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CAPITOLO II: LA CONVENZIONE DEI DIRITTI DEL FANCIULLO E DELL’ADOLESCENTE DEL 1989 58

2.2 Struttura e Contenuti

2.2.2 Gli articoli

La prima parte della Convenzione enuncia dall’art. 1 all’art. 41 i diritti garantiti ai bambini.

Gli articoli sono tutti raccolti in un documento onnicomprensivo, dove tutti sono ugualmente importanti e interdipendenti e per questo ogni diritto deve essere letto come parte fondamentale di un’opera multiforme e innovativa74.

“L’approccio onnicomprensivo è sottolineato soprattutto dal fatto che sia la prima che la seconda generazione di diritti umani sono qui riportate insieme.

72 Ibidem, cit. p. 22.

73 Ibidem.

74 Cfr. VERHELLEN EUGEEN, Contenuto, entrata in vigore e monitoraggio, op., pp. 58-59.

Si tratta di un fatto unico nella storia dei diritti umani [...] e sottolinea l’indivisibilità di questi diritti e l’assenza di un ordine gerarchico tra loro”75. Nonostante ciò sono state fatte alcune suddivisioni dei diritti del minore contenuti nella Convenzione.

Anzitutto è importante porre attenzione su alcune questioni terminologiche concernente il soggetto che tali diritti è portatore. Infatti, prima di classificare secondo le diverse prospettive i vari articoli del documento è fondamentale capire chi è il soggetto che tale Convenzione vuole tutelare.

L’art. 1 della Convenzione riporta la definizione di bambino: “Ai sensi della presente Convenzione si intende per bambino ogni essere umano avente un’età inferiore ai diciott’anni, salvo se abbia raggiunto prima la maturità in virtù della legislazione applicabile.”76

Partendo da questa definizione, sono state fatte diverse suddivisioni dei diritti della Convenzione; tra qui quella dei tre macrogruppi77:

1. Diritti umani universali riconosciuti al bambino.

Secondo questa visione i diritti dei bambini riconosciuti nella Convenzione coincidono con i diritti umani articolati tradizionalmente in cinque titoli:

a. Diritti civili: prima di tutto il diritto alla vita, riconosciuto inalienabile (art. 6), sottolineando che il riconoscimento di questo fondamentale

75Ibidem, cit. p. 59.

76I diritti del bambino sono ciò che nel linguaggio tecnico-giuridico, vengono definiti diritti del minore. Moro descrive il motivo per cui il termine minore sia stato respinto dalla Convenzione: “in quanto sottolinea con troppa enfasi la situazione di “minorità” del ragazzo e quindi la incompiutezza umana e di dipendenza da altri; perché presuppone un rapporto gerarchico tra adulto- nella pienezza della sua “maggiorità”, di capacità e sostanzialmente anche di valore; perché postula una uni- direzionalità nella erogazione di risposte vitali ai bisogni delle persone mentre nel rapporto adulto-bambino lo scambio è fecondo in entrambe le direzioni”. MORO ALFREDO CARLO, op., 1991, cit. p. 21.

77 Fino a oggi si sono sviluppate diverse teorie e prospettive sulle possibili suddivisione degli articoli della Convenzione: in base la tradizionale suddivisione dei diritti umani, secondo gli obiettivi, le 3P o le categorie di Milanese F. La classificazione riportata è quella elaborata da RUGGIERO ROBERTA, Diritti e bambini, in “Rassegna bibliografica:

infanzia e adolescenza 1/2007, Firenze, Istituto degli Innocenti, 2007.

diritto civile comprende non solo il diritto alla vita fisica ma (art. 6.2) anche il diritto allo sviluppo globale della personalità.

Sul piano dello sviluppo fisico la Convenzione dedica particolare attenzione alla salute del bambino. L’art. 24: “Gli Stati parti riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e di riabilitazione. Essi si sforzano di garantire che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi.” “Il progresso in campo sanitario è divenuto il principale indicatore dello sviluppo della civiltà umana, la quale ha tratto dal miglioramento delle condizioni materiali di vita la base per emanciparsi dalle costrizioni della sopravvivenza e dedicarsi, unica specie fra gli animali, ad attività complesse.”78

Sul piano della tutela dei diritti di personalità, la Convenzione riconosce il diritto del minore ad essere registrato immediatamente dopo la nascita, ad avere un nome, ad acquisire una cittadinanza, poter conoscere nella misura del possibile i suoi genitori e ad essere da essi accudito (art. 7)79; il diritto a un’identità, alla nazionalità e ad un nome e relazioni familiari (art. 8) e il principio di non discriminazione (art. 2). Inoltre, vi sono anche i “diritti all’integrità”80, come il divieto di sottoporre i bambini alla tortura (art. 37), il diritto alla protezione dalla violenza fisica (artt.

