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Il grande Archivio Napoletano

Il grosso p ub blico non conosce ancora a fondo qua­ le efficace strum ento culturale sia quello costituito d al­ l’am m inistrazione degli Archivi di Stato che — per leg­ ge — è tenuta a custodire il materiale archivistico del­ le a m m inistrazioni pubbliche e quello degli Stati italiani pre unitari nonché a vigilare sugli archivi pub­ blici e privati di notevole interesse storico.

Senza scendere in dettagli e particolari possiamo senz’altro afferm are che non vi è sede di Archivio di Stato — in Italia — che non sia in possesso di m ateria­ le di eccezionale valore per quanti operano nello spe­ cific o cam po cu lturale e che si dedicano alle ricerche attingendo notizie, dati e docum enti da una fonte ge­ nuina, quasi inesauribile, tanti sono gli elementi che si possono ricavare dall'esam e e dalla consultazione di atti o rig in a li a noi tram andati attraverso i secoli.

Insom m a — per fare un esempio — l’Archivio di Sta­ to assume per la fonte storica e culturale del nostro Paese la stessa im portanza che hanno nel campo a rti­ stico e culturale i musei, le pinacoteche, le biblioteche ed i conservatori di musica eccezion fatta per la parte didattica.

Un discorso a parte merita in questo senso l'A rc h i­ vio di Stato di Napoli diviso in diverse sezioni: d ip lo ­ matica, giustizia, m ilitare, ecc.

L ’Archivio di Stato di Napoli è ospitato nell’edificio d e ll'a n tic o convento dei S. S. Severino e Sossio sito nella Via Grande Archivio denom inazione che risale al­ l’a ntico Regno di Napoli proprio per le funzioni am m i­ nistrative e di deposito — allora esercitate — nei co n ­ fro n ti del m ateriale archivistico dello Stato m eridio­ nale.

G iustam ente ha scritto di recente la professoressa Jole M azzoleni «... Sotto questo profilo l'archivio parteno­

peo ha avuto un periodo di vero splendore nel corso del­ la seconda metà del secolo XIX, grazie agli intelletti di­ sposti ed educati agli studi in una direzione perfettamen­ te intonata al contemporaneo progresso della storiografia in Europa. E qui viene spontaneo il ricordo di un dotto, di Bartolomeo Capasso, il quale, chiamato alla fine del se­ colo scorso alla direzione dell'Istituto senza appartenere ai ruoli della corrispondente amministrazione, lasciò un'or­ ma profonda nella sua tradizione culturale e tecnica ».

« Risalivano all'influsso che sul giovane Capasso aveva avuto Carlo Troja, l'antesignano della storia del romantici­ smo a Napoli, le origini della sua vocazione allo studio del medioevo nella prospettiva della scuola neoguelfa, che dava peso al fattore regionale e municipale nel qua­ dro della storia nazionale. Senonchè a causa della rigida preclusione del governo borbonico verso le idee liberali che fermentavano allora in tanta parte d'Europa, a Napoli erano ignorati i progressi che si venivano facendo al di là

delle A lp i nel cam po d eg li studi storici. La segregazione fini col crollo del Regno delle Due Sicilie e con l'annes­ sione dei loro territori all'Italia unificata e retta con libere istituzioni... ».

M a l’im p orta nza ra g g iu n ta d a ll’a rc h iv io n a p o le ta n o e dei rifle ssi da esso p ro ie tta ti in fu n z io n e s to ric a e c u l­ turale — ci p e rm e ttia m o di a g g iu n g e re — non è d im i­ nuita col passare del te m p o, p e rch è l'is titu z io n e p a rte ­ nopea ha avuto la fo rtu n a di essere retta, in q ue sto se­ colo, da valorosi stu dio si c o n o s c iu ti in Italia ed a ll’ estero per l’autorevolezza delle lo ro p u b b lic a z io n i e che si sono d is tin ti anche com e saggi a m m in is tra to ri: il co nte R iccardo F ila n g ie ri, la p ro fesso ressa Jo le M az­ zoleni ed u ltim a — in o rd in e di te m p o — l’attu ale d i­ rettore la dottoressa Jo la nd a Donsì.

D opo questa breve prem essa rite n ia m o u tile so ffe r-

La sede dell'Archivio di Stato di Napoli

m arci sugli a rch ivi privati conservati dall'Archivio di S tato di N apoli, p ro p rio perchè quello esistente nella n ostra c ittà è stato il prim o istitu to archivistico — tra q u e lli esistenti in Italia ed anche in altri Paesi — a rea­ lizzare c o ncreta m en te la collaborazione tra stato e priva­

ti riu scen d o, così, a p oter raccogliere in un’unica sede

un p a trim o n io d o c u m e n ta rio di ingente valore sotto il p ro filo sto ric o c u lturale .

Già nel 1935 gli archivi g en tilizi, ad esempio, — per v o lo n tà del co nte R iccardo Filangieri direttore d e ll’ epoca — fu ro n o o s p ita ti in uno dei saloni più belli del­ lo s to ric o e d ific io . In seguito — p ro prio per l’abile e sagace fu n z io n e a m m inistrativa esercitata dai direttori del co m p le sso n ap oletan o succedutisi nel tempo — la ra c c o lta si è a rric c h ita di sempre nuovi fondi.

