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Mentre il problema della riforma burocratica è ancora il più assillante per l'economia nazionale, non sarà forse inutile un rapido raffronto dei servizi postali a Trieste, fra l'ante guerra ed oggi, o, per meglio dire, un raffronto fra i sistemi italiani e gli austriaci, rilevandone le differenze più importanti.

Per ragioni di praticità limiterò le mie osservazioni al meccanismo postale in quanto riguarda i rapporti col pubblico.

Il tecnicismo austriaco era, non v'ha dubbio, assai più semplice, più rapido e più perfetto del nostro.

Da noialtri la responsabilità dell'amministrazione cessa col paga-mento del vaglia, o colla consegna della raccomandata, dell'assicurata, o del pacco: per l'Austria cessava colla consegna del vaglia, e, per le raccomandate, le assicurate ed i pacchi, del rispettivo avviso (certi-ficato di consegna).

Questa differenza, che sembra di poco momento, in quanto cbe l'Austria, nell'effettuare la consegna dei vaglia o degli avvisi d'arrivo, doveva osservare, press'a poco, le stesse cautele da noi prescritte pei pagamenti e la consegna degli oggetti, assurge invece ad importanza grandissima, quando si consideri che, nel servizio austriaco, bastavano all'uopo i portalettere, i quali si trovavano di fronte ad una clientela quasi sempre conosciuta, mentre nel sei-vizio italiano, chi riscuote un vaglia, o ritira in ufficio qualunque degli oggetti indicati, deve provare la propria identità ad un funzionario che assai di rado conosce.

Di qui complicazioni, lungaggini, impazienze e proteste.

Ciò premesso, verrò a trattare dei singoli servizi, cominciando da quelli di cassa, e, precisamente, dal servizio vaglia, che, sia per indo-lenza burocratica, sia che di qualche riguardo sia parso degno anche ai distruggitori più arrabbiati, persiste a Trieste quasi immutato, tale e quale lo trovammo.

Noialtri, in Italia, proclamammo un bel giorno l'adozione del vaglia unico : ma fu tale sol di nome.

Scomparvero, è vero, i vari tipi di cartoline vaglia, ma s'ebbero moduli e note diverse pei vaglia fino a L. 25; per quelli superiori a tale importo, pei vaglia telegrafici, internazionali, internazionali

tele-grafici e di servizio, e, afflitti quasi d'averne pochi, creammo il vaglia lettera, che visse di vita stentata fino al 30 giugno dell'anno scorso.

Il vaglia ordinario italiano, per importi non superiori a L. 25, color avana, in blocchi, con numero progressivo dall'uno al cento, si compone di quattro parti : matrice, vaglia, conferma e ricevuta.

Quando ne sia chiesta l'emissione, l'impiegato che v'è addetto, e ne ha la custodia, indica in cifre sulla matrice l'importo riscosso e la tassa, ripete in lettere l'importo sulle altre tre parti (anche in cifre sul vaglia, ed in sole cifre sul talloncino per le comunicazioni che v'è annesso), appone su ciascuna il bollo a date, e sulla 2* e la 4* anche

la firma, e quindi consegna la ricevuta ed il vaglia al richiedente. Questi poi completa la ricevuta segnandovi il paese di destinazione, il nome e cognome del destinatario ed il suo, e la trattiene, mentre imposta il vaglia dopo avervi scritto sul recto l'indirizzo del destina-tario, e sul verso il proprio.

Quando si tratti di vaglia a tariffa ridotta, diretti a mililari di bassa forza (limite massimo L. 25, tassa costante cent. 20), le quattro parti devono essere del tutto compilate a cura dell'impiegato postale, che prenderà nota, sulla matrice, del nome, cognome e residenza del desti-natario, e della destinazione sulla conferma.

I vaglia emessi vengono poi descritti su apposito elenco (nota) con l'indicazione del numero progressivo, della data, dell'importo e della tassa riscossa.

La somma totale e quella delle tasse si riporta in entrata su d'un registro (Mod. XXXI), dove viene anche segnato l'importo che l'impie-gato versa a pareggio. Tale registro, recante il timbro della giornata, deve essere firmato dall'impiegato che prestò servizio, e successiva-mente dal capo d'ufficio all'atto dell'accettazione del conto, e dal controllore dopo avere controllato il conto stesso.

Mi trovo nella necessità di essere prolisso in tale descrizione, sia perchè essa vale, in gran parte, per tutte le altre specie di vaglia, sia perchè su di essa si basa il confronto.