19 e 34), che affermano l’importanza della protezione del bambino da qualsiasi forma di abuso, anche quello che può avere luogo all’interno

78.United Nations Children’s Fund (UNICEF), I bambini e i loro diritti, , Roma, 1999, cit.

p.47.

79 Ogni anno nel mondo tra i 500 milioni e 1,5 miliardi di bambini, non gode di questo diritto, nella maggioranza dei casi i bambini non vengono registrati per la carenza di adeguati sistemi per la registrazione delle nascite, oppure perché i genitori ritengono costosa o superflua l’iscrizione anagrafica. L’UNICEF, e altre agenzie delle Nazioni Unite promuovono iniziative per estendere a tutti i bambini il diritto a essere registrati alla nascita. United Nations Children’s Fund (UNICEF)., La Condizione dell’infanzia nel mondo edizione speciale: Celebrare i 20 anni della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Edizioni Interculturali Uno, 2009.

80 VERHELLEN EUGEEN, op., pp. 57 e ss.

del nucleo familiare; il diritto alla tutela della propria privacy contro ogni interferenza arbitraria o illegale (art. 16) e il diritto ad essere tutelato dagli arresti arbitrari (artt. 37 e 40).

Prima del 1989 non era mai stato affermato espressamente il diritto alla privacy, all’onore e alla reputazione dei soggetti in minore età, il diritto dei bambini e dei ragazzi ad avere una sfera di privacy inviolabile e una propria reputazione autonoma rispetto a quella della famiglia di appartenenza, rappresentano alcuni tra i più innovativi messaggi estesi all’umanità. L’articolo 16 enuncia infatti che “nessun fanciullo sarà oggetto di interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio o nella sua corrispondenza, e neppure di affronti illegali al suo onore e alla sua reputazione”. Contro tali interferenze o tali affronti il fanciullo ha diritto ad essere tutelato dalla legge, riconoscendo per la prima volta al minore un proprio status, autonomo e definito, indipendente dal suo essere “adulto imperfetto”.

Inoltre l’art. 37 definisce che gli Stati parti vigilino affinché “la pena capitale né l’imprigionamento a vita senza possibilità di rilascio devono essere decretati per reati commessi da persone di età inferiore ai 18 anni”81.

b. Diritti politici: la Convenzione estende alle generazioni più giovani quei diritti di libertà che vengono universalmente accordati ai cittadini adulti.

Anche prima di acquisire la capacità giuridica, che si manifesta con il riconoscimento dei diritti politici (il voto) e della piena responsabilità personale, bambini e adolescenti sviluppano una propria individualità che tutti devono rispettare. Gli unici limiti che si possono porre all’esercizio delle libertà dei bambini, secondo la Convenzione, sono quelli dovuti a ragioni di sicurezza nazionale, di ordine pubblico e di

81 Tra gli Stati che ammettono la possibilità della condanna a morte nei confronti dei minori di anni 18 vi sono sia paesi occidentali, come Stati Uniti e Belgio, sia paesi in via di sviluppo come, Nigeria, Guatemala, Pakistan, Iraq, ecc. UNICEF, op., 1999, p. 13.

tutela dei diritti altrui. Ad esempio, non è accettabile che un minore compia reati penali invocando la libertà di espressione, oppure che i ragazzi interpretino la libertà di associazione come legittimazione a formare bande armate82.

I diritti politici di libertà rappresentano i principi cardine e la novità più rilevante della Convenzione. Questi comprendono la libertà di opinione (art. 12 comma 1); di espressione (art. 13); di pensiero, coscienza e religione (art. 14); di associazione (art. 15) e la libertà di accesso all’informazione (art. 17).

