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Capitolo III: La violenza domestica nei confronti dei minori nella RPC

3.3 Aspettative ed educazione

La violenza non si ferma solo alla privazione del diritto inalienabile alla vita ma tocca anche i bambini già nati, molto spesso ciò accade poichè culture differenti hanno regole diverse rispetto a quali siano le pratiche genitoriali adatte: sono difatti i metodi d’insegnamento dei genitori a delinare ciò che viene definito abuso e non.157 Sono in molti i genitori cinesi a pensare che più si amano i propri figli più si debba essere severi. In questo modo, però, i bambini vengono sottoposti a un notevole stress psicologico: più le aspettative da parte dei genitori nei confronti dei figli sono alte più i genitori sentono la necessità di agire.

Il fenomeno del parents beating children è un fenomeno comune attualmente in Cina e le radici di tale pratica sono da ricercare storicamente, per esempio durante la dinastia Han. Sīmǎ Qiān 司马迁 uno dei più grandi storici della Cina antica che visse tra il 145 ed il 90 a.C. propose di non abbandonare l’abitudine di picchiare il bambino in casa. Nella dinastia del Nord, 顏之推 Yán Zhītuī, storico cinese, sostenne che fino a quando il bambino non è ancora diventato indisponente, allora sarà giusto educarlo con la forza fisica, ma se i genitori non se ne curano, anche picchiarlo a morte sarà inutile perché ciò causerà solo risentimento.158 Sebbene ci sia una legge, è la percezione dei genitori sul tema di violenza fisica a determinare se picchiare o meno i propri figli, per quali motivi ed in quale modo.

3.3.1 Il fenomeno cinese delle tiger mum 虎妈 Hǔ mā e la conseguente

nascita dei panda dad 熊猫爸爸 Xióngmāo bàba

La prima volta che si parla di tiger parenting ed in particolare tiger mum è nel 2011, quando Amy Chua avvocatessa americana, accademica e scrittrice pubblica il suo libro

Battle Hymn of the Tiger Mother che racconta della sua vita, della lotta ed dei problemi

che ci sono stati nell’inserimento della sua famiglia cinese all’interno della cultura e dell’ambiente americani. Il suo libro ha avuto il potere di dividere letteralmente il pubblico in due: chi si è trovato in accordo col suo pensiero e chi invece ha riconosciuto in lei una madre definita, talvolta, troppo tiranna. La parte del libro che ha creato più

157 E.G. Krug et al. (a cura di), World Report on Violence and health, World Health Organization,

Geneva 2002.

158 S. Song, W. Hotang, Study on the relationship among parents’ cognition on China anti-domestic

violence attitude of beating children and frequency of beating children, «Journal of Educational Research», 6(1), 2013.

80 scandalo nell’opinione pubblica è stata quella relativa ai metodi poco convenzionali di educare le proprie figlie (metodi poco convenzionali per l’audience americana ma assolutamente condivisibili dall’audience cinese): «Tiger mum is a term coined by Chua to refer to a strict, demanding mother with high expectations for her children’s academic success, has also generated strong negative reactions, particularly towards Chua’s arguments that Chinese mothers are superior to Western mothers».159 Secondo quanto riportato all’interno dell’articolo sopracitato, quindi, il termine tiger mum fa riferimento ad una donna forte, esigente e con aspettative alte per i figli dal punto di vista scolastico.

Un’altra parte del libro che in molti non hanno apprezzato è stato il pensiero di Chua per cui le madri cinesi sono le migliori dal punto di vista dell’educazione dei propri figli. I metodi poco convenzionali descritti dall’autrice riguardano lo studio, non solo inteso come istruzione scolastica ma dare la priorità a lezioni di musica, in particolare di violino, che devono essere preferite al passare del tempo a giocare con gli amici; a ciò si aggiunge il divieto di guardare la televisione e di utilizzare videogiochi. Un esempio lampante descritto da Chua è quello in cui la figlia di tre anni le porta un disegnino fatto a mano che però non viene accettato poiché non c’è abbastanza lavoro applicato a quel regalino.160

In molti Paesi sono presenti tre tipologie di genitorialità (parenting): autorevole, autoritaria e permissiva. Le caratteristiche principali dei genitori autorevoli sono le alte aspettative in ambito scolastico accompagnate però dal supporto emotivo nei confronti dei propri figli; i genitori autoritari sono coloro che creano degli standard in base ai quali i bambini vengono controllati e la loro ricompensa si divide in premi e punizioni in base al risultato raggiunto; infine, i genitori permissivi sono coloro per cui a poche richieste corrispondono poche aspettative (anche chiamati genitori del lassaiz faire). A queste tre tipologie la Cina decide di aggiungerne un’altra: 教训 jiàoxùn, che indica “lezione”, “morale”. In quest’ultima tipologia i genitori risultano essere affettuosi e coinvolti all’interno della vita dei figli, ma utilizzano anche coercizione e controllo.161

159 X. Sha, L. Hui, “Tiger mom, panda dad”: A Study of Contemporary Chinese Parenting Profiles,

in Early Child Development and Care, 2017.