La somma segnata dall'impiegato sul registro XXXI deve corri-spondere a quella ottenuta dal capo d'ufficio su d'uno scartafaccio in base alle conferme, che verranno trasmesse a fine mese alla Dire-zione Provinciale.

II controllore deve a sua volta confrontare gli importi delle matrici e delle conferme con quelli delle note, e rivedere le somme, che riporta quindi sul registro contabile Mod. XXI.

I moduli pei vaglia superiori a L. 25 si distinguono da quelli pei vaglia inferiori, sia pel colore eh'è verde, sia perchè le conferme non recano tagliandi proporzionali all'importo, cbe esistono invece nel-l'altro tipo.

Le scritturazioni devono effettuarsi completamente a cura dell' impie-gato che li emette, come pei vaglia militari.

La registrazione, col numero e l'importo del vaglia e della tassa riscossa, il nome e cognome del destinatario e il paese di destinazione, segue su apposite note.

I controlli sono gli stessi, ma le conferme devono venir spedite immediatamente all'ufficio di destinazione.

Anche la somma di tali vaglia, come pure, lo dico subito, quella dei vaglia d'ogni altro tipo, sia emessi che pagati, e degli importi riscossi o pagati nel servizio dei risparmi o dei conti correnti, deve riportarsi sui registri Mod. XXXI e XXI.

Pei vaglia telegrafici, per gli internazionali ed internazionali tele-grafici, per quelli di servizio, più complicati degli altri, in quanto che si deve sempre indicare a tergo la causale dell'emissione, e la cui diffusione eccessiva ha una graziosissima storia che son dolente di non poter qui narrare, servono moduli e noie speciali ch'io, per brevità, non descrivo.

E vengo senz'altro a parlare dei vaglia austriaci.

L'Austria, ad una magnifica semplicità di sistema, univa il pregio d'avere attuato realmente il vaglia unico.

Nessuna riduzione di tassa essa accordava ai militari, e solo in casi eccezionali ammetteva il vaglia di servizio.

Pei vaglia interni di qualsiasi genere, tranne i telegrafici, serviva un tipo unico di moduli sciolti, di colore avana, in vendita a tenuis-simo prezzo in tutte le rivendite di carte-valori.

Chi doveva usarne, vi scriveva in tutte lettere e in cifre l'importo, quindi l'indirizzo del destinatario, e, sul recto del tagliando, riservato alle comunicazioni private, anche il proprio. Apponeva sull'apposito spazio a destra i francobolli corrispondenti alla tassa di emissione, e poi ne faceva consegna allo sportello versando la somma relativa. L'impiegato non doveva far altro che annullare sul modulo i fran-cobolli, apporvi la firma, il numero progressivo mensile risultante dal registro d'accettazione, ed uno speciale timbro frazionario, di cui il nume-ratore, in cifre romane, indicava il numero progressivo del Distretto da cui dipendeva l'ufficio, ed il denominatore, in cifre arabe, quello proprio dell'ufficio. (Trieste Centro = -7-).

Segnava poscia a matita copiativa, sul registro d'accettazione, com-posto di tanti fogli con 10 ricevute ciascuno e soggetti a controllo da parte del capo d'ufficio, il numero progressivo, il nome e cognome del destinatario, il paese di destinazione, e, sull'apposita colonna, l'importo del vaglia : apponeva la propria firma e il bollo a date.

Mediante carta carbonata otteneva copia di tali scritture su foglio sottoposto con lembo sporgente. Sul lembo indicava il nome, il cognome, l'indirizzo dello speditore, cui veniva consegnata la ricevuta.

Caratteristica importante del servizio austriaco, è quella che con-sentiva la ricevuta cumulativa per chiunque avesse spedito più di cinque vaglia.

In tal caso il mittente doveva presentarli descritti in una distinta in doppio esemplare. L'impiegato accettante segnava su ciascun esem-plare i numeri dei vaglia risultanti dal registro d'accettazione, l'im-porto complessivo in tutte lettere, apponeva la propria firma e il bollo a date.

Restituiva uu esemplare alla parte, ed allegava l'altro al registro d'ac-cettazione. Quindi completava i vaglia col numero rispettivo e la firma.

L'annullamento dei francobolli corrispondenti alle tasse, e l'apposi-zione del timbro frazionario, avvenivano ad opera d'un commesso, che l'Austria, sempre altera, chiamava servo.

