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Aspetti comunicativo-relazionali e forme di cosmesi

3 PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE

3.3. Il teatro tra comunità reali e comunità virtuali

3.3.2. Aspetti comunicativo-relazionali e forme di cosmesi

Il funzionamento delle comunità virtuali in Rete sta oggi ridefinendo i processi culturali: in una spinta verso l’individualità, sta importando pratiche provenienti dall’era elettrica e applicando a esse le logiche di funzionamento emanate dalle tecnologie digitali53. A questa linea appartengono le possibilità di estrema

personalizzazione, ma anche certe espressioni divenute ormai di uso comune – “utenti unici”, “contatti unici”, numero di click, interazioni prodotte, etc. – che evidenziano la rivalutazione dell’attività individuale svolta su un sito web e la sua ricaduta sulla fortuna di quest’ultimo e dei singoli contenuti che diffonde.

Il campo di forze della Rete di oggi diviene il nucleo di un’attività dinamica e “performativa” emergente dal corpus di iscrizioni dei singoli utenti portato a produrre strati di realtà interattiva. Tra le comunità virtuali quella del teatro si presenta vivida e coesa e – a differenza, ad esempio, di altre aree disciplinari della

51 M. Ferraris, Mobilitazione totale, cit., p. 44.

52 Questo processo è ampiamente visibile e analizzato nel dettaglio nel caso di studio riportato al Paragrafo 3.3.3., “Un caso di studio sul potere dei social media”.

53 Cfr. M. McLuhan, Gli strumenti del comunicare [Understanding Media. The Extensions of Man, 1964], Il Saggiatore, Milano 2008.

critica come le arti visive, la TV o i videogames – assume, come sottolineato, una forma ibrida proprio perché non può prescindere da una dimensione di incontro in compresenza. Il rapporto tra la critica online e le sue comunità di riferimento basa le proprie dinamiche sulla ricerca di una fidelizzazione tra testata e lettori, ma anche sulla capacità di intercettare e discutere in tempo reale le urgenze che definiscono le aree di attenzione.

Come mostrerò attraverso il caso di studio, a decidere gran parte di sviluppo ed esito della discussione è di certo il contesto peculiare in cui questa si anima, ma sono anche la particolare “qualità” della presenza e le modalità di partecipazione “performate” dagli interlocutori.

Per individuare la funzione della critica nelle logiche del Web la considerazione delle comunità virtuali gioca però un ruolo fondamentale, perché significa confrontarsi con una specifica “società” fatta di fruitori di contenuti e potenziali produttori di discorso attorno a essi. In questo modo il piano dialettico – storicamente impostato su un approccio comunicativo in cui l’aspetto del contenuto aveva precedenza su quello della relazione – si parcellizza in sottoinsiemi, tanti quanti sono i partecipanti a una discussione54. La forma di questo agire si manifesta, sui social media, in tempo reale

e seguendo dei codici individuali, non unitari e non necessariamente condivisi. Facebook, in particolare, è un luogo in cui possono convivere diverse presentazioni del sé, più o meno efficienti nel guidare una discussione come quella esaminata nel prossimo paragrafo. Con il termine «cosmesi» sono stati definiti i diversi «repertori performativi pragmaticamente definiti da prassi e significati e definiti nella piattaforma stessa»55. Tra questi, uno richiama il tipo di “performatività” messa in

atto dall’esempio riportato: «la cosmesi promozionale rimanda a un agire strategico orientato alla ricerca di approvazione al fine di aumentare la propria reputazione nella cerchia degli amici»56.

54 Cfr. P. Watzlawick, P. Beavin, D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana [Pragmatics of

Human Communication: A Study of Interactional Patterns, Pathologies & Paradoxes, 1967],

Astrolabio, Roma 1971. Si fa riferimento al secondo assioma della comunicazione postulato dalla Scuola di Palo Alto, secondo cui all’interno di ogni comunicazione si possono individuare due livelli: quello del contenuto, che definisce che cosa si stia comunicando; quello della relazione, che specifica quale tipo di relazione si voglia instaurare con il destinatario.

55 G. Boccia Artieri, L. Gemini, F. Pasquali, et al., Fenomenologia dei social network, cit., Loc. 274. 56 Ivi, Loc. 287.

