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L‟organizzazione territoriale dell‟isola prima dei Regni giudicali

3. I castelli medioevali in Sardegna

3.2 L‟organizzazione territoriale dell‟isola prima dei Regni giudicali

Non è possibile condurre un discorso generale sul sistema

fortificato e difensivo in Sardegna a causa della sua mancanza di

omogeneità dovuta alle tante e diverse vicende stroriche dell‟isola nel

Portolano risale agli anni tra il 1245-1255; la Carta-Compasso, il cui uso è attestato già nel 1270, dovette essere creata nel decennio 1250-1260.

6 Un‟altra carta nautica è quella del 1311 di Pietro Visconti (riprodotta nell‟edizione di M.

PILONI, Carte geografiche della Sardegna ..., pp. 15-16, che pone la sua firma e la data due volte: una fuori del margine dove si legge solo parzialmente, causa una lacuna della pergamena, Petrus Ueschonte de

(Juana) fecit anno MCCCXI; la seconda, più completa, con la scritta Petrus Vesconte de Janua fecit ista carta anno dñ MCCCXI. La carta comprende la parte centro orientale del Mediterraneo, con la penisola

italiana, la Sicilia, la Corsica e la Sardegna. I contorni delle coste assumono una più precisa delineazione rispetto alla Carta Pisana del 1275. Una successiva carta nautica, quella dell‟Atlante Catalano mostra le coste della Sardegna di colore marrone, per esaltare la natura montuosa dell‟isola. L‟Atlante Catalano, appartenente alla Biblioteca di Carlo V di Francia (1337-1380), è datato 1375 e fu eseguito a Palma di Maiorca. La Sardegna è situata sulla terza carta, nel Mediterraneo occidentale, e sulla quarta nel Mediterraneo centro-orientale.

Katrine Melis

I castelli litoranei del giudicato di Gallura. Riflessioni sulla territorialità Tesi di dottorato in Storia degli Stati Medioevali Mediterranei Università degli Studi di Sassari

corso del Medioevo, e a causa della diversa gestione territoriale dei

quattro regni presenti

7

. Si potrà però tentare di riconoscerne gli elementi

comuni e valutare le circostanze che ne determinarono l‟erezione.

Caduto l‟impero romano d‟Occidente nel 476 d. C. con la

deposizione dell‟ultimo imperatore, Romolo Augusto, la Sardegna passò

sotto il dominio bizantino rimanendo sostanzialmente immune dalla

presenza barbarica. Solo i Vandali la occuparono

8

dividendo la terra in

lotti, dati in parte ai propri guerrieri e il resto lasciato ai legittimi

proprietari in cambio del pagamento di un tributo. Il territorio venne

amministrato da un governatore posto al comando dell‟isola con

funzioni militari e civili; era assistito dai procuratores, ai quali furono

affidati incarichi ausiliari, dai foros, che avevano il compito di riscuotere le

tasse, e infine dai conductores, amministratori ed economi dei possedimenti

del re; tutti questi agenti erano coadiuvati dai ministra

9

.

Con la fine del dominio vandalico la popolazione sarda si spostò

verso l‟interno dell‟isola attraverso un processo di colonizzazione delle

campagne. Questo fenomeno migratorio coincise con la conquista

bizantina (nel 534 d. C.) che fece divenire l‟isola una provincia imperiale

facente parte della prefettura d‟Africa; era governata da un praeses

residente a Caralis e da un dux

10

(al quale furono assegnate funzioni

7 Per una visione completa delle vicende storiche in Sardegna nel Medioevo cfr. F.C.CASULA,

La storia di Sardegna, ...

8 P. MELONI,La Sardegna romana, Sassari, Chiarella 1990, p. 302;G.MELONI,Sviluppo economico

di Olbia e del suo territorio nel medioevo, in Da Olbià ad Olbia. 2500 anni di storia di una città mediterranea (Atti

del convegno internazionale di Studi, Olbia 12-14 maggio 1994), a cura di G. Meloni, P.F. Simbula, vol. II, Sassari, EDES 1996, p. 15.