Al momento della chiusura del conto, l'impiegato, ottenuta sul proprio registro la somma giornaliera, versava l'importo corrispon-dente al capo d'ufficio, ritirando firma di ricevuta sull'ultimo foglio del registro stesso.

Il controllore doveva riveder subito le somme, e, confrontati i titoli col registro d'accettazione, ne faceva consegna, verso ricevuta sommaria, alla Sezione delle partenze, che li spediva a destinazione in mazzi separati, comprendendoli nei dispacci speciali.

La somma giornaliera veniva riportata in una nota che, a fine mese, si trasmetteva al Dipartimento contabile della Direzione, il quale limitarasi a confrontarla coi dati del prospetto di gestione, riassunto mensile di tutte le operazioni di cassa.

I fogli del registro d'accettazione si spedivano invece allo stesso Dipartimento ogni decade.

Ma qui bisogna ch'io eviti l'argomento dei controlli, non consen-tito al mio tema, e m'affretti piuttosto ad avvertire che pei vaglia telegrafici interni servivano speciali moduli « vaglia conferma », i quali venivano poi spediti, quale conferma, all'ufficio di destinazione, e, pei vaglia internazionali, moduli bilingui, simili a quelli degli ordinari.

La compilazione degli uni e degli altri avveniva nel modo solito, ad opera del mittente.

L'impiegato accettante staccava dal solito ed unico registro la rice-vuta, e, pei vaglia internazionali, effettuava la conversione dell'importo, indicato dal mittente nella moneta del paese di destino, in quella del paese d'origine (in Italia, all'opposto, e con senso meno pratico, il mit-tente, profano del cambio, deve dichiarare la somma cbe vuol spedire in lire italiane) e pei telegrafici compilava il telegramma annunciante all'ufficio di destinazione l'avvenuto versamento.

A mio giudizio, la superiorità del sistema austriaco sul nostro si rivela in due fatti:

1° nell'avere ottenuto indiscutibilmente il vaglia unico ;

2° nell'avere realizzato, a tutto vantaggio dell'azienda e del pub-blico, un immenso risparmio di tempo, col sistema del registro d'accetta-zione clie serviva anche ai fini contabili, coll'uso della carta carbonata, col lasciare ai mittenti la compilazione dei vaglia.

Per dimostrare quanto grande sia tale vantaggio, dirò solo che, mentre col sistema italiano un impiegato non può emettere, in media, più di 20 vaglia all'ora, con quello austriaco poteva accettarne (emet-tere ed accettare son qui sinonimi) più di 80, e qualche centinaio se presentati in distinta.

Circa il pagamento dei vaglia dirò pochissime cose: da noialtri si effettua di regola allo sportello, e ne segue la descrizione dei titoli su scartafacci e su note separate e distinte, che rimettonsi a fine mese alla Direzione con una copia del conto del registro XXI (Mod. XXIII).

Sotto l'Austria si effettuava di regola a domicilio, riscuotendo una piccola tassa che veniva convertita in segnatasse sulla « lista di reca-pito», e, in ogni caso, la responsabilità dell'Amministrazione cessava con la consegna del titolo, che avveniva sempre verso ricevuta.

Il sistema austriaco, non oneroso per l'erario, era pel pubblico assai più comodo del nostro, evitandogli di perdere, talvolta, delle ore, per riscuotere magari una somma irrisoria, ed io credo che potrebbe venir conservato ed esteso senza aggravio del bilancio, purché la tassa corrispondente venisse, con giusto criterio, aumentata.

La « lista di recapito » che serviva pel pagamento a domicilio, era semplicissima. Bastava indicare in essa l'ufficio d'impostazione, il numero e l'importo del vaglia, e se ne otteneva copia col solito sistema del decalco. Serviva come registro d'arrivo, e, dopo eseguito il paga-mento, come documento contabile. Pei vaglia, pei quali non era previsto il pagamento a domicilio (Autorità, casellisti e fermi in posta) si usava uno speciale libro d'arrivo, combinato con certificati di consegna, sui quali ritiravasi ricevuta dai destinatari. Sul libro stesso si prendeva nota del pagamento. I vaglia venivano poi inscritti sul conto giorna-liero di pagamento, sul quale si riportavano anche i dati riassuntivi delle liste di recapito.

