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Aspetti politico-militari delle fortificazioni

3. I castelli medioevali in Sardegna

4.6. Aspetti politico-militari delle fortificazioni

Molti castelli medioevali in Sardegna nacquero per volontà dei

giudici di proteggere il territorio intorno alle linee di confine giudicale e

lungo il litorale. Grazie alla loro posizione geografica e al ruolo di potere

assegnato, queste fortezze hanno permesso ai rispettivi sovrani di

affermare e consolidare la propria autonomia entro i limiti regnicoli.

Questi primi castelli erano accomunati da una stessa struttura

architettonica che li distingue dalle costruzioni erette nel pieno

Medioevo

84

. Nonostante l‟importante funzione assegnatogli, durante il

periodo giudicale il ruolo politico e amministrativo era assegnato alle

curatorie, e ai castelli spettava solo una funzione prettamente militare.

Alcune strutture fortificate furono utilizzate, infatti, come provvisoria

sede del re: il castello di Balaiano nel giudicato di Gallura ne è un

esempio

85

. La costruzione del castello, iniziata intorno al 1050 forse per

volontà del sovrano Costatino I, fu concepita, quindi, non solo come

sistema difensivo ma probabilmente anche come residenza fissa del

curatore di Balaiana

86

e del sovrano. Relativamente alle fonti edite

compare, infatti, in un documento redatto nel 1146, il castello di

84 Cfr. capitolo “Storia e tipologia degli edifici castrali”.

85 Non si esclude che il casello di Balaiano si stato utilizzato come dimora regia, poiché a

poca distanza si trova anche la chiesa di San Leonardo, forse cappella del castello. di questa opinione è S. PALA, Il castello di Balaiano, in Almanacco gallurese, direttore responsabile e ordinatore G. Gelsomino (2006-2007), p. 185.

86 J.F.FARAE, Opera, De rebus sardois ..., p. 310, ritiene che il castello fosse stato eretto come

Katrine Melis

I castelli litoranei del giudicato di Gallura. Riflessioni sulla territorialità Tesi di dottorato in Storia degli Stati Medioevali Mediterranei Università degli Studi di Sassari

Balaiano conteso fra i figli del defunto giudice Comita Spanu e il nuovo re

di Gallura Costantino. Doveva quindi essere molto importante il ruolo

strategico di questo castello dato che i figli del giudice lo rivendicarono

come loro eredità, quali legittimi continuatori della dinastia regnante

87

.

Successivamente, con l‟inserimento nell‟isola delle potenti famiglie

italiane il ruolo politico di queste fortezze mutò di significato con il

cambiamento dell‟organizzazione amministrativa del territorio da loro

effettuata, e i castelli divennero parte integrante del loro demanio

privato

88

. Si verificò così un tardivo accentramento dell‟abitato a ridosso

delle strutture castrensi dovuto ad un periodo di ribasso demografico,

contrariamente a ciò che accadde nel resto dell‟Italia in cui le strutture

castrensi sorsero proprio per garantire la difesa ai borghi e villaggi

89

.

Nei territori sardi le fortificazioni ricoprirono un ruolo politico-

militare che prevaleva su quello economico-sociale.

Con l‟avvento nell‟isola di personalità straniere, infatti, nacque la

necessità di garantire la massima protezione dei territori acquisiti e una

relativa tranquillità militare, che poteva pervenire solamente con il

possesso di castelli strategici. Questo pratica, adottata dalla guerra

feudale e introdotta appunto dai Signori delle due repubbliche marinare,

si sviluppò nel corso della seconda metà del XIII secolo, quando i castelli

isolati divennero un elemento di scambio rilevante per sopperire alle

preoccupazioni strategiche dei signori che lottavano per l‟egemonia

87 È indubbio che il castello di Balaiano fosse un castello di frontiera perchè rispecchia tutte

le caratteristiche delle fortezze difensive: ubicazione su alture, elementi architettonici poco curati, utilizzo, per la sua costruzione, di materiale reperito in loco e interno della struttura poco accogliente. Nonostante ciò, il documento reperito nel C.S.M.B ..., doc. 145, p. 61-62, (edito anche da P. TOLA, C.

D. S. ..., vol. I, sec. XII, doc. LVII, p. 217) fa presagire che fosse considerato in alcuni momenti una

sede ideale di governo.

88 J.M.POISSON,Castelli medievali di Sardegna. Dati sorici e dati archeologici ..., pp. 193-194. 89 A questo proposito sono esatte le intuizioni di J.DAY, Uomini e terre nella Sardegna coloniale.

XII-XVIII secolo ..., pp. 183-189, quando ritiene che un aumento delle fortezze in Sardegna sia dovuto

alla capacità dei Signori d‟oltremare di riunire attorno ad esse la popolazione in borghi e villaggi, poiché egli sostiene che le fortezze erette durante il periodo giudicale furono concepite solamente come strumenti di difesa.

