2.3. Mercato del lavoro
3.4.2. Le coltivazioni agricole regionali
Secondo i dati dell’Assessorato regionale, in Emilia-Romagna, la produzione raccolta di cereali è internazionali ha cumulato l’effetto negativo, tanto da determinare una riduzione della produzione lorda vendibile (Plv) derivante dalla coltivazione dei cereali attorno al 30 per cento. La continua discesa dei prezzi di mercato dei cereali, dagli eccezionali massimi segnati nella primavera 2008, ha condizionato in modo negativo le scelte produttive degli agricoltori, determinando la contrazione delle superfici investite, fattore che si è andato a sommare con il prosieguo della tendenza alla diminuzione dei prezzi. A tale proposito i prezzi del frumento e del mais quotati alla Borsa di Bologna nel corso del 2009 sono apparsi costantemente su livelli inferiori a quelli dell’anno precedente, con punte particolarmente elevate nell’ambito delle varietà di grano duro.
In particolare, la produzione raccolta di frumento tenero è scesa del 21 per cento, rispetto allo scorso anno. L’andamento commerciale negativo ha contribuito alla diminuzione della relativa produzione lorda vendibile del 38 per cento. La produzione raccolta regionale di mais dovrebbe avere subito una diminuzione leggermente meno ampia, -15 per cento. Anche la tendenza alla riduzione dei prezzi internazionali è risultata meno intensa per il mais, la cui produzione lorda vendibile è comunque stimata in diminuzione del 21 per cento. Il raccolto di grano duro ha segnato una flessione meno sensibile rispetto agli altri cereali (-13 per cento), ma le sue quotazioni hanno risentito in misura più ampia del trend negativo dei prezzi e il valore della produzione dovrebbe ridursi, anche in questo caso, del 40 per cento.
Con un andamento contrario alla tendenza manifestata per i cereali, aumenta il raccolto di sorgo da granella e, nonostante una riduzione dei prezzi, sale anche la produzione lorda vendibile (+9 per cento).
Secondo i dati dell’Assessorato, il valore della produzione lorda vendibile generato dalle colture di raccolta di pomodoro da industria regionale ha invertito una tendenza negativa ed è sostanzialmente aumentata (+30 per cento), giungendo a 1 milione 900 mila tonnellate. L’andamento dei prezzi ha contenuto l’incremento della Plv, che dovrebbe risultare attorno al 12 per cento. Il raccolto di patata comune dovrebbe mantenersi sostanzialmente stabile quest’anno, l’andamento dei prezzi leggermente positivo e la Plv originata da questa coltivazione dovrebbe salire leggermente (+3 per cento).
La produzione lorda vendibile regionale delle piante industriali deriva ampiamente dalla coltivazione zucchero, gli andamenti risentono ora principalmente di fattori agronomici e di mercato. L’assessorato stima una produzione bieticola in diminuzione dell’8 per cento rispetto a quella dello scorso anno.
L’andamento positivo dei prezzi internazionali dello zucchero sostiene le quotazioni e la produzione lorda soia, la cui produzione aumenta notevolmente (+70 per cento circa), la tendenza negativa delle quotazioni non risulta particolarmente accentuata e il valore della produzione dovrebbe risultare in aumento del 59 per cento. Nonostante la campagna di commercializzazione delle specie a raccolta diminuita di circa il 14 per cento rispetto allo scorso anno (Tab. 2.4.1) e la flessione dei prezzi
patate e ortaggi dovrebbe risultare nel complesso poco più che invariato (Tab. 2.4.1). La produzione
vendibile originata dalla bieticoltura dovrebbe risultare invariata. (Tab. 2.4.1). Buono l’andamento della delle barbabietola da zucchero. A seguito della riforma dell’Organizzazione comune di mercato per lo
autunnale (mele, pere e actinidia) richieda aggiustamenti alle stime, il valore della produzione lorda dell’Assessorato. Le quotazioni sono risultate generalmente inferiori a quelle dello scorso anno, in alcuni casi notevolmente inferiori.
La produzione raccolta di pere dovrebbe aumentare dell’11 per cento. Le quotazioni mostrano solo una lieve riduzione e la produzione lorda vendibile originata da questa importante coltivazione dovrebbe aumentare (circa del 5 per cento). Nota dolente, il raccolto delle mele è leggermente aumentato (+3 per cento), ma, a causa della caduta delle quotazioni, il valore della produzione dovrebbe ridursi di quasi il 38 per cento. Veramente pesante il quadro per le pesche e le nettarine. La produzione raccolta di pesche è risulta in lieve aumento, ma le quotazioni sono crollate e la relativa produzione vendibile è attesa in caduta di oltre il 55 per cento. Il raccolto delle nettarine è aumentato leggermente di più di quello delle pesche (+7 per cento), ma il crollo delle quotazioni dovrebbe avere determinato una caduta del valore della produzione, prossima al 57 per cento. La produzione lorda vendibile di albicocche è diminuita del 5 per cento, nonostante un aumento della produzione raccolta del 18 per cento, mentre il valore della produzione di ciliegie recupera la caduta dello scorso anno con un incremento di oltre il 60 per cento.
