“Grazie Presidente. Saluto, al di là delle questioni linguistiche e forse in un’altra sede sarà interessante confrontarci su questo, il Presidente del Consiglio comunale, saluto i Consiglieri tutti, saluto i colleghi di Giunta, saluto, in particolare, il Consigliere D’Anchise, saluto e ringrazio per il lavoro e la collaborazione in questi giorni con il Consiglio comunale, la Dirigente Architetto Iannelli e il Responsabile del procedimento l’Architetto De Camillis. Visto che ho scelto questa fase di saluti, parto inserendo nei saluti e nei ringraziamenti il Consigliere Bucci, Presidente della Commissione Urbanistica, perché non dobbiamo dimenticarci che sia componenti della Commissioni Urbanistica, sia Consiglieri Capogruppo non facenti parte della Commissione stessa, nessuno di noi dimentica quanto tempo il Consiglio tutto e il Consiglio nella componente di Commissione Urbanistica ha lavorato a questo provvedimento ed è questo il motivo per cui credo che con rispetto assoluto del ruolo di ognuno e del lavoro svolto da ognuno, non mi
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soffermerò, in modo particolare, sui contenuti della delibera che per numero di pregiudiziali, per numero di emendamenti, peraltro opportunamente a corredo della delibera, credo sia stata lungamente sviscerata e soprattutto io credo che il lavoro che il Presidente si è detto disponibile e che fattivamente ha realizzato sulla delibera stessa, con ciascuno dei componenti della Commissione, con tutti i componenti che anche con sacrificio sono stati presenti ai lavori della Commissione, si è addivenuti a fare. Veramente, per sintesi del lavoro già svolto, non è opportuno parlare di illustrazione della delibera, ma ricordo che la delibera che presentiamo al Consiglio comunale, che presentammo in realtà al Consiglio comunale e che oggi arriva ad essere discussa nel merito è la delibera che ha per oggetto la variante al P.R.G. e come recitava la delibera, la richiesta era fatta ai sensi dell’articolo 5 del D.P.R. 447/1998 e il motivo per cui portava quel riferimento di legge era legato ai tempi in cui fu presentata alla Struttura e attualmente la delibera è stata emendata e quindi il riferimento in ogni parte in cui compare il riferimento a quella legge è stato sostituito con il riferimento al D.P.R.
160/2010 e non sto qui a riprendere nel merito come la procedura attivata e realizzata dalla Struttura sia stata sostanzialmente identica, perché come ricordava opportunamente, non mi ricordo quante volte ha ricordato la Dirigente della Struttura urbanistica, quel D.P.R. non è altro che un Regolamento che stabilisce le procedure di prassi e di modus agendi del SUAP. La variante proposta al Consiglio viene da una richiesta, chiamiamola più che tecnicamente, chiamiamola sostanzialmente, di delocalizzazione arrivata dalla ditta e ne leggo la denominazione così come è riportata in delibera, la leggo dalla relazione tecnica che è parte integrante della delibera stessa, presentata dalla ditta Rosa Giuseppe e Rosa Michelina, variante che è stata valutata nella sua forma, nella sua sostanza e
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che è stata oggetto di più Conferenze di Servizio, anzi di una Conferenza di Servizio aggiornata in più puntate, quindi è stata oggetto di valutazione di tutti gli Enti che dovevano valutarla e a questo proposito mi preme riprendere, tra le tante argomentazioni portate anche perché oggetto di pregiudiziale, che per quanto attiene e su questo ricordo al Consigliere Praitano, perché lui fece un intervento su questo in Commissione Urbanistica, al discorso della valutazione paesaggistica e della sovraintendenza in generale e in particolare per quello che riguarda l’eventuale area archeologica, ne parlò anche il Consigliere Cretella nella stessa Sede, come ricordò, opportunamente, in quella Commissione la Dirigente Iannelli, dell’eventualità che possa esserci un interesse di tipo archeologico ne sarà tenuto conto nel momento in cui la Struttura dovrà rilasciare, nel caso la delibera andasse a buon fine, il relativo permesso a costruire, quindi non è stato un aspetto