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Un parco nel Salernitano? L ’ipotesi non appare più ta nto azzardata. La zona ideale (ma ce ne sono anche altre, ad esem pio la Valle del Seie) è quella dei monti A lb urni. Il luogo, un grande itine ra rio incontam inato, potrebbe rappresentare una « c in tu ra » di verde contro la « fe b b re » del cem ento che « g o n fia » la fascia co ­ stiera.

D unque gli A lb urni, un ’occasione da non perdere. Gli o rg an i tu ris tic i ed econom ici hanno evidenziato la necessità di istitu ire n e ll’e ntroterra salernitano il parco regionale. Ora bisogna correre d iritto al « c u o re » d e ll’ operatività. Il parco non rappresenta soltanto una fa b ­ brica di ossigeno, ma è anche una palestra per l’edu­ cazione dei c itta d in i ad un rapporto più civile con la natura.

Nella g ra du atoria europea il nostro paese ha biso­ gno di salire ancora diversi gra din i. Qualche sguardo alle cifre. Lo 0,63 per cento del te rrito rio nazionale è

d estin ato a parchi e riserve, co n tro il 6 per cento d e ll’ In g h ilte rra e il 10 per cento della Germania. I parchi svizzeri, tedeschi, inglesi fanno parte di una c u ltu ra e di un p atrim o nio com une; sono cu stod iti e visitati, per­ corsi da decine di m igliaia di fam iglie. I nostri parchi sono insid ia ti da cacciatori, « valorizzatori », c o stru tto ri di strade e di co nd om ini; tu tto som m ato dobbiam o an­ co ra im parare ad amarli.

Ma, con le Regioni, qualcosa si è andato m uovendo. La « coscien za del v e rd e » sta afferm andosi nel nostro paese; e l’o pinio ne p ub blica chiede con insistenza nuovi spazi attrezzati per i bam bini, boschi suburbani aperti al p ub blico, ampie riserve naturali. Dovrebbero darceli lo Stato e le Regioni.

Il « P ro g e tto 80», schizzo d e ll'Ita lia desiderata di u n ’età orm ai alle porte, contiene la te oria di ottanta- q u a ttro « p a rch i di prem inente interesse nazionale». Non sono m olti, considerando il frazionam ento im p o ­ sto da un te rrito rio d iffic ile e da coste in gran parte urbanizzate. Se ne dovrebbero aggiungere altri, a cura delle R egioni, com e prevede appunto il « P rog etto 80 ».

La R egione C am pania ha creato le premesse is titu ­ zionali. A ll’a rtico lo 5 dello S tatuto leggiam o: « L a Re­ gio ne adotta le m isure necessarie a conservare e d i­ fe nd ere l’am biente naturale, anche attraverso la c o s ti­ tu z io n e di parchi e riserve e la tu te la delle ca ra tte risti­ che ecolog iche , ed attua piani per la difesa del suolo e del so tto s u o lo e per elim inare le cause di inq uin am en ­ to sia a tm osferico che delle acque ».

La p o litic a per gli spazi liberi, per la salvaguardia delle zone a fin i n atu ra listici, c u ltu ra li, ricreativi e di salute p ub blica, ha bisogno di essere incoraggiata. Il nostro M ezzogiorno p uò voltare pagina rispetto alla tendenza evolutiva del paese. G io rg io Nebbia, d e ll’U ni­ versità di Bari, rovesciando la posizione dei m eridion a ­ listi tra d iz io n a li, ha afferm ato: « Il M ezzogiorno può rappresentare il grande serbatoio di risorse am bientali per tu tto il paese, l’alternativa alla congestione del set­ te n trio n e ».

L 'is titu z io n e del parco va vista dunque sotto la du ­ p lice angolazione: del nuovo processo di sviluppo del M ezzo gio rn o; d e ll’im m unizzazione ai mali che c o n d i­ zio n a n o il vivere um ano. Su q u e s t’u ltim o argom ento, la lette ra tu ra del nostro tem po è m olto ricca. R ico rd ia ­ mo che il 30 per cento delle m alattie sono di o rigin e psico som a tica, dovute cioè agli « stre s s » , ai rum ori, a ll’am biente disum ano, alle ansie, alla fretta, alla pau­ ra. F rancois M auriac ha am m onito: «V iviam o in un m on do inq uin ato . L 'u o m o dovrebbe to rn are ai valori più se m p lici ». Ecco un problem a che dobbiam o cer­ care di risolvere, e al più presto.

I parchi sono una risposta civile ai « g h e tti» della città, alla so litu din e di ognuno chiuso nei « m a m m u t» di cem ento per interm in ab ili ore.

