “iniziate” su queste spiagge che tuttora ospitano oltre il 60 per cento di clientela storica, leale e fedele) e infine l’ampia gamma della ricettività, che è tale da corrispondere alle più diverse esigenze.

Nel documento Rapporto 2009 (.pdf 2.5mb) (pagine 118-121)