trascurato, lo evidenziava bene la Dirigente Iannelli in sede di Commissione, ma è stato un aspetto valutato nella parte in cui doveva essere valutato in se di Conferenza dei Servizi e che sarà opportunamente valutato dalla Struttura in collaborazione, con il rispetto dei ruoli, con la Sovrintendenza nel momento della richiesta del permesso a costruire. Il motivo per cui a seguito di questa deliberazione, a conclusione del procedimento, quella parte di territorio potrebbe diventare oggetto di questa variante al P.R.G., è legata al fatto che aree disponibili e idonee a questo non sono state rintracciate nelle nostre aree P.I.P. e le specifiche sono state date prima in sede di chiarimenti chiesti alla Dirigente e all’Architetto De Camillis, poi in sede di Commissione Urbanistica e poi, di nuovo, in sede di plenum di Consiglio. Come, opportunamente, è stato emendato rispetto allo spostamento, non parliamo di delocalizzazione, ma lo spostamento di quel deposito in zona non così importantemente e densamente abitata, come quella in cui è ora, è
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stato anche questo oggetto di valutazione, tutte le procedure sono state correttamente rispettate, sicuramente ripetendo ancora una volta e ringraziando l’intero Consiglio e il Consiglio nella dimensione, nel sottoinsieme della Commissione urbanistica. Sicuramente l’oggetto della variante è stato lungamente sviscerato e a me dispiace che per questo, per il tempo che ci abbiamo impiegato, rispettando i ruoli e il valore del lavoro di ciascuno, probabilmente, siamo andati a intaccare quei principi di efficienza, anche di tempestività, di celerità, di scrupolosità a cui ciascun cittadino ha sicuramente diritto e come ho avuto modo di esplicitare e far verbalizzare, in sede di Commissione Urbanistica, questo è uno dei tanti procedimento che noi abbiamo ereditato, ma non è nemmeno tanto opportuno parlare di eredità, perché nel momento in cui si amministra bisogna affrontare ciascuna delle questioni che è posta o sopra ad una scrivania o, a volte, all’interno di un cassetto. Quello che, in qualche modo, porto come rimorso è il fatto di non essere stata efficace nel tempo e nella tempestività, però credo anche che questo sia andato di pari passo con il rispetto del lavoro di ognuno. La proposta di variante è oggi finalmente in discussione ed io sono qui per qualsiasi chiarimento, sono qui a ascoltare la discussione del merito della delibera stessa. Ringrazio ciascuno e il lavoro di ciascuno”.
PRESIDENTE TRIVISONNO:
“Grazie Assessore Chierchia. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Praitano”.
CONSIGLIERE PRAITANO:
“Grazie Presidente. Io non ho nessuna pretesa di convincere i colleghi a votare così come voteremo noi, ma quanto meno vorremmo che alcuni punti venissero stampati nello sbobinato così che si sappia quale è la posizione del Movimento 5 Stelle al riguardo. Dopo aver ampiamente discusso in Commissione, per grandi
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linee già ci siamo espressi al riguardo, abbiamo detto che a nostro avviso è una richiesta legittima da parte del privato che si appella a una legge, a un D.P.R., che gli consente di insediare una attività produttiva in una qualsiasi area di Campobasso in variante, motivo per cui oggi siamo in Consiglio e sta oggi a noi stabilire se, effettivamente, è meritevole o meno dell’accoglimento di questa richiesta. Io penso che una valutazione approfondita sull’argomento l’abbiamo fatta un po’ tutti, volente o nolente siamo andati in Commissione e molte cose ce le siamo dette, ma quello che è sicuramente assente e che oggi denuncio, è una programmazione. Io avrei preferito, l’ha detto in parte il Consigliere Coralbo stamattina ed è quello su cui ci siamo interrogati di più, è che manca una programmazione al riguardo. Così come è stato ribadito più volte, se oggi mancano le aree o comunque sono insufficienti le aree P.I.P., le aree per le Attività Produttive, questo Consiglio comunale, ma soprattutto la Giunta, che cosa vuole fare? Se arriveranno ulteriori richieste, noi come ci comporteremo al riguardo?
