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Capitolo II – Il settore culturale e creativo in Europa Un’indagine statistico-economica

1.1 Approcci Eurostat

1.1.1 Approccio Cultural Statistics

Un primo lavoro funzionale alla ricerca degli indicatori più adatti allo studio di settore della cultura e della creatività in Europa è rappresentato dalla pubblicazione Cultural Statistics, edita dall’Ufficio Statistico dell’Unione Europa nel 2011 in seguito all’edizione del 2007, il primo studio che l’organizzazione abbia dedicato alle statistiche culturali dei 27 paesi dell’Unione. Basandosi sull’European framework for cultural statistics sviluppato nel 2000 dal gruppo Eurostat LEG-Culture, il rapporto del 2011 offre un’ampia gamma di rilevazioni statistiche inerenti la cultura nei paesi dell'UE27. In tale sede, Eurostat propone un’analisi dello spessore del settore culturale mediante l’analisi dell’occupazione culturale, delle caratteristiche delle ICC e del commercio estero di beni culturali.

Il primo indicatore di sviluppo economico, l’employment in cultural sectors, consiste nella rilevazione del numero di persone occupate nel settore culturale, le cui attività sono classificate dalla nomenclatura internazionale europea NACE Rev.2 ai gruppi NACE 58, 59, 60, 90 e 91. Oggetto dell’analisi occupazionale sono quindi le attività editoriali, le attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore, le attività di programmazione e trasmissione, le attività creative, artistiche e di intrattenimento e le attività di biblioteche, archivi, musei e altre attività culturali. Congiuntamente, viene considerata la

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classificazione ISCO-8851 sulle occupazioni culturali, con le classi ISCO 243, in cui rientrano

archivisti, bibliotecari, e relative professioni d’informazione, e ISCO 245, alla quale appartengono scrittori e artisti creativi o performativi come autori, giornalisti, scultori, pittori, compositori, musicisti, cantanti, coreografi, ballerini, attori ed altri.

Il secondo criterio d’analisi riguarda la struttura e la performance delle industrie culturali e creative (ICC) secondo le nomenclature NACE Rev 1.1 e NACE Rev 2. In particolare, gli indicatori utilizzati attengono al numero di imprese, al loro fatturato e al valore aggiunto che apportano al PIL.

Il terzo indicatore di sviluppo del settore culturale e creativo proposto da Eurostat consiste infine nella valutazione dei livelli di import ed export, e della bilancia commerciale, di beni culturali come libri, giornali, strumenti musicali, CD e DVD, opere d’arte visiva, d’antiquariato e oggetti da collezionismo.

1.1.2 Approccio ESSnet-Culture

Il report finale prodotto dal gruppo di lavoro European Statistical System network on Culture- anche noto come ESSnet-Culture, creato da Eurostat nel 2009 per rinnovare il framework europeo per le statistiche culturali, offre un’importante metodologia di analisi del settore culturale. Sottese allo studio dell’ESSnet-Culture vi sono la consapevolezza dell’importanza della cultura in termini di sviluppo sociale ed economico, nonché la necessità di produrre delle specifiche metodologie di analisi statistiche che consentano di armonizzare gli studi internazionali riguardanti la cultura e la sua dimensione soprattutto economica.

La Task Force numero 3 (TF3) dello studio di ESSnet-Culture, Final Report 2012, si focalizza sulle cultural and creative industry con l’obiettivo di avviare una produzione periodica e regolare di indicatori e rilevazioni statistiche che siano coerenti e comparabili tra tutti gli Stati membri dell’UE. In questo senso, la TF3 ha proposto una lista di 10 indicatori chiave atti a descrivere l’impatto diretto che la cultura ha sull’economia di un paese.

51 ISCO è acronimo per International Standard Classification of Occupations, un sistema internazionale di classificazione dell’occupazione. E’ disponibile al link:

http://ec.europa.eu/eurostat/ramon/nomenclatures/index.cfm?TargetUrl=LST_NOM_DTL&StrNom=CL_ISCO08& StrLanguageCode=EN&IntPcKey=&StrLayoutCode=HIERARCHIC.

Tabella 7 – L’impatto diretto della cultura sull’economia di un paese in dieci indicatori.

Indicatori economici Enterpreunership

Share of the cultural enterprises in the overall economy

Share of the cultural enterprises’ turnover in the overall economy’s turnover

Share of micro-enterprises in cultural sector compared to share of micro-enterprises in overall economy Share of the value added produced by cultural sector compared to the overall economy

Employment

Total cultural employment

Total employment of the cultural occupations Share of non-nationals in artist occupations

Import and Export of the cultural goods

Share of cultural goods in total import Share of total goods in total export

ICT in cultural sector

Share of the cultural sector in the total e-commerce turnover

Fonte: ESSnet-Culture (2012).

Il gruppo di lavoro articola i dieci indicatori economici all’interno di quattro categorie guida, ossia l’imprenditorialità, l’occupazione, il commercio estero di beni dal valore culturale, nonché il rapporto tra il settore culturale e le Information and Communications Technologies (ICT o TIC, Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione).

Capire il grado di imprenditorialità del mondo della cultura e della creatività significa analizzare la quota di industrie culturali (con anche un focus sulle piccole-medie imprese) rispetto al totale delle industrie, conoscere il loro fatturato rispetto al volume d’affari dell’intera economia, valutare il valore aggiunto da esse prodotto in termini di apporto al PIL di un paese.

Per analizzare l’occupazione culturale, è necessario considerare l’esistenza di tre tipologie di impiego differentemente legate alla realtà culturale e creativa:

- Le occupazioni culturali, così come previste dalla nomenclatura internazionale ISCO-08, attinenti le attività della nomenclatura europea NACE Rev. 2 che rientrano nel settore culturale e creativo (insieme A);

- Le occupazioni di altro tipo, quindi non strettamente culturali, ma sempre attinenti il settore culturale e creativo (insieme C);

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Analizzare il total cultural employment significa valutare la somma di occupati negli insiemi A, B e C, ovvero l’insieme di persone occupate in attività culturali e creative all’interno e all’esterno del settore culturale e creativo, nonché in attività non culturali nel settore culturale e creativo. Analizzare invece il total employment of the cultural occupations significa valutare la somma di occupati nei soli insiemi A e B, e dunque attivi in mansioni culturali tanto all’interno quanto all’esterno del settore culturale e creativo. Il terzo indicatore inerente l’occupazione riguarda invece il numero di persone di nazionalità straniera attive in artist occupations , ovvero in mansioni previste dall’ISCO-0852, rispetto al totale delle persone in esse occupate.

L’importanza e l’obiettivo di tale indicatore si situano nella volontà di misurare la mobilità delle professionalità culturali.

La terza categoria di indicatori da valutare ai fini di uno studio sull’impatto economico diretto di cultura e creatività è data dai tassi di import e di export di beni dal valore culturale. Il tasso di importazione viene calcolato considerando il costo dei beni culturali importati nell’area rispetto al costo del totale delle importazioni nella medesima. Similmente, il tasso di esportazione culturale è dato dal rapporto tra il valore dell’insieme dei beni culturali esportati dal paese e il valore totale delle esportazioni di beni dal medesimo.

La quarta categoria di indicatori proposti dall’ESSnet-Culture attiene infine al legame esistente tra cultura e creatività e ICT: l’obiettivo specifico è quello di comparare il volume del fatturato degli e-commerce del settore culturale e creativo con il fatturato della totalità degli e-commerce presenti nella stessa area.