La stima dell’Assessorato regionale della produzione di vino è di quasi 6 milioni 500 mila ettolitri, in aumento del 10 per cento, rispetto allo scorso anno. Molto positivi i risultati sotto il profilo qualitativo, secondo le previsioni di Assoenologi sussistono tutte le condizioni per ottenere vini di ottima qualità con diverse punte di eccellenza. Decisamente più incerta la situazione degli andamenti di mercato con le prime quotazioni del vino 2009 che mostrano una flessione media su base annua di circa il 15 per cento e portano a stimare una riduzione del valore della produzione vinicola regionale attorno al 6 per cento.
2.4.3. La zootecnia
Il bilancio del settore zootecnico mostra un calo su base annua del valore delle produzioni 2.4.1).
Secondo la Regione, il valore della produzione lorda vendibile di carni bovine dovrebbe fare registrare una flessione di circa il 6,5 per cento, determinata soprattutto dalla diminuzione del numero di capi avviati alla macellazione (-4,5 per cento). Si tratta di un’ulteriore conferma di un trend operante ormai da diversi anni, che sta portando ad un lento, ma progressivo, ridimensionamento del livello delle produzioni di carni bovine in regione. Veniamo all’andamento commerciale delle tipologie di bestiame bovino considerate come indicatori del mercato regionale. Al di là delle tipiche oscillazioni stagionali, le quotazioni medie dei ripresa, determinando una crescita media del 42,5 per cento rispetto all’analogo periodo del 2008. Nello stesso periodo i prezzi dei vitelloni maschi da macello Limousine hanno mostrato una leggera flessione (-2,7 per cento) e le quotazioni delle vacche da macello pezzate nere sono scese del 6,6 per cento, avendo avviato un chiaro trend negativo da inizio giugno.
La crisi che ha colpito duramente il settore del latte a livello europeo e le perduranti difficoltà del Parmigiano-Reggiano delineano il quadro di una situazione difficile per il lattiero-caseario regionale. Sono state adottate una serie di importanti misure di sostegno a livello europeo, nazionale e regionale. La corsa al ribasso dei prezzi del latte alimentare, avviatasi nei primi mesi del 2008, sembra infatti essersi
Fig. 2.4.1.
Vitelli baliotti da vita: pezzati neri - 1° qualità Vacche da macello: Pezzate nere 1° qualità
vendibile della coltivazioni arboree (Tab. 2.4.1) dovrebbe ridursi di un quinto, nelle valutazioni
commercializzate superiore al 3 per cento, ma con notevoli differenze negli andamenti dei comparti (Tab.
vitelli baliotti da vita pezzati neri 1° qualità (Fig. 3.4.1) nei primi undici mesi del 2009 sono apparse in
Prezzi della zootecnia bovina: bestiame bovino, mercato di Modena.
Fonte: Borsa merci di Modena.
Fig. 2.4.2.
Zangolato di creme fresche per burrificazione Parmigiano-Reggiano
arrestata. Ci si attende una ripresa delle quotazioni del latte destinato alla trasformazione nell’ultima parte dell’anno. Questa appare giustificata dal recente andamento positivo del prezzo di vendita e dalla scarsa disponibilità delle scorte del Parmigiano-Reggiano. Secondo l’assessorato quindi, il bilancio 2009 del latte regionale dovrebbe chiudersi con perdite abbastanza limitate (-3 per cento circa), riconducibili sostanzialmente al calo delle quantità di latte munto. Le quotazioni dello zangolato dai minimi del dicembre 2008, si sono lentamente riprese fino ad agosto, per poi impennarsi da settembre. Sul mercato di Reggio Emilia, da gennaio a novembre 2009 la quotazione è rimasta sostanzialmente stazionaria, rispetto allo stesso periodo del 2008.