Diremo di no a prescindere? Come faremo? Oppure oggi diciamo di sì e domani andiamo a verificare di volta in volta. Non mi sembra un atteggiamento politicamente corretto anche nei confronti di quei Consiglieri che oggi voteranno a favore o contro il provvedimento, perché bisogna essere chiari al riguardo, non bisogna legare questo voto ad eventuali provvedimenti futuri, perché oggi uno potrebbe dire sì e domani starò nei banchi dell’opposizione a dire: “Ma perché a questo sì e a quello no?”. Secondo me, da oggi in poi, sareste sicuramente posti nella condizione di dover motivare eventuali voti positivi ai provvedimenti successivi e da questo emerge, chiaramente, che il nostro voto sarà negativo, non è un voto sofferto, ma è sicuramente un voto che ha visto nelle nostre assemblee molte persone confrontarsi e arrivare ad una conclusione, semplicemente, perché
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noi non riteniamo che Camposarcone possa essere un luogo idoneo per ospitare un edificio, anzi, più edifici volti alla produzione o alla conservazione di materiale esplodente. Vi faccio un esempio: se il vicino, domani mattina, ha i terreni utili per poter insediare ai sensi del D.P.R. 160, un deposito di stoccaggio di bombole di gas, voi mi dovete spiegare per quale motivo dovremmo dire di no, domani, ad una simile richiesta. A mio avviso, ovviamente sarebbe un no, però a questo punto io ritengo che da parte vostra ci sarebbe la possibilità anche in quel caso, perché stiamo parlando di un’eccezionalità, un intervento particolare, comunque ai sensi di una legge che consente di fare una richiesta di questo tipo, per cui anche in quel caso possiamo dare il parere favorevole, allora diciamolo da subito che noi vogliamo che Camposarcone diventi, adesso e per sempre, una possibile zona in cui insediare attività produttive, quindi c’è a monte una programmazione e una volontà di depauperare un territorio, perché voglio ricordare che, forse, Camposarcone è rimasta l’unica are veramente agricola di Campobasso, le altre sono o zone perimetrate o zone Lucarino o non Lucarino, sono tutte, comunque, normate o non normate, ci sono delle differenze, ma in ogni caso c’è veramente una confusione tale, per cui il nostro territorio visto su una cartina è di colori diversi, a seconda della tipologia della legge che vige su quel territorio, è veramente un Arlecchino, è veramente un’accozzaglia, invece dove c’è stata una conservazione del territorio in modo particolare e quindi anche un’attenzione al consumo di suolo, è stato proprio su Camposarcone e oggi, secondo noi, stiamo dando il via a possibili altre aggressioni sull’area, non lo possiamo escludere. Io vi ho fatto un esempio e mi auguro che, in futuro, non arrivino richieste, anche perché non c’è programmazione, la richiesta sarebbe legittima, però poi voglio vedere se questo Consiglio comunale boccerà un’eventuale richiesta di questo tipo. Io non ce
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l’ho con nessun imprenditore, anzi semmai esorto il Consiglio comunale nelle sedi preposte, cioè in Commissione, ma ancor più l’Assessore che ha questa funzione, a porsi subito il problema e dire: “Ma io che voglio fare di Campobasso, dove voglio che si insedino le attività produttive, visto che le aree sono insufficienti?” e vi ricordo, visto che in Commissione è stato detto, ma non tutti erano presenti e quindi non lo sanno, che le aree produttive che fanno capo al Comune di Campobasso sono esaurite, poi ci sono quelle in concessione ai privati e sono anche quelle in via di esaurimento, quindi ormai il problema si sta per porre, infatti fino adesso non ce lo siamo posti perché in un periodo di crisi tante richieste non ci sono state, ma non è detto che non arriveranno e noi dovremo farci trovare pronti.