Katrine Melis

I castelli litoranei del giudicato di Gallura. Riflessioni sulla territorialità Tesi di dottorato in Storia degli Stati Medioevali Mediterranei Università degli Studi di Sassari

politica della Sardegna: i castelli divennero oggetto di scambio per il

pagamento di un pegno da parte di giudici debitori o in pericolo, in

cambio di aiuti finanziari, diplomatici o militari concessi dai Pisani,

Genovesi e dal Papa.

Nel 1164 Barisone d‟Arborea si impegnò a garantire alla

Repubblica di Genova i suoi castelli di Arculentu, Marmilla e Asuni in

cambio del denaro necessario per pagare all‟imperatore Federico

Barbarossa il titolo di re di Sardegna

90

. La restituzione del debito si avrà

dopo otto anni di esilio del giudice a Genova, quando con un‟ingente

somma in denaro annuale (molto più alta di quella prevista) e la

possibilità da parte dei Genovesi di metà degli introiti del regno

91

.

Anche il pontefice Clemente III, nel 1188, chiese in pegno il

castello di Sella, in cambio dell‟obbedienza del re Pietro d‟Arborea alla

Chiesa

92

.

Altri accordi rilevanti furono stipulati fra i Pisani e i giudici sardi:

nel 1195 Costantino di Torres chiese aiuto ai comune per arrestare

l‟invasione del re di Calari Guglielmo di Massa, in cambio

dell‟inserimento di castellani toscani nei castelli di Montiferru e

Goceano

93

.

90 Barisone d‟Arborea si indebitò col comune di genova per una somma di 4.000 marchi

d‟argento nei confronti dell‟imperatore, con la promessa della cessione del titolo di re di Sardegna. La fideiussione della somma venne garantita dal comune di Genova, il quale pretende in cambio le rendite dello Stato sardo. Il documento è edito da P.TOLA, C. D. S., vol. I, sec. XII, doc. LXXIV, p. 228; sulla vicenda cfr. E.BESTA, La Sardegna medioevale ..., pp. 128-129, 142-143.

91 Quando nel 1185 morì Barisone, il debito fu ereditato dai successori, Pietro I e Ugone II,

che risolsero la controversia nel 1192. Il documento è edito da P. TOLA, C. D. S. ..., vol. I, sec. XII, doc. CXXXVII-CXXXIX, pp. 423-424.

92 E.BESTA, La Sardegna medioevale ..., p. 156, commenta questa richiesta da parte del pontefice

come un tentativo della chiesa di arrestare l‟avvanzata pisana e genvese nei terriotri sardi; il documento è edito da P.TOLA, C. D. S. ..., doc. CXXVII, p. 405.

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Dopo la battaglia della Meloria, nel successivo trattato di pace del

1288 tra Pisa e Genova

94

, furono attribuiti alla città ligure alcuni castelli

del giudicato di Torres

95

.

Anche il comune di Pisa, dopo la sconfitta nel 1293 di Lotto e

Guelfo della Gherardesca, figli del conte Ugolino e padroni di un sesto

del cagliaritano, e dopo la morte di Nino Visconti (giudice di Gallura)

entrarono in possesso dei castelli signorili di Acquafredda, nel giudicato di

Cagliari, di Montiferru nel Logudoro, di Posada (La Fava), Galtellì,

Pedreso e Terranova in Gallura (dove furono edificate le mura

difensive)

96

.

Con l‟arrivo in Sardegna dei Catalano-Aragonesi, il possesso delle

costruzioni castrensi divenne di fondamentale importanza, non solo per

una questione di controllo territoriale, ma anche da un punto di vista

meramente psicologico.

Si cercò, infatti, di rafforzare non solo il singolo castello, ma anche

il territorio circostante, e provvedere specialmente al potenziamento delle

mura cittadine

97

: in un documento 18 settembre 1308, ad esempio viene

data notizia dagli ambasciatori aragonesi al loro sovrano, Giacomo II,

94 La battaglia della Meloria del 1288 determinò la sconfitta di Pisa e il conseguente dominio

marittimo di Genova nel Tirreno. Sulle conseguenze in Sardegna apportate dalla guerra cfr. F.C. CASULA, La storia di Sardegna ..., pp. 619-666.

95 I castelli rafforzati o costruiti ex novo dai genovesi nel territorio di Torres sono: Casteldoria,

Castelgenovese e Chiaramonti in Anglona; Alghero e Monteleone nel Nulauro. I documenti, in cui reperire queste informazioni, sono editi da P. TOLA, C. D. S. ..., vol. I, sec. XIII, doc. CL, pp. 817; A. FERRETTO, Codice diplomatico delle relazioni fra la Liguria, la Toscana e la Lunigiana ai tempi di Dante (1265-

1321), «Atti della Società Ligure di Storia Patria» (1903), vol. II, doc. DCCCLXXI, pp. 428-429.

