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Il ruolo dei media, delle ONG e dei trattati internazionali nel fenomeno

Capitolo II: La violenza domestica in Cina

2.2 Il ruolo dei media, delle ONG e dei trattati internazionali nel fenomeno

Sebbene in America le lotte alla violenza domestica siano iniziate intorno agli anni Settanta- Ottanta grazie ai movimenti femministi (ad esempio il Temperance and

Abolitionist Movement, sorto in America contro il problema delle wife beating nominato

in precedenza), grazie alle continue battaglie per i diritti umani, e grazie ai tentativi del raggiungimento di un equilibrio di parità tra i sessi sotto molteplici punti di vista (economico, psicologico, lavorativo e sociale), in Cina non ci sono stati passi avanti fino alla Conferenza delle donne delle Nazioni Unite tenutasi a Pechino dal 4 al 15 settembre del 1995.

Le ONG, Organizzazioni Non Governative, 非政府组织 fēi zhèngfǔ zǔzhī sono state in Cina un punto di svolta molto importante e hanno permesso alle donne cinesi di entrare in contatto con una realtà molto diversa dalla situazione in cui vivevano.

Nel 1979 le Nazioni Unite emanano la CEDAW72, Convention on the Elimination

of Discrimination Against Women, il cui scopo è quello di prevenire la discriminazione

contro le donne e promuovere l’uguaglianza tra i sessi. La discriminazione viene ritenuta illegale poiché contro i diritti umani, ciò porta le donne nel 1980 ad organizzarsi contro la disuguaglianza, iniziare a lottare per i loro diritti e scendere in campo loro stesse. È in questo contesto sociale che si inserisce la All China Women’s Federation 中华全国妇女 联合会 Zhōnghuá quánguó fùnǚ liánhé huì, d’ora in avanti ACWF, organizzazione non governativa fondata nel 1949 e controllata dal Partito Comunista Cinese, essa rappresenta la spinta giusta per iniziare a parlare di problemi relativi alle donne come ad esempio la mancata istruzione per quest’ultime. Il problema principale è rappresentato dalla mancanza di libertà di espressione e di pensiero poiché essendo un’organizzazione guidata dal Partito, il Partito stesso dà o nega l’approvazione, l’informazione risulta controllata.

72 Cfr https://www.giustizia.it/resources/cms/documents/CEDAW.pdf

35 Partecipando ad eventi internazionali, la Cina ha la possibilità di vedere il disequilibrio tra la situazione della donna all’interno della propria nazione e nel resto del mondo.

Nell’ottobre del 1988 nasce il Women Research Institute, la prima organizzazione che supporta le donne durante i loro studi riguardo problematiche sociali, poiché fino ad ora la donna nel campo dell’istruzione, soprattutto nelle accademie non aveva alcun valore. Nel 1996 l’organizzazione cambia nome in Maple Women’s Psychological

Counseling Center, 北京红峰妇女心理咨询服务中心 Běijīng hóng fēng fùnǚ xīnlǐ zīxún fúwù zhōngxīn e diventa la prima organizzazione ad aprire una hotline relativa alle donne

ed alla violenza domestica.

Nel 1990, durante la Sino-american Conference, l’America per sensibilizzare la Cina sull’argomento violenza domestica chiede a quest’ultima dei dati da analizzare per capire che importanza e che portata hanno questi dati all’interno della società cinese, la Cina prontamente risponde di non avere questo problema e quindi di fatto di non avere dati a diposizione da mostrare ma è tecnicamente da questo momento in poi che in Cina si inizia a discutere del problema della subalternità della donna e della violenza domestica. 73

Nel 1993 nasce un gruppo di traduzione chiamato East Meets West Feminist

Translation Group 东西方相遇小组 Dōngxī fāng xiāngyù xiǎozǔ con lo scopo di aiutare

la Cina a familiarizzare con le diverse strutture sociali e politiche provenienti dall’esterno al fine di costruire un ponte tra le due culture. Nel 1995 si arriva alla Conferenza di

Pechino ospitata proprio dalla Cina il cui scopo fu quello di sensibilizzare l’opinione

cinese su un tema difficile e importante come quello della violenza domestica e da questo momento saliente è fondamentale il ruolo delle ONG per l’avanzamento di proposte di legge contro la violenza domestica, per assistenza alle vittime e prevenzione del fenomeno.

Nel 1994, il Maple Women’s Phsychological Counseling Center stila il primo caso studio importante portato avanti da un’ONG costituito da 30 casi di violenza domestica. Il 1996 porta alla nascita del Media Watch Network, un gruppo cioè di studiosi e giornalisti che ricercano nei media notizie su uguaglianza e prospettive di genere con lo

73 Cfr http://www.chinadevelopmentbrief.cn/articles/a-chronicle-of-the-struggle-against-

36 scopo di utilizzare i media stessi per far sentire le voci delle donne il cui pensiero viene ritenuto poco importante fino a quel momento.