160 Ivi, p. 5

161 Chao, R. K.. Beyond parental control and authoritarian parenting style: Understanding Chinese

81 I ruoli in Cina non sono sempre stati così, in quanto il nucleo familiare seguiva dei ruoli abbastanza stereotipati. Infatti, si seguiva uno schema ben preciso 严父慈母 Yán fù címǔ che corrisponde al padre severo ed alla madre amorevole: spettava quindi al padre il ruolo autoritario, mentre la madre ricopriva il ruolo di consolatrice. La situazione cambiò quando si presentò la riforma economica e la riforma delle Quattro modernizzazioni attuate da Dèng Xiǎopíng 邓小平 con la redistribuzione delle risorse prima e la politica del figlio unico dopo: i ruoli stereotipati iniziarono a scomparire facendo spazio ad una maggiore occidentalizzazione delle famiglie.

Amy Chua non è l’unico esempio, molto famosa ed importante è stata anche la storia di Li Zhengqing che decise di adottare Shi all’età di 7 anni. Shi si trasferì dall’Anhui a Nanjing in quanto sua madre biologica non poteva supportarlo economicamente nella crescita e nell’istruzione. Li Zhengqing era la cugina della madre biologica di Shi ed è stata arrestata poiché il suo caso ha ricevuto un’importanza mediatica: ha picchiato fin quasi ad uccidere suo nipote poiché non aveva finito i compiti ed era uscito a giocare con gli amici. Il fatto, però, è stato percepito in modo diverso in Cina e nel resto del mondo: mentre in Cina ciò che ha sconvolto è stato il fatto che solo per aver picchiato il bambino la donna è finita in galera, in altri Paesi è stata l’abitudine cinese ad avere atteggiamenti violenti verso i minori che ha turbato l’opinione pubblica. Va detto che anche in Cina si è assistito a una divisione: se da un lato vi è stato un gruppo che ha ritenuto che la donna l’ha fatto solo per educare il bambino, dall’altro lato quelle che vengono definite femministe poiché hanno una visione più moderna della situazione sono rimaste inorridite da tale pratica che ancora trova giustificazione nella vita di tutti i giorni.

Quando Li Zhengqing venne rilasciata, dopo aver scontato la sua pena, ad accoglierla fuori di prigione si presentarono Shi e la sua madre naturale. Proprio quest’ultima si inginocchiò chiedendo scusa alla cugina per il cattivo comportamento del figlio. All’uscita di prigione Li Zhengqing ha rilasciato solo una breve intervista in cui ha tenuto a sottolineare due cose importanti: la prima è che ritiene di essere stata ingiustamente rinchiusa assieme a dei ladri per un comportamento non così grave, la seconda è che tutto il fenomeno mediatico creatosi attorno alla vicenda è inutile poiché per la sua generazione picchiare i bambini rappresenta un comportamento normale, in altre parole significa amarli, mentre coccolarli indica arrecare loro dolore.

82 Per tali ragioni non ha ritenuto giusto chiedere scusa per quanto successo, questo perché è stata cresciuta secondo la regola per cui con i figli, per ottenere risultati, bisogna ricorrere alle mani, soprattutto nel momento in cui decidono di non ascoltare.162

In risposta alle 虎妈 Hǔ mā nacquero i 熊猫爸爸 Xióngmāo bàba, i cosiddetti “padri panda” definiti come «highly responsive to their children’s needs and give autonomy support to them».163 Sono quindi quei padri che preferiscono aiutare i loro bambini nel corso sia della loro istruzione sia, in generale, della loro vita, con supporto e affetto.

La prima caratteristica che differenzia le due pratiche genitoriali sembra essere la comprensione: naturalmente se c’è bisogno di pugno duro con i propri figli non si tirano indietro, ma cercano di capire innanzitutto quale disagio il bambino stia provando (per esempio cercano di capire il perché di un repentino cambio di comportamento e solo successivamente agiscono).

L’indipendenza, invece, è il secondo punto chiave: i panda dad tendono ad insegnare ai propri figli ad esprimere il loro essere in modo libero, mentre le tiger mum ricercano più il figlio stereotipato (soprattutto per le famiglie cinesi, ciò significa che i bambini devono andare bene a scuola e che nel tempo libero devono imparare a suonare uno strumento, nella maggior parte dei casi il violino).

Terza caratteristica è la visione della vita del bambino in senso non particolare quanto più entro una visione d’insieme: la “madre tigre” si concentra su schemi giornalieri, con una routine costruita per rendere il bambino esattamente uguale allo standard. Per il “padre panda”, invece, non esiste una giornata programmata, poiché il bambino deve crescere con i propri ritmi e con giornate diversificate, così da capire quali sono i suoi reali interessi. La sana competizione è ciò su cui i due tipi diversi di genitori si scontrano: per una tiger mum l’interazione sociale del bambino con i coetanei è limitata, poiché bisogna dare più spazio alle attività che potrebbero renderlo un giorno un leader, mentre per un panda dad la competizione sana è necessaria per far capire al proprio figlio quali sono i suoi limiti.

162 Cfr www.globaltimes.cn/content/979029.shtml.

163 X. Sha, Hui L. “Tiger mom, panda dad”: a study of contemporary Chinese parenting profiles,

83 Sono molte le caratteristiche che differenziano questi due stili che da pochi anni sono rientrati nel panorama delle famiglie e dell’educazione. Il libro di Amy Chua ha convinto l’audience americana che la visione giusta per poter crescere il proprio figlio è rappresentata dal panda dad, mentre in Cina la pratica più seguita è il tiger parenting.

3.4 Il problema della delocalizzazione: il fenomeno dei 留守儿童