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Capitolo I – L’economia della cultura e della creatività Un’indagine definitoria

2 Delineare l’economia della cultura e della creatività

2.2 Approcci classificatori nazionali ed internazionali

2.2.7 Una classificazione economico-statistica

L’economia della cultura e della creatività può essere altresì indagata mediante un approccio statistico-economico, mediante l’impiego del Sistema integrato delle classificazioni statistico-

economiche. Si tratta di un framework di classificazioni economiche approvate dalla

Commissione Statistica delle Nazioni Unite, al fine di proporne un riconoscimento ufficiale e consentire l’elaborazione di classificazioni a livello sovranazionale o nazionale ad esso connesse. Le attività economiche in genere possono essere infatti misurate mediante differenti metodi e mezzi statistici ma, quando necessitano di essere comparate a livello internazionale, mondiale e/o europeo, possono sorgere delle complicazioni. E’ per questo motivo che la divisione statistica delle le Nazioni Unite ha dato vita all’International Standard Industrial Classification

of All Economic Activities (ISIC), un sistema di classificazione mondiale dei dati economici che

nel 2008 ha visto la sua quarta revisione (ISIC Rev.4), oggi vigente26: l’obiettivo è quello di produrre un modello da cui sia possibile costruire degli studi statistico-economici comparabili a livello internazionale e fornire, per altro, una linea guida per lo sviluppo di metodologie classificatorie regionali e nazionali. A livello europeo, infatti, a partire dall’ISIC, è stata elaborata la Nomenclature générale des Activités économiques dans les Communautés

Européennes (NACE): il sistema statistico europeo impone l’utilizzo di tale quadro di

riferimento nel caso in cui si voglia raccogliere ed elaborare dati statistici relativamente alle diverse attività economiche, o settori, di interesse. L’appartenenza della NACE al Sistema

integrato delle classificazioni statistiche implica due aspetti: la possibilità di comparare le

statistiche prodotte secondo la sua impostazione non solo a livello europeo ma anche mondiale (in quanto deriva dall’internazionale ISIC), e la sua paternalità rispetto ai contenuti delle classificazioni sviluppate a livello nazionale. L’Ateco italiana, ad esempio, è una classificazione delle attività economiche produttive (ATECO) che trae la propria origine dal framework europeo offerto dalla NACE.

E’ per questo motivo, dunque, che per indagare l’economia della cultura e della creatività si decide di impiegare la Nomenclature générale des Activités économiques dans les Communautés

Européennes (NACE) quale emblema di un approccio classificatorio di tipo prettamente

economico, dedicato ad un’analisi statistica delle attività economiche che caratterizzano l’economia della cultura e della creatività in Europa.

La NACE, dunque, trae la propria origine dall’Eurostat, ufficio statistico della Commissione Europea, e ha visto la sua prima edizione nel 1970, cui hanno seguito delle revisioni aventi condotto all’attuale versione nota come NACE Rev.2 (2008). Costituita da una struttura gerarchica ex Regolamento (CE) n. 29/2002 della Commissione Europea, la classificazione evidenzia innanzitutto ventuno sezioni, ognuna delle quali viene identificata mediante una lettera dell’alfabeto.

Tabella 3 – Categorie di attività economiche previste dalla classificazione NACE Rev.2.

Classificazione NACE Rev.2 2008 Sezione Descrizione

A Agricoltura, silvicoltura e pesca

B Attività estrattiva

C Attività manifatturiere

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento

F Costruzioni

G Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli H Trasporto e magazzinaggio

I Servizi di alloggio e ristorazione

J Servizi di informazione e comunicazione

K Attività finanziarie e assicurative

L Attività immobiliari

M Attività professionali, scientifiche e tecniche

N Attività amministrative e di servizi di supporto

O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria

P Istruzione

Q Sanità e assistenza sociale

R Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento

S Altre attività di servizi

T Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico;

produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze

U Attività di organizzazioni e organismi extra territoriali

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Stanti le delineazioni proposte dai diversi approcci definitori, le attività economiche riconducibili all’economia dell’arte e della cultura rientrano nelle seguenti otto sezioni:

- C – Attività manifatturiere;

- G – Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli; - J – Servizi di informazione e comunicazione;

- M – Attività professionali, scientifiche e tecniche; - N – Attività amministrative e di servizi di supporto; - P – Istruzione;

- R – Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento; - S – Altre attività di servizi.

Va da sé che la classificazione NACE offre una panoramica di quelle che sono le generali e complessive attività svolte nella European Community, senza entrare nel merito di teorizzazioni e classificazioni specifiche per la creative economy: coloro, economisti oppure organizzazioni, che sviluppano gli approcci come quelli esplicati sinora, possono confrontare le proprie teorizzazioni con quanto previsto dalla Nomenclature générale des Activités économiques dans

les Communautés Européennes, decidendo quali delle attività da questa elencate includere, o

escludere, dai loro modelli classificatori.

All’interno di ogni sezione vi sono gruppi e classi articolati gerarchicamente e denominati mediante cifre numeriche. Ad un maggior dettaglio della ricerca corrisponde un maggiore

ensemble di cifre, passando dal livello 2-digits al 3-digits, fino al 4-digits, il più dettagliato.

