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Diceva Gaetano Parascandalo nel suo libro « M ono­ grafia del Com une di Vico Equense », stampato nella metà d e ll’800, a pro po sito di alcuni rinvenim enti ar­ cheologici: « Ma quantunque non poche cose si siano già disperse di questa necropoli, pure noi portiam o av­ viso che la m aggior parte e forse la più ricca resti an­ cora inviolata, e che nei te rrito ri dei SS. D. Tommasino de Gennaro e D. L uigi Sinno si possono trovare molte cose preziose non solo, ma im p orta nti ancora per I' amatore d e ll’a n tic o » . Tali previsioni si sono avverate. Infatti fino alla metà di questo secolo Vico Equense non aveva subito m olti cam biam enti dal punto di vista edilizio, poi a nch ’esso, com e tu tti i paesi della costiera sorrentino-am alfitana fu invaso dalla colata di cemen­ to, che distrusse ogni aspetto naturale e testimonianze del passato, senza che l’o p in io n e pub blica reagisse in qualche m odo. Anzi le testim onianze del passato con­ trib u iro n o ad alim entare il fio re n te m ercato antiquario della penisola sorrentina, a rricche nd o le fortune di al­ cuni notabili, com e la vox p opuli suole ricordare. Que­ sto, però, fin o al 1965 quando si operarono i prim i rin ­ venim enti, seguiti da q uelli del m aggio 1966, per g iun­ gere a q uelli tu tto ra in corso tra via R. Bosco e via S. Sofia. Oggi inco m in ciam o ad avere un quadro abba­ stanza co m p le to e « s c ie n tific o » d e ll’estensione delle n ecrop oli prerom ana e rom ana di Vico Equense, che era ubicata tra le attuali Via N icotera e Via S. Sofia,

anzi, si può afferm are solo oggi che le deposizioni tom bali avvenivano ai lati dell antica strada che, com è segnata nella Tabula P eutingeriana (un itinerario di epoca romana) cong iu ng e va Stabiae con Surrentum . L ’uso abbastanza p ro lu n g a to di tale necropoli, dal VII sec. a. C. fin o a ll’epoca rom ana, sta a testim oniare la vitalità del centro antico (« Aequana »), situato nella zo­ na ora denom inata « V e s c o v a d o » , e chiaram ente ric o ­ noscibile per l'im p ia n to ippodam eo, ripreso in epoca angioina. Tutti i reperti, depositati presso l'Antiqua- rium per g o d im e nto della p op olazione locale e stranie­ ra, hanno destato l’interesse s c ie n tific o dei m aggiori a rcheologi italiani e stranieri, som m am ente interessati al p a trim o n io a rch e o lo g ico della penisola sorrentina, che le fo n ti antiche hanno sem pre celebrato, ma di cui fin o ra si avevano scarse testim onianze. R icordiam o i c o n trib u ti di A lfonso de Franciscis, di Paola Zancani M on tuo ro, di M assim o P a llo ttin o, di Piero Guzzo, di M aria B onghi Jovino, di Bernard B ouloum iè e di tanti altri. Grazie alla loro indagine ed analisi scien tifica è stato possibile rico struire, per som m e linee, le fasi del­ la sto ria più antica di Vico Equense e della penisola so rren tina fin o a ll’età rom ana. La fase più antica mo­ stra in sostanza una facies c u ltu ra le analoga a quella di altri ce ntri e truschizzati della Cam pania, come Nola. Nocera. Stabia. Anzi la presenza etrusca nella penisola so rren tina è stata solo ora conferm ata d a ll’eccezionale

A sinistra: uno scorcio della costiera sorrentina. A fianco: il chiostro di S. Francesco