L’articolo 12 della Convenzione assegna al governo l’obbligo di fare in modo che le opinioni dei bambini vengano richieste e prese in considerazione, sia quando si stanno prendendo delle decisioni che li riguardano in prima persona sia quando si discutono misure che riguardano l’attuazione di norme concernenti il mondo giovanile. Non è prevista dalla Convenzione un’età minima a partire dalla quale le opinioni meritino di essere ascoltate, né sono fatte eccezioni discriminatorie per portatori di handicap fisico o mentale: tutti i bambini, indistintamente, hanno il diritto di esprimere le proprie idee sulle questioni che li coinvolgono, anche se di esse si terrà conto in misura dell’età e del grado di maturità del soggetto83. L’importanza e la novità imposta da questo articolo richiede una spiegazione maggiore che sarà fornita nel paragrafo 2.3.4. L’articolo 13 sancisce il diritto di libera espressione, e al diritto alla corretta informazione (primo comma), con qualsiasi mezzo si esplichi. Nell’art. 17 è chiarito in maniera più esaustiva e tecnica rispetto al precedente art. 13 in cosa consiste il diritto all’informazione e il ruolo dei mass-media nel processo di crescita e di sviluppo del bambino e riflette la preoccupazione del legislatore per il crescente potere che strumenti di diffusione come la televisione e

82 Ibidem.

83 UNICEF, op. 1999, p. 14 e ss.

internet rivestono nella quotidianità del bambino. Gli obblighi che gli Stati parti assumono, elencati dall’articolo 17 sono cinque:

− incoraggiare i mass-media affinché diffondano informazioni e materiale di utilità sociale e culturale per l’infanzia e in conformità con lo spirito dell’art. 29;

− incoraggiare la cooperazione internazionale per produrre,scambiare e diffondere materiali e informazioni di diversa fonte, nazionale e internazionale;

− incoraggiare la produzione e la diffusione di libri per bambini;

− incoraggiare i mass-media perché prestino particolare attenzione ai bisogni linguistici dei bambini che appartengono a gruppi di minoranza o a popolazioni indigene;

− incoraggiare lo sviluppo di appropriati codici di condotta affinché il bambino sia protetto da informazioni e materiali dannosi al suo benessere, tenendo presenti le previsioni degli artt.

13 e 18.

c. Diritti economici: l’art. 4 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza richiede agli Stati parte di impegnarsi ad adottare tutti i provvedimenti legislativi, amministrativi e di altro tipo necessari per attuare i diritti riconosciuti nella Convenzione. Il monitoraggio, compiuto dal Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per verificare l’attuazione della Convenzione, si concentra sulla verifica della conformità della legislazione nazionale ai principi della Convenzione, sul sistema di raccolta dati, sulle risorse stanziate per l’infanzia e l’adolescenza, compresa la cooperazione internazionale, sul coordinamento a livello istituzionale, sul Piano Nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva (in seguito Piano Nazionale Infanzia),

sull’esistenza di strutture di controllo indipendenti e sulla formazione e divulgazione della Convenzione84.

d. Diritti sociali: sotto questo titolo sono compresi il diritto alla salute (art.

24); alla sicurezza sociale (art. 26); il diritto all’educazione (artt. 28 e 29).

L’art. 24 ha come tema centrale il riconoscimento del diritto alla salute, intesa non soltanto come assenza di malattia o di infermità fisica o psichica, ma principalmente come uno stato di benessere generale fisico, mentale e sociale. Questo significa assicurare a tutti i minori l’assistenza medica e sanitaria ma anche, come delinea successivamente l’art. 31, il diritto al riposo e al tempo libero per garantire la salute del minore nel sua totalità. L’art. 24 della Convenzione stabilisce che gli Stati membri collaborino e mettano in atto provvedimenti per:

− ridurre la mortalità neonatale e infantile;

− garantire a tutti i bambini l’assistenza e le cure mediche essenziali;

− combattere contro le malattie e la denutrizione, in particolare mediante l’uso di procedure disponibili e la fornitura di cibo e acqua potabile, tenendo conto dei pericoli e dei rischi di inquinamento dell’ambiente;

− assicurare alle madri adeguate cure prenatali e postnatali;

84 Il Gruppo CRC (acronimo di Convention of the Right of the Child) ha monitorato, nel corso di questi anni, l’attuazione delle misure generali della Convenzione nell’ordinamento interno in Italia. Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, AA.VV. (GRUPPO DI LAVORO PER LA CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA), I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, 2° Rapporto supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, Roma, 2009, consultato dal sito www.minori.it, il giorno, 16/04/2010.

incrementare le cure sanitarie preventive e l’educazione e servizi in ambito di pianificazione familiare.85

Negli artt. 28 e 29 si delineano i diritti concernenti l’educazione. La Convenzione riconosce al bambino il diritto all’istruzione vincolando gli Stati membri a “rendere l’istruzione primaria gratuita ed obbligatoria per tutti”, per promuovere lo sviluppo della “regolarità della frequenza scolastica e ridurre il tasso di abbandono della scuola”86. L’art. 28 prevede inoltre di favorire una cooperazione internazionale in materia educativa che tenda all’eliminazione dell’analfabetismo e faciliti l’accesso alle conoscenze scientifiche e tecniche e ai “metodi di insegnamento moderno”. L’art. 29 racchiude una sfida enorme per i governi e per gli educatori, ponendo in discussione l’essenza stessa dell’azione educativa. Il diritto all’istruzione secondo la Convenzione deve avere come finalità:

