• Non ci sono risultati.

ASSISTENZA AL PAZIENTE NEUROCHIRURGICO DURANTE IL MONITORAGGIO NEUROFISIOLOGICO

Nel documento XXVIII CONGRESSO NAZIONALE ANIARTI (pagine 154-157)

IN CONTINUO

M. TAFFARELLO, V. BARRA

Terapia Intensiva Neurochirurgia, Azienda ULSS 9 Treviso

178 M. Taffarello, V. Barra

Da circa due anni nella nostra realtà viene applicato il sistema di monito-raggio neurofisiologico strumentale in continuo. Si tratta dei Potenziali evocati Somato Sensoriali (PESS) e l’elettroencefalogramma (EEG) I potenziali evoca-ti somato sensoriali (PESS) sono esami che studiano le risposte del sistema nervoso centrale ad uno stimolo sensoriale analizzando le vie nervose che dalla periferia portano le informazioni verso il cervello

I PESS sono impiegati in TI sia come indice predittivo prognostico precoce,sia come monitoraggio elettrofisiologico del danno cerebrale primario e delle complicanze secondarie.

Possono essere esami invasivi e non ma nel caso di monitoraggio in conti-nuo si utilizzano aghi elettrodi intradermici per la conduzione dello stimolo elettrico.

L’EEG invece, permette di osservare la funzione talamo corticale nei pa-zienti in coma quando questa è inaccessibile clinicamente inoltre è sensibile alle più comuni cause di danno cerebrale (ischemia e ipossia) evidenzia la di-sfunzione neuronale in fase ancora reversibile, riconosce focolai epilettogeni.

I pazienti sottoposti a questi tipi di monitoraggio in continuo sono:

post-operati in elezione traumi cranici in coma emorragie cerebrali in coma

particolare attenzione è stata data alla fisiopatologia nel trauma cranico severo e in questi pazienti, la prognosi dipende non solo dalle lesioni iniziali ma anche da quelle secondarie più spesso di origine ischemica . Ed e in que-st’ultima fase che si inserisce il monitoraggio neurofisiologico in continuo o seriato,associato ad altre indagini radiologiche e cliniche. Permettendo cosi l’immediato intervento in presenza di ischemie.

L’obiettivo del monitoraggio è di «estrarre » un indice di funzione globale dell’encefalo e per arrivare a questo l’infermiere osserva e agisce con lo scopo di ottenere una registrazione del tracciato priva o quasi di interferenze.

L’applicazione del monitoraggio viene fatta dal medico intensivista specia-lizzato o dai tecnici utilizzando degli agoeletrodi infissi nel cuoio capelluto e agli arti interessati con medicazione a piatto con cerotto trasparente (tegaderm).

Tale medicazione rimane in sede anche per 7 giorni e tramite centralina colle-gata on-line ad un pc da dove parte lo stimolo elettrico.

Prestando assistenza a questi pazienti i problemi ricorrenti per l’infermie-re sono:

– evitare arrossamento infezione decubiti dei siti – mantenere stabili i PV Parametri vitali

– controllo sulla sedazione del paziente – controllo copertura analgesica

– scollegamento accidentale degli ago-elettrodi – ridurre il carico di stimoli ambientali

– gestione del trasporto

Eseguire un nursing «personalizzato » annotando in grafica l’ora concen-trando eventuali manovre invasive ed eventuali altre indagini diagnostiche nel limite dell’organizzazione diventa di fondamentale importanza.

Intervenire previo accordo medico per normalizzare i parametri vitali sul-la sedazione e/o analgesia qualora lo stimolo elettrico non sia ben tollerato.

Evitare termocoperte e fare in modo che i cavi di raccordo tra gli elettrodi e il sistema di registrazione siano ben raggruppati facendo attenzione che non poggino su parti in movimento come i tubi del ventilatore.

Ridurre le sorgenti di rumore come gli allarmi.

Quasi in conclusione possiamo dire che:

l’assistenza infermieristica accurata durante il monitoraggio in continuo, partecipa all’orientamento per la formulazione di una prognosi, il più possibile fedele alle condizioni del paziente, indirizzando con maggior obbiettività le aspettative dei familiari che sono informati sull’evoluzione dello stato di salute Il monitoraggio neurofisiologico rappresenta per la persona UN PONTE sul confine dato dalla clinica e dalla diagnostica. (oltre il limite)

Il ruolo dell’infermiere in questo «limite » è di assistere la persona malata di accompagnarla nell’evoluzione qualsiasi essa sia, di interagire con tutto il monitoraggio, comunicare con il medico e non ultimo di essere un sostegno alla famiglia.

Buon lavoro a tutti e grazie per l’attenzione

BOSCO E., ZANATTA P. et Al «Potenziali evocati somato sensoriali seriali nel trauma cranico severo: un monitor della funzione cerebrale.» Acta Anaesth. Italica 59,152-173,2008.

Abstract

[email protected]

La letteratura disponibile (tra gli altri: Tamburri L. Nocturnal care inte-ractions with patients in Critical Care Units, 2004 American Journal of Critical Care), definisce un problema diffuso quello delle alterazioni del sonno in area critica.

Il lavoro affrontato ha consentito di indagare la relazione tra tipologia e quantità degli interventi infermieristici erogati tra le ore 19 e le ore 6, conte-stualizzati nella struttura logistico ambientale di un reparto di terapia intensi-va, in relazione al tempo riservato al sonno dei pazienti, e di confrontare le opinioni degli operatori assegnati ai reparti interessati.

Per lo studio in questione sono stati definiti, come criteri per la selezione dei casi, elementi di uniformità riconducibili ad un reparto di terapia intensi-va poliintensi-valente per adulti, con un numero di posti letto da 4 a 8, strutturalmente disposti in un locale unico, e sono state identificate le tre realtà sede di indagi-ne, Asti, Chieri e Savigliano. È stato condotto uno studio osservazionale di 4 notti consecutive, per ogni sede, ripetuto 2 volte, con rilevazione dei dati, regi-strati su scheda predisposta. Successivamente è stata realizzata un’analisi qua-litativa, attraverso la metodologia del focus group, con un incontro per sede.

Attraverso elaborazioni con MS Access® e MS Excel®, è emerso che la rilevazione dei parametri vitali costituisce l’attività prevalente delle notti os-servate, seguita dalla somministrazione farmacologica, secondo intervalli de-finiti e che le procedure diagnostico-terapeutiche e le attività per il manteni-mento del confort vengono effettuate in risposta a bisogni contingenti.

Sinteticamente, dal lavoro svolto è emerso che le attività erogate sono condizionate non solo dai problemi di salute del paziente, ma anche dall’orga-nizzazione del reparto e, spesso, sono operatore-dipendente, comportando pro-blematiche relative ad alterazioni del sonno del tutto sovrapponibili alla lette-ratura esaminata.

ALTERAZIONI DEL MODELLO SONNO E RIPOSO

Nel documento XXVIII CONGRESSO NAZIONALE ANIARTI (pagine 154-157)