II S alernitano, non è ancora una p rovincia ingolfata di gente e di strutture, ma il cem ento avanza im placa­ bile so tto la spinta di una falsa « filo s o fia » del vivere m oderno. Siamo ancora in tem po per non « gu a s ta re » il nostro te rrito rio che da qualche anno è stato scoper­ to dalle correnti tu ristich e internazionali. Il parco degli A lb urni, e gli altri che sono nel carnet delle cose da fare, rappresenta un'occasione q ua lifica nte degli Anni Ottanta.

L ’EPT di Salerno, di cui è presidente l’avv. Mario P arrilli, in una relazione, ha sotto lin ea to la validità del p ro ge tto per la istituzione di questo parco che p o tre b ­ be prevedere, oltre ad una riserva naturale, anche la predisposizione infra strutturale c o m p atib ile con il par­ co stesso e in fu nzio ne della ipotesi di assetto te rrito ­ riale del provveditorato alle opere p ubbliche e delle ri­ so lu zion i per l’elaborazione del piano te rrito riale di c o ordin am en to approvato dal C om itato regionale per la program m azione econom ica. Detti strum enti preve­ dono, nella Valle del Seie e nel Vallo di Diano, una d i­ rettrice di sviluppo che si snoda da Rieti a Benevento e si prolunga, attraverso le Valli d e ll’Ofanto e del Seie, sino al Vallo di Diano.

A ncora: le risorse term ali di C ontursi — che presen­ ta problem i tip ic i delle stazioni di cura, e postula inter­ venti specializzati e puntuali, anche ai fin i della suscet­ tività deH’am biente circostante (com preso nei te rrito ri di C olliano, di Olivete C ifro e di Valva) — nonché le at­ trattive dei com plessi speleologici di Pertosa e di Ca- stelcivita, potrebbero trovare la loro giusta c o llo c a z io ­ ne nel « m o s a ic o » di iniziative, intese tutte arm onica- m ente a sollevare l’e conom ia di una zona depressa, che si presenta alla doverosa considerazione degli o r­ gani responsabili con un p atrim o nio notevole di riso r­ se e con una popolazione in fid u cio sa e paziente at­ tesa.

Gli A lb urni sono u n ’entità da arm onizzare nel qua­ dro d ella nuova log ica di sviluppo regionale e dei nuo­ vi o rg an ism i di recente istituzione quali le C om unità m ontane.

Diam o una scheda della zona. Il C om prensorio dei M onti A lburni com prende le zone del sud-ovest che in­ teressano i C om uni di P ostiglione, Castelcivita, Ottati, S. A ngelo Fasanella e C orleto M onforte e quelle di n ord-est che co m p re nd on o i C om uni di San Rufo, San Pietro al Tanagro, S. Arsenio, Polla, Petina, parte di A u letta e di Pertosa, S icignano degli A lburni, per una s u p e rficie te rrito ria le com plessiva di 25 mila ettari, pari a 250 kmq. e con la presenza di ha. 16.235 di boschi. 90

Nelle pagine precedenti: la sorgente dell’Auso di Ottati con molino e ponte Romano; l’immagine del guerriero nella roccia a quota 1130 m.; la vasca del sacrificio e una veduta della Valle del Seie. A sinistra: faggeti sugli Alburni e punta «< Panoramo »» a quota 1742 m. vista da costa Palombo. A destra: le pendici del monte

L'o ssatu ra di questo im portante complesso m ontuo­ so è c o s titu ita da calcari del cretaceo, ma nella te tto n i­ ca generale che ne caratterizza la costituzione geolo­ g ica sono presenti anche le dolom ie ed i calcari del Trias con intercalazioni di marne, arenarie ed argille scagliose.

I fenom eni di carsism o presenti sugli alti pianori ed i pendìi rip idi e frastagliati rico rda no non poco i pae­ saggi d o lo m itic i alpini, le m aggiori e più caratteristiche vette sono rappresentate dal Tirone (m. 1742), Pietralta (m. 1305), La M arta (m. 1303) e Spina d e ll’Ausino (m. 1426).

La vegetazione forestale degli Alburni è dom inata dal fa g g io (48 per cento) e, in ordine decrescente, dal castagno (15 per cento), dal cerro (6 per cento), da fo r­ m azioni cedue degradate del versante meridionale, d alla m acchia m editerranea in varie fasi di regressione vegetativa.

Delle bellezze naturali, che sono poi attrattive inte­ ressanti che onorano la provincia di Salerno nel cam­ po della speleologia, esistono le Grotte di Pertosa e di C astelcivita, in attesa di essere convenientem ente valo­ rizzate ed esplorate fin nei più rem oti meandri.