Poiché lo strumento che oggi viene utilizzato è uno strumento in deroga, a me non piace l’idea che questo Comune dovrà agire sempre in deroga, a me piace che ci sia un’idea chiara di che cosa si voglia fare di Campobasso e, in questo senso, poi ci si muove in modo tale che in futuro, magari, potremo decidere anche una cosa e questo è un ulteriore spunto che voglio lasciare a questo Consiglio. Proprio in virtù del fatto che il Consiglio comunale, il Comune di Campobasso in generale non ha i soldi per espropriare, individuare nuove aree, il D.P.R. 160 potrebbe essere utilizzata come escamotage, cioè va bene proporla ai cittadini in un’interlocuzione che avviene tra Struttura e cittadino e lo si è dimostrato proprio nella presentazione di questa richiesta, perché vi ricordo che questa richiesta, inizialmente, fu fatta ai sensi di un’altra legge, fu bocciata perché non poteva essere accolta e fu suggerito, nel diniego, proprio dalla Struttura di intraprendere questa strada, a dimostrazione che, evidentemente, c’è un’interlocuzione con il privato. Se c’è questa interlocuzione, io lo accetto, va bene, se va nella direzione che il Comune vuole prendere, no che il privato poi detti la nostra linea politica di come vogliamo
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intervenire sul territorio di Campobasso. In virtù di questa possibilità, ragioniamo anche su quali possono essere i territori per i quali questo Comune, da adesso in avanti, vorrà dire sì per nuovi impianti produttivi, così da individuare, almeno concettualmente, quali sono le aree dove noi vogliamo che si insedino delle attività produttive e questo potrebbe essere un ragionamento da farsi in virtù dell’esiguità dei fondi che abbiamo a disposizione per gli espropri, però, purtroppo, tutto questo dalla Commissione non è emerso, questo è un fatto grave, io lo denuncio nuovamente, perché, per me, è l’aspetto più grave della questione. Politicamente noi non possiamo fare altro che renderci conto che purtroppo ci troviamo, per l’ennesima volta, a subire una richiesta, magari c’è anche la volontà di darlo questo parere, però attenzione a come oggi ci esponiamo al riguardo, perché tutto quello che ho detto prima è un elemento che dovrebbe preoccupare per il futuro. Io non la vedo come una cosa remota che un altro privato faccia una richiesta di questo tipo.
Io lo voglio ricordare, l’abbiamo detto stamattina, a tutti i Consiglieri, sappiate che in un terreno vicino, dei ricorrenti che sono dei confinanti, hanno chiesto che venisse chiusa una attività produttiva che era un opificio per la farinatura di pietre, aveva una connotazione del tutto produttiva che, in qualche modo, in quel territorio non poteva stare, perché non poteva essere autorizzata ai sensi delle norme vigenti e del Piano Regolatore, ma ciò non toglie che quello che allora si è visto negare un tale diritto, oggi, giustamente, possa fare una richiesta ai sensi del D.P.R. 160 dicendo: “Io prima non potevo, perché andavo in deroga a quello che era il Piano Regolatore, il quale prevedeva che questa era zona Agricola, domani mattina faccio una proposta ai sensi del D.P.R. 160, negamelo adesso?”, sulla base di quali presupposti diciamo di no a quel tipo di intervento? Lui legittimamente fa una richiesta e noi oggi, come Consiglio comunale, come facciamo a dire no, se
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abbiamo detto già sì ad un’attività produttiva? Scusatemi, ma l’eccezionalità di questo intervento non esiste e la dimostrazione è che tutte le autorizzazioni sono state accordate, sono oggi vigenti e rendono possibile l’attività produttiva in via Monte Grappa, quindi non può essere questa la scusante, perché non regge. Gli emendamenti che noi abbiamo apportato volevano, in qualche modo, correggere il provvedimento, perché, secondo noi, adesso è un po’ migliore, ma comunque non sufficiente a giustificare, perché da parte nostra non c’è la volontà di spostare lì attività produttive, cioè quello che è l’intervento che oggi stiamo votando. Tutti questi aspetti, l’ho detto prima, io mi auguro anche se ci credo poco, che non ci sia un ordine di scuderia a monte che stabilisca che si debba votare sì a questo provvedimento, mi auguro che ci sia una posizione critica al riguardo e ci si renda conto anche del pericoloso precedente che stiamo creando, sempre che non emerga nelle dichiarazioni di altri Consiglieri la volontà di insediare in Camposarcone anche altre attività, perché, magari, ci sono richieste che potranno venire e dovranno essere legittimamente vagliate volta per volta. Io mi auguro