rin v e n im e n to di una c o p p a di bucch ero pesante, che p orta g ra ffito sei lettere d e ll'a lfa b e to etrusco, della metà del VI sec. a. C. Tale rin ven im e nto ci consente di inserire la p e n iso la s o rre n tin a nella c o ntin uità geogra­ fic a delle te s tim o n ia n z e e p ig ra fic h e etrusche arcaiche della linea co s tie ra tra Pom pei e Pontecagnano. La sco p e rta del g ra ffito di V ico Equense, che solo ora è p o rta to alla co no scen za d e ll’o p in io n e pubblica, viene a rafforzare p o sitiva m e n te gli a rgom enti a favore della ipotesi, già so sten uta da diversi studiosi, della esisten­ za di una fase di in flu e n z a degli Etruschi a Sorrento, oggi, alla luce d egli stu di più avanzati proprio in se­ g u ito alle rice rch e a rc h e o lo g ic h e di Vico Equense, si può afferm are che m ancano elem enti per ritenere che S o rre n to sia stata una fo n d a z io n e e com unque una c o lo n ia greca com e Pitecusa, Cum a e Napoli. Sorren­ to, cioè, rie n tre re b b e in q ue lla fascia di grecità perife­ rica, alla quale a p p a rte n g o n o tra l’altro Ercolano e Pom pei, com e fa rilevare M assim o Pallottino. Tra i re­ perti non b iso g n a so tto va lu ta re una iscrizione « opi- ca » rin ve n u ta g ra ffita su una b ro cca di bucchero, sem pre del IV sec. a. C. Essa sta a testimoniare un d ualism o e tn ic o -lin g u is tic o nel senso proposto dalla tra d iz io n e antica. Non possiam o, per ora, dire altro, in quanto la iscrizio n e è o g g e tto di studio da parte del Prof. Arena d e ll'U n iv e rs ità di M ilano, come è quasi p ro n ta tu tta la d ocu m e n ta zio n e scientifica sui circa 600 reperti, cu ra ta dalla Dr. M aria Bonghi Jovino dell’ U niversità di M ilano, nostra benem erita concittadina. Il rin ven im e nto attuale di 8 tom be a cassa di tufo o a ca pp uccina , con m ateriale vario, databile tra la metà del VI sec. a. C. ed il I sec. d. C. (tra cui una lucerna rom ana con fig u ra di g la dia tore com battente, di squi­ sita fattura) ci ha fo rn ito altre u tili indicazioni ed altre ce ne fo rn irà in seguito, dop o il restauro e un’attenta analisi. Il p rof. A lfonso de Franciscis, Soprintendente alle A n tic h ità di Napoli e Caserta, ha sempre sostenu­ to, fin dal 1965, le nostre ricerche archeologiche ed ha perm esso, d ’intesa con la locale Azienda di Turismo che si allestisse a Vico Equense un « Antiquarium », meta di v is ita to ri ita lia ni e stranieri. Noi siamo sicuri che altri rin ven im e nti, con la collaborazione ormai de­ cennale del C om ando B rigata della Guardia di Finanza di V ico Equense, a rric c h ira n n o sempre più l’Antiqua- rium . Anzi è già allo stu dio la costituzione di un Mu­ seo della penisola sorrentina, che possa raccogliere in m odo a ccog lie nte e sistem atico tutte quelle testim o­ nianze del nostro passato, e non solo quelle archeolo­ giche: dalle stam pe ai lib ri antichi, dai dipinti alle sta­ tue, dalle opere d ’arte m inori ai corredi sacri.

Salvatore Ferraro

• Cest seulement depuis quelques années qu est en train de se pré- ciser la dimension du cadre scientifique de l'extension de la nécropo- le pré-romaine et romaine de Vico Equense qui conjointement aux dé- couvertes archéologiques de l'ensemble de la pénisule de Sorrente constitue un terrain de recherche rìche de suggestions et de répon- ses.

A la lumière des études les plus avancées il est aujourd'hui possi- ble, dintégrer Sorrente dans la bande périphérique du monde grec à laquelle appartiennent entre autre Ercolano et Pompei.

Une inscription gravée sur une eruche de bucaro du Vlème siècle avant J.C. a donne la preuve d un dualisme ethnique et linguistique selon l'esprit de la tradition antique.

La création d’un musée de la pénisule de Sorrente qui puisse re- cueillir tous les témoignages archéologiques et culturels de notre passé. est à létude. Ces témoignages vont de la peinture aux orne- ments sacrés, des livres antiques aux statues.

• Only in thè last few years has there been a complete scientific pie- ture of thè extent of thè Pre-roman and Roman Necropolis in Vico Equense, which are, together with thè archeological discoveries of thè peninsula of Sorrento, a rich territory for scientific research.

The latest studies consider thè discoveries of Sorrento, part of thè Greek remains such as Ercolano and Pompei.

An « opic » inscription on a jug of Bucchero of thè Vlth century before Christ, has confirmed an ethnic-linguistic dualism in thè sense (interpretation) proposed by ancient traditions.

There are projeets for thè création of a museum of thè Peninsula of Sorrento, where all knds of testimony of our past should be kept, not only thè archeological type. but also paintings, church equipment, old books and statues.

• Erst seit Jahren zeichnet sich ein vollstaendiges « wissenschaftli- ches » Bild des Ausmasses der vorroemischen und roemischen Ne­ cropoli Vito Equense ab. die, zusammen mit den archaeologischen Funde, der ganzen sorrentinischen Halbinsel. ein reiches Forschun- gsgebiet darstellt.

Im Licht der fortgeschrìttendsten Studein kann man heute die Fun­ de von Sorrent zu den griechischen Ueberresten zaehlen, zu denen auch Ercolano und Pompei gehoeren.

Eine « opische » Einschrift, emgekratzt auf einen Krug von Bucche­ ro des VI. Jahrhunderts vor Chnstus, hat einen ethnìsch—sprachli- chen Dualismus in dem von der antiken Tradition vorgeschlagenen Sinne bestaetigt.

Man plant die Guendung eines Museums der sorrentinischen Hal­ binsel. das alle, nicht nur archaeologische Zeugnisse unserer Vergan- genheit sammeln soli z.B. Gemaelde. kirchhche Ausruestungen. an- tike Buecher. Statuen.