Ad una ricca flo ra erbacea, arbustiva ed erborea, si unisce una discreta fauna, che certam ente una volta doveva essere numerosa, a sentire i ricordi dei più vecchi m ontanari del luogo.

La natura, però, ha conservato ancora esemplari di c a p rio li e cing hia li, ed i pendii rapidi e frastagliati del­ le vette p roteggono l’aquila che vi nidifica liberamente, m entre i popolam enti di uccelli, sia essi di passo che stanziali, sono alquanto apprezzabili.

L ’istitu zio ne del parco A lburni — a giudizio del dott. E rsilio R ispoli che ha pubblicato sul « F o lla ro » della Cam era di C om m ercio di Salerno un lungo studio s u ll’argom ento — dovrà tendere, soprattutto, a tutelare gli am bienti naturali, sem inaturali, ed umanizzati, con crite ri di carattere scientifico, so cio log ico ed estetico e q u in d i deve avere fin a lità naturalistiche, culturali e ri­ creative.

E ’ un discorso m olto ampio, come si vede, che pren­ de in discussione i fin i delia società e della stessa vita umana, contrappone sp irito di gruppo e individuali­ smo, discute o biettivi (chiarificazione dello stato o tti­ male cui tu tti tendiam o) e vie da seguire per raggiun­ gerli, esam ina gli strum enti che potrem m o utilizzare (dalle stru ttu re p o litic h e e sociali ai rilievi di mercato, agli stu d i p rogettativi, agli elaboratori elettronici), ri­ p ro p o n e una visione unitaria, perché l’uomo è uno, non un insieme di pezzi, l'in te ro problem a dei rapporti fra l’io e l’ambiente.

In questa angolazione di crescita civile va inquadrata

la realizzazione del parco A lburni che dovrà rappre­ sentare l’alternativa della p olitica del verde alla p olitica del cem ento armato che certam ente non può essere annullata, ma che va collocata in una giusta dim ensio­ ne se non si vuol correre il rischio di m altrattare ulte­ riorm ente l'am biente e con esso ognuno di noi.

Giuseppe Blasi

• Un pare régional dans le décor intact du massif des Alburni. Ce projet constitue la réponse civile de la Région au « ghetto » urbain et à la solitude de l'homme d'aujourd'hui, prisonnier des « grands en- sembles » de ciment.

La validité de eette initiative a été soulignée dans un rapport de I’ E.P.T. (Syndacat d'initiative) qui prévoit non seulement la création d' une réserve naturelle mais aussi des infrastructures qui s'harmonisent avec la physionomie générale du territolre de Postiglione à Corleto Monforte de San Rufo à Sioignano.

Le département de Salerno n'a pas encore atteint un haut degré de congestion démographique et structurelle mème si le ciment est en train d’avancer implacablement sous la poussée d une fausse philoso- phie de la vie moderne. Dans cette optique le pare représente une oc- casion des plus qualifiées pour les années à venir, pour ce qui con­ cerne le rapport homme-environnement.

• A naturai park in thè pure landscape of thè Alburni mountains. This project is thè answer of thè region to thè situation in thè cities and to thè loneliness of today's people closed among gigantic cement walls.

A report of thè Association for Tourism underlines thè importance of this project, that. apart from naturai beauty will offer projeets in ac- cordance with thè regulations of thè total area from Postiglione to Corleto Monforte and from San Rufo to Sicignano.

The Salerno district is not yet submerged by people and buiidings, but cement walls are growìng inevitably under thè pressure of thè false « philosophy» of thè modern way of living. From this point of view thè park is one of thè best means to ease thè difficult relation- ship between men and envìronment.

• Ein Naturpark in der makellosen Landschaft des alburnìschen Ber- gmassivs. Der Pian stellt die zivile Antwort des Landes dar auf die Si­ tuation in den Staedten und die Einsamkeit des in einen Zementmam- mut eingeschlossenen Menschen von heute.

In einem Bericht der Gesellschaft fuer den Tourismus Ird der Wert dieses Unternehmens unterstrìchen, das ausser Naturschaetzen auch Einrichtungen bieten wird in Uebereinstimmung mìt den Anordnun- gen des gesamnten Gebietes von Postiglione bis Corleto Monforte, von San Rufo bis Sicignano.

Der Kreìs Salerno ist noch nicht ueberschwemmt von Menschen und Gebaueden, wenn auch der Zement unweigerlich waechst unter dem Druck der falschen « Philosofie» der modernen Lebensart. Von diesem Gesichtspuntk aus ist der Park eines der geeignetsten Mittel der achtzinger Jahre uni die schwierigen Beziehungen Mensch - Um welt zu erleichtern.

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Ischia - Il Castello visto da Campagnano