9 F.C.CASULA, La storia di Sardegna, ..., vol. I, pp. 189-191.

10 Il praeses si occupava della giustizia e del controllo politico dell‟isola, chiamato anche iudex

insulae, mentre il dux o magister militum curava anche la manutenzione delle fortificazioni ed era

comandante dell‟exercitus Sardiniae. Su queste due cariche amministrative cfr. A.SOLMI, Studi storici sulle

istituzioni della Sardegna nel Medioevo …, pp. 40-41; cfr. anche F.C.CASULA, La storia di Sardegna, ..., pp. 156- 157.

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militari) che aveva sede a Forum Traiani

11

. Questa città fu considerata un

castrum, e tale viene classificata da Procopio di Cesarea nel De Aedificiis

12

,

in relazione alle opere di fortificazione intraprese nell‟Impero da

Giustiniano

13

. Anche Gregorio Magno

14

suggeriva al dux di innalzare una

cinta muraria attorno a Forum Traiani. Compito del dux, infatti, era quello

di garantire la difesa della provincia: doveva occupare i castra, grandi e

piccoli, oltre ai presídi e ai territori di sua competenza, e distribuirvi un

numero cospicuo di guarnigioni in grado di eseguire i necessari lavori di

fortificazione. Da lui dipendevano le truppe stanziate nel territorio; era

inoltre incaricato di mantenere i rapporti con le tribù presenti nella sua

giurisdizione

15

. Il governo bizantino pensò di fortificare le città esistenti e

dotare di nuove strutture difensive i centri che ne erano privi. Questa

iniziativa rientrava nella politica difensiva attuata da Giustiniano nei

territori riconquistati, distrutti dai Vandali

16

. Il complesso difensivo

urbano rispecchiava le stesse tipologie costruttive che il governo di

Bisanzio utilizzò in altri territori dell‟Impero: per la difesa della città

erano impiegati più castelli di forma quadrangolare e muniti di torri; i vari

castra potevano essere ubicati sia all‟interno della mura cittadine che

11 L‟attuale Fordongianus. F.C.CASULA, La storia di Sardegna, ..., pp. 137, 151-163 asserisce

che la città nacque in epoca romana per esigenze militari: essa proteggeva la valle del Tirso e assicurava una relativa tranquillità economica alle città di Tharros, Othoca, Neapolis contro le razzie delle popolazioni dell‟interno, riprendendo le considerazioni precedentemente fatte da P. MELONI, La

Sardegna romana ..., p. 253-255; la nascita di questa villa è accennata anche da M.G.FARRIS, Il fenomeno

dell‟incastellamento in Sardegna, ..., p. 18, nota 4.

12 PROCOPII CAESARENSIS,Opera Omnia, De Aedificiis, ...

13 R.CORONEO, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo „300, Nuoro, Illiso 2000, p. 53,

studia il ruolo che le fortificazioni e le strutture difensive ebbero in questo periodo nel territorio sardo.

14 T.PINNA, Gregorio Magno e la Sardegna, Sassari-Cagliari, 2D Editrice Mediterranea 1989, p.

32; sulle opere di Gregorio Magno cfr. D.L.NORBERG, S. Gregorii Magni registrum epistularum libri VII-

XIV, Corpus Christianorum Series Latina, Brepols, Turnhout 1982

15 MG.FARRIS, Il fenomeno dell‟incastellamento in Sardegna ..., pp. 18-19.

16 Piuttosto che assediare gli avamposti bizantini, i Vandali preferirono privarli delle loro basi

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all‟esterno, in modo da garantire la protezione della popolazione nei

momenti di emergenza

17

.

La fisionomia delle città sarde venne fortemente influenzata

dall‟avvento del Cristianesimo: la presenza del vescovo e dei suoi

rappresentanti aveva determinato l‟aumento dei luoghi di culto che

molto spesso occupavano edifici già esistenti, di carattere pubblico o

privato: ne è esempio la diffusione dei luoghi di sepoltura all‟interno

dell‟abitato cittadino, che portò all‟abbandono di alcune sue parti.

Si delinearono, dunque, per le città dell‟isola nuove tipologie di

costruzione, in relazione alle peculiari caratteristiche di fortificazione e

disposizione dei centri abitati, differenti da quelle romane: vennero

edificate nuove strutture difensive che solo in parte ricoprivano l‟intero

spazio urbano, posizionato come un sistema protettivo autonomo situato

all‟esterno dell‟abitato. Questo modello costruttivo era utilizzato nei

sistemi difensivi africani

18

.