L'importo totale si trascriveva in un riepilogo, cbe trasmettevasi a fine mese al Dipartimento contabile della Direzione, insieme al « prospetto di gestione », mentre il conto giornaliero, con tutti i titoli, doveva essere trasmesso allo stesso Dipartimento ogni sera. Tutti i vaglia, al momento dell'arrivo, venivano timbrati a tergo.

Pel pagamento dei vaglia diretti ai militari bastava una ricevuta dell'importo complessivo, rilasciata dal Comando: da noialtri devono esser tutti quietanzati dai rispettivi destinatari, timbrati col bollo del Comando, e controfirmati dall' ufficiale pagatore. La stessa agevolazione della ricevuta cumulativa era concessa anche alle Ditte commerciali, quando il numero dei vaglia fosse stato superiore a cinque.

L'Austria eseguiva la revisione dei titoli entro il mese successivo al pagamento, e poteva poi subito procedere alla duplicazione di quelli smarriti, mentre da noialtri è necessaria un'attesa, dico poco, di circa quattr'anni !

Unico svantaggio del vaglia austriaco sul nostro, si è che non ammetteva la girata. Ma è svantaggio apparente, non reale.

La responsabilità dell'Amministrazione cessando con la consegna del titolo, il destinatario poteva firmarlo ed incaricare della riscossione qualunque persona.

Ed ora verrò a parlare delle Casse postali di risparmio, alle quali, sotto l'Austria, era affidato anche il servizio dei conti correnti e dei checlis, che in Italia ha invece una gestione separata e distinta.

Le Casse postali di risparmio italiane rilasciano, col tramite degli uffici postali, libretti di cinque specie diverse : (Mod. A) a favore di privati o di enti residenti nel Regno e nelle Colonie ; (Mod. A bis) per gli Italiani residenti all'estero ; (Mod. B) per gli istituti di beneficenza e gli altri enti giuridicamente riconosciuti; (Mod. Bn-1) per i depositi giudiziari; (Mod. H-A) libretti al portatore.

10 tratterò solo dei primi, i quali, oltre che rappresentare la forma più diffusa del risparmio popolare, essi soli trovano riscontro nel servizio austriaco.

11 servizio per conto degl'italiani all'estero è di scarsa importanza, e si effettua col tramite del Ministero.

Quello dei depositi di beneficenza e giudiziari è in rapporto cogli ordinamenti dei rispettivi istituti, che, sotto l'Austria, si servivano invece del Conto corrente.

I libretti al portatore non rispondono davvero ad una necessità che l'osse sentita, e ricordano, nella loro stentata esistenza, il vaglia-lettera, di cui forse subiranno il destino.

Nei libretti nominativi si possono eseguire depositi fruttiferi da una lira fino a lire 10.000. Oltre tale somma non dànno frutto che gli interessi capitalizzati. Ogni libretto reca stampato il nome dell'ufficio ed un numero progressivo, e la serie, eh'è un numero frazionario, il cui numeratore indica la provincia, ed il denominatore l'ufficio. (Triestre Centro = -7-).

All'atto del primo deposito l'impiegato scrive sul frontespizio il nome, il cognome, la paternità e l'indirizzo del titolare, apponendovi il bollo a date e la propria firma. Quindi inscrive l'operazione in lettere e cifre sulla prima pagina, e la convalida con timbro e firma. Tutte queste indicazioni devono essere riportate sulla partita di conto corrente, che si apre su apposito registro (Mod. S), sul quale, in uno spazio all'uopo riservato, si ritira la firma del titolare del libretto o del suo rappresentante. Giacché è ammesso che una persona possa farsi rappresentare da un'altra, ed i minori sono legalmente rappre-sentati dal padre o dal tutore.

Se il titolare è analfabeta, si fa analoga annotazione. Quindi si registra il deposito su d'un vaglia composto di 3 parti : matrice che resta in ufficio, vaglia che va al Ministero, e ricevuta che si consegna al depositante.

Su ogni parte si deve indicare il numero e la serie del libretto, il nome, cognome e paternità del titolare, e la somma depositatale si deve apporre il timbro d'ufficio.

11 vaglia deve essere firmato dal depositante e dall'impiegato, il quale firma pure la ricevuta, e deve attaccare sul vaglia un cartellino gommato cbe taglia dalla prima pagina del libretto, e ne reca il numero e la serie.

Nello stesso modo si opera pei depositi successivi.