85 L’UNICEF, è in prima fila fra le organizzazioni nella realizzazione di programmi per promuovere e difendere la salute del minore nel mondo. L’ultimo rapporto dell’UNICEF definito: La Condizione dell’infanzia nel mondo 2009 esamina la salute materna e neonatale in tutto il mondo e in particolare nei paesi in via di sviluppo. “Gli aspetti principali del rapporto sono l’imperativo di creare un ambiente di sostegno per la salute materna e infantile basato sul rispetto dei diritti delle donne e la necessità di istituire un’assistenza continuativa per le madri, i neonati ed i bambini, associandoli a programmi per la salute riproduttiva, la maternità sicura, l’assistenza neonatale e la sopravvivenza, la crescita e lo sviluppo infantili.” Le stime del numero annuale di decessi materni nel mondo hanno superato i 500.000 casi. Sebbene il numero dei decessi di bambini sotto i cinque anni si sia ridotto significativamente in tutto il mondo, da circa 13 milioni nel 1990 a 9,2 milioni nel 2007. I decessi materni rappresentano ancora un problema irrisolto, infatti ancora oggi in Africa e in Asia si registrano il 97% dei decessi materni in tutto il mondo. United Nations Children’s Fund (UNICEF). La condizione dell’infanzia nel mondo: salute materna e neonatale, , Edizioni Intercuturali Uno, 2008.

86 Oggi nel mondo 101 milioni di bambini in età scolare, per lo più bambine, non sono mai entrati in una scuola. Il principale ostacolo alla realizzazione dell’attuazione del diritto d’istruzione è rappresentato dalla dubbia volontà politica degli stati, che antepongono all’istruzione altre priorità, in quanto l’istruzione ha un costo notevole per lo Stato, e questo costo è proporzionalmente più elevato per un paese povero. United Nations Children’s Fund (UNICEF). La Condizione dell’infanzia nel mondo edizione speciale: Celebrare i 20 anni della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Edizioni Interculturali Uno, 2009.

lo sviluppo della personalità del bambino nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue abilità mentali e fisiche, al massimo delle loro potenzialità;

− lo sviluppo del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e dei principi emanati nella Carta delle Nazioni Unite;

− lo sviluppo del rispetto per i genitori, l’identità, la lingua, la cultura, i valori nazionali del Paese dove vive, per il Paese di cui può essere originario e delle civiltà diverse dalla sua;

− la preparazione ad assumere una vita responsabile in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine indigena;

− lo sviluppo del rispetto per l’ambiente naturale.

e. Diritti culturali: L’articolo 31 riguarda il riconoscimento del diritto del minore al riposo, allo svago, al gioco, ad attività ricreative appropriate ed a partecipare alla vita culturale incoraggiando “la fornitura di adeguate ed uguali possibilità per attività culturali, artistiche, ricreative e di svago”. Le tradizioni culturali dei vari Paesi come musica, feste, giochi, costumi e l’arte, possono costituire un mezzo, per comprendere e valorizzare, la cultura di civiltà e Paesi diversi dal proprio e la formazione di uno spirito di comprensione e di amicizia tra tutti i popoli.

2. Diritti esclusivi e di protezione .

Ci sono dei diritti che si applicano specificatamente o in via esclusiva ai bambini, e altri in cui la Convenzione mira a creare un ambiente protettivo per proteggere i bambini da ogni forma di violenza, sfruttamento e separazione non necessaria dalle famiglie:

a. Diritto a non essere separati dai genitori (artt. 9, 10 e 11). La situazione naturale e ottimale vede il bambino vivere all’interno della propria famiglia, ma questo può venire meno per diverse cause. La Convenzione afferma il principio di base secondo cui nessuna separazione deve intervenire se non nell’interesse superiore del bambino. Questo diritto riconosce al minore “ad avere un proprio soggettivo diritto ad avere una famiglia, possibilmente propria ma anche sostitutiva; è il ragazzo ad avere il diritto non solo ad essere educato dai ma anche di crescere con i suoi genitori”87. Lo Stato è legittimato a separare il minore dalla sua famiglia nei casi in cui le carenze del nucleo genitoriale sono tali da mettere in pericolo la crescita fisica e psicologica del bambino.

b. Diritti in caso d’adozione (art. 21). La Convenzione prescrive regole specifiche per l’adozione internazionale e stabilisce che “l’interesse superiore del fanciullo sia la considerazione fondamentale in materia”.