Secondo i dati del Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano, al primo gennaio 2009 risultavano attivi 409 caseifici in tutto il comprensorio, in lieve diminuzione rispetto ai 423 di inizio 2008. All’inizio di quest’anno i caseifici emiliani erano 381, rispetto ai 394 del gennaio 2008. La produzione di Parmigiano-Reggiano è apparsa in lieve diminuzione. In tutto il comprensorio, tra gennaio e ottobre (dato stimato) sono state prodotte 2.461.500 forme, in diminuzione del 2,9 per cento, rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. La produzione regionale è stata di 2.205.263 forme, in calo del 2,8 per cento. Al 26 di novembre le vendite delle partite a marchio 2008 si sono attestate ad una quota pari al 86,6 per cento della produzione disponibile. Alla stessa data dell’anno scorso risultava venduto il 69,4 per cento delle partite (millesimo 2007). L’andamento del mercato è apparso cedente all’inizio della commercializzazione della nuova produzione poi è rimasto debole da marzo sino a tutto settembre, quindi si è avuta una netta ripresa dei prezzi all’origine (fig. 2.4.2). I contratti siglati tra gennaio e novembre 2009 hanno fatto registrare una quotazione media della produzione a marchio 2008 (7,59€/kg) in aumento del 2,4 per cento rispetto a quella della produzione 2007, riferita allo stesso periodo dello scorso anno.
Conformemente all’andamento della produzione e delle vendite, le giacenze totali di Parmigiano-Reggiano al 31 ottobre 2009 sono scese a 1.291.411 forme (-10,7 per cento) rispetto alla quota di 1.399.892 forme toccata alla stessa data dello scorso anno. In particolare, le sole scorte di formaggio di oltre 18 mesi, quindi pronto al consumo, si sono ridotte a quota 460.769 da 531.422 forme, con un calo del 13,3 per cento. L’andamento recente del prezzo di vendita, quello delle partite vendute e la scarsa disponibilità delle scorte di formaggio sono alla base di previsioni positive per la chiusura dell’anno.
L’andamento dell’annata per gli allevamenti suini dovrebbe risultare negativo. Nelle valutazioni dell’Assessorato, la flessione dei prezzi, unita ad un calo delle produzioni stimato attorno al 5 per cento,
Fig. 2.4.3.
Lattonzoli di 30 Kg Grassi da macello da oltre 156 a 176 Kg Prezzi caseari: zangolato di creme fresche per burrificazione e Parmigiano-Reggiano.
Fonte: Borsa merci di Modena. Fonte: Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano.
Prezzi della zootecnia suina: suini vivi, mercato di Modena.
Fonte: Borsa merci di Modena.
porta ad un bilancio provvisorio su base annua di una riduzione del valore della produzione di quasi il 13 per cento. L’andamento commerciale delle tipologie di suini considerate come indicatori del mercato ha messo in luce una situazione difficile per i grassi da macello nella prima parte dell’anno. Le quotazioni sono arrivate in prossimità della soglia di 1,00 €/kg, poi i listini hanno segnato una lieve ripresa nel corso dei mesi estivi e si sono poi stabilizzati nell’autunno. Nella media del periodo da gennaio a novembre le cento. Le quotazioni dei lattonzoli 30kg sono rimaste oltre quota 2,50€/kg da febbraio a giugno e nonostante la costante tendenza negativa avviata da luglio, da gennaio a novembre sono in media risultate superiori del 18,0 per cento rispetto a quelle dello stesso periodo dello scorso anno.
L’andamento dell’annata per gli allevamenti avicunicoli dovrebbe risultare positivo. L’Assessorato stima in lieve crescita (+1,6 per cento) il valore della produzione per il settore avicunicolo, grazie all’aumento delle produzioni previste, ed indica un buon aumento di quello derivante dalla produzione di uova (+7 per cento), grazie al positivo trend dei prezzi su base annua. Le rilevazioni della Camera di commercio di Forlì-Cesena hanno registrato tra gennaio e ottobre una situazione prevalentemente in ripresa. Alla lieve diminuzione dei prezzi dei polli allevati a terra leggeri, si è contrapposto l’aumento di quelli dei pesanti, pari al 2,9 per cento. Per le quotazioni delle galline allevate a terra è emersa una tendenza positiva, soprattutto per quelle delle medie. Sono stati registrati aumenti a due cifre dei prezzi delle galline allevate in batteria. Segnali di pesantezza invece per il mercato dei tacchini, i cui prezzi sono nuovamente scesi, nei primi dieci mesi del 2009, attorno al 5-6 per cento, nei confronti dell’analogo periodo del 2008. Le quotazioni delle uova sono apparse in generale ripresa, con incrementi che hanno oscillato tra il 4-5 per cento. Per i conigli il mercato è apparso vivace, con aumenti per leggeri e pesanti attorno al 13 per cento.
quotazioni dei suini grassi da macello (Fig. 3.4.3) hanno fatto registrare una flessione media del 7,8 per