Ma, qualora il deposito si eseguisca su libretto di cui l'ufficio non possiede il conto, invece cbe un vaglia bianco si adopera un vaglia rosa, e l'operazione va partecipata all'ufficio di emissione con speciale modulo a madre e figlia.

I rimborsi nell'ufficio di emissione si effettuano a vista, salvo qualche riserva per l'importo, mediante cedola numerata che si stacca dal libretto, e sulla quale il titolare, od il suo rappresentante o dele-gato, deve indicare la somma che ritira e il residuo credito, ed apporre la firma, che viene convalidata dall' impiegato col bollo a date. — Se il titolare è analfabeta, deve appone il segno di croce alla presenza di due testimoni solventi e garanti.

L'operazione viene inscritta sul registro di conto corrente, su d'uno scartafaccio (Mod. F) che resta in ufficio, sulla nota Mod. Z7, cbe si trasmette a fine mese alla Ragioneria della Direzione Provinciale, e sul Mod. E-l in duplo, che, munito della firma del titolare e del controllore dell'ufficio, accompagna ogni sera le cedole alla stessa. L'ammontare giornaliero dei depositi e dei rimborsi dev'essere anche segnato sul riepilogo Ubis.

Quando trattisi di operazione dislocata (cioè presso uffici che non possiedono il conto), pei rimborsi è necessaria, di regola, la preventiva conferma del credito, cbe si chiede con speciale modello al Ministero, e, qualora la somma sia superiore a L. 500, anche all'ufficio che ha emesso il libretto.

Quindi si effettua l'operazione, staccando una cedola rosa anziché bianca, e dandone partecipazione all'ufficio che ha il conto con un modello a madre e figlia. Le altre registrazioni sono le stesse. Sulle cedole, sia bianche che rosa, deve apporsi il bollo frazionario dell'ufficio.

Anche i depositi tutti vanno inscritti sulla nota Ue sull'elenco sciolto Mod. E, in duplo, che, insieme al vaglia, segue la sorte del Mod. E-l.

I dati giornalieri dei depositi e dei rimborsi devono riportarsi sul registro XXXI e sul XXI, come già dissi pei vaglia.

Non parlo della rinnovazione, dell'estinzione, della duplicazione dei libretti, che sono in rapporto con la lungaggine di lutto il resto.

Ed evitando anche qui l'argomento dei controlli da parte delle Direzioni e del Ministero, dirò solo cbe negli uffici il controllore deve rivedere tutte le operazioni eseguite, ed apporre la propria firma di fianco a ciascuna, sui registro del conto corrente.

Al Ministèro esistono altrettante partite di conto corrente, quanti sono i libretti emessi in tutto il Regno.

Sotto l'Austria, le partite di fonto corrente esistevano solo all'ufficio centrale delle Gasse di risparmio in Vienna. I libretti erano di 15 fogli intieri, con cedolario separato, e recanti in fondo una tabella pel computo degli interessi, ed un riassunto delle norme più importanti. Ogni deposito non poteva essere inferiore ad una corona, nè superiore a corone 2000, nè il credito complessivo, sempre fruttifero, poteva ecce-dere tale importo, tranne il caso in cui fosse stata presentata domanda per acquisto di carte dello Stato, per una somma almeno corrispon-dente all'eccedenza.

Le diciture dei libretti erano bilingui, e cioè in tedesco, e tradotte nella lingua usata nella regione.

La copertina ed i singoli fogli recavano stampato il numero e la serie del libretto. La serie era una lettera maiuscola, corrispondente alla lingua della traduzione (F= italiana).

Quando in uno stesso paese si parlavano più lingue, venivano for-niti agli uffici libretti di più serie, di cui era libera la scelta a chi ne chiedeva l'emissione.

Dopo la copertina v'era un foglio speciale (scontrino), che veniva compilato dall'impiegato all'atto dell'emissione, ripetendo a penna il numero del libretto, segnandovi il nome e cognome del depositante, la professione, il luogo e la data di nascita, il domicilio, e ritirandone la firma cbe convalidava con la propria e con l'apposizione della data. Se il depositante era analfabeta, doveva condurre con sè un testi-monio, perchè convalidasse con la propria firma il suo segno di croce.

Su apposito spazio il depositante poteva segnare una parola d'ordine, cbe doveva tener segreta, e riportare su tutti gli atti coi quali avesse disposto del proprio credito.

Lo « scontrino » veniva staccato e trasmesso alle Casse postali di risparmio in Vienna, insieme ai documenti della giornata.