A v o le r enum erare tu tto il prezioso materiale archivi­ stico p rivato c u s to d ito a Napoli sarebbe opera vera­ m ente im m ane Basti pensare che il solo archivio Ara­ gonese P ig na te lli Cortes, inventariato ed ordinato dal prof. E g ild o G entile, è c o s titu ito da 10.000 unità com ­ prese 1954 pergam ene. Gli archivi privati custoditi nel co m p le sso n ap oletan o sono circa 80 e tra i principali ric o rd ia m o q u e lli di M asòla di Trentola, dei Sanseveri- no di B isign a no , dei R uffolo di Calabria, dei Doria di A n gri, dei C a ra ccio lo di S. Bono, dei Caracciolo di T o rc h ia ro lo , d egli A ra go na Pignatelli Cortes, delle Car­ te P o erio - P iro n ti - Im briani - Nicotera, delle carte di E d m o n d o C ione e di quelle di Giovanni Porzio, tanto per c ita re nom i a noi più vicini nel tem po e che, certa­ m ente, hanno s ig n ific a to qualcosa nella vita della Na­ p o li co n te m p o ra n e a .

L ’a rc h iv io B o rb o n ic o è stato a cquistato nel 1951 ed è c o s titu ito da ben 777 unità com e risulta d a ll’inventa­ rio e se g u ito dalla d ottoressa Am elia Gentile.

L ’A rc h iv io C a ra c c io lo di S. B ono — inventariato dal­ la p ro fesso ressa Jo le M azzoleni — fu depositato pres­ so l ’a rc h iv io n a p o le ta n o dal p rin cip e R iccardo Carac­ c io lo nel 1949 e co m p re n d e s c rittu re dei feudi, dei pa­ tro n a ti e ccle s ia s tic i, della fa m ig lia e d e ll’archivio p o litic o ' del p rin c ip e C arm ine N icolò. Fanno parte della ra cco lta , p ergam ene dei secoli XI e XIII di grande inte­ resse p er g li s tu d io s i di p aleografia e di diplom atica specie per le fo rm e s c ritto rie e docum entarie in uso n e ll’A bruzzo.

L 'a rc h iv io S a nse ve rino di B isign a no — inventariato dalla d o tto re s s a J o la n d a Donsì — com prende anche s c rittu re di altre fa m ig lie estinte nei Sanseverino come i F irrao, gli S p in e lli, i di Càpua. Tale archivio fu depo­ s ita to n e ll’a rc h iv io n ap oletan o dal barone G iulio Ro­ d ino di M ig lio n e nel 1946 e com prende — insieme ad a ltro m ate ria le a rc h iv is tic o di notevole interesse s to ri­ co — o ltre 500 p ergam ene tra le quali la più antica ri­

salente al 1214 è quella contenente un privilegio di C o­ stanza d'Aragona prim a m oglie di Federico II.

Ma nella citta de lla cu lturale di Napoli esistono altri interessanti carteggi com e quelli relativi alla C ancelle­ ria aragonese; alla R. Camera della Som maria; a ll’ar­ chivio di Casa Reale; a ll’archivio Farnesiano; alla C an­ celleria sveva ed a quella angioina; agli archivi m ilitari di guerra e di m arina dal XV secolo in poi; agli archivi g iu diziari della m agistratura del Regno di Napoli e quella della città e della provincia di Napoli fin o a ll’u l­ tim o decennio; ecc.

I m ateriali in possesso degli Archivi di Stato fanno parte di quelle fonti genuine di cu ltura che non hanno subito — tanto per usare u n ’espressione alla m oda — alcun inquinam ento, perchè esse sono rimaste, così, come fu ro no com pilate a ll’epoca e non sono state soggette a m anipolazioni interessate di parte.

Salvatore Ferraretti

• Les archives d’Etat de Naples constituent un instrument culturel ir- replagable, qui a oonnu des époques de vive splendeur surtout pen­ dant la seconde moitié du XlXème siècle.

Le matériel précieux sauvegardé dans des collections privées ou publiques telles que celles d'Aragona Pignatelli Cortes, de Bourbon, Caracciolo de San Bono, Sanseverino de Bisignano et Farnèse, repré- sente une source culturelle des plus pures qui n'a pas eu à subir de manipulations intéressées.

Mais de tenaces préjugés exigent que les archives soient... un pàtu- rage pour spécialistes ou presque exlusivement pour eux, tandis qu'il serait nécessaire que tous en franchissent le seuil, surtout les étu- diants.

• The Public Archives of Naples are an irreplaceable cultural organ, which had moments of great fame particularly in thè second half of thè 19th century.

The precìous material kept there is of public or private origin, e.g. Aragona, Pignatelli Cortes, Borbone, Caracciolo di S. Bono, San­ severino di Bisignano and Farnesiano — a genuine source of culture untouched by interested manipulations.

A deep-rooted prejudice wuold like to reserve these archives for ex- perts only, but they should be available for everybody, particularly for thè students.

® Das Staatsarchiv von Neapel ist ein unersetzlicher kultureller Schatz, der Augenblicke grossen Glanzes erlebt hat, besonders in der zweiten Haelfte des XIX. Jahrhunderts.

Das dort befindliche kostbare Material oeffentlicher oder privater Herkunft, wie z.B; Aragona, Pignatelle Cortes, Borbone, Caracciolo di S. Bono, Sanseverino di Bisignano und Farnesiano, ist eine echte Quelle der Kultur, die nicht durch interessierte Handhabungen be- fleckt worden ist.

Eine tiefverwurzelte Voreingenommenheit moechte jedoch dieses Archiv fast ausschliesslich den Spezialìsten vorbehalten. waehrend es alien, voi' allem den Studenten. geoeffnet sein solite.

L’Abate Galiani