Gli Stati membri devono:

vigilare affinché l’adozione del minore sia autorizzata solo a dalle autorità competenti, in concordanza con le leggi e le procedure nazionali, e che l’adozione può essere effettuata in considerazione della situazione familiare del bambino e dopo aver ottenuto i consensi necessari

− l’adozione all’estero deve essere intrapresa solo nel caso in cui non sia stato possibile trovare per il bambino una situazione adeguata all’interno del Paese d’origine;

− vigilare che l’adozione all’estero sia trasparente e il bambino abbia vantaggio di norme equivalenti a quelle esistenti per le adozioni nazionali;

87 MORO ALFREDO CARLO, Manuale di diritto minorile, 4° edizione a cura di Luigi Fadiga, Bologna, Zanichelli, 2008, cit. p. 149.

− adottare i controlli adeguati affinché la sistemazione del minore non tragga vantaggi economici per le persone che ne sono responsabili;

− stipulare accordi o intese tra gli Stati affinché le adozione internazionali siano effettuate dalle autorità competenti.

c. Diritti all’autodeterminazione (art. 12.2). “Si darà in particolare al bambino la possibilità di essere ascoltato in ogni procedura giudiziaria o amministrativa che lo concerne, sia indirettamente, sia tramite un rappresentante o un organo appropriato, in maniera compatibile con le regole di procedura della legislazione nazionale”.

Importante per rispettare il minore come possessore di diritti è riconoscergli la possibilità di decidere e conoscere della sua vita, delle circostanze in cui è coinvolto e, come ribadito nel comma 1 del presente articolo, riconoscere le sue opinioni e aspettative, in quanto è un diritto del bambino partecipare ed essere ascoltato nei procedimenti il cui esito può modificare la sua vita e il suo sviluppo. Di questo principio fondamentale della Convenzione ne parlerò più dettagliatamente in seguito.

d. Diritto alla protezione in generale (artt. 19, 32-36 e 39). L’approccio alla protezione della Convenzione ha come scopo quello di creare un ambiente sicuro per gli individui, dalla nascita alla morte, in tutti gli ambiti della società. Gli articoli si rivolgono a necessità specifiche dei bambini e il loro obiettivo è proteggere il minore contro: ogni forma di violenza (art. 19); lo sfruttamento lavorativo, garantendo un’età minima per l’ammissione al lavoro (art. 32); l’uso illecito di stupefacenti e di sostanze psicotrope (art. 33); la violenza e i maltrattamenti sessuali (art.

34); il rapimento e la tratta di bambini (art. 35) e le torture o altre forme di maltrattamento crudeli, inumani o degradanti (art. 39). Inoltre l’articolo 36 sancisce che “Gli Stati parti proteggono il bambino contro

ogni altra forma di sfruttamento pregiudizievole al suo benessere in ogni suo aspetto.”

“La Convenzione ha aperto la strada al consolidamento della protezione dell’infanzia come concetto olistico. Offre a tutti i bambini – che vengano da Paesi Industrializzati o da Paesi in Via di Sviluppo, ricchi o poveri, da situazioni di pace e sicurezza o di conflitto e emergenza – un ambiente in grado di proteggerli ad ampio spettro.”88

3. Diritti in situazioni specifiche .

La Convenzione dei Diritti del Fanciullo e dell’Adolescente, tutela situazioni particolari o specifiche che creano disagio e condizioni sfavorevoli nel ragazzo e quindi che richiedono azioni particolarmente penetranti.

a. Bambini rifugiati. L’art. 22 si occupa della situazione del bambino che può essere considerato rifugiato perché ha dovuto abbandonare il suo Paese d’origine: si stabilisce che gli Stati devono prendere misure adeguate per garantire al bambino, accompagnato o no dai genitori o da altra persona, di avere protezione adeguata e assistenza umanitaria e di poter godere dei diritti umani; per consentire attraverso lo sforzo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e dalle altre organizzazioni intergovernative o non governative, di rintracciare i suoi genitori o altri membri della famiglia.

b. Bambini handicappati. L’art. 23 ribadisce che i bambini disabili, fisici o mentali devono godere dei diritti spettanti in linea generale a tutti i

88 Il diritto alla protezione viene sviluppato da altri strumenti internazionali tra i

88 Il diritto alla protezione viene sviluppato da altri strumenti internazionali tra i