96 Le vicende politiche che portarono all‟inserimento del comune toscano nei territoir sardi

sono descritte in F.C. CASULA, La storia di Sardegna ..., vol. II, pp. 619-666; per ciò che concerne la narrazione documentaria cfr. Memoria de las cosas que han aconteçido en algunas partes del reino de Çerdeña, a cura di P. Maninchedda Cagliari 2000, p. 18; per i documenti editi cfr. V. SALAVERT Y ROCA, Cerdeña y

la expansión mediterránea de la Corona de Aragón ..., vol. II, doc. 355.

97 Un esempio è la costruzione di una cinta muraria attorno a Terranova, in Gallura, divenuta

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I castelli litoranei del giudicato di Gallura. Riflessioni sulla territorialità Tesi di dottorato in Storia degli Stati Medioevali Mediterranei Università degli Studi di Sassari

della distruzione di alcuni castelli galluresi da parte dei Pisani per non

permettere che questi ultimi finissero nelle mani aragonesi

98

.

La conquista dei castelli poteva avvenire in diversi modi: oltre gli

assedi e i trattati di pace, un metodo meno pericoloso e più proficuo era

quello di adottare l‟inserimento di spie. Si possono addurre due esempi

particolari, entrambi accaduti nelle fortezze site all‟interno del Regno

gallurese: una nel castello di Longosardo e l‟altra in quello di Galtellì.

Il primo, in mano agli Aragonesi, era ambito da Brancaleone

Doria(marito della giudicessa Eleonora d‟Arborea), il quale, dopo aver

tentato invano di espugnarlo con la forza, nel 1392 inviò una spia

all‟interno del castello che avrebbe dovuto carpire informazioni relative

alla sua gestione e organizzazione. Il progetto non andò a buon fine

perché la spia fu individuata e processata

99

.

Il secondo esempio riguarda il castello di Galtellì. Nel 1416 fu

affidato dal re Aragonese, Alfonso V, a Ferrand de Castrillo, il quale si

impadronì della stessa fortezza stessa e tentò successivamente di vendere

al visconte di Narbona, Guglielmo III

100

.

I tradimenti furono frequenti anche tra gli stessi alleati. Nel 1386,

durante la guerra fra Arborea e Aragona, Brancaleone Doria fu tenuto

prigioniero dalle truppe iberiche nella torre cagliaritana di San Pancrazio;

messosi d‟accordo con un suo seguace, Francesco Squinto, tentò la fuga

dalla torre pisana calandosi con una corda. Arrivato a terra però fu

98 V. SALAVERT YROCA,Cerdeña y la expansión mediterranea de la Corona de Aragón ..., vol. II,

doc. 275, pp. 334-337.

99 Tutti i passaggi della vicenda sono affrontati in F.C. CASULA, Una spia arborense nel castello di

Longosardo, in Studi di geografia e storia in onore di Angela Terrosu Asole, a cura di L. D‟Arienzo, Cagliari,

Edizioni AV 1996, pp. 541-549.

100 Sulla villa di Galtellì e la vicenda del tradimento di Ferrand de Castrillo cfr. M.

CAMBEDDA,L‟architettura militare e religiosa a Galtellì dal medioevo all‟Ottocento ..., pp. 45-46; F. ARTIZZU,

Rendite pisane nel giudicato di Cagliari nella seconda metà del secolo XIII (1316)..., p. 56; L. D‟ARIENZO,

Documenti sui Visconti di Narbona e la Sardegna, Padova, CEDAM, 1977, doc. 105, p. 69, doc.106, pp. 70-

Katrine Melis

I castelli litoranei del giudicato di Gallura. Riflessioni sulla territorialità Tesi di dottorato in Storia degli Stati Medioevali Mediterranei Università degli Studi di Sassari

circondato dalle truppe catalane e riportato in carcere. Era stato proprio

il suo complice a tradirlo

101

.

Il ruolo politico-militare delle fortezze sarde terminò con la

definitiva affermazione nel 1420 del Regno di Sardegna

102

. Il sovrano

catalano concesse la maggior parte dei villaggi, delle fortezze e dei

territori ad esse pertinenti, situati nei suoi domini sardi, ai baroni catalani

in cambio del servizio feudale di cavalieri armati e di altri aiuti.

Tutti i centri più importanti sopravvissero all‟abbandono e allo

smantellamento delle loro fortificazioni medioevali, mentre i borghi di

quasi tutti i castelli isolati delle campagne sarde del tardo medioevo si

spopolarono

103

.