Dall‟osservazione delle strutture fortificate presenti in Sardegna,

per le costruzioni castrali all‟interno del territorio sardo, si evince che

vennero innalzate in zone impervie e montuose, creando un cordone

difensivo intorno a precisi territori, successivamente denominati curatorie

barbaricine

19

. Esternamente a queste curatorie, vennero edificate, nel limes

territoriale, altre fortificazioni che delimitavano il confine con la

giurisdizione bizantina. Probabilmente queste strutture difensive vennero

concepite dall‟imperatore Giustiniano in seguito ad un programma di

rafforzamento dei territori imperiali che prevedeva l‟erezione di

17 P.G. SPANU, La Sardegna bizantina tra VI e VII secolo ..., p. 197, asserisce che, naturalmente,

il sistema difensivo dei castelli si avvaleva di elementi comuni nei diversi territori imperiali, differendo a seconda del luogo, dei materiali e dell‟importanza che ricopriva la stessa città..

18 P.G. SPANU, La Sardegna bizantina tra VI e VII secolo ..., p. 18.

19 A.SOLMI, Studi storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medioevo ..., pp. 142-144, informa che

anche nel Medioevo, la Barbagia formava diversi distretti, ripartiti non solo fra le curatorie ma anche fra i vari giudicati, i quali segnavano proprio con le sue montagne i confini tra essi.

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fortificazioni con funzioni militari ma anche di semplici avamposti lungo

le principali vie di comunicazione

20

. Si crearono così dei luoghi fortificati

che partivano dalla sede del dux a Forum Traiani, nella zona di Oristano,

passando per la Barbagia e salendo verso nord fino alla città di Olbia. Tra

queste costruzioni le più significative erano Sa Paulazza presso Olbia,

casteddu Ezzu

21

, il castrum Asonis

22

, il castello di Oschiri, la fortificazione di

Barumele ad Ales e quella di Santa Vittoria di Serri

23

.

Nel IX secolo le continue minacce musulmane determinarono uno

spostamento del sistema difensivo del governo bizantino nel sud del

Mediterraneo, causando per la Sardegna un forzato isolamento.

Numerose incursioni arabe si verificarono nell‟isola tra il 703 e il 1016;

numerosi scontri furono provocati, tra il 1015 e il 1016, nell‟entroterra

cagliaritano dal condottiero arabo Mugiahid e dalle sue truppe,

provenienti dalle Baleari. Il papa Benedetto VIII, con l‟aiuto delle due

20 Come osserva anche P.G. SPANU, La Sardegna bizantina tra VI e VII secolo ..., p. 189, la

maggior parte di queste fortificazioni erano edificate sopra strutture preesistenti in disuso, come i castelli di Fordongianus (Casteddu Ezzu), di Serri (Santa Maria della Vittoria) e di Oschiri, oltre ad aver utilizzato per l‟edificazione materiali di spoglio: P.G. SPANU, La Sardegna bizantina tra VI e VII secolo ..., p. 190.

21 A nord di Fordongianus, come sostiene F.C.CASULA, Castelli e fortezze, in «Atalnte della

Sardegna», a cura di R. Pracchi e A. Terrosu Asole, Roma, Edizioni Kappa 1980, fasc. II, p. 113, riprendendo le considerazioni di A. LA MARMORA, Itinerario dell‟isola di Sardegna ..., p. 427. F. FOIS,

Castelli della Sardegna medioevale ..., p. 159 informa sull‟ubicazione del castello: la fortezza sorge su una

struttura megalitica, molto probabilmente un nuraghe, e in seguito riutilizzata e ampliata nell‟XI e XII secolo, poiché è stato reperito un ambiente in conci lavorati “alla toscana”, cioè squadrati. Molto probabilmente sia in periodo bizantino che alto-giudicale questo castello aveva la funzione di controllo delle zone barbaricine essendo percorso sia dalla strada che conduceva ai Campidani, attraverso le Barbagie, sia da quella verso il Tirso; come asserisce anche. A.PINNA, Il castelliere arborense nel confine

settentrionale ..., pp. 33-34.