Per avvicinarci al nostro contesto specifico, un passo utile è la definizione data da Barry Wellman, secondo il quale le comunità virtuali non devono essere contrapposte alle comunità fisiche: sono comunità diverse, con regole e dinamiche proprie, che interagiscono con altre forme di comunità, in una feconda creazione di legami multipli57. Sulla differenza tra legami forti (famiglia, amici, militanza politica,

relazioni durature) e legami deboli (occasionali e di breve durata) si trovano in accordo il pensiero di Castells e quello del sociologo economico Mark Granovetter58.

I legami deboli online e offline mettono in collegamento persone con caratteristiche sociali differenti e, in una società che viaggia verso l’individualizzazione e il disimpegno civico, «la comunicazione online favorisce la discussione disinibita, dando luogo a sincerità nel processo»59.

La trasparenza raggiunta dai software di lettura e di condivisione più aggiornati si unisce alle grandi versatilità e universalità con cui un utente singolo non solo apprende ma immette contenuti nello spazio dei flussi, creando un rapporto conflittuale tra la dimensione di vicinanza e di lontananza da un fatto sociale come lo spettacolo teatrale. I sistemi di regole condivise – potremmo dire la dimensione istituzionale – su cui si fondano le comunità sono oggi pronti a deformarsi sotto la spinta interna di chi li determina e li rispetta.

Stando ai dati raccolti, proprio la persistente dimensione istituzionale messa a punto da una Rete di conoscenza come quella dell’attuale critica teatrale online è responsabile, in gran parte, dell’equilibrio precario che la specialità della scrittura critica ha modo di esprimere nei confronti del suo oggetto di riferimento. Nel passaggio tra partecipazione in compresenza (evento) e discussione delle forme e delle modalità (pubblicistica critica) si crea un dislocamento di cui sono vittime, allo stesso modo, critica, artisti e lettori, generando una non più chiara “allocazione” di quella conoscenza specifica, ormai raggiungibile da tutti ma non più forte di un percorso di riconoscibilità ratificato dalla comunità stessa.

57 Cfr. B. Wellman e M. Gulia, «Net Surfers Don’t Ride Alone: Virtual Communities as Communities», in B. Wellman (a cura di), Networks in the Global Village, Westview Press, Boulder, CO 1999, pp. 331–366. Citato in G. Boccia Artieri, L. Gemini, et al., Fenomenologia dei

social network, cit., Loc. 274.

58 M. Granovetter, La forza dei legami deboli e altri saggi. [The Strength of Weak Ties: a Network

Theory Revisited, 1973], Liguori, Milano 1998.

Si potrebbe dire che, al cospetto delle attuali possibilità di interazione e di creazione individuale, la comunità dei lettori della critica è allo stesso tempo sia soggetto che oggetto dei media contemporanei, come se fosse diventata parte integrante e innesco dello stesso processo di rimediazione. Questa sorta di “sé rimediato” si manifesta nelle comunità virtuali, all’interno delle quali «i singoli individui […] costituiscono le proprie identità collettive come una rete di collegamenti tra questi sé mediati»60.

La caratteristica peculiare di questi sé mediati è una «natura composita del sé», che influenza in prima istanza la presenza stessa di chi entri in una dinamica di interattività con un contenuto diffuso sul Web61. Due fattori riguardano da vicino

questo studio e determinano la qualità di vicinanza, di distanza, di adesione e di rifiuto nei confronti della critica: la natura frammentaria e il processo di disintermediazione, ovvero l’eliminazione di ogni figura a mezza via tra la domanda e l’offerta.

Tali dinamiche – che più che un conflitto rispecchiano una superficiale opacità nella comprensione stessa della natura della relazione – inficiano l’affidabilità dell’operato critico e il grado di fiducia assegnato dalle comunità reali e virtuali all’analisi della scena contemporanea svolta da altri membri dello stesso gruppo. L’indistinzione tra dimensione pubblica e dimensione privata influenza tanto le scelte di linguaggio e di specializzazione quanto la percezione dei contenuti da parte dei membri della comunità, in questo caso virtuale ma anche reale.