Volendo specificare i gruppi e le classi che, a seconda dell’approccio d’inclusione scelto, possono caratterizzare l’economia della cultura e della creatività:

- La sezione C – Attività manifatturiere concerne le attività manifatturiere in genere, cui afferisce la produzione di beni connessi al mondo della creative and culture economy, come la confezione di articoli da abbigliamento (gruppo 14), la stampa e la riproduzione su supporti registrati (gruppo 18), la fabbricazione di computer e di prodotti di elettronica e ottica (gruppo 26) ecc.;

- Nella sezione G – Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e

motocicli, vi è il gruppo 47.6 caratterizzato dal commercio al dettaglio di articoli culturali e

ricreativi in esercizi specializzati al cui interno vi sono le classi 47.61, 47.62, 47.63, 47.64, 47.65 attinenti alla vendita al dettaglio di libri, giornali e cartoleria, musica e registrazioni video, attrezzatura sportiva, giochi e giocattoli all’interno di negozi specializzati. Si trova

inoltre la classe 47.4, definita Retail sale of information and communication equipment in

specialised stores, nelle cui classi 47.41, 47.42, 47.43 rientra la vendita al dettaglio di

computer, attrezzatura strumentale alle telecomunicazioni, strumenti audio e video;

- La sezione J è espressamente dedicata al settore dell’informazione e della comunicazione e al suo interno si individuano i gruppi:

58 – Attività editoriali, cui afferiscono attività incentrate sulla pubblicazione di libri, giornali, periodici ed altre simili (58.11, 58.12, 58.13 ecc.) nonché la pubblicazione di software (58.2);

59 – Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di

registrazioni musicali e sonore, articolate nelle classi 59.1 e 59.2;

60 – Attività di programmazione e trasmissione, ovvero trasmissione di programmi radiofonici e televisivi ai gruppi 60.1 e 60.2;

61 – Telecomunicazioni, ossia attività di telecomunicazione wired, wireless e via satellite, nonché attività simili, ai gruppi 61.1, 61.2 61.3 61.9;

62 – Programmazione, consulenza informatica e attività connesse;

63 – Attività dei servizi d’informazione, con servizi di hosting, creazione di portali web ecc. al gruppo 63.1;

- Nella sezione M – Attività professionali, scientifiche e tecniche si ritrovano:

71 – Attività degli studi di architettura e d’ingegneria; collaudi e analisi tecniche; 73 – Pubblicità e ricerche di mercato;

74 – Altre attività professionali, scientifiche e tecniche, in cui rientrano il design nelle sue diverse accezioni (74.1) e le attività fotografiche (74.2);

- Nella sezione N – Attività amministrative e di servizi di supporto rientra il gruppo 77 attinente a Attività di noleggio e leasing, con la classe 77.2 al cui interno rientrano le attività di nolo e leasing di beni ad uso familiare come videocassette e cd, prodotti sportivi e di intrattenimento, ed altri beni;

- Alla sezione P – Istruzione appartiene il gruppo 85, nella cui classe 85.52 viene considerata l’educazione culturale;

- La sezione R – Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento è infine articolata nei seguenti gruppi:

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90 – Attività creative, artistiche e d’intrattenimento, ovvero arti performative (90.01) ed attività a loro supporto (90.02), creazioni artistiche (90.03) e gestione di strutture artistiche (90.04);

91 – Attività di biblioteche, archivi, musei e altre attività culturali, ossia attività di biblioteche ed archivi (91.01), attività dei musei (91.02), gestione di luoghi e monumenti storici e simili attrazioni turistiche (91.03), e attività legate ad orti botanici, giardini zoologici e parchi naturali (91.04);

92 – Attività riguardanti scommesse e case da gioco;

93 – Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento, in cui rientrano attività sportive (93.1), quali gestione di impianti sportivi (93.11), attività di club sportivi (93.12), palestre (93.13) ed altre attività sportive (93.19), e attività di intrattenimento e divertimento (93.2) come attività dei parchi di divertimento e dei parchi tematici (93.21) e altre attività di intrattenimento e di divertimento (93.29);27

- La Sezione S – Altre attività di servizi attiene infine alle attività di organizzazioni associative in genere.

Avendo scelto, a questo punto, di classificare l’economia della cultura e della creatività mediante l’impiego di un framework statistico europeo sulla generalità delle attività economiche svolte nell’Unione Europea, non si può non osservare come la quantità di “settori” che caratterizzano la triade cultura-creatività-economia sia chiaramente superiore, e in molti casi molto diversa, rispetto agli altri approcci sin qui analizzati. La classificazione statistica delle attività economico-culturali proposta dalla NACE risulta essere fisiologicamente ampia, ovvero, per come è concepita, non può che consentire una delineazione dell’economia della cultura delle creatività come un campo dai confini molto vasti. Oltre ai settori più comunemente identificati, vengono individuati le attività di educazione culturale, il patrimonio naturale nelle sue diverse accezioni, lo sport, nonché il mondo dell’intrattenimento nel quale vengono per altro incluse le attività di gestione delle case da gioco e delle attività di scommessa. Viene poi data particolare attenzione e rilevanza all’industria dell’informazione e della comunicazione- una novità, questa, introdotta dalla REV.2 del 2008- articolandola nelle attività di produzione, programmazione, distribuzione/trasmissione, pubblicazione e vendita sia di prodotti dal contenuto cultuale e creativo (libri, brani musicali, programmi TV ecc.) sia di beni ad essi strumentali (computer,

27 Metadata completi disponibili al link

strumenti audio e video ecc.). Viene inoltre citato il turismo, facendo riferimento alle attività di gestione delle attrazioni turistiche, ma non vi è un gruppo ad esso esplicitamente dedicato.

Si ribadisce come la Nomenclature générale des Activités économiques dans les Communautés

Européennes (NACE) non effettui categorizzazione alcuna, non affronti cioè il concetto di

economia della cultura e della creatività, o di settore culturale e creativo, includendovi le attività di cui sopra. E’ compito della presente trattazione, o della generalità degli approcci che trattano il tema, estrapolare da tale framework le attività economiche inerenti alla cultura e la creatività per proporne una classificazione con propri criteri di inclusione, ed esclusione, e di organizzazione.