22 Non si ha documentazione certa circa la prima edificazione del castrum, poiché le notizie

più antiche risalgono al 1189 riportate in P.TOLA, C. D. S ..., t. I, sec. XIII, docc. CXXVIII-CXXXIV, pp.89-91, molto probabilmente però un presidio militare esisteva già in epoca bizantina poiché nelle vicinanze sorgeva l‟antica via romana chiamata Per Mediterranea, molto importante sia perché costeggiava le zone montuose sia per la funzione commerciale quale raccordo tra il nord e il sud dell‟isola. La necessità di fortificare questo transito viario era fondamentale per l‟amministrazione del territorio:MG.FARRIS, Il fenomeno dell‟incastellamento in Sardegna ..., pp. 22.

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Repubbliche marinare di Pisa e Genova e il sostegno delle forze locali,

riuscì a bloccare l‟avanzata nemica e a respingerla fuori dall‟isola

24

.

Alcuni elementi inducono a pensare che ci sia stata una vera e

propria colonizzazione araba in Sardegna: il sistema del vicolo cieco; la

distribuzione delle case mediante cortili o corti comuni; la frequenza di

termini e toponimi di origine araba

25

.

Contro gli attacchi musulmani, il governo di Bisanzio non portò in

Sardegna gli aiuti sperati, impegnato com‟era a difendere il territorio di

Ravenna minacciato dai Longobardi, cosichè il giudice provinciale (judex

provinciae) restò fu costretto a ricoprire sia cariche amministrative che

giudiziarie e militari. Secondo F.C. Casula, fu, infatti, probabilmente

intorno al X secolo che si pensò di suddividere le provincie in merèrie o

partes, dirette dallo judex Sardiniae che dispose propri rappresentanti nelle

quattro circoscrizioni territoriali gestite dai lociservatores, presumibilmente

provenienti dalle famiglie di origine bizantina dei Lacon e dei Gunale,

che ritroviamo nella carica di giudice o arconte, vitalizia ed elettiva. Non si

conosce il numero esatto delle mererie, ma certamente ne rimasero quattro

gravitanti su altrettante città: Caralis, Tharros, Turris e Olbia

26

.

La teoria più accreditata sull‟origine dei Regni sardi

27

è quella che i

quattro governatori (lociservator) siano riusciti ad attenere una libertà

politica tale da liberarsi completamente dalla giurisdizione del judex

24 sulla guerra provocata dagli Arabi in Sardegna cfr. F.C.CASULA, La storia di Sardegna ..., vol.

I, pp. 187-201.

25IL promotore del pensiero di un radicato inserimento arabo nella società pre-giudicale èM.

CADINU, Urbanistica medievale in Sardegna, in Civitates. Urbanistica, archeologia, architettura delle città medievali, collana diretta da E. Guidoni, Roma, Bonsignori 2001, pp. 17-18.

26 F.C.CASULA, La storia di Sardegna ..., vol. II, p. 445, propone la teoria dell‟indipendenza del

lociservator di Torres (operante come ufficiale subalterno del giudice provinciale) dalla città di Caralis,

assumendo egli stesso il titolo di giudice; la stessa teoria è ripresa da R.CORONEO, Architettura romanica ..., p. 53.

27 A.SOLMI, Studi storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medioevo ..., p. 57 ritiene che il vincolo

di dipendenza con l‟Oriente si sia sciolto in modo naturale, molto prima dell‟XI secolo, e che l‟origine dei giudicati risalirebbe addirittura all‟VIII o al IX secolo, ritenendo che, come suggerisce anche E. BESTA, La Sardegna medioevale, ..., p. 264, la dipendenza da Bisanziosi ridusse gradualmente fino a divenire una soggezione nominale.

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bizantino

28

e riuscire a gestire autonomamente le circoscrizioni loro

affidate

29

.

Mancando inoltre una fervida vita commerciale e industriale, un

essenziale sviluppo dei centri urbani e una relativa autonomia

amministrativa e giuridica, è comprensibile come sia stato possibile

raggiungero un livello di indipendenza tale da permettere

l‟allontanamento definitivo da Bisanzio.

Le cause esterne, invece, deriverebbero soprattutto dalla pressione

araba sulle coste

30

, intorno agli anni 1015-1016

31

, motivo per il quale la

popolazione dell‟isola ebbe la necessità di autogestirsi politicamente e

istituzionalmente, originando in questo modo quattro Regni o Giudicati.