che non sia questo l’argomento, sebbene possa essere di supporto a un voto favorevole, però di fatto andremmo a compromettere un’area che io vi invito, anche se è tardivo l’invito, una volta votato a visitare, perché vi farà rendere conto di come quella è un’area, è un fazzoletto ed è l’unico che, oggi, mantiene una certa connotazione e veramente sarebbe inserire un’ulteriore deroga, alle mille deroghe, che già ci sono sul nostro territorio. Vediamo, una volta per tutte, in questo Consiglio comunale di mettere un punto alle deroghe, cerchiamo di essere noi a delineare, a delimitare i nostri territori nella volontà che emerge dalle nostre posizioni politiche, se si dice stop al consumo di suolo un valore ce lo deve avere, in qualche modo, cioè se si è detto che si è favorevole allo stop del consumo di suolo, cerchiamo di determinarlo
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con delle scelte politiche, ma non lo diciamo soltanto per... Qua non rientriamo troppo, come entreremo in futuro, non si sa quando, sul consumo di suolo nelle aree “F” e “D” a seconda di quelle che sono previste per l’articolo 6, dove ci sarà da fare un discorso approfondito sulle zone intercluse, magari lì si potrebbe fare un ragionamento a monte che va a fare lo screening della situazione sul territorio per poi decidere di determinare il voto in Consiglio comunale, ma anche in questo caso io esorto il Consiglio, ancora di più l’Assessorato, a fare un approfondimento che ad oggi, mi sembra, non ci sia, su che cosa abbiamo a disposizione per poter concedere, da oggi a venire, ulteriori interventi dello stesso tipo. Per me uno screening è necessario e, tra l’altro, è singolare anche andare a verificare, qualora fosse possibile, quali sono in un’ottica di espansione, delle zone P.I.P., quali sono i territori limitrofi, chi sono i proprietari, perché se oggi venisse un provvedimento da parte di chi, magari, ha delle zone limitrofe alle zone P.I.P. dei terreni a disposizione e magari non intende fare una richiesta in quell’area, perché economicamente più valida, più spendibile e me la fa in zona agricola, magari è ancora più grave dare un voto favorevole in questo Consiglio. Questo è uno screening ulteriore che dovremo fare volta per volta e lo specifico meglio, se oggi diamo un voto favorevole ad un soggetto privato per un insediamento produttivo in zona agricola, in deroga, per quanto sia legittima la richiesta, sapendo, facendo lo screening, che questo stesso proprietario ha altre terreni in zone attigue alle zone P.I.P., che magari potevano essre più giustificati, proprio in virtù di quella interlocuzione che mi sembra ci sia stata in passato e che mi auguro ci sarà in futuro, si poteva benissimo dire o si potrà benissimo dire, in futuro, a tale proprietario: “Ma tu hai anche dei terreni in zona P.I.P., capisco che lì avresti potuto remunerare di più, che valgono di più, però tu ce li avevi i terreni che, in
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qualche modo, rispettavano, almeno nella connotazione del territorio la zona Industriale e non capisco perché la richiesta me la stai facendo qui, se la fai qui te la boccio, se invece la fai lì, magari, la prendo in considerazione, perché, di fatto, rispetta quelle che sono le mie scelte politiche di conservazione del territorio”.
Questo screening io vi esorto a farlo sempre e comunque, proprio per quello che ho detto e anche per non essere preso per i fondelli da parte di un privato che, giustamente, penso che faccia gli interessi propri, però anche noi dobbiamo fare gli interessi di tutti i cittadini e quindi, ulteriormente evitare di andare in deroga se c’è la possibilità di preservare determinati territori. Per il momento finisco qui, in dichiarazione di voto, eventualmente, dirò altro”.
PRESIDENTE TRIVISONNO:
“Grazie Consigliere Praitano. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pilone”.
CONSIGLIERE PILONE:
“Grazie Presidente. Per il lavoro svolto su questa delibera che ci ha preso una serie di Sedute di Consiglio comunale, la mia è una dichiarazione di voto che non darò, perché non prenderò parte a questa votazione, poiché ritengo che la delibera, in virtù anche delle pregiudiziali che ho presentato, che ho votato e che poi sono state
“Grazie Presidente. Per il lavoro svolto su questa delibera che ci ha preso una serie di Sedute di Consiglio comunale, la mia è una dichiarazione di voto che non darò, perché non prenderò parte a questa votazione, poiché ritengo che la delibera, in virtù anche delle pregiudiziali che ho presentato, che ho votato e che poi sono state