Un articolo importante nell’ambito della violenza domestica in Cina è quello scritto da Pi Xiaoming, avvocatessa ed attivista cinese appartenente all’ACWF. Ella, inizlamente, decide di inviare il proprio articolo ad un giornale di Pechino il quale non lo manda in stampa poiché la violenza domestica viene vista come “irrelevant and a non existent issue”.74 È Pi Xiaoming stessa a demandare per la prima volta il termine 暴力 Bàolì in relazione alla violenza all’interno delle mura domestiche, fino a questo momento si utilizza il termine 虐待 Nüèdài che sta invece ad indicare maltrattamento.

Non è l’unico momento importante, però: anni dopo la pubblicazione dell’articolo da parte di Pi Xiaoming, viene alla luce un caso molto discusso che coinvolge la presenza di una donna del Sichuan a cui il marito in seguito ad una lite ha tagliato naso e orecchie. La moglie decide quindi di denunciare il fatto alle autorità ma queste ultime dichiarano l’impossibilità di intervenire poiché seguendo il proverbio presente anche in Italia per cui tra moglie e marito è meglio non mettere il dito, i problemi familiari vanno risolti all’interno delle mura domestiche. La donna non si rassegna e decide di recarsi alla 单位

danwei del marito affinchè si sappia della situazione. All’interno della danwei, la

decisione è quella di dichiarare l’uomo infermo mentalmente al momento dell’accaduto così da non incorrere in alcuna sanzione. Il Trade Union Department of Women Workers non si è arreso ed in collaborazione con il Workers Daily ha portato il marito della vittima al cospetto della corte: la violenza domestica viene riconosciuta come atto criminale.

In seguito ad un episodio tanto importante, il problema della violenza domestica all’interno del contesto cinese inizia a divenire tangibile, le donne resesi conto della situazione, hannno iniziato a chiamare le hotline messe a disposizione dalle ONG e dall’ACWF solo che i consigli ricevuti risultano essere di scarso aiuto per due motivi fondamentali: da un lato si ha la scarsa conoscenza sia da parte dell’ACWF che da parte delle hotline del problema violenza domestica in quanto scoperto da poco; dall’altro lato bisogna sottolineare nuovamente il fatto che l’ACWF è affiliata al PCC.

37 Quando nasce il Jinglun Family Center nel 1994, si arriva ad un momento di svolta eclatante: la violenza domestica non è presente solo nelle zone rurali del Paese, come fino ad ora ci si era illusi ma esiste anche in città.

Nel 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama il 25 novembre la

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nel 2000

viene fondato il Anti-domestic Violence Network of the China Law Society, un’associazione non governativa il cui scopo era quello di indagare sulla natura, le cause e le conseguenze della violenza domestica.

Nel 2001, viene portata in scena l’esibizione Vagina Monologue a Nanjing e nel 2002 a Shanghai: è un esempio di analisi profonda della violenza domestica e della violenza contro le donne. Nello stesso anno, va in onda per la prima volta Don’t talk to

strangers, una serie tv contro la violenza domestica che invita per la prima volta la

popolazione cinese a riflettere su questa tipologia di problematica.

Il 27 marzo 2001, la Cina decide di sottoscrivere il Patto Internazionale sui diritti

economici, sociali e culturali adottato dalle Nazioni Unite il 16 dicembre 1966.75 Questo Patto mira al diritto di protezione ed assistenza alle vittime, diritto alla salute, parità tra i sessi e l’eliminazione delle discriminazioni.

Con l’aiuto delle organizzazioni non governative, con la Convenzione di Nairobi, la Conferenza di Pechino, l’UN International year of the Family, il gruppo di traduzione e le altre associazioni, la situazione delle donne subisce un miglioramento che sebbene minimo inizia a sovvertire la situazione: nel 2015 un gruppo di cinque femministe ed attiviste cinesi chiamato The Feminist Five attuano una protesta rappresentata da un attacco simultaneo in più città per difendere l’uguaglianza di genere ed attaccare il comportamento dell’abusante in relazione alle molestie sessuali, che costa loro 37 giorni di carcere. Nello stesso anno cade l’anniversario dei 10 anni dalla Beijing World

Conference on Women e Xi Jinping co-ospita l’UN Summit on Women’s Right a New

York.

Hillary Clinton posta su twitter un messaggio relativo alla partecipazione di Xi Jinping a tale Conferenza così importante per la figura della donna mentre sta detenendo

75 cfr https://treaties.un.org/Pages/ViewDetails.aspx?src=IND&mtdsg_no=IV-

38 in carcere delle donne che lottano per i loro diritti: “Xi hosting a meeting on women’s rights at the UN while persecuting feminists? Shameless”.76

Nonostante il cammino sia lungo, ci sono stati progressi: nel 2001 per la prima volta la violenza domestica costituisce